Le dipendenti troie fanno carriera – parte I

di
genere
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A due anni dall’emanazione del nuovo Regolamento per il personale femminile dell’ente pubblico che dirigo posso finalmente fare il punto della situazione.
Le troiette in servizio si sono ridotte da 120 dipendenti donne a sole 68. Le altre sono state mandate, come previsto dal Regolamento, a lavorare a minimo 50 chilometri da casa e con lo stipendio dimezzato.
Ma le 68 rimaste sono superporche e ne sono fiero. Ogni mattina due di loro in particolare arrivano a tette al vento in ufficio anche in inverno e mi spompinano insieme inginocchiate davanti a me. I colloqui con i colleghi sono diventati molto più interessanti ora che possiamo chiamare gente come Antonella M. o Benedetta C. “Rizzacazzi” seguito dal nome di battesimo.
Stamattina abbiamo una riunione di staff per decidere se affidare a qualcuna delle femmine schiave a nostra disposizione la pulizia dei cessi e le fotocopie. Giustamente il collega Alberto C. ci ha fatto notare che le nostre colleghe sono solo puttanelle senza cervello – come è la norma per ogni donna – e sono capaci ad usare solo bocca, figa e culetto.
A quel punto abbiamo chiamato le prescelte, organizzate nella nuova struttura B.P.D. (sigla di Bordello Per i Dirigenti). Noi siamo sette quindi avevamo bisogno di 14 pompinare per essere serviti come si deve.
Le zoccole sono arrivate sculettando che le tette di fuori un mini perizoma e tacchi altissimi.
IN GINOCCHIO PUTTANE ho ordinato.
SUCCHIATE BENE LE NOSTRE MINCHIE.
Le colleghe si sono messe subito all’opera scalippandoci gli uccelli come assetate di sesso.
scritto il
2024-12-28
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