Passione in punta di piedi
di
samas2
genere
tradimenti
La convention, da poco terminata, aveva lasciato l’albergo, che si apprestava alla chiusura, pressoché vuoto. La lunga estate declinava non senza resistenze e regalava giornate magnifiche. Il personale era tutto un fervore per i lavori di ripristino della struttura, necessari a prepararla per la stagione successiva.
Rebecca, colpita dall’amenità del luogo, aveva deciso d’impulso di farsi raggiungere dal suo uomo, approfittando degli ultimi giorni di apertura per godersi insieme uno scampolo di vacanza in tutta quiete. Lui aveva accettato e l’avrebbe raggiunta l’indomani.
Nella lounge, Gerry non era particolarmente occupato e si perdeva nei suoi pensieri, finché non fu colpito dall’avanzare di una figura femminile.
Indossava un abito a motivi floreali che esaltava un fisico flessuoso, con curve morbide al punto giusto. Le gambe tornite terminavano con caviglie sottili. Un particolare lo affascinò: aveva piedi bellissimi, curati, eleganti, con dita affusolate e unghie smaltate di un tenue rosa cipria. Calzava sandali rosa oro, impreziositi da piccoli dettagli sferici. Il loro movimento, calmo e naturale, trasmetteva una sensualità che pareva sfidarlo.
Rebecca si accostò al bancone, ordinando un drink con un sorriso distratto. Gerry, dietro il banco, sollevò lo sguardo su di lei, senza fretta. C’era qualcosa nel suo portamento, nella leggerezza con cui si muoveva, che lo colpì inevitabilmente.
Lei percepì quello sguardo prima ancora di incrociarlo. Una sensazione indefinibile, impalpabile che la rese improvvisamente più consapevole di sé.
Quando gli occhi di entrambi si incontrarono, si creò un istante sospeso. Nessuno dei due si sottrasse, ma neppure si concesse del tutto. Fu un riconoscersi senza parole, un’intuizione vaga, come quando si percepisce un cambiamento nell’aria prima ancora di saperlo spiegare.
Gerry le porse il bicchiere con un gesto misurato. Le loro dita si sfiorarono appena, ma fu sufficiente perché Rebecca sentisse una nota insolita, un accenno di tensione che non si aspettava. Si riscosse subito, riportando l’attenzione sul drink.
— Grazie.
Lui annuì, con un sorriso sottile, senza aggiungere nulla.
Rebecca si voltò verso la vetrata che dava sulla piscina, sorseggiando piano il suo drink. L’acqua rifletteva con un luccichio i raggi del sole.
Avvertiva ancora il peso leggero di quello sguardo su di sé. Cercò di ignorarlo, inutilmente.
L’aria del pomeriggio le sfiorò la pelle, mentre il lieve sciabordio dell’acqua rompeva il silenzio, quando Rebecca giunse in piscina. Era pressoché deserta, ma non del tutto. Gerry era lì, sembrava l’aspettasse. Lei avanzò verso il bordo della piscina con una calma apparente, si immerse lentamente, lasciando che l’acqua scivolasse sul corpo. Gerry la osservava, il suo sguardo indugiò con insistenza, poi la raggiunge senza fretta, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
— Acqua perfetta, vero? — disse lui, fingendo naturalezza.Rebecca si volse appena, le gocce che scivolavano lungo il collo. — Sì…rilassante.— Ma la tensione nel suo corpo raccontava un’altra storia.
Si ritrovarono a contatto. L’acqua smorzava i movimenti, li rendeva inevitabilmente più lenti, più controllati. Un braccio che sfiorava l’altro, un respiro che si percepiva appena più vicino. Per un impulso incontrollabile, la mano di Gerry sfiorò il seno di Rebecca: un contatto minimo, ma sufficiente a farle trattenere il respiro. Lei si voltò, gli occhi nei suoi. Nessuno dei due parlò, ma l’intensità di quel momento superava qualsiasi parola.Senza rompere il contatto visivo, Gerry avvicinò lentamente il viso al suo, dando a Rebecca tutto il tempo di allontanarsi se lo avesse voluto. Ma lei rimase immobile, il cuore che martellava nel petto. Le loro labbra si sfiorarono, un tocco leggero che bastò a scatenare una corrente elettrica tra di loro. Il bacio si approfondì, lento e carico di desiderio, mentre l’acqua li avvolgeva, rendendo ogni sensazione più intensa. Quando si separarono, entrambi respiravano affannosamente. Rebecca sentiva le guance arrossate, ma non distolse lo sguardo. L'acqua fresca non era riuscita a placare il calore che avvertiva sotto la pelle. Si allontanò dalla piscina con un sorriso enigmatico rivolto a Gerry, avvertendo il suo sguardo seguirla mentre si dirigeva verso la sua camera.Salendo le scale, ogni passo sembrava amplificare le sensazioni che si agitavano dentro di lei. Una volta entrata in camera, chiuse la porta e si appoggiò ad essa per un momento, cercando di raccogliere i pensieri. L'immagine di Gerry, dei suoi occhi penetranti e del lieve sorriso, era impressa nella sua mente.Si avvicinò allo specchio, osservando il riflesso del proprio corpo ancora umido, i capelli leggermente scompigliati, le labbra tumide. C'era una nuova luce nei suoi occhi, un misto di eccitazione e desiderio che non poteva ignorare. Le sue mani iniziarono a esplorare la pelle, seguendo le linee delle spalle, scendendo lungo i fianchi, indugiando su ogni curva. Ogni tocco accendeva sensazioni profonde, un piacere che cresceva con ogni carezza.
Le sue mani si posarono sui seni, li accarezzarono come se volessero esplorarne la consistenza per la prima volta. Si sdraiò sul letto, il fresco delle lenzuola accarezzava la sua pelle nuda. Il cuore martellava mentre le mani scivolavano lungo il ventre. Ogni carezza era una sfida alle regole che avevano sempre soffocato i suoi desideri. Le dita raggiunsero e poi si inoltrarono tra le cosce. La sua carne un’eco di desiderio che non poteva non ascoltare.
Quando le sue dita sfiorarono la fessura umida e pulsante, un gemito sommesso le sfuggì dalle labbra. Il ritmo lento e crescente delle sue carezze la fece tremare, come se ogni movimento la liberasse da un impaccio. Chiuse gli occhi, lasciandosi cullare da quegli stimoli di piacere che si accavallavano, sempre più incontrollabili. Il corpo si inarcò, scosso da brividi, e un grido soffocato riempì la stanza. Decise di fare una doccia per cercare di calmare l'agitazione interiore. Entrò nel bagno, aprì l'acqua e lasciò che il vapore riempisse la stanza. Mentre l'acqua calda scorreva sul suo corpo, chiuse gli occhi, permettendo alla mente di vagare, rivivendo gli sguardi e i tocchi condivisi con Gerry. Improvvisamente, un bussare deciso alla porta la distolse dai suoi pensieri. Avvolse rapidamente un telo da bagno intorno a sé e si diresse verso l'ingresso. Aprendo la porta, trovò Gerry dall