Galeotta fu la frattura
di
PerTed
genere
incesti
Quello che sto per raccontare è un fatto realmente accaduto nella mia età adolescenziale che, per qualche mese, è stato motivo di forte imbarazzo tra me e mia mamma.
Ovviamente ho dovuto inserire questo fatto e questo racconto nella categoria incesto siccome i protagonisti, ahimè, siamo stati io e mia mamma.
Ho sempre praticato fin da ragazzino il ciclismo come attività sportiva, iniziando a gareggiare già dall’età di 12 anni.
Purtroppo ad inizio stagione, a 18 anni (era l’ultimo anno da juniores prima di fare il salto di categoria e passare negli under 23), rimasi coinvolto in una brutta caduta di gruppo che mi causò tra le altre, frattura ad entrambi i polsi, gomito e clavicola.
Il periodo di convalescenza fu frustrante e assai noioso, per non parlare della sfera sessuale che, com’è normale che sia in quell’età, mi scombussolava parecchio.
Non potendo praticare la mastrurbazione a causa del gesso e non avendo la fidanzata, mi capitò qualche volta di eiaculare durante il sonno con conseguente disagio (ovviamente non ne parlai con nessuno ma era facile da notare, tant’è che puntualmente mia mamma cambiava le lenzuola nel letto).
I giorni di gesso furono complicati anche per quanto riguarda il discorso doccia.
Non potendo utilizzare le braccia, entrambe bloccate, fu mio padre ad aiutarmi nel lavaggio e, sebbene non era comodo per nessuno le prime due settimane passarano abbastanza lisce.
Il problema, per il quale vi sto raccontando questa storia, nacque quando mio papà dovette andare in Belgio per lavoro.
Rimanendo a casa con mia mamma fu lei che iniziò a occuparsi di me al 100%.
Come potete immaginare l’idea di farmi lavare da mia mamma mi terrorizzava, e complice la mia insistenza riuscì ad evitare la doccia nei primi giorni.
Dopo 3-4 giorni però mia mamma non volle sentire ragioni, per cui decise che era giunto il momento di lavarsi.
Considerate che avevo una doccia a filo pavimento completamente aperta sul fondo del bagno, per cui molto ampia, e devo dire che risultò anche comoda fino a quel momento, siccome potevano starci tranquillamente due persone.
Con un imbarazzo alle stelle entrai in doccia in mutande, e mia madre mi seguì scalza, ma ovviamente vestita.
Premessa quasi doverosa, non avevo mai avuto nessun tipo di attrazione fisica per mia mamma, sebbene fosse una bella donna di 45 anni che teneva alla cura del suo corpo; si forse l’unico aspetto di lei che mi causava eccitazione erano i suoi piedi, sempre ben curati e smaltati (a quell’età era normale mastrurbarsi con le sue scarpe o ciabatte, ma senza mai andare oltre ecco).
Detto questo iniziò a lavarmi dalla testa, con le mie braccia sempre mantenute ben distanti dall’acqua in posizione orizzontale.
Il mio disagio però cominciò quando, erroneamente mi focalizzai sui piedi nudi di mia mamma; a dir il vero fu complice anche il fatto che lei iniziò ad insaponarmi.
Caspita che vergogna, la mia erezione fu immediata e violenta, e attraverso un paio di slip, divento subito palese anche a mia mamma.
Per semplicità, nel racconto introduco i dialoghi (ovviamente non ricordo parola per parola ma in linea generale le battute furono quelle).
Mia mamma dopo essersi accorta prima dell’erezione e poi del mio imbarazzo disse: “tranquillo P. è una reazione del tutto normale, specialmente alla tua età”. Io non dissi nulla ero troppo a disagio; un conto è masturbarsi annusando le scarpe di tua madre, ben diverso è farsi lavare da lei.
Mentre continuava a lavarmi, disse una cosa che in parte mi gelò e in parte non fece altro che aumentare la mia eccitazione: “probabilmente la causa di questo rigonfiamento è dovuta ai miei piedi nudi qua vicino a te” rise leggermente e poi continuò: “ho notato in passato che ti sei divertito per bene con le mie scarpe e le mie calze”. Rimasi di pietra; non dissi nulla, super imbarazzato, ma mia madre corse di nuovo in mio aiuto: “non preoccuparti tesoro, trovare sensuale le parti del corpo femminile fa parte della sessualità di ogni uomo”.
