Racconto di un'ossessione
di
twining_flow
genere
confessioni
Non saprei dire cosa mi sia preso, un'ossessione strana, preceduta da giorni caratterizzati da un desiderio ignoto, indolente, inespresso. Incontentabile.
Si, non solo insoddisfatto, ma addirittura incontentabile.
Una sensazione di eccitazione strisciante, vile, da me quasi del tutto sconosciuta. Io sono quello dai lampi erotici fulminei e travolgenti, quello dai desideri che, anche quando oscuri, mi si palesano con la conturbante chiarezza di una notte stellata.
E così per giorni ho rincorso questa sensazione come un viandante sperduto in un mare di nebbia, ho letto qualche racconto sperando che potesse riaccendere dentro di me una scintilla che sentivo perduta, ma nulla da fare.
Andavo alla ricerca di qualcosa senza saper bene cosa, poi non so come e non so perché mi tornò in mente la sensazione di un racconto che avrei voluto rileggere. Un racconto incrociato chissà quanto tempo prima e che aveva qualcosa che mi aveva colpito.
Pian piano mi si formò in mente la convinzione che rileggerlo mi avrebbe guarito, e così con in mente qualche sparuto ricordo, qualche parola, e molte vaghe idee, essendo certo solamente del genere mi metto a cercarlo. Dapprima non trovando niente dopo qualche mezz'ora di accanita ricerca lasciavo perdere, mi autoconvincevo che dovevo ricordare male, che i dettagli con i quali torturavo senza posa la barra di ricerca dovevano essere errati.
Però la sensazione che in qualche modo solo quel racconto potesse essere l'ancora di salvezza nella mia miseria persisteva e non mi voleva lasciare. Poi dopo innumerevoli ricerche fallite, con una decisione metodica e ossessiva mi misi a passare a scrutinio tutti i racconti del genere "prime esperienze" scartando solo i mesi in cui ero assolutamente certo di non poterlo aver letto e andando a ritroso nel tempo.
Più andavo indietro più mi commiseravo, più la mia ricerca era infruttuosa più mi accanivo. Così non solo cominciai ad andare a ritroso dagli ultimi racconti pubblicati, ma per variare anche in avanti dal 2009 in poi. Insomma un'impresa titanica nella quale mi facevano compagnia qualche sparuto racconto di pregio e qualche altro racconto che leggevo per intero visto che dal titolo e dalla sinossi poteva anche solo vagamente assomigliare al mio.
Andai avanti così cocciutamente forse per un'intera giornata, complici i tempi morti del weekend e la mia poca voglia di socializzare assorbito com'ero dal mio irrisolvibile problema.
Ieri sera ormai sfinito feci un ultimo tentativo usando la barra di ricerca non di ER ma di google; faccio per abbandonare la mia impresa, quando in fondo alla pagina incontro un risultato promettente, un racconto che nemmeno appartiene a questo sito che mi vanto di non tradire mai, ma ad un altro sito. Sono scettico, ma disperato.
Mi bastano un paio di paragrafi per averne certezza, è lui. Più scarno, più brutto e più sgrammaticato di quanto confusamente ricordavo. Ma senza dubbio lui. Lo leggo. Un senso di sollievo misto a una certa delusione mi attraversa. La mia ricerca è finita. La mia ossessione si allenta. Mentre lo rileggo penso che potrei provare a riscriverne uno simile. Poi mi ricordo, l'ho già fatto.
L'ho fatto senza pensarci, riscrivendo alcuni temi a modo mio, pescando senza troppo riflettere. Anzi senza riflettere affatto, visto che quel racconto fu ispirato da un sogno particolarmente piacevole.
Ad ogni modo, finalmente mi distendo. Trasferisco sul mio e-reader la mia prossima ossessione firmata Elena Ferrante. Stamattina mi concedo finalmente di uscire all'aria freddissima e soleggiata. Penso che forse dovrei scrivere un altro racconto visto che uno non mi è bastato.
Mi sono tanto chiesto , tra una ricerca disperata e l'altra, cos'è l'erotismo; per me è sempre stato condito da immagini che si imprimono nella mente, da secondi che possono trasformarsi nelle fantasie di anni. Da impressioni che ossessionano, da idee, da sensazioni, da ricordi.
Ora vi racconto del sogno che feci qualche tempo dopo aver letto quel racconto, e che senza collegarlo mi ispirò a scriverne uno mio.
I miei lampi erotici sono di solito sono conditi da una penombra seducente ma in questo caso la scena si svolgeva all'accecante e rivelatrice luce di una fredda mattina autunnale. Mi sognai preadolescente a guardare l'acciottolato muschioso di una stradina di paese, appoggiato o forse seduto in una zona d'ombra nei pressi di una fontanella in pietra. Una coetanea mi passa in quel momento davanti, dondolando una lunga treccia rossa.
Non mi degna. Si avvicina alla fontana e mi guarda in modo indecifrabile da dietro una spalla. Si solleva le gonne lunghe e mostrandomi le terga si lava tenendosi in bilico sul bordo scivoloso. La pelle è pallidissima a confronto dei vestiti giallastri, e mi trovo accecato e sedotto, il verde dei pini e il rosso dei tetti, il suo sguardo di sfida acquoso, le efelidi sul naso, le gambe soffici tese nella ricerca di un equilibrio precario, tutto si imprime nella mia memoria turbando il mio sonno, il mio risveglio, e a distanza di un anno quasi, il mio dannato weekend.
