Un dopo cena diverso

di
genere
gay

Avevo appuntamento con i miei amici di sempre; siamo cresciuti praticamente insieme e la vita ci aveva prima divisi e poi ci aveva fatti ritrovare. Ed è bello, ogni tanto, ritrovarsi insieme per una pizza da soli e ricordare i bei giorni ormai passati da un po’. Siamo tutti sposati o conviventi intorno ai 60 anni e con la memoria ci piace ritornare a quegli anni in cui l’unico pensiero era cosa fare e dove andare per passare le giornate. E così parlavamo tra noi, ricordando le tante cazzate fatte quando hai venti anni. Tempi andati oramai. La serata è stata veramente piacevole ed io già pensavo al mio dopocena. Avevo già deciso infatti, una volta salutati gli amici, che prima di rientrare a casa avrei fatto un giro vicino ad un parco che sapevo la sera essere frequentato da chi vuole dare e chi vorrebbe ricevere. A me quella sera sarebbe piaciuto ricevere. Provai a fare qualche giro in auto intorno al parco nel tentativo di agganciare qualcuno con lo sguardo ma sembrava non esserci nessuno. Non mi sembrava possibile che già a mezzanotte il parco fosse deserto e che neanche un altro avesse le mie stesse voglie. Decido quindi di fermare l’auto e di addentrarmi a piedi nel parco. Se fosse passato qualcuno l’auto avrebbe fatto da insegna mentre ero immerso nella completa oscurità della notte. Non appena gli occhi si sono abituati al buio, ho iniziato a camminare seguendo una stradina di un vialetto cementato che conduceva ad un piccolo slargo. Lì mi sono seduto su una panchina in cemento aspettando l’arrivo di qualcuno. Rimasi seduto per un po’ scrutando l’auto che avevo parcheggiato poco sopra la mia posizione. In me saliva il desiderio e l’eccitazione e così mi sono slacciato la camicia e, in completa solitudine, ho iniziato a toccarmi i capezzoli. Li sentivo duri e pronunciati e per me sono una parte estremamente sensibile. Toccandomi, mandavo stimoli al cazzo che, dentro i pantaloni iniziava a reagire ma restavo comunque un uomo da solo in u parco. Ad un tratto vedo arrivare un’auto e due fari si spengono proprio dietro la mia. Spero sia la volta buona. Vedo un individuo entrare nella stessa stradina che avevo percorso io qualche minuto prima. Attende anche lui qualche secondo e poi, avendomi visto, scende lentamente verso di me, mentre io, con la camicia ormai aperta, continuo a stuzzicare i miei capezzoli. Vedo che si tocca la patta dei calzoni, evidentemente ha visto lo spettacolino, e giunto a pochi metri la slaccia e tira fuori un cazzo del tutto normale. Mi guarda e senza parlare inizia a pisciare rivolto verso di me. Il suo cazzo sta crescendo e vedo che si sta facendo bagnare dall’urina la sua mano. Finisce il suo bisogno ed inizia una lenta sega. Avrà giusto la mia stessa età. Continuo a stare seduto e con la mano gli faccio cenno di avvicinarsi. Non si fa ripetere l’invito e deciso mi viene vicino. Ora vedo bene il suo cazzo proprio davanti a me con ancora una piccola goccia di urina. Continuando a toccarmi il capezzolo con la sinistra, allungo la mano destra fino ad impugnare il suo cazzo ormai duro. Lo prendo e lo avvicino ai miei capezzoli. Struscio la sua cappella su entrambi e la cosa mi procura un certo brivido e ripeto l’operazione più volte. Mi piace tanto quando una cappella li tocca facendoli piegare e muovere sotto la pressione di un cazzo. Questa volta non è eccessivo nelle sue dimensioni ma sono i “rischi” di questo tipo di situazioni. Non c’è una ricerca mirata ad una scelta di grandezze e il tutto è affidato al caso. Lo impugno ed inizio a segarlo con calma perché voglio godermi questo momento il più a lungo possibile. Poi gli chiedo se posso leccarlo e ricevendo una risposta positiva apro la bocca facendo uscire la lingua. Inizio con leccare la cappella che ha appena pisciato ed ha ancora il sapore di urina ma la cosa non mi dispiace. Lui allunga le sue mani sui miei capezzoli ed inizia a toccarli. Con il pollice e indice li stringe con delicatezza torcendoli un