La Vetrata

di
genere
etero

Amo andare a zumba, credo che sia l'unico momento della settimana che dedico a me stessa. L'attimo in cui parte la musica io rinasco, mi carico e mi scarico ad ogni movimento potente, il bacino ondeggia, scatta e io rirtrovo tutta la mia sensualitá.
In realtá le motivazioni per andarci sono anche altre, c'è un uomo sulla quarantina che credo mi guardi dalle vetrate e credo che ormai sappia anche i miei orari perchè ogni santa volta lo trovo lí che sorride dall'altra parte del vetro. Ma magari non guarda me, magari quella dietro di me gli piace di più, magari è la sua donna. Però un po' mi dispiace, è proprio come piace a me, altissimo, moro, gorsse mani, barba incolta e poi lo sguardo, per fortuna posso giustificarmi che sudo molto durante l'allenamento, perchè quello sguardo farebbe bagnare anche mia nonna.
Mi cambio e vado a "zumbare", i miei pantaloni super fluo non lasciano molto all'immaginazione, fasciano perfettamente le mie lunghe gambe magre, il top sportivo strizza la mia terza abbondante, devo metterlo onde evitare grossi sballonzolamenti di tette, super coda di cavallo, scarpe da ginnastica e via, sono pronta.
Entro in sala, mi scaldo un po' ma continuo a fissare quella vetrata, oggi non c'è, non c'è neppure la morettina che di solito si allena dietro di me, vedi lo sapevo sono un'illusa.
Ah eccola la morettina, che poi a me non piace nemmeno più di tanto, ma se piace a lui.
Oggi mi sto ammazzando, sto scaricando tutta la cattiveria sul pavimento, non posso dire alla moretta che avevo puntato il suo uomo, ma poi chi mi dà la certezza che sia il suo uomo.
Va bè, anche oggi ho dato, lui non c'è e io dolorante bisogna che distenda un po' i muscoli, un po' di streatching con in sottofondo "Perfect" è quello che ci vuole.
Ma io mi sento cosí strana, qualcosa non torna, non mi sto rilassando proprio per niente, sono tesa, troppo, mi sento osservata. Sono in piedi con le gambe divaricate e sto cercando di toccare con le mani la punta dei piedi, basta devo girare la testa, lentamente mi giro verso le vetrate e l'uomo del mistero è lí. Ma siiiiii, c'è c'è c'è. Sto ridendo come una cogliona e lui sembra più coglione di me, ok secondo me guarda me, devo cambiare posizione, abbasso lo sguardo, lo rialzo e lui non c'è più, eppure le allucinazioni non dovrei averle, sedotta e abbandonata, io boh!
Esco dalla sala, mi spoglio e entro in doccia, la sensazione che l'acqua provoca sul mio corpo è sensazionale, ci rimarrei tutto il giorno. Mentre mi insapono la testa penso al perchè, ormai da diverse lezioni, mi guardi dalle vetrate senza mai venire a presentarsi, cavoli sua, non sa quel che si perde.
Come sono lenta però, tutte le altre sono giá pronte io devo ancora asciugarmi.
Ok come sempre rimango sola, ma sono pronta anche io, ho una fame da lupi, adesso andrò a mangiarmi l'impossibile, tanto mi sono allenata.
Sto facendo le scale di corsa pregando come sempre di non inciampare, saluto il portiere della palestra e risalgo velocemente le scale di uscita. Mi avvicino alla macchina, apro lo sportello e lancio il borsone della palestra, quanto pesa.
"Ce ne hai messo di tempo"
Non ci posso credere, mi batte il cuore, lui mi ha aspettata, ma come è bello. Ok regola numero uno:non sembrare una ragazza facile
"Parli con me?"
"Vedi altre persone?"
"No ma non ci conosciamo, ce ne ho messo di tempo a fare cosa?"
"È un'ora che ti aspetto"
"Ah sí?"
"Ti guardo da diverso tempo, mi piace la tua energia"
"Ti guardo da diverso tempo anche io, il tuo sguardo è insistente"
"Vorrei dirti cosa penso mentre ti guardo ma probabilmente mi prenderesti per pervertito, ti piacciono i pervertiti?"
Ma che domanda è, adesso cosa gli rispondo? Devo sfoderare tutta la mia sensualitá, ce la posso fare:
"Dimmi cosa pensi, magari mi potrebbe interessare"
Guarda che sorriso il marpioncello.
