Tiziano in arte Noemi cap 4/10
di
Miss Serena
genere
dominazione
Dopo l'incontro con Peter mia zia non mi prese in considerazione per un paio di giorni, durante i quali feci solo la donna di servizio, per poter poi andare al mare come un ragazzo qualunque. In realtà rimanevo sempre in disparte cercando di non farmi troppo vedere da chiunque, rimanendo ore a prendere il sole, come se volessi nascondere con l'abbronzatura qualche segno lasciato dalla mia dominatrice.
Da parte sua Eleonora rimaneva ben poco a casa, soprattutto dopo cena, ma non avevo il coraggio di chiederle nulla, temendo una sua punizione.
"Credo sia giunto il momento che tu inizi a lavorare." mi disse all'improvviso mentre pranzava "Avevo pensato ad un lavoro come commessa nel centro commerciale qui vicino, sai ho delle conoscenze e potrei chiedere di farti entrare."
"Ne sarei felicissima." le risposi sapendo che con lei dovevo declinare tutto al femminile.
La vidi telefonare ad una donna con la quale doveva essere molto in confidenza visto il tono che usava, e alla fine mi disse che Alessia sarebbe passata dopo cena per conoscermi.
"Ovviamente conoscerà Noemi, poi sul lavoro sarei Tiziano, ma questo è un particolare insignificante." mi comunicò senza neanche degnarmi di uno sguardo "L'importante è che fai qualcosa invece di oziare quando non ci sono."
"Scusi signora, ma cosa dirà a mia madre ? Sa lei crede che io sia qui in vacanza, e non certo a lavorare per lei." chiesi timidamente.
Effettivamente mi ero quasi dimenticato dei miei genitori, che sentivo ben poco, ed il più delle volte tramite messaggi.
"Che invece d'andare con loro, passerai qui l'estate, e se tieni il lavoro potrai rimanere quanto vuoi, perché diciamocelo, tu d'andartene in quel posto di merda coi tuoi non ne hai proprio voglia, anche perché li poi chi te lo mette nel culo ?" mi rispose ridacchiando prima d'uscire di casa lasciandomi coi miei pensieri.
Non potevo però darle torto, con i miei andavamo d'estate in un paese dove non c'era nulla se non il bar del paese, e per di più parlavano quasi tutti il dialetto stretto che spesso non capivo, col risultato di ritrovarmi spesso solo ed annoiato.
Passai tutto il pomeriggio a come pensare di poter lavorare con una persona che conosceva la mia doppia identità, riuscendo ad essere il bravo ragazzo di giorno, e la ninfomane di notte, perché sul fatto che lo ero diventato non avevo alcun dubbio.
Per cena preparai una ricca insalata per rimanere leggeri sia Eleonora che io, abbondando con le noci di cui lei andava pazza.
"Se stai pensando a come comportanti con Alessia sul lavoro stai pure tranquilla." mi disse mia zia mentre mangiavamo "E' vero che il negozio è suo, anzi sarebbe meglio dire che ha tutta la catena, e che qui non c'è quasi mai, preferendo vivere a Roma; quindi, se in un anno la vedrai un paio di volte sarà già tanto."
"Posso chiederle come vi conoscete." chiesi una volta rinfrancato dalle sue parole.
"Abbiamo fatto il liceo insieme, poi lei ha sposato un vecchio pieno di soldi, ma ancor più ricco di problemi cardiaci, tant'è vero che è morto scopandola dopo essersi imbottito di Viagra. Alessia però non è scema, anzi ha ampliato il business del marito portandolo ad essere un marchio leader del mercato. Un giorno poi ci siamo ritrovate nel suo negozio, e da allora quando passa di qui viene sempre a farsi una scopata da me, a volte da sola, altre in compagnia."
Non riuscivo a smettere di stupirmi di come mia zia parlasse in modo così naturale di sesso, ancor di più quando non si trattava di 'semplici' rapporti etero, ma del resto più passava il tempo, e più scoprivo che era tutto tranne che una donna normale.