Ormai ero inerme, li fermo con la mia erezione nello slip, in attesa che mia mamma finisse di lavarmi. Pensavo avesse finito di insaponarmi e invece di prendere il soffione per il risciacquo si ferma e mi chiese: “ti abbasso le mutande per lavarti anche lì sotto ok?” La mia risposta fu un sibilo tremolante e poco ragionato: “ok”. Mia madre mi abbasso gli slip e la scena che mi palesò la ricordo molto bene ancora oggi dopo tanti anni; ero in piedi di fronte a mia mamma, lei piegata sulle gambe, in procinto di lavarmi nelle parti basse, con il mio pene eretto, che usciva perpendicolarmente dal mio corpo, con il prepuzio che copriva a fatica un glande eccessivamente gonfio.
Il mio imbarazzo e la mia eccitazione raggiunsero il culmine; con gentilezza mia madre iniziò a passare la sua mano insaponata sotto ai miei testicoli e tra le natiche, per poi passare al pene. Notai che cercò in tutti i modi di non appesantire la situazione già di per se al limite esclamando: “però che fisico che ti è venuto, devo dire che aldilà di questo incidente la bicicletta ti è servita parecchio”. Ormai non ascoltavo neanche più quello che usciva dalle sue labbra. Avevo la punta del mio pene a 20 centimetri da lei, con la sua mano che passava dolcemente tra le mie gambe e poi sul mio membro. Stavo per esplodere ma mai e poi mai avrei immaginato quello che sarebbe successo un attimo dopo. Mia madre disse, spostando la mano: “ti sciacquo anche dentro siccome è da 4 giorni che non fai la doccia”(il dentro era riferito al glande coperto dalla pelle). Fu un attimo; mia madre tirò indietro il prepuzio, rivelando il mio glande arrossato e lucido.
Fu una cosa immediata e involontaria: la mia eccitazione giunta al culmine esplose in quel momento con una poderosa eiaculazione. Inerme e con le braccia paralizzate rimasi completamente immobile in quella posizione. Getti generosi di sperma iniziarono ad uscire dal mio pene senza alcun controllo; il primo andò oltre mia madre posta davanti a me, i seguenti la colpirono in pieno: uno schizzo andò sul collo, un altro sul braccio e mano che usò per scappellare il mio glande. La sua reazione non fu felina come ci si potrebbe aspettare, forse rimase di stucco anche lei, non si aspettava di certo una cosa simile.
Riuscì ad indietreggiare il volto e il busto solamente dopo i primi schizzi di sperma, mentre io proseguivo la mia eiaculazione colpendola sul ginocchio e sul piede destro.
Questa scena durò ovviamente pochi secondi ma per me fu un’eternità.
Cessato l’orgasmo, la grande eccitazione di qualche instante prima lasciò spazio alla vergogna e all’imbarazzo. Avevo sporcato col mio sperma mia madre mentre mi stava aiutando a lavarmi. Non dissi nulla.
Ma ancora questa volta fu mia mamma a correre in mio soccorso dicendo ridendo: “penso sia giunto il momento di terminare il bagno, alla fine ci siamo fatti la doccia entrambi”. A quel punto mia madre, si alzò in piedi, ancora con gli schizzi di sperma sul suo corpo e prese il soffione della doccia per sciacquarmi.
Finito con la doccia, prese il salviettone e me lo mise attorno la schiena dicendo: “a questo punto mi conviene lavarmi adesso, vai di la, appena finisco ti aiuto coi vestiti”. Uscì dal bagno lasciando dietro di me l’immagine di mia madre con il mio sperma sul suo corpo.
Fortunatamente il rientro di mio padre dall’estero evitò che si ripetesse una situazione anche vagamente simile.
Questi fatti che a distanza di vent’anni vi ho appena raccontato con apparente semplicità, furono causa di grosso disagio allora per il sottoscritto; ho sempre apprezzato il modo in cui mia madre cercò di mettermi a mio agio in quella situazione, ma non riuscii mai a perdonare me stesso per i pensieri incestuosi che mi accompagnarono fino all’età adulta.