Si, non solo insoddisfatto, ma addirittura incontentabile.
Una sensazione di eccitazione strisciante, vile, da me quasi del tutto sconosciuta. Io sono quello dai lampi erotici fulminei e travolgenti, quello dai desideri che, anche quando oscuri, mi si palesano con la conturbante chiarezza di una notte stellata.
E così per giorni ho rincorso questa sensazione come un viandante sperduto in un mare di nebbia, ho letto qualche racconto sperando che potesse riaccendere dentro di me una scintilla che sentivo perduta, ma nulla da fare.
Andavo alla ricerca di qualcosa senza saper bene cosa, poi non so come e non so perché mi tornò in mente la sensazione di un racconto che avrei voluto rileggere. Un racconto incrociato chissà quanto tempo prima e che aveva qualcosa che mi aveva colpito.
Pian piano mi si formò in mente la convinzione che rileggerlo mi avrebbe guarito, e così con in mente qualche sparuto ricordo, qualche parola, e molte vaghe idee, essendo certo solamente del genere mi metto a cercarlo. Dapprima non trovando niente dopo qualche mezz'ora di accanita ricerca lasciavo perdere, mi autoconvincevo che dovevo ricordare male, che i dettagli con i quali torturavo senza posa la barra di ricerca dovevano essere errati.
Però la sensazione che in qualche modo solo quel racconto potesse essere l'ancora di salvezza nella mia miseria persisteva e non mi voleva lasciare. Poi dopo innumerevoli ricerche fallite, con una decisione metodica e ossessiva mi misi a passare a scrutinio tutti i racconti del genere "prime esperienze" scartando solo i mesi in cui ero assolutamente certo di non poterlo aver letto e andando a ritroso nel tempo.
Più andavo indietro più mi commiseravo, più la mia ricerca era infruttuosa più mi accanivo. Così non solo cominciai ad andare a ritroso dagli ultimi racconti pubblicati, ma per variare anche in avanti dal 2009 in poi. Insomma un'impresa titanica nella quale mi facevano compagnia qualche sparuto racconto di pregio e qualche altro racconto che leggevo per intero visto che dal titolo e dalla sinossi poteva anche solo vagamente assomigliare al mio.
Andai avanti così cocciutamente forse per un'intera giornata, complici i tempi morti del weekend e la mia poca voglia di socializzare assorbito com'ero dal mio irrisolvibile problema.
Ieri sera ormai sfinito feci un ultimo tentativo usando la barra di ricerca non di ER ma di google; faccio per abbandonare la mia impresa, quando in fondo alla pagina incontro un risultato promettente, un racconto che nemmeno appartiene a questo sito che mi vanto di non tradire mai, ma ad un altro sito. Sono scettico, ma disperato.
Mi bastano un paio di paragrafi per averne certezza, è lui. Più scarno, più brutto e più sgrammaticato di quanto confusamente ricordavo. Ma senza dubbio lui. Lo leggo. Un senso di sollievo misto a una certa delusione mi attraversa. La mia ricerca è finita. La mia ossessione si allenta. Mentre lo rileggo penso che potrei provare a riscriverne uno simile. Poi mi ricordo, l'ho già fatto.
L'ho fatto senza pensarci, riscrivendo alcuni temi a modo mio, pescando senza troppo riflettere. Anzi senza riflettere affatto, visto che quel racconto fu ispirato da un sogno particolarmente piacevole.
Ad ogni modo, finalmente mi distendo. Trasferisco sul mio e-reader la mia prossima ossessione firmata Elena Ferrante. Stamattina mi concedo finalmente di uscire all'aria freddissima e soleggiata. Penso che forse dovrei scrivere un altro racconto visto che uno non mi è bastato.
Mi sono tanto chiesto , tra una ricerca disperata e l'altra, cos'è l'erotismo; per me è sempre stato condito da immagini che si imprimono nella mente, da secondi che possono trasformarsi nelle fantasie di anni. Da impressioni che ossessionano, da idee, da sensazioni, da ricordi.
Ora vi racconto del sogno che feci qualche tempo dopo aver letto quel racconto, e che senza collegarlo mi ispirò a scriverne uno mio.
I miei lampi erotici sono di solito sono conditi da una penombra seducente ma in questo caso la scena si svolgeva all'accecante e rivelatrice luce di una fredda mattina autunnale. Mi sognai preadolescente a guardare l'acciottolato muschioso di una stradina di paese, appoggiato o forse seduto in una zona d'ombra nei pressi di una fontanella in pietra. Una coetanea mi passa in quel momento davanti, dondolando una lunga treccia rossa.
Non mi degna. Si avvicina alla fontana e mi guarda in modo indecifrabile da dietro una spalla. Si solleva le gonne lunghe e mostrandomi le terga si lava tenendosi in bilico sul bordo scivoloso. La pelle è pallidissima a confronto dei vestiti giallastri, e mi trovo accecato e sedotto, il verde dei pini e il rosso dei tetti, il suo sguardo di sfida acquoso, le efelidi sul naso, le gambe soffici tese nella ricerca di un equilibrio precario, tutto si imprime nella mia memoria turbando il mio sonno, il mio risveglio, e a distanza di un anno quasi, il mio dannato weekend.
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