Subito dopo aver ripulito la cucina mi preparai vestendomi da perfetta sissy, con tanto di grembiulino e crestina, su un cortissimo vestito senza maniche in lattice, che amavo nonostante mi facesse sudare.
Eleonora completò la vestizione mettendomi oltre alla solita cintura di castità, un piccolo plug dotato di una lunga coda che m'arrivava a metà coscia, e delle autoreggenti a rete degne solo di una puttana dei viali.
"Giuro che se fossi un uomo ti scoperei sbattendoti sul tavolo." mi disse dandomi un casto bacio sulla fronte, prima di mettersi davanti alla televisione in attesa della sua amica.
Alessia arrivò alle dieci in punto, e dire che fosse una bellissima donna è ancora poco. Alta più o meno quanto me, e senza tacchi visto che aveva ai piedi delle semplici ballerine, i suoi lineamenti erano fini, ma allo stesso tempo ricercati, come quelli delle nobili di una volta ritratte nei quadri rinascimentali. I capelli castani le scendevano lisci fino al collo, per poi deviare verso l'esterno tutti con la stessa inclinazione, neanche fossero incollati l'un l'altro. Il corpo poi era una perfetta taglia media, dove solo il seno era un po' fuori misura, ma non per questo stonava con tutto il resto.
"Tu devi essere il nipote di Eleonora, però scommetto che hai un nome da donna non è vero ?" mi disse muovendo in modo oltremodo sensuale le labbra carnose.
"Noemi mia signora, e Tiziano quando esco in versione maschile." le risposi ancora estasiato dalla sua visione.
"Versione maschile un cazzo !" esclamò mia zia dirigendosi verso l'amica "Anzi fai vedere subito ad Alessia perché sei vestito da donna."
Alzati il vestito e le due donne risero insieme per le dimensioni del mio pene, ma del resto non è che potessi aspettarmi altro, se non quell'umiliazione continua e costante a cui oramai mi stavo abituando.
Quando smisero di ridere fu solo per iniziare a baciarsi e toccarsi a vicenda, spogliandosi l'un l'altra in quello che mi sembrò più un perverso gioco fra loro, dove l'unico scopo non era tanto denudarsi, quanto farmi eccitare.
Una volta nude Eleonora si sdraiò sul divano ed Alessia quasi si buttò fra le sue gambe, ma mettendomi davanti agli occhi il suo bellissimo sedere, oltre al sesso che si sfiorava con una mano. Anche quando si scambiarono il posto mia zia mi sbatté in faccia il suo bel culo, costringendomi poi ad inginocchiarmi al suo fianco, per farmi vedere da vicino "come si lecca una fica".
Se da un lato vedere due donne amoreggiare fra loro è forse il sogno di ogni uomo, anche quelli meno dotati come me, dall'altro il non poter far nulla se non guardare, senza neppure avere la possibilità di un'erezione degna di questo nome, era una tortura che ero certo non sarebbe durata poco.
Le due donne continuarono a darsi reciproco piacere usando bocca e mani, cambiando spesso posizione e ruolo, ma facendo sempre sì che io fossi loro vicinissimo, lanciandomi ogni tanto degli insulti per il fatto di non essere un vero maschio. Vederle poi in un classico sessantanove mi mandò in frantumi il cervello, perché mi era chiaro che non avrei mai potuto far godere in quel modo una donna, se non altro perché non poteva ricambiare il piacere che le stavo dando.
Forse per la prima volta in vita mia mi vergognai con me stesso per non avere un pene degno di questo nome, e di fatto d'esser condannato a diventare una troietta vogliosa, sempre che avessi incontrato chi mi volesse con sé, il giorno che mia zia si sarebbe stancata della mia presenza.
Mi resi conto che le invidiavo per avere la passera, e che potessero godere di questa, mentre io provavo ben poco piacere ad usare il mio uccello, se non masturbandomi tantissimo, ma anche il fatto di poter prolungare il rapporto a loro piacere, rallentando quando sentivano avvicinarsi troppo l'orgasmo, per poi riprendere le danze come se avessero appena iniziato.