Ovviamente ho dovuto inserire questo fatto e questo racconto nella categoria incesto siccome i protagonisti, ahimè, siamo stati io e mia mamma.
Ho sempre praticato fin da ragazzino il ciclismo come attività sportiva, iniziando a gareggiare già dall’età di 12 anni.
Purtroppo ad inizio stagione, a 18 anni (era l’ultimo anno da juniores prima di fare il salto di categoria e passare negli under 23), rimasi coinvolto in una brutta caduta di gruppo che mi causò tra le altre, frattura ad entrambi i polsi, gomito e clavicola.
Il periodo di convalescenza fu frustrante e assai noioso, per non parlare della sfera sessuale che, com’è normale che sia in quell’età, mi scombussolava parecchio.
Non potendo praticare la mastrurbazione a causa del gesso e non avendo la fidanzata, mi capitò qualche volta di eiaculare durante il sonno con conseguente disagio (ovviamente non ne parlai con nessuno ma era facile da notare, tant’è che puntualmente mia mamma cambiava le lenzuola nel letto).
I giorni di gesso furono complicati anche per quanto riguarda il discorso doccia.
Non potendo utilizzare le braccia, entrambe bloccate, fu mio padre ad aiutarmi nel lavaggio e, sebbene non era comodo per nessuno le prime due settimane passarano abbastanza lisce.
Il problema, per il quale vi sto raccontando questa storia, nacque quando mio papà dovette andare in Belgio per lavoro.
Rimanendo a casa con mia mamma fu lei che iniziò a occuparsi di me al 100%.
Come potete immaginare l’idea di farmi lavare da mia mamma mi terrorizzava, e complice la mia insistenza riuscì ad evitare la doccia nei primi giorni.
Dopo 3-4 giorni però mia mamma non volle sentire ragioni, per cui decise che era giunto il momento di lavarsi.
Considerate che avevo una doccia a filo pavimento completamente aperta sul fondo del bagno, per cui molto ampia, e devo dire che risultò anche comoda fino a quel momento, siccome potevano starci tranquillamente due persone.
Con un imbarazzo alle stelle entrai in doccia in mutande, e mia madre mi seguì scalza, ma ovviamente vestita.
Premessa quasi doverosa, non avevo mai avuto nessun tipo di attrazione fisica per mia mamma, sebbene fosse una bella donna di 45 anni che teneva alla cura del suo corpo; si forse l’unico aspetto di lei che mi causava eccitazione erano i suoi piedi, sempre ben curati e smaltati (a quell’età era normale mastrurbarsi con le sue scarpe o ciabatte, ma senza mai andare oltre ecco).
Detto questo iniziò a lavarmi dalla testa, con le mie braccia sempre mantenute ben distanti dall’acqua in posizione orizzontale.
Il mio disagio però cominciò quando, erroneamente mi focalizzai sui piedi nudi di mia mamma; a dir il vero fu complice anche il fatto che lei iniziò ad insaponarmi.
Caspita che vergogna, la mia erezione fu immediata e violenta, e attraverso un paio di slip, divento subito palese anche a mia mamma.
Per semplicità, nel racconto introduco i dialoghi (ovviamente non ricordo parola per parola ma in linea generale le battute furono quelle).
Mia mamma dopo essersi accorta prima dell’erezione e poi del mio imbarazzo disse: “tranquillo P. è una reazione del tutto normale, specialmente alla tua età”. Io non dissi nulla ero troppo a disagio; un conto è masturbarsi annusando le scarpe di tua madre, ben diverso è farsi lavare da lei.
Mentre continuava a lavarmi, disse una cosa che in parte mi gelò e in parte non fece altro che aumentare la mia eccitazione: “probabilmente la causa di questo rigonfiamento è dovuta ai miei piedi nudi qua vicino a te” rise leggermente e poi continuò: “ho notato in passato che ti sei divertito per bene con le mie scarpe e le mie calze”. Rimasi di pietra; non dissi nulla, super imbarazzato, ma mia madre corse di nuovo in mio aiuto: “non preoccuparti tesoro, trovare sensuale le parti del corpo femminile fa parte della sessualità di ogni uomo”.
