Il Master del sexy shop

di
genere
dominazione

A volte scrivi un racconto poi lo abbandoni e lo rimuovi. Così è successo per questo che ripropongo riveduto e corretto


Fantasie erotiche che aprono un abisso

Non so neppure io come sia capitato ma è capitato, trasformare delle fantsie perverse ha cambiato per sempre le nostre vite.
Silvia è mia moglie 50 anni affascinante e desiderabile mora carnagione olivastra pelle vellutata due occhi azzurri,senza esagerare direi ancora un fisico da modella con delle magnifiche gambe ed un sedere a mandolino. Due tette invidiabili da una diciottenne. Insieme dalla maturità, stessa classe stesso liceo e poi ancor stessa università fino alla laurea lei in legge io in ingegneria. Niente figli ma affiatati, felici praticamente non ci mancava nulla.
Forse il sesso con gli anni si era un poco appannato: lei sempre assorbita dal suo lavoro ed io che talora fantasticavo di vederla più audace nella nostra intimità. Non sarei mai riuscito a pensarmi con un’altra, né avrei mai immaginato che lei potesse avere delle pulsioni erotiche o che potesse tradirmi del resto Silvia ormai sembrava aver perso interesse al sesso. Così passavamo la nostra normale routine fatta di occasionali viaggi nei fine settimana quando il lavoro non ci limitava. Ormai mi ero rassegnato pensando che tutto sarebbe continuato così senza nessun cambiamento ma mi compiacevo scoprire che era ancora ammirata. Non ha mai avuto voglia di osare con abiti che mettessero in evidenza il suo corpo ed anche in vacanza al mare i bikini erano molto sobri, quasi modello anni 60.
Da quando la conosco il suo guardaroba è estremamente classico, giacca e gonna al ginocchio, e negli ultimi tempi preferibilmente pantaloni. Anche quando le ho suggerito qualcosa di meno serio obiettava sempre che non potrebbe vestirsi diversamente data la sua posizione sociale, il suo lavoro che la portava spesso con impegni tra tribunale e ufficio. Non smetteva di sottolineare che tutto questo richiedeva una estrema sobrietà e ancora di più quando si recava da clienti nelle carceri. Un aspetto questo che le dava molto fastidio anche perché capitava che avesse che fare con persone coinvolte in giri tra locali ambigui e prostituzione. Non ero indifferente a saperla a contatto con questi mondi e quasi provavo una perversa eccitazione nel saperla in situazioni sicuramente professionali ma immaginarla come oggetto dei desideri di quei suoi clienti.
Parlandogliene, sempre molto superficialmente, palesava la sua convinzione che nessuno si sarebbe mai permesso di pensare a lei se non come avvocato, così quando successe il contrario , si destabilizzò moltissimo prima di confessarmi tutto .

Erano alcuni giorni che non aveva il solito umore. Preoccupazioni sul lavoro pensai. Una sera vomitò la sua rabbia, almeno mi sembrò tale. Era schifata. Il racconto che mi fece, certamente volgare e fastidioso, era quasi un vero e proprio atto di libidine violenta. Un certo Vito, proprietario di locali equivoci, era diventato un suo cliente per una causa di non poco conto. In uno dei loro incontri di lavoro Vito la prese di sorpresa baciandola sul collo mentre lei era ancora seduta e gli voltava le spalle. Silvia si retrasse e lui deciso,per niente turbato, la lasciò senza parole con un volgare apprezzamento : “avvocato perché non viene a lavorare da me farebbe un figurone se si esibisse nel mio locale come spogliarellista o anche se girasse vestita come le mie cameriere con il suo bel culo in mostra”.
Dopo quella sortita ovviamente Silvia aveva interrotto il rapporto professionale.
L’avvocato che l’aveva sostituita però le fece pervenire uno scritto di Vito ancor più offensivo. Silvia me lo mostrò “il brivido che hai provato quando ti ho baciato sul collo è la dimostrazione che non vedi l’ora di esibirti tutta nuda nel mio locale. Tanto per cominciare ti voglio più sexy anche sul lavoro,basta con i tuoi seri tailleur, ma abiti succinti solo per farti guardare. So che è quello che vuoi ma non hai il coraggio di fare. Sei sprecata come avvocato il tuo posto è la strada. Ti aspetterò con il tuo collega, anche lui muore dalla voglia di vederti sul mio palco, dopo sarai solo mia e vedrai che ti piacerà accettare ogni mia richiesta”.