In ogni caso le vidi raggiungere il picco del piacere quasi insieme, per poi abbandonarsi in un lungo abbraccio pieno di tenerezza, come se io non fossi in quella stanza.
"Che ne dici di passare a qualcosa di più divertente ?" chiese mia zia ad Alessia, la quale non poteva che rispondere in modo positivo.
Eleonora portò l'amica in camera sua, ordinandomi di seguirle gattonando perché non ero un uomo degno di questo nome, così le vidi sculettare sino alla stanza col letto matrimoniale.
"Sdraiati al centro, e tu servo mettiti vicino al cassetto dei giochi, almeno servirai a qualcosa." m'ordinò la mia padrona col suo solito tono autoritario.
Mentre m'inginocchiavo vicino al comò lei iniziò prima a leccare la passera di Alessia per poi passare al suo buchetto, che solo quando fu ben pieno di saliva violò con un dito.
L'ospite iniziò a gemere, e lo fece sempre più quando al dito se ne aggiunse un altro e poi un altro ancora, dilatandole l'orifizio anale come non avevo mai visto fare.
"Dai salimi sopra, ho voglia del tuo culo anch'io." le disse Alessia che venne subito accontentata.
Se prima il sessantanove era stato 'classico', questo lo fu molto meno, visto che entrambe si dedicavano solo al buchetto dell'altra usando lingua e dita, in un crescendo di sospiri, con me che restavo impassibile spettatore.
"Frocio dammi il dildo doppio e fai in fretta." m'ordinò mia zia che ebbe subito quanto richiesto.
Senza alcuna esitazione sodomizzò la sua amica con almeno un terzo di quel dildo che era lungo mezzo metro, facendola urlare dal piacere.
Io rimasi allibita, se non altro perché consideravo Alessia una gran signora, mentre ora si stava facendo rompere il culo senza alcun riguardo o problema, come Eleonora faceva quasi tutti i giorni con me.
L'ospite gridava frasi sconce invitando l'amica a 'fare la sua parte', quando non erano insulti alla mia persona per non essere ne maschio ne femmina. Quando poi mia zia si sistemò davanti a lei per avere la sua parte di dildo, ebbi quasi la sensazione che il mondo si fosse capovolto, visto che anche lei stava puntando la punta verso il suo buchetto. Dopo aver provato più volte a scoparsi a vicenda, le due donne decisero che era più comodo per loro mettersi carponi, così le vidi sistemarsi a quattro zampe per poi far sparire mezzo metro di gomma nei loro sfinteri.
"Cos'hai da guardare Noemi ?" mi chiese mia zia fermandosi un attimo "Non hai mai visto una donna vera prenderlo nel culo ? Lo so che lo vorresti anche tu, ma stasera ci divertiamo solo noi, però stai tranquilla che quanto prima ti faccio provare un cazzo vero."
"Perché la troia non è mai stata con un uomo ?" le chiese Alessia.
"No ma è solo questione di tempo, anche perché voglio proprio vederla far godere un uomo."
Non paghe del piacere che si stavano dando a vicenda, le due donne mi fecero prendere un paio di dildi che usarono su sé stesse per godere ancora di più. Soprattutto Alessia sembrava davvero insaziabile, come se quello fosse una sorta di minimo indispensabile per farle avere un orgasmo, mentre Eleonora si divertiva ad insultarmi, come del resto era solita fare.
Non so per quanto andò avanti quello che forse era uno spettacolo solo per me, ma dopo un tempo che mi sembrò infinito, le vidi venire una dopo l'altra per poi accasciarsi su un fianco. Per un attimo pensai che fosse tutto finito lì, ma non appena mia zia si mosse, compresi che per me doveva ancora iniziare.
"Troia mettiti a pecora, è arrivato il momento di sfondarti quel culo di merda." m'ordinò indicandomi il centro del letto.
Ubbidii cercando di muovermi nel modo più femminile possibile, ma invece di fare qualcosa di gradito, scatenai solo le loro risa nei miei confronti.