Ormai ero inerme, li fermo con la mia erezione nello slip, in attesa che mia mamma finisse di lavarmi. Pensavo avesse finito di insaponarmi e invece di prendere il soffione per il risciacquo si ferma e mi chiese: “ti abbasso le mutande per lavarti anche lì sotto ok?” La mia risposta fu un sibilo tremolante e poco ragionato: “ok”. Mia madre mi abbasso gli slip e la scena che mi palesò la ricordo molto bene ancora oggi dopo tanti anni; ero in piedi di fronte a mia mamma, lei piegata sulle gambe, in procinto di lavarmi nelle parti basse, con il mio pene eretto, che usciva perpendicolarmente dal mio corpo, con il prepuzio che copriva a fatica un glande eccessivamente gonfio.
Il mio imbarazzo e la mia eccitazione raggiunsero il culmine; con gentilezza mia madre iniziò a passare la sua mano insaponata sotto ai miei testicoli e tra le natiche, per poi passare al pene. Notai che cercò in tutti i modi di non appesantire la situazione già di per se al limite esclamando: “però che fisico che ti è venuto, devo dire che aldilà di questo incidente la bicicletta ti è servita parecchio”. Ormai non ascoltavo neanche più quello che usciva dalle sue labbra. Avevo la punta del mio pene a 20 centimetri da lei, con la sua mano che passava dolcemente tra le mie gambe e poi sul mio membro. Stavo per esplodere ma mai e poi mai avrei immaginato quello che sarebbe successo un attimo dopo. Mia madre disse, spostando la mano: “ti sciacquo anche dentro siccome è da 4 giorni che non fai la doccia”(il dentro era riferito al glande coperto dalla pelle). Fu un attimo; mia madre tirò indietro il prepuzio, rivelando il mio glande arrossato e lucido.
Fu una cosa immediata e involontaria: la mia eccitazione giunta al culmine esplose in quel momento con una poderosa eiaculazione. Inerme e con le braccia paralizzate rimasi completamente immobile in quella posizione. Getti generosi di sperma iniziarono ad uscire dal mio pene senza alcun controllo; il primo andò oltre mia madre posta davanti a me, i seguenti la colpirono in pieno: uno schizzo andò sul collo, un altro sul braccio e mano che usò per scappellare il mio glande. La sua reazione non fu felina come ci si potrebbe aspettare, forse rimase di stucco anche lei, non si aspettava di certo una cosa simile.
Riuscì ad indietreggiare il volto e il busto solamente dopo i primi schizzi di sperma, mentre io proseguivo la mia eiaculazione colpendola sul ginocchio e sul piede destro.
Questa scena durò ovviamente pochi secondi ma per me fu un’eternità.
Cessato l’orgasmo, la grande eccitazione di qualche instante prima lasciò spazio alla vergogna e all’imbarazzo. Avevo sporcato col mio sperma mia madre mentre mi stava aiutando a lavarmi. Non dissi nulla.
Ma ancora questa volta fu mia mamma a correre in mio soccorso dicendo ridendo: “penso sia giunto il momento di terminare il bagno, alla fine ci siamo fatti la doccia entrambi”. A quel punto mia madre, si alzò in piedi, ancora con gli schizzi di sperma sul suo corpo e prese il soffione della doccia per sciacquarmi.
Finito con la doccia, prese il salviettone e me lo mise attorno la schiena dicendo: “a questo punto mi conviene lavarmi adesso, vai di la, appena finisco ti aiuto coi vestiti”. Uscì dal bagno lasciando dietro di me l’immagine di mia madre con il mio sperma sul suo corpo.
Fortunatamente il rientro di mio padre dall’estero evitò che si ripetesse una situazione anche vagamente simile.
Questi fatti che a distanza di vent’anni vi ho appena raccontato con apparente semplicità, furono causa di grosso disagio allora per il sottoscritto; ho sempre apprezzato il modo in cui mia madre cercò di mettermi a mio agio in quella situazione, ma non riuscii mai a perdonare me stesso per i pensieri incestuosi che mi accompagnarono fino all’età adulta.
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