Ovviamente la mia prima reazione fu di solo disgusto, rabbia e voglia di fare qualcosa contro quel maiale.
Eppure si calmò prima Silvia che decise di non dare seguito a quel fatto.
Quella che a prima vista sarebbe sembrata una battuta di cattivo gusto, si insinuò come un tarlo nella mia mente e non riuscivo a fare a meno di pensarla camminare in minigonna per la città, esibirsi seminuda in uno di quei locali nella periferia piena di vergogna di fronte a quel suo cliente.
“chi l’avrebbe mai detto il nostro serio avvocato che viene a lavorare nel mio locale” mi immaginavo sentirle dire da questo signor Vito. Non smisi di immaginarla in quel ruolo anche mentre facevamo sesso, ma restava solo una fantasia erotica che le celavo segretamente ma che ormai era diventata un mezzo per amplificare la mia eccitazione.

Talvolta facevo qualche tentativo ritornando su quel biglietto ma lei, quasi disturbata, cambiava sempre discorso con una scusa qualunque.
Poi una sera sotto le coperte, al buio, non so per che motivo, scattò una molla in tutte e due. La mia mano si allungò cercando il suo sesso. Lentamente ci stavamo abbandonando nella solita routine.
“Quando ti esibirai nel locale di quel tuo cliente?” dissi aspettandomi una sua reazione schifata.
Al contrario Silvia tacque. Scivolai con la mano verso il suo sesso e le sfuggì un sospiro. Mi lasciai prendere dalla frenesia. Ci baciammo, le nostre lingue si avvinghiarono per qualche istante.
Mi svincolai da lei e la abbracciai tenendola per le spalle; iniziai ad accarezzarle le tette giocando con i capezzoli. Vederla così disponibile mi convinse ad osare di più“ nuda su quel palco, costretta ad accettare le proposte oscene di quell’uomo”
“smettila - disse con voce non sufficientemente decisa – mi da fastidio solo nominarlo”
Perseverai.
“E saresti saresti andata da lui con una minigonna inguinale e un abitino aderente per mettere in mostra le tette e lasciarti guardare il culo?”
Cercò di sfuggire dalla mia presa ma non evitò che le mie mani spaziando sul suo corpo finissero con l’impossessarsi del suo sesso facendomi partecipe della sua eccitazione.
“non pensavo ti potesse piacere” le mostrai una finta sorpresa e pure io mi stavo eccitando enormemente condividendo la stessa fantasia erotica.
“non so cosa mi sia preso, è solo una sciocca fantasia, nient’altro - mi disse come se volesse farsi perdonare - Quelle frasi mi hanno turbato, ma non pensare che io potrei mai fare una cosa del genere”.
La fermai prendendo l’iniziativa “Invece a me piacerebbe vederti osare abiti meno castigati,ti vedrei in minigonna mostrando le tue belle gambe. Perché non lo fai mai?”
“mi vergogno, lo sai… e poi ho un ruolo”,ma la risposta sembrava attendere un mio seguito, e così feci:
“Ammettilo, e se quel Vito avesse insistito …..”
Le accarezzai il sesso, era eccitata.
“certo dovresti ci vorrebbe qualcosa di più adatto calze, reggicalze una camicetta trasparente.” dissi con la voce in gola.
“smettila mi fai sentire una ….” Si bloccò forse per pudore.
“una puttana?” chiesi.
Vista la mancanza di una sua immediata risposta, ebbi paura di aver usato una frase offensiva con il rischio di concludere quella serata che,per un attimo, mi era parso potesse diventare sempre più eccitante.
Il suo silenzio però mi spinse a continuare “… seminuda in pose laide in mezzo a quella gente.” Mi appoggiai al suo culetto facendole apprezzare la mia vorace erezione.
Silvia, sorprendendomi, si lasciò andare di più “mi fai vergognare,non accetterei mai le proposte di un altro uomo, solo tu puoi chiedermi qualunque cosa”
Sembrava un invito a continuare.
“Lo potrei anche fare” risposi accarezzandole una tetta e con l’altra mano sprofondando nel suo sesso “ma tu lo faresti veramente?”.
“farò tutto quello che vuoi” sospirò.
“anche la spogliarellista in quel laido locale?”
Si lasciò sfuggire un si soffocato.
Sentivo di poterle raccontare qualunque fantasia, anche la più indecente “Ti accompagnerò vestita come vuole lui e ti esibirai nel suo locale…. magari ci sarà anche quel tuo collega.”
“non voglio, no.. ti prego” Le parole erano l’esatto opposto di quello che il suo corpo sembrava dimostrare.
“Tanto lo so che tu non mi faresti mai uscire vestita come una troia”. Contrariamente a pochi minuti prima, usò il termine più volgare con estrema naturalezza lasciandomi ancor più sconcertato.
Era una sorta di sfida, di provocazione, per cercare ancora di più la mia complicità .
Un attimo di silenzio solo i nostri respiri ansimanti e poi mi abbandonai in quel mio farneticare nell’immaginarla calata in un ruolo che non avrebbe mai potuto essere il suo.
“…è quello che ti ha chiesto Vito, mi pare, ed è quello che vuoi anche tu…” ribaltando la domanda e continuando ad accarezzarla, mi accorsi di averla ancora di più destabilizzata.
Silvia muoveva i fianchi cercando il mio sesso.
“Ammetti che ti piacerebbe, vero?” le accarezzai il sesso con minore dolcezza e più intensamente ed iniziai a penetrare le sue intimità.
Il serio avvocato cedeva al gioco perverso “…siiiii..” sbiascicò dopo un attimo, sorprendendomi mentre io non le lasciavo tregua cercando di capire fino in fondo quanto fossero perverse le sue fantasie.
Ero troppo coinvolto per pensare e finimmo per immaginare quello scenario travolti da una voglia erotica che non avevamo mai provato.
“Fammi vestire come vuole Vito e accompagnami da lui” continuò a bassa voce.
Capii che avrei potuto osare qualunque cosa: “e dopo ti lascerò nelle sue mani così che ti possa chiedere quello che vuole”