"E' proprio una troia da cazzi !" esclamò Alessia dandomi una sonora manata sul sedere "Fossi in te la venderei a qualche porco in cerca di puttanelle non ancora sfondate, così non solo ti diverti a vederla sbattere da un uomo, ma ci faresti anche qualche soldo che non guasta mai."
"Idea intrigante, conosci qualcuno a cui potrebbe interessare Noemi ?" le chiese mia zia mentre m'infilava senza alcuna grazia un dildo nel retto.
"Ci sarebbe Oreste, ha un gran cazzo ed è perverso come pochi altri che conosco. Però è meglio se per qualche giorno non la scopi, così le si stringe un po' questo buco di merda."
Le due donne andarono avanti scopandomi con quel grosso dildo, che usavano ora l'una ora l'altra, sino a quando Alessia non ne prese un altro che affiancò al primo, facendomi urlare per il dolore.
"Taci cagna che non sei altro, tanto quelle te finiscono tutte a battere anche se hanno il culo tanto sfondato che si cagano sotto." mi disse la donna senza avere alcuna pietà di me.
Per mia fortuna erano entrambe abbastanza stanche da non voler passare troppo tempo con me, ma non per questo quando smisero non ero distrutto anch'io, anche se avevo avuto alcuni orgasmi pur avendo il pene chiuso nella gabbietta.
Alessia si rivestì per andarsene promettendomi che m'avrebbe assunto in uno dei suoi negozi, senza mai dire a qualcuno di quella sera.
Dopo un paio di giorni iniziai a lavorare come commesso part-time, con tanto di regolare contratto, e quando lo dissi ai miei genitori ne furono felici.
Eleonora non mi scopò per una settimana, lasciandomi però sempre la cintura di castità in modo che non potessi neanche masturbarmi, e facendo sì che la mia eccitazione salisse sempre più
"Domani sera viene Oreste." mi disse tornando a casa.
"Va bene signora devo preparare qualcosa di particolare ?" le chiesi sollevato del fatto che quella castità forzata mi stava distruggendo.
"Solo il culo, solo il culo." mi rispose ridendo.
Voglio ringraziare la combriccola che si divere a mettere "zero" a tutti i miei racconti, fosse solo perchè così fanno alzare le visulalizzazioni.
Per commenti : miss.serenasdx@yahoo.com
(quelli volgari saranno subito cestinati)
Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
Da parte sua Eleonora rimaneva ben poco a casa, soprattutto dopo cena, ma non avevo il coraggio di chiederle nulla, temendo una sua punizione.
"Credo sia giunto il momento che tu inizi a lavorare." mi disse all'improvviso mentre pranzava "Avevo pensato ad un lavoro come commessa nel centro commerciale qui vicino, sai ho delle conoscenze e potrei chiedere di farti entrare."
"Ne sarei felicissima." le risposi sapendo che con lei dovevo declinare tutto al femminile.
La vidi telefonare ad una donna con la quale doveva essere molto in confidenza visto il tono che usava, e alla fine mi disse che Alessia sarebbe passata dopo cena per conoscermi.
"Ovviamente conoscerà Noemi, poi sul lavoro sarei Tiziano, ma questo è un particolare insignificante." mi comunicò senza neanche degnarmi di uno sguardo "L'importante è che fai qualcosa invece di oziare quando non ci sono."
"Scusi signora, ma cosa dirà a mia madre ? Sa lei crede che io sia qui in vacanza, e non certo a lavorare per lei." chiesi timidamente.
Effettivamente mi ero quasi dimenticato dei miei genitori, che sentivo ben poco, ed il più delle volte tramite messaggi.
"Che invece d'andare con loro, passerai qui l'estate, e se tieni il lavoro potrai rimanere quanto vuoi, perché diciamocelo, tu d'andartene in quel posto di merda coi tuoi non ne hai proprio voglia, anche perché li poi chi te lo mette nel culo ?" mi rispose ridacchiando prima d'uscire di casa lasciandomi coi miei pensieri.