"Quando muovi il bacino mi immagino come saresti sopra di me, quando ti metti in quella posizione, dove ti allunghi tutta a 90 gradi, bhè. Ci ho provato a non guardarti, a non affacciarmi alle vetrate, ma è come se l'istinto animale che c'è in me prendesse il sopravvento" è cosí serio il suo sgaurdo credo di essermi bagnata le mutande.
"Pensi che io sia una donna facile?"
"Assolutamente no, penso che sarebbe solo bello scoprirti" sta allungando una mano sulla cerniera del mio giubbotto, la prende e la tira lentamente verso il basso, lo guardo e glielo lascio fare, ho cosí caldo.
"Tu spogli sempre le sconosciute?"
"Esagerata, ho solo aperto il tuo giubbotto"
"Non che mi dispiaccia, ma di solito prima conosco almeno il nome di chi mi spoglia"
"Ciao Sara, piacere io sono Andrea"
"Come conosci il mio nome?" che cosa eccitante e spaventosa allo stesso tempo, forse più spaventosa, anzi no più eccitante.
"Io so tutto, come so che adesso avresti voglia che io ti infilassi la mano nelle mutande, sono proprio curioso di sapere che intimo porti".
Per fortuna ho addosso una brasiliana di pizzo, sicuramente non gli dispiacerá.
"Potresti provarci, chissà che invece che un po' di sesso non ti becchi una denuncia" questo gioco mi piace, speriamo che scelga il rischio, mi direbbe molto di lui.
"Sara io amo le provocazioni" il mio nome pronunciato da lui ha un suono cosí sensuale.
Mi sta attaccando allo sportello ancora aperto, mi devo arreggere con una mano allo sportello e una all'interno della macchina per non perdere l'equilibrio, le mie gambe tremano non so bene se per l'ora di zumba o per lui.
"Baciami"
Ma sí io lo bacio, voglio baciarlo, non posso essere sempre la ragzza seri, la vita è una.
Ha un buon sapore, bacia come piace a me, mi mette la mano dentro al giubbotto l'appoggia sulla schiena e mi stringe a sè con decisione.
Me lo farei quasi qui nel parcheggio della palestra, al momento è vuoto, siamo io e lui, proprio per questo mi alleno a quest'ora, non mi piacciono le palestre affollate. Fa scivolare la mano sul mio sedere, lo accarezza, passa al mio fianco, si sta avvicinando alla mia vagina che non vede l'ora di essere toccata. Invece secende con la mano sulla coscia, si piega leggermente, mi alza e mi piega la gamba appoggiandola all'interno dell'auto, sento l'eccitazione salire.
"Che dici, la rischio questa denuncia?"
"Dipende cosa hai intenzione di fare" lo sto guardando in maniera maliziosa, ho un leggero sorrisino di sfida.
Oh sí, ha fatto scivolare la mano all'interno della mia tuta, mi scosta le mutande e infila direttamente due dita nella mia vagina giá bagnata.
"Qualcuno ci vedrá" dico ansimando
"Fai come dico io. Baciami"
Lo bacio, ansimando nella sua bocca, muove le dita dentro di me e preme con la mano sul mio clitoride. Mi sto muovendo insieme a lui, ci sa fare, avrei voglia di gemere più forte ma la sua lingua nella mia bocca me lo impedisce. Sto per arrivare, lui accellera i movimenti, non riesco a respirare, strozzare i gemiti per baciarlo è difficile, smetto non lo bacio più, infilo la testa nel suo collo e mi lascio andare all'orgasmo più assurdo mai provato, glielo faccio senitre bene nell'orecchio e sulle sue dita.
Wow, lo guardo, ha l'aria molto soddisfatta, sfila la mano dalle mie mutande e si lecca le dita guardandomi dritta negli occhi:
"Sei anche buona lo sai?"
"Sei un matto e hai un buon odore, te l'hanno mai detto?"
"Un matto da legare" mi lecca le labbra, apro la bocca, ho ancora voglia di baciarlo, in realtà vorrei cavalcarlo.
"Ciao Sara ci vediamo Giovedí, giusto?"
"Sí mi rialleno Giovedí! Ma come, te ne vai cosí?"
"Sí ma torno, pensami fino a Giovedí, io lo farò"
"Ma, Andrea aspetta!" si rilecca le dita e sparisce dietro l'angolo della palestra.
Monto in macchina, chiudo lo sportello, mi sono fatta masturbare da uno sconosciuto in un parcheggio pubblico e il mio unico pensiero è che oggi è Martedí, mi ha toccato la vagina ma mi ha scopato la testa, questi due giorni saranno lunghissimi.
di
scritto il
2018-01-04
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