Sesso dopo i cinquana cap. 5

di
genere
confessioni

Quelle sue parole mi colpirono ma non erano inaspettate. Sia dalle chat, sia dalla chiacchierata al bar, avevo intuito. Naturalmente stetti al gioco.
Io: si tesoro, sono qui per questo. Voglio che questo momento sia importante per me e per te.
Stringevo quel cazzo durissimo e grosso. Lo sentivo pulsare, sentivo le vene ingrossate. Tirai giù la pelle. Lui: si mamma, ho aspettato da tanto tempo questo momento. Guarda come sono cresciuto.
Accidenti se era cresciuto! Non andai più su e giù con la mano. Mi bastò stringerlo e rilasciarlo per sentirlo sborrare. Mi guardò negli occhi e… il primo spruzzo fu potente. Sul cruscotto. Per il secondo riuscii a mettere la mano sopra e raccolsi una parte di sborra calda, densa, bianchissima.
Lui: scusami – io: stai tranquillo, è successo quello che entrambi abbiamo voluto. Se vuoi la cosa finisce qui. Se vuoi può continuare. E sai come trovarmi. Adesso ti accompagno all’università.
Il giorno seguente lo ritrovai in chat. Voleva rivedermi. Mio marito quel giorno aveva in programma una visita a cantiere molto lontano e sarebbe rientrato tardi, o magari neppure rientrato. Lo invitai a casa ed acconsentì. I primi momenti furono abbastanza imbarazzanti. Io ricevevo un uomo in casa per la prima volta. Lui si sentiva in colpa. Un bicchierino di grappa scaldò l’ambiente. Ci teneva a spiegarmi. Era figlio unico di una coppia anziana. La mamma lo ebbe a quasi cinquanta anni. Lo allattò per poco tempo. E’ cresciuto abbastanza viziato e sempre ultraprotetto. Il cordone ombelicale non era stato reciso…. Mentre mi raccontava si interruppe e : devo dirti che un giorno, una domenica d’estate, ospiti degli zii, ero seduto di fianco a mamma. Avevo 8 anni. Parlavano tranquillamente e lei come spesso faceva mi carezzava il braccio, la gamba. Quel giorno ricordo perfettamente che la sua mano sinistra mi carezzò il ginocchio e si soffermò, poi lentamente risalì. Si soffermò sulla coscia. E poi risalì. Avevo un pantaloncino corto, abbastanza sgambato. La sua mano risalì fino all’inguine. Me lo carezzò. E si soffermò. Io naturalmente avevo delle erezioni, ma di solito a letto quando mi toccavo. Quel giorno la ebbi sotto il tavolo. Divenni sicuramente paonazzo e confuso. Non so dire se lei se ne accorse, o se col dorso della mano mi sfiorò il pene sentendolo eccitato. Mi guardò e mi sorrise. Io mi alzai e corsi in bagno. Come si diceva da bambini, mi tirai una sega epica. Ad 8 anni l’orgasmo era una specie di ipersensibilità della cappella e qualche volta alcune goccette. Ne produssi più di alcune. Poi tornai a tavola. Lei mi guardò e mi chiese se andava tutto bene. Dissi si mamma -. Di continuo mi confessò che da quel giorno vide la mamma in modo molto sensuale. In bagno frugava la cesta della roba sporca e se trovava i suoi slip si masturbava con essi. E su quell’unico contatto mano inguine si eccitava ancora adesso. Aveva avuto delle ragazze, ma con due soltanto aveva fatto sesso completo. Ma tutto finiva molto in fretta.
Mentre mi raccontava, gli ho preso la mano. Quasi tremava. Lo coccolai un po e poi: tesoro, io non sono psicologa, ma sono convinta che tu stia portando alle estreme conseguenze una pulsione che, immagino, tutti i ragazzi hanno. Vorresti rivivere quel momento con lei. Ma non è possibile. Se vuoi facciamo il gioco delle parti, io mamma e tu figlio. Ma non risolvererai il tuo problema. Prendi atto che quella esperienza ti ha lasciato una voglia: quella di fare sesso con una donna molto matura che ti sappia capire e… giudare. Lui : si proviamo.
Non fu difficile trovare un accordo. E non ci volle molto per ritrovarci nudi. A vederlo adesso, in piedi, magrolino, il suo pene risaltava anche di più. Mi sono messa in ginocchio davanti a lui e lo ho preso in bocca. Lui voleva muoverlo avanti ed indietro. Gli dissi : no. Glelo leccai con calma prima tenendo in bocca solo la cappella, poi andando lentamente, lentamente piu giù. Non sono riuscita a prenderlo in bocca tutto. Lo hocondotto in camera. Mi sono sdraiata e tenendo le cosce ben aperte gli ho spalancato l’ingresso dell’umida caverna. Ha cominciato a leccarmi. Forse troppo impetuosamente. Ho una clitoridee molto sensibile, forse a causa dell’età. Con l’età sono diventate più sensibili anche le pareti vaginali. Non ho perso invece la capacità di produrre liquido vaginale molto abbondante.
Mi leccava la figa e strizzava i capezzoli. Io gli carezzavo i capelli biondi. Non glielo dissi, ma in quel momento fui certa che la mamma si era accorta di avergli provocato l’eccitazione ed erezione, anzi forse, ci pensava da tempo ed aveva approfittato di quella riunione conviviale per accarezzarlo così di nascosto e sapere di essere desiderata sessualmente da lui. E poi, noi donne ci accorgiamo se la cesta della roba sporca in bagno, è stata rovistata cercando qualche cosa. I suoi slip…..
scritto il
2024-10-17
1 . 3 K
visite
2 5
voti
valutazione
6.7
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Sesso dopo i cinquanta cap.4

racconto sucessivo

Sesso dopo i cinquanta ca. 6
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.