Non potevo però darle torto, con i miei andavamo d'estate in un paese dove non c'era nulla se non il bar del paese, e per di più parlavano quasi tutti il dialetto stretto che spesso non capivo, col risultato di ritrovarmi spesso solo ed annoiato.
Passai tutto il pomeriggio a come pensare di poter lavorare con una persona che conosceva la mia doppia identità, riuscendo ad essere il bravo ragazzo di giorno, e la ninfomane di notte, perché sul fatto che lo ero diventato non avevo alcun dubbio.
Per cena preparai una ricca insalata per rimanere leggeri sia Eleonora che io, abbondando con le noci di cui lei andava pazza.
"Se stai pensando a come comportanti con Alessia sul lavoro stai pure tranquilla." mi disse mia zia mentre mangiavamo "E' vero che il negozio è suo, anzi sarebbe meglio dire che ha tutta la catena, e che qui non c'è quasi mai, preferendo vivere a Roma; quindi, se in un anno la vedrai un paio di volte sarà già tanto."
"Posso chiederle come vi conoscete." chiesi una volta rinfrancato dalle sue parole.
"Abbiamo fatto il liceo insieme, poi lei ha sposato un vecchio pieno di soldi, ma ancor più ricco di problemi cardiaci, tant'è vero che è morto scopandola dopo essersi imbottito di Viagra. Alessia però non è scema, anzi ha ampliato il business del marito portandolo ad essere un marchio leader del mercato. Un giorno poi ci siamo ritrovate nel suo negozio, e da allora quando passa di qui viene sempre a farsi una scopata da me, a volte da sola, altre in compagnia."
Non riuscivo a smettere di stupirmi di come mia zia parlasse in modo così naturale di sesso, ancor di più quando non si trattava di 'semplici' rapporti etero, ma del resto più passava il tempo, e più scoprivo che era tutto tranne che una donna normale.
Subito dopo aver ripulito la cucina mi preparai vestendomi da perfetta sissy, con tanto di grembiulino e crestina, su un cortissimo vestito senza maniche in lattice, che amavo nonostante mi facesse sudare.
Eleonora completò la vestizione mettendomi oltre alla solita cintura di castità, un piccolo plug dotato di una lunga coda che m'arrivava a metà coscia, e delle autoreggenti a rete degne solo di una puttana dei viali.
"Giuro che se fossi un uomo ti scoperei sbattendoti sul tavolo." mi disse dandomi un casto bacio sulla fronte, prima di mettersi davanti alla televisione in attesa della sua amica.
Alessia arrivò alle dieci in punto, e dire che fosse una bellissima donna è ancora poco. Alta più o meno quanto me, e senza tacchi visto che aveva ai piedi delle semplici ballerine, i suoi lineamenti erano fini, ma allo stesso tempo ricercati, come quelli delle nobili di una volta ritratte nei quadri rinascimentali. I capelli castani le scendevano lisci fino al collo, per poi deviare verso l'esterno tutti con la stessa inclinazione, neanche fossero incollati l'un l'altro. Il corpo poi era una perfetta taglia media, dove solo il seno era un po' fuori misura, ma non per questo stonava con tutto il resto.
"Tu devi essere il nipote di Eleonora, però scommetto che hai un nome da donna non è vero ?" mi disse muovendo in modo oltremodo sensuale le labbra carnose.
"Noemi mia signora, e Tiziano quando esco in versione maschile." le risposi ancora estasiato dalla sua visione.
"Versione maschile un cazzo !" esclamò mia zia dirigendosi verso l'amica "Anzi fai vedere subito ad Alessia perché sei vestito da donna."
Alzati il vestito e le due donne risero insieme per le dimensioni del mio pene, ma del resto non è che potessi aspettarmi altro, se non quell'umiliazione continua e costante a cui oramai mi stavo abituando.
Quando smisero di ridere fu solo per iniziare a baciarsi e toccarsi a vicenda, spogliandosi l'un l'altra in quello che mi sembrò più un perverso gioco fra loro, dove l'unico scopo non era tanto denudarsi, quanto farmi eccitare.
