Lucrezia

di
genere
dominazione

LUCREZIA
La titolare dello studio legale
Racconto di fantasia

Salve a tutti,
mi chiamo Stefano ho 28 anni, sono alto un metro e ottanta, moro, occhi verde castano, non eccessivamente fisicato ma abbastanza ben messo da quando mi ricordo ho la passione per i piedini femminili, il mio sogno è di essere sottomesso da una donna bella e autoritaria.
Mi sono laureato in giurisprudenza con un po’ di ritardo, tre anni fuori corso, non so se l’avvocatura sia la professione giusta per me, sono molto timido e non ho la parlantina che dovrebbe avere un avvocato.
Ho mandato il curriculum vitae in quasi tutti gli studi di avvocati e incredibile ma vero sono stato assunto nel più importante studio legale della mia città, per iniziare il praticantato.
La titolare dello studio e’ LUCREZIA un’ avvenente quarantenne in carriera, bionda, alta un metro e settantacinque, maniaca del lavoro e molto esigente con se stessa e con tutti gli impiegati che lavorano per lei, sempre in tailleur gonna o pantalone cuciti su misura, tacchi a spillo di almeno 10 centimetri, camicie di seta, truccata alla perfezione, per me una vera dea.
Sono due mesi che lavoro, più che altro ricerche d’archivio per tutti gli avvocati dello studio,Le mie pratiche sono tutte sbagliate, sarà che in ufficio tutte le dipendenti sono donne, anche loro vestono come LUCREZIA, sono tutte con i tacchi alti quindi sono distratto perché sbircio sempre per vedere se riesco ad ammirare qualche bel piedino, o perché sono inesperto o proprio incapace.
naturalmente dopo tante lamentele di tutte le impiegate un pomeriggio poco prima dell’ orario di chiusura, vengo convocato nell’ufficio della titolare LUCREZIA, busso e aspetto, dopo una decina di secondi finalmente sento,

Entro, L’ufficio è molto grande saranno almeno 100 metri quadrati, sulla destra un angolo salotto, due porte chiuse, a sinistra un grande tavolo con almeno una ventina di sedie, per le riunioni operative, librerie di legno scuro piene di testi giuridici, mi avvicino alla scrivania anche questa molto grande, tutta di legno scuro, credo di mogano, sicuramente un pezzo d’antiquariato, molto ordinata, mi sto per sedere in una delle due poltroncine di fronte alla scrivania ma LUCREZIA mi blocca dicendo,

LUCREZIA mi guarda in silenzio con sguardo freddo e inquisitore, per circa 20 secondi poi,

Cerco di giustificarmi ma LUCREZIA alza una mano e quasi urlando mi dice,


LUCREZIA mi guarda accigliata e pensierosa per quasi due minuti, poi sembra prendere una decisione, sospira e mi dice,




Indietreggio senza voltarmi, inchinandomi e ringraziando fino alla porta ed esco.
Il giorno dopo mi metto al lavoro e per un paio di giorni riesco a fare tutto bene, ma poi ricomincio a sbagliare come sempre, dopo due settimane vengo di nuovo convocato nell’ ufficio di LUCREZIA, busso e questa volta devo attendere molto di più della prima volta finalmente sento,

Entro e mi avvicino all’imponente scrivania, non faccio l’errore di provare a sedermi ma mi inchino e rimango in piedi a testa bassa,
LUCREZIA mi guarda con severità per un minuto poi sospira e con tono di voce duro e severo,


LUCREZIA mi squadra come fossi un verme, appoggia la mano sul mento pensierosa per un paio di minuti, poi sembra giungere a una decisione, con tono di voce superbo e altezzoso mi dice,


LUCREZIA mi guarda ancora per un tempo per me interminabile poi con un tono di voce altero e sprezzante, mi dice,

Immediatamente mi inginocchio,
LUCREZIA alza il sopracciglio destro e con un’ espressione tra lo stupito e il soddisfatto, mi intima,

Eseguo l’ordine immediatamente, quando sono davanti a lei mi fermo ma LUCREZIA che intanto si è girata con la sua poltrona, con tono autoritario mi ordina,

Arrivo praticamente a un centimetro dai suoi piedi, LUCREZIA schiocca le dita e sempre con tono autoritario mi ordina,

Obbedisco,




MOLTO MOLTO BENE, ora come tua padrona e signora ti impongo queste regole, d’ora in poi ti rivolgerai a me chiamandomi VOSTRA MAESTÀ, mi darai del voi, starai sempre sotto la mia scrivania a farmi da poggiapiedi ed eseguirai qualsiasi ordine ti darò, chiaro schiavo!>


Mentre eseguo l’ordine ricevuto, LUCREZIA mi appoggia l’altra scarpa sulla testa schiacciando con forza mi dice,


Mi infilo nello spazio al centro della scrivania che è tutto chiuso, da fuori non si vede niente sono praticamente al buio,