Silvia con un filo di voce, eccitata riprese dalle mie ultime parole “…cosa mi potrebbe chiedere?”
Chiuse gli occhi la sentivo godere nell’abbandonarsi a quelle fantasie.
“Vito ha delle denunce per sfruttamento della prostituzione,una spogliarellista probabilmente è anche una prostituta”. Non capivo se fosse un ritorno alla realtà o una fantasia che diventava sempre più spinta.
Non mi feci scrupoli e continuai “Se vai da lui vestita da zoccola ti farà esibire e cosa pensi di diventare?”
Non parlava muoveva il suo corpo dolcemente seguendo il mio, poi gemendo sbiascicò “la sua puttana”.
“una delle sue puttane da esibire nel suo locale o in mezzo ad un strada” non resistetti e divenni ancor più volgare per la prima volta in anni di matrimonio.
Mi girai verso di lei che allargando le gambe mi offriva la sua disponibilità.
“Scopami come una puttana” , mi disse mentre mi coricavo su di lei appoggiando il mio sesso sul suo.
Sgranava gli occhi “ Vito mi ha trattata come una puttana, vuole trattarmi come una delle sue puttane”
riprese dimostrandomi ormai una sua assoluta sfrontatezza. Restai senza parole, non me lo sarei aspettato Sentirla parlare in quel modo accentuò la mia eccitazione.

Lentamente la penetrai sentendo il calore del suo sesso avvolgermi.
Lei accelerò i movimenti del bacino dettandomi il ritmo come se volesse sentirsi completamente posseduta.
Non riuscii a dire altro lei scoppiò in un’intensa eccitazione e poi anche la mia foga e la voglia di consumare tutto in modo famelico da rubarci il fiato.
“sei una puttana” fu l’ultima mia frase a cui fece seguito il suo si soffocato.
Restammo avvinghiati nel nostro sudore e con il mio sesso che scivolava fuori da lei.

