La vacanza dei padroni

di
genere
gay

Esattamente all'orario convenuto sul cellulare di Luca comparve il messaggio concordato e due minuti dopo un uomo anziano insieme a due vichinghi con i capelli raccolti e gli occhiali da sole entravano nella stanza dell'hotel che gli avevano prenotato una settimana prima.
Tutti in giacca e cravatta, formavano un terzetto strano. Il vecchio - alto, magro e compunto, con i radi capelli attentamente riportati sul cranio e un paio di occhiali da vista rotondi - era evidentemente a suo agio nell'abito mentre gli altri due, che erano ancora più alti e decisamente muscolosi, sembravano costretti in abiti di una misura più piccola.
Il vecchio si sedette al tavolo e dopo aver verificato le generalità di Luca esaminò con attenzione i documenti sanitari che il ragazzo aveva messo insieme in dieci giorni di visite e terapie preventive. Dopo aver finito di esaminare l'ultima riga dell'ultimo certificato, come un notaio l'uomo si mise a leggere il contratto che aveva nella cartellina. Per i successivi diciassette giorni sarebbe stato utilizzato come schiavo sessuale al servizio di alcuni non meglio individuati padroni. In realtà i suoi servigi erano a favore di tutti coloro che non si trovavano nella sua stessa condizione, ma i padroni avevano sempre la precedenza.
Il contratto era analogo a quello che gli era stato fatto leggere durante i colloqui precedenti. Non era molto preciso al riguardo delle persone che avrebbe incontrato ma le persone con cui aveva parlato gli avevano fatto intendere che i padroni sarebbero stati un decina e che sarebbe stato portato in un luogo riservato. Aveva anche capito che oltre ai padroni c'erano quelli che erano stati indicati come "personale di servizio", che dovevano essere all'incirca il doppio, e altri schiavi come lui, maschi e femmine, senza alcuna indicazione sui numeri.
Il contratto stabiliva espressamente invece che al termine del periodo sarebbe stato ospitato in una struttura sanitaria per ogni necessità, con l'esplicita garanzia che i suoi servigi non avrebbero implicato lesioni gravi e/o permanenti.
Dopo la lettura del compenso pattuito, una cifra enorme che l'avrebbe reso un uomo ricco per il resto dei suoi giorni, l'uomo lesse con calma l'articolo che prevedeva le sanzioni. In poche parole: un singolo rifiuto avrebbe comportato l'allontanamento e la perdita pressoché totale del guadagno.
Seguì poi la lettura di un allegato in cui venivano elencate tutte i servizi potenzialmente richiesti. Un elenco lunghissimo che praticamente saturava ogni possibile pratica sessuale che non fosse vietata dalla legge.

Dopo aver terminato la lettura l'uomo si fece passare un tablet già aperto su una pagina di una banca on line e fece vedere a Luca la cifra del trasferimento che avrebbe effettuato con la firma. Era solo l'acconto ma faceva impressione.
Accertata la volontà di Luca di procedere con la firma, gli chiese di spogliarsi completamente e iniziò una minuziosa indagine su ogni centimetro del corpo del giovane.
Dalla pelle liscia di ceretta in ogni dove all'ano sbiancato, fino a denti e pulizia delle orecchie. Nulla venne ignorato.

Luca era decisamente imbarazzato nonostante avesse ben capito cosa lo aspettava. Ma come sempre tra l'idea e la realtà c'è una bella differenza e trovarsi completamente nudo, valutato con freddezza come se fosse un articolo da acquistare, senza alcun apparente coinvolgimento emotivo lo metteva a disagio.
Sempre con rigore notarile, il vecchio pretese che Luca dimostrasse che le caratteristiche visionate nei precedenti colloqui erano rimaste immutate. Piegarsi a libro con le gambe diritte e il naso a toccare le caviglie, una spaccata perfetta al suolo e altri piccoli esercizi per verificarne la flessibilità e atleticità.
"Le altre abilità do per scontato che non le abbia dimenticate nell'ultimo mese..." disse con sarcasmo guardandolo sopra gli occhiali.

Dopo quasi quaranta minuti, l'uomo dichiarò che avevano terminato le verifiche e che se voleva poteva firmare il contratto. Luca ebbe solo un attimo di esitazione ma, concentrandosi sull'importo che gli era stato promesso, avanzò verso il tavolo e firmò. Subito dopo il vecchio diede disposizione di bonifico immediato e restarono in attesa che sul cellulare del ragazzo comparisse la ricevuta della sua banca.