Tolgo le scarpe e rimango estasiato e strabiliato dalla bellezza dei piedi velati dalle calze della mia nuova padrona, sono perfetti un bel 38,
sono piccoli in proporzione all’altezza di LUCREZIA, dall’ alluce che potrei succhiare per ore, alle altre dita che sono a scalare con una perfezione incredibile, la pianta e’ morbida senza nessun ispessimento nonostante porti sempre i tacchi, il tallone così perfetto come non ne ho mai visto, le unghie laccate di rosso fuoco sono di una bellezza indescrivibile, il profumo che emanano e’ inebriante, un misto tra l’odore di cuoio della scarpa e un lievissimo effluvio di sudore, nonostante siano molte ore che le indossa, non posso credere alla fortuna che mi è capitata, neanche nei miei sogni più sfrenati avrei sperato di poter diventare lo schiavo di una donna bellissima e con dei piedini meravigliosi, resto imbambolato con i stupendi piedini in mano fino a quando PADRONA LUCREZIA mi apostrofa,




Bacio i bellissimi piedini di PADRONA LUCREZIA per più di mezz’ora, sotto il suo sguardo attento, penetrante e indagatore, seguendo le indicazioni che con il tono di voce autoritario che usa quando si rivolge al suo nuovo schiavo, per insegnarmi a servirla come pretende ed esige, quando giudica di essere stata omaggiata a sufficienza dal suo nuovo schiavo schiocca le dita e ordina,

Dopo un’ora abbondante di lavoro PADRONA LUCREZIA si rivolge al suo schiavo,








La mattina dopo alle cinque sono già in studio per eseguire gli ordini di PADRONA LUCREZIA, pulisco tutto l’ufficio, il bagno privato e un piccolo guardaroba che sono le due porte che avevo visto chiuse, alle nove meno dieci scendo al bar per prendere la colazione, prendo anche i giornali e preparo tutto sulla scrivania di PADRONA LUCREZIA, poi mi inginocchio dietro la porta in attesa del suo arrivo, quando entra e richiude la porta, mi avvicino, bacio le scarpe,


Mi alzo, sfilo il soprabito e lo ripongo nel guardaroba, intanto PADRONA LUCREZIA controlla se ho eseguito i suoi ordini, controlla anche il bagno, le finestre e tutto il resto, intanto mi sono infilato al mio posto sotto la scrivania, si avvicina alla scrivania,

Si siede sulla sua poltrona allunga le bellissime gambe verso di me schiocca le dita e ordina,

Mi prendo la libertà di sfilare le scarpe senza usare le mani usando solo la bocca, prendo in bocca il tacco e con garbo e delicatezza sfilo le bellissime scarpe di PADRONA LUCREZIA che rimane sorpresa ma contenta,




PADRONA LUCREZIA consuma la sua colazione mentre con calma legge i giornali, la più bella colazione della sua vita, farsi baciare i piedini mentre mangia e’ veramente bellissimo, non avrebbe mai pensato di avere uno schiavo che in ginocchio obbedisce a tutti i suoi ordini e desideri con gioia e dedizione, quando finisce di mangiare schiocca le dita e ordina,


Per tutta la mattina PADRONA LUCREZIA lavora mentre il suo schiavo non smette nemmeno per un secondo di baciarle i piedini, nonostante la segretaria è entrata spesso nell’ ufficio per le solite incombenze di uno studio legale, non si è accorta di niente, all’ora di pranzo PADRONA LUCREZIA schiocca le dita e ordina,

Quando torna in ufficio PADRONA LUCREZIA trova lo schiavo che la attende come la mattina in ginocchio dietro la porta appena chiude, lo schiavo le bacia le scarpe, le toglie il soprabito, poi camminando a quattro zampe torna sotto la scrivania per servirla,
PADRONA LUCREZIA si siede sulla sua poltrona e,




Finiti tutti gli appuntamenti finalmente e’ arrivato il momento per PADRONA LUCREZIA di rilassarsi facendosi adorare dal suo schiavo schiocca le dita e ordina,

Quando ritiene che l’adorazione dello schiavo l’ha rilassata adeguatamente schiocca di nuovo le dita e ordina,

Concluso il lavoro per PADRONA LUCREZIA e’ arrivato il momento di fare l’esperimento per confrontare se farsi leccare i piedini e’ meglio del piacere di farseli baciare schiocca le dita e ordina,

Lo schiavo Stefano esegue l’ordine ricevuto e per la prima volta può ammirare i celestiali piedini di PADRONA LUCREZIA nudi si emoziona talmente tanto che comincia a tremare, PADRONA LUCREZIA vede la reazione e gli chiede,



Quando i celestiali piedini sono rivestiti dalla saliva dello schiavo, che è passato più e più volte su tutta la superficie dei celestiali piedini, sia sulla pianta che sul collo, la caviglia dappertutto, seguendo le istruzioni di PADRONA LUCREZIA schiocca le dita e ordina,
scritto il
2025-01-14
1 . 2 K
visite
7
voti
valutazione
2.3
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.