Una volta nude Eleonora si sdraiò sul divano ed Alessia quasi si buttò fra le sue gambe, ma mettendomi davanti agli occhi il suo bellissimo sedere, oltre al sesso che si sfiorava con una mano. Anche quando si scambiarono il posto mia zia mi sbatté in faccia il suo bel culo, costringendomi poi ad inginocchiarmi al suo fianco, per farmi vedere da vicino "come si lecca una fica".
Se da un lato vedere due donne amoreggiare fra loro è forse il sogno di ogni uomo, anche quelli meno dotati come me, dall'altro il non poter far nulla se non guardare, senza neppure avere la possibilità di un'erezione degna di questo nome, era una tortura che ero certo non sarebbe durata poco.
Le due donne continuarono a darsi reciproco piacere usando bocca e mani, cambiando spesso posizione e ruolo, ma facendo sempre sì che io fossi loro vicinissimo, lanciandomi ogni tanto degli insulti per il fatto di non essere un vero maschio. Vederle poi in un classico sessantanove mi mandò in frantumi il cervello, perché mi era chiaro che non avrei mai potuto far godere in quel modo una donna, se non altro perché non poteva ricambiare il piacere che le stavo dando.
Forse per la prima volta in vita mia mi vergognai con me stesso per non avere un pene degno di questo nome, e di fatto d'esser condannato a diventare una troietta vogliosa, sempre che avessi incontrato chi mi volesse con sé, il giorno che mia zia si sarebbe stancata della mia presenza.
Mi resi conto che le invidiavo per avere la passera, e che potessero godere di questa, mentre io provavo ben poco piacere ad usare il mio uccello, se non masturbandomi tantissimo, ma anche il fatto di poter prolungare il rapporto a loro piacere, rallentando quando sentivano avvicinarsi troppo l'orgasmo, per poi riprendere le danze come se avessero appena iniziato.
In ogni caso le vidi raggiungere il picco del piacere quasi insieme, per poi abbandonarsi in un lungo abbraccio pieno di tenerezza, come se io non fossi in quella stanza.
"Che ne dici di passare a qualcosa di più divertente ?" chiese mia zia ad Alessia, la quale non poteva che rispondere in modo positivo.
Eleonora portò l'amica in camera sua, ordinandomi di seguirle gattonando perché non ero un uomo degno di questo nome, così le vidi sculettare sino alla stanza col letto matrimoniale.
"Sdraiati al centro, e tu servo mettiti vicino al cassetto dei giochi, almeno servirai a qualcosa." m'ordinò la mia padrona col suo solito tono autoritario.
Mentre m'inginocchiavo vicino al comò lei iniziò prima a leccare la passera di Alessia per poi passare al suo buchetto, che solo quando fu ben pieno di saliva violò con un dito.
L'ospite iniziò a gemere, e lo fece sempre più quando al dito se ne aggiunse un altro e poi un altro ancora, dilatandole l'orifizio anale come non avevo mai visto fare.
"Dai salimi sopra, ho voglia del tuo culo anch'io." le disse Alessia che venne subito accontentata.
Se prima il sessantanove era stato 'classico', questo lo fu molto meno, visto che entrambe si dedicavano solo al buchetto dell'altra usando lingua e dita, in un crescendo di sospiri, con me che restavo impassibile spettatore.
"Frocio dammi il dildo doppio e fai in fretta." m'ordinò mia zia che ebbe subito quanto richiesto.
Senza alcuna esitazione sodomizzò la sua amica con almeno un terzo di quel dildo che era lungo mezzo metro, facendola urlare dal piacere.
Io rimasi allibita, se non altro perché consideravo Alessia una gran signora, mentre ora si stava facendo rompere il culo senza alcun riguardo o problema, come Eleonora faceva quasi tutti i giorni con me.
L'ospite gridava frasi sconce invitando l'amica a 'fare la sua parte', quando non erano insulti alla mia persona per non essere ne maschio ne femmina. Quando poi mia zia si sistemò davanti a lei per avere la sua parte di dildo, ebbi quasi la sensazione che il mondo si fosse capovolto, visto che anche lei stava puntando la punta verso il suo buchetto. Dopo aver provato più volte a scoparsi a vicenda, le due donne decisero che era più comodo per loro mettersi carponi, così le vidi sistemarsi a quattro zampe per poi far sparire mezzo metro di gomma nei loro sfinteri.