poco e mentre io inizio a fare entrare il cazzo nella mia bocca, lui all’improvviso li stringe con estrema forza procurandomi dolore. Non me lo aspettavo e questo mi procura un piccolo grido di sofferenza ma anche di eccitazione. Accortosi che la cosa mi piace si spinge oltre torcendomi con energia i capezzoli. Io accolgo per intero il suo cazzo nella bocca iniziando un su e giù che è una risposta alle sue azioni. Con le mani intorno alle sue chiappe lo tiro verso me nel tentativo di prendere quanto più cazzo possibile nella mia bocca ma la cosa mi è impedita dal fatto che ha ancora i calzoni allacciati. Prendo la sua cinta, la slaccio e li lascio cadere a terra mentre tiro giù le mutande. Ora si che posso prenderlo tutto in bocca e lo faccio con estrema facilità. Le sue dita sono ancora lì che torturano i capezzoli. Anch’io però ho necessità di fare uscire il mio cazzo ancora stretto nei miei vestiti. Slaccio la mia cintura e lascio cadere i miei pantaloni e mi risiedo di nuovo. Continuo a pompare quel cazzo con passione e scendo a leccare anche le palle leggermente pelose. Ne succhio una ma poi torno al cazzo che mi piace di più e lecco per bene tutta la sua lunghezza, bagnando tutta l’asta. Lo ingoio di nuovo ma lui vuole farmi alzare. Ubbidisco e mi alzo in piedi e lui si posiziona dietro di me. Nel fare questo vedo che non siamo soli ma abbiamo anche uno spettatore. Gli faccio cenno di avvicinarsi. Appena arriva si inchina davanti a me e prende il mio cazzo in bocca. Ora ho uno dietro che mi lecca il culo ed uno davanti che mi sta facendo un pompino. Quello dietro ha ormai bagnato per bene il punto di ingresso e avvicina la sua cappella al buco. Inizia a spingere e si accorge che non trova alcuna resistenza ed entra tranquillo. Spinge fino in fondo ed un brivido mi percorre le gambe. Che bella sensazione avere un cazzo dentro al culo mentre quello davanti è eccitato quanto noi e lo sta dimostrando con il suo impegno. Sento il cazzo dietro che aumenta la velocità e per non perdere ormai l’abitudine stringe di nuovo i miei capezzoli, stringendoli questa volta veramente tanto. E ormai ha capito che la cosa mi piace tantissimo. Ad un tratto quello davanti si ferma e, a sua volta si abbassa la tuta. Sotto non porta le mutande e quindi mi offre il suo culo che prima bagna con la sua stessa mano. Faccio cenno a quello dietro di fermarsi giusto il tempo di darmi possibilità di infilare il mio cazzo dentro l’invitante forellino. Lo faccio ed entra anche con facilità. Ne sento bene le pareti e apprezzo quel suo movimento che, con i muscoli del culo, stringe e rilascia il mio cazzo. E’ bravo accidenti. Quello dietro a ripreso a stantuffarmi e intuisco che l’eccitazione è tanta e non possiamo durare ancora per molto. Mentre mi spinge dietro io spingo davanti e con la mano impugno il cazzo di quello che mi sto inculando. E’ più grande di quello che ho dietro e la cosa mi piace parecchio. Dietro aumenta la velocità che inevitabilmente si propaga a quello davanti e pertanto aumento la velocità della mia mano. Ed è un attimo. Sento venire quello dentro di me e il calore del suo sperma mi inonda dentro. La conseguenza è che io vengo dentro il culo dell’altro e poco dopo anche quest’ultimo inizia a sborrare. Cerco di non farla cadere tutta ne voglio trattenere un po’ nella mano per assaggiarla. La cosa mi riesce solo in parte ma in quantità sufficiente per sentirne il sapore dolciastro. Nel mentre quello dietro non vorrebbe uscire dal mio culo ma il cazzo si sta afflosciando e pertanto è costretto a desistere. Quello davanti invece si volta e aprendo la sua bocca mi pulisce per bene il cazzo. Dietro di me l’uomo si è già rivestito e ci guarda sorridendo soddisfatto. Un breve cenno con la mano e si allontana. A questo punto anche io mi rivesto e saluto colui che per una sera mi offerto un rifugio pulito.
P.S. Per messaggi o commenti scrivere a: mas1908@libero.it
scritto il
2024-10-27
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