Verificato anche questo il vecchio si fece consegnare il cellulare, come recitava uno degli articoli del contratto. Poi si voltò verso i due vichinghi che per tutto quel tempo erano rimasti in piedi, impassibili e con le mani congiunte.
"Beh ragazzi, ci abbiamo messo meno del previsto" disse guardando l'orologio da tasca " Abbiamo ancora venti minuti. La scheda dice che questo schiavo ha una gola praticamente senza riflesso e da quel che vedo ha anche un culetto niente male...se volete divertirvi un po' fate pure. Io nel frattempo sistemo alcune faccende."
Dopo aver detto così il vecchio si mise a riordinare i fogli sul tavolo.
I due vichinghi si guardarono dietro le lenti scure e poi avanzarono verso Luca. Con il suo metro e settanta gli arriva all'altezza del taschino della giacca.

Lo spinsero a sedere sul letto e uno dei sue estrasse dai pantaloni sbottonati un grosso uccello che ficcò in bocca al ragazzo senza dire una parola. Sorpreso da un'azione che si era svolta in pochissimi secondi Luca iniziò a pompare quel cazzo che dentro la sua bocca prese a crescere velocemente di dimensioni. Una mano lo guidò a dedicarsi al quello del secondo vichingo che nel frattempo si era completamente spogliato. Anche questo aveva un attrezzatura di notevoli dimensioni.
Quando anche il primo si fu spogliato si trasferirono meglio sul letto e dopo poco si ritrovò allo spiedo, infilzato da due lati.
Il vecchio, che nel frattempo stava esaminando il cellulare, avvisò che mancavano dieci minuti invitando i guardaspalle a fare in fretta.
Uno di loro si mise seduto contro la spalliera così che mentre Luca continuava a succhiarlo l'altro da dietro lo martellava nel culo con una foga animalesca crescente. I due non dicevano una parola e gli unici suoni che si sentivano nella stanza erano quello dei corpi che si scontravano e i geniti soffocati che uscivano dalla bocca occupata del giovane.
Il primo sborrò sulla schiena e Luca venne voltato a pancia in su dal secondo che gli fu sopra e, dopo aver preso le sue gambe tra i possenti avanbracci tatuati, iniziò a scoparlo con la stessa lena del compare finché non venne sul petto e sul viso del ragazzo.

Constata la fine delle attività, mentre i due vichinghi si rivestivano, il vecchio disse a Luca di lavarsi velocemente e di rivestirsi.
Quindici minuti dopo il quartetto scendeva con l'ascensore e entrava nel van nero a vetri oscurati. I due vichinghi davanti mentre lui e il vecchio dietro, seduti uno davanti all'altro.
A Luca venne applicata una maschera sulla testa che gli copriva solo gli occhi lasciando liberi naso e bocca. Completamente al buio Luca sentì avviare il motore.

"Ci aspettano tre ore di viaggio prima di arrivare quindi avremo i tempo di chiacchierare. Come sai a te non è concesso parlare con nessuno se non sei interrogato e questo mi fa piacere perché voi giovani siete così stupidi, ed è meglio che ascoltiate invece che parlare."
Dopo un infinito tempo in silenzio, Luca avvertì il suono del telepass. Erano in autostrada. La voce del vecchio ruppe il silenzio ordinandogli di spogliarsi e di sdraiarsi a terra tra i sedili.

Luca si tolse la tuta e fece come gli era stato detto. Sentiva sotto la schiena il tappetino morbido del van.
"Mi fai schifo. Tu e tutti quelli che come te hanno accettato questa cosa."
La voce era asciutta come al solito ma c'era una vena di cattiveria che prima non aveva sentito.
"Sai una cosa? Sono tre giorni che non mi lavo e la cosa non hai idea quando mi dia fastidio. Non lo sopporto. Ma vuoi sapere perché non lo faccio? Perché devo venire a prendere quelli come te, che per un po' di soldi sono disposti a farsi trattare così. Come animali. E visto che siete animali vi tratterò da animali. Lo senti questo? Ti piace l'odore del mio piede? No? E devo ancora togliermi la calza brutto pezzo di merda!!"
Il naso di Luca venne tappato da una stoffa sudata e maleodorante. Il puzzo era fortissimo e stimolò un contato di vomito che fortunatamente il ragazzo riuscì a reprimere.
"Bravo! Quello di ieri stava veramente per vomitare! Ma vediamo tra un po'...quando di faro assaggiare il cazzo. Sono due giorni che Dolores non capisce perché di prima mattina voglio farmi il suo culone flaccido prima di uscire! Apri la bocca stronzo!"
La bocca di Luca venne invasa dalle dita del piede del vecchio sadico. Non vomitare fu davvero difficile.

E Luca si chiese quando mancasse all'arrivo.

(Segue)

"il contratto è firmato e hai ricevuto l'acconto pattuito, quindi direi che da adesso sei






scritto il
2024-10-18
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