Mi girai esausto ma ancora più sorpreso mentre appoggiò la testa sul mio petto riprese a parlarmi come se cercasse una scusa.
“mi vergogno dirtelo, ma dopo quella lettera non riesco a cancellare l’immagine ….. sentirmi gli occhi di quell’uomo addosso mentre mi spoglio nel suo locale …. mi eccita - continuò singhiozzando – è follia ma ho anche fantasticato di accompagnarmi a lui vestita come una puttana. Ho persino temuto che se un giorno me lo dovesse chiedere potrei veramente farlo”
Incredulo sentivo di nuovo crescere la mia eccitazione “ti piacerebbe veramente lasciarti guardare mentre vai in giro vestita da zoccola ed appartenere a lui?”.
Usai per la prima volta quel verbo,appartenere emi spinsi anche oltre.
“Sari nelle sue mani e ti potrà chiedere quello che vuole”
Silvia si aprì interamente lasciandomi completamente incredulo. “E’ difficile fartelo capire, non avrei voluto, ma sei riuscito a tirarmi fuori una fantasia che non avrei mai avuto il coraggio di svelarti, che fuggivo in continuazione e questa sera mi sono trovata ad avere la possibilità di giocare un ruolo che ho immaginato con vergogna per tanto tempo, mi hai eccitato come non mai …tutto li. Da li a farlo veramente ce ne passa però. Cosa penserai di me ora?”
Dopo un attimo di ripensamento e mentre le accarezzavo le tette ancora gonfie tirai fuori anche quello che avevo fantasticato su di lei: “ Che chiunque mi invidierebbe una moglie così sensuale. Mi hai fatto morire con questa fantasia. L’avessi saputo pure io non mi sarei tenuto nascosto le mie fantasie. Sono pazzo di te e non smetterei mai di giocare , magari ti potessi vedere per una volta trasformata, in abiti lussuriosi, seminuda”.
“ma io non sono quel genere di donna, non voglio concedermi a nessuno” mi disse teneramente.
Si aprì completamente ammettendo con vergogna che si era eccitata immedesimandosi in una prostituta “non considerarmi male, non lo farei mai ,prostituirmi sarebbe estremamente umiliante mi eccita solo l’idea di essere desiderata e pagata per le mie esibizioni” mi disse restando con la testa sul mio torace senza guardarmi negli occhi.
Vito aveva senza dubbio scardinato il suo pudore se si immaginava poter cedere alle offerte di un uomo di dubbia reputazione.
“sono fantasie – continuò – ma mi eccita immaginarmi sottomessa senza potermi ribellare alle richieste più squallide di quell’uomo diventare un oggetto del suo desiderio e del suo piacere anche se in realtà non lo farei mai”
Restavo sempre più sconcertato da quelle sue affermazioni ed ancor più dalla sua conclusione “se dovessi prostituirmi per Vito so benissimo me mi infilerei in un tunnel senza via d’uscita sarei completamente nelle sue mani e non riuscirei a controllare il limite della sua perversione”.
Anche se erano fantasie mi eccitava sentirla raccontare senza inibizioni che avrebbe potuto prostituirsi per quell’uomo. Così la mia fantasia si spinse ancora oltre.
“diventeresti non solo la sua puttana ma la sua schiava”.
Silvia sobbalzò.
“la schiava di Vito cosa ti viene in mente” ma sembrava solo un alibi.
“L’hai detto tu stessa che non riusciresti a controllare la sua perversione – presi fiato e continuai – incatenata in un tugurio zozzo obbligata a strisciare ai suoi piedi”
Mi aspettai una risposta che non arrivò.
“in un cascinale abbandonato”
Mi interruppe con la voce strozzata “dove ci sono animali tenuti anche loro in catene”
Era una domanda o un’altra sua fantasia nascosta?
“dovrai occuparti di tenere tutto pulito e sarai sempre nuda ed in catene”
“ma io non posso, entrare in una stalla,sporca, che puzza, mi fa schifo”
La accarezzai e sentii la sua pelle accapponarsi.
“sarai la sua schiava e ti terrà rinchiusa con gli animali dentro una stalla, e senza poterti ribellare strisciare tra il pagliericcio sporco”