"Cos'hai da guardare Noemi ?" mi chiese mia zia fermandosi un attimo "Non hai mai visto una donna vera prenderlo nel culo ? Lo so che lo vorresti anche tu, ma stasera ci divertiamo solo noi, però stai tranquilla che quanto prima ti faccio provare un cazzo vero."
"Perché la troia non è mai stata con un uomo ?" le chiese Alessia.
"No ma è solo questione di tempo, anche perché voglio proprio vederla far godere un uomo."
Non paghe del piacere che si stavano dando a vicenda, le due donne mi fecero prendere un paio di dildi che usarono su sé stesse per godere ancora di più. Soprattutto Alessia sembrava davvero insaziabile, come se quello fosse una sorta di minimo indispensabile per farle avere un orgasmo, mentre Eleonora si divertiva ad insultarmi, come del resto era solita fare.
Non so per quanto andò avanti quello che forse era uno spettacolo solo per me, ma dopo un tempo che mi sembrò infinito, le vidi venire una dopo l'altra per poi accasciarsi su un fianco. Per un attimo pensai che fosse tutto finito lì, ma non appena mia zia si mosse, compresi che per me doveva ancora iniziare.
"Troia mettiti a pecora, è arrivato il momento di sfondarti quel culo di merda." m'ordinò indicandomi il centro del letto.
Ubbidii cercando di muovermi nel modo più femminile possibile, ma invece di fare qualcosa di gradito, scatenai solo le loro risa nei miei confronti.
"E' proprio una troia da cazzi !" esclamò Alessia dandomi una sonora manata sul sedere "Fossi in te la venderei a qualche porco in cerca di puttanelle non ancora sfondate, così non solo ti diverti a vederla sbattere da un uomo, ma ci faresti anche qualche soldo che non guasta mai."
"Idea intrigante, conosci qualcuno a cui potrebbe interessare Noemi ?" le chiese mia zia mentre m'infilava senza alcuna grazia un dildo nel retto.
"Ci sarebbe Oreste, ha un gran cazzo ed è perverso come pochi altri che conosco. Però è meglio se per qualche giorno non la scopi, così le si stringe un po' questo buco di merda."
Le due donne andarono avanti scopandomi con quel grosso dildo, che usavano ora l'una ora l'altra, sino a quando Alessia non ne prese un altro che affiancò al primo, facendomi urlare per il dolore.
"Taci cagna che non sei altro, tanto quelle te finiscono tutte a battere anche se hanno il culo tanto sfondato che si cagano sotto." mi disse la donna senza avere alcuna pietà di me.
Per mia fortuna erano entrambe abbastanza stanche da non voler passare troppo tempo con me, ma non per questo quando smisero non ero distrutto anch'io, anche se avevo avuto alcuni orgasmi pur avendo il pene chiuso nella gabbietta.
Alessia si rivestì per andarsene promettendomi che m'avrebbe assunto in uno dei suoi negozi, senza mai dire a qualcuno di quella sera.
Dopo un paio di giorni iniziai a lavorare come commesso part-time, con tanto di regolare contratto, e quando lo dissi ai miei genitori ne furono felici.
Eleonora non mi scopò per una settimana, lasciandomi però sempre la cintura di castità in modo che non potessi neanche masturbarmi, e facendo sì che la mia eccitazione salisse sempre più
"Domani sera viene Oreste." mi disse tornando a casa.
"Va bene signora devo preparare qualcosa di particolare ?" le chiesi sollevato del fatto che quella castità forzata mi stava distruggendo.
"Solo il culo, solo il culo." mi rispose ridendo.
Voglio ringraziare la combriccola che si divere a mettere "zero" a tutti i miei racconti, fosse solo perchè così fanno alzare le visulalizzazioni.
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(quelli volgari saranno subito cestinati)
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