“io non posso”. E dicendo quelle tre parole sembrava immedesimarsi nella situazione
“non è solo pagliericcio lo sai e i tuoi piedi nudi sprofonderanno nel fango”
La sentivo eccitata, cosa le stava succedendo?
“mi farà camminare nello sterco “ si bloccò come se avesse detto uno sproposito.
Ero di nuovo eccitato pure io e la sparai ancora più grossa “ti farà gattonare tra lo sterco di una porcilaia e mostrandoti ai tuoi colleghi si vanterà di averti trasformata il serio avvocato in una puttana e fino a vederti abbandonata in un porcile,un animaletto con cui divertirsi”
Non persi tempo e la penetrai “adesso ti scopo ancora come quella maiala che sei”
Sembrava impazzire dal piacere sotto la spinta del mio sesso.
Per la prima volta mentre facevamo sesso si mise a parlare, frasi scombinate “sono la tua maiala, la puttana di Vito”
Mi retrassi prima di raggiungere l’apice e le rovesciai addosso una buona quantità di sperma.
Le presi una mano e la feci scivolare sul seme sparso sul suo corpo.
La condussi a spargerselo sulle tette.
“voglio vedere la mia maiala tutta inzozzata”.
Lei non emise parola e continuò ad accarezzarsi il corpo.
Non riuscivo a trattenermi volevo vederla precipitare ancora più in basso.
Le guidai la mano verso il volto. Cercò di retrarla ma senza molta resistenza e si lasciò portare la mano sul viso.
“sei proprio una maiala, leccala”
Chiuse gli occhi e mentre iniziò a leccare la mano ricoperta dallo sperma con l’altra iniziò ad accarezzarsi il sesso.
Era la prima volta che la vedevo masturbarsi, sembrava assatanata.
Mi inginocchia tenendo le gambe divaricate intorno al suo volto le appoggiai il sesso sulle labbra.
Non ebbi bisogno di chiederle nulla ed iniziò ad avvolgerlo leccandolo interamente mentre perdeva il suo vigore.
Inavvertitamente non riuscii a trattenere un piccolo getto di urina che le scivolò sul collo.
Mi guardò senza riuscire a dire una parola.
Non sapevo cosa dire per scusarmi. Mi alzai e velocemente raggiunsi il bagno per farmi una doccia.
Mi raggiunse prima che aprissi l’acqua . Mi immaginavo che mi facesse una sceneggiata,invece entrò nel box doccia e si inginocchiò davanti a me.
“sono la tua maiala, la tua schiava guardami sono tutta zozza, voglio essere così sempre la schiava e puttana di Vito, finisci quello che hai iniziato”
Non capivo o meglio non potevo crederci.
Grondava di sperma, avvicinò il suo volto al mio sesso ormai spento poi si sedette sul fondo della vasca. Chiuse gli occhi ed iniziò a masturbarsi di nuovo.
“ti prego, fammi sentire ancora più laida”
Non sapevo come comportarmi ma quella sua richiesta vinse ogni pudore.
Quando il primo zampillo della mia urina raggiunse il suo corpo, Silvia lanciò un grido liberatorio aumento l’intensità della sua masturbazione.
La inondai di urina sul corpo e diressi il getto anche sul volto e sui capelli.
Lei era in preda ad uno stato quasi di delirio.
Socchiuse le labbra e diressi un ultimo getto verso di lei che senza un minimo ritegno se lo lasciò scivolare in bocca.
Ero sconvolto.
Aprì gli occhi mi sorrise .
La sollevai ed aprì i rubinetti della doccia, la più piacevole che ebbi mai fatto.

Ritornammo a letto. Lei indossò la sua camicia da notte e la strinsi teneramente “ora che so tutto potremmo vivere la nostra sessualità come se fosse un gioco senza che nessuno di noi si debba vergognare di qualunque fantasia che ci confesseremo sempre , per quanto perversa possa sembrare”
Silvia si strinse ancora più forte a me.
Pensai che la vita riserva sorprese quando meno te le aspetti ma queste talvolta finiscono col cambiare radicalmente tutto.


Unico capitolo o continuo?
scritto il
2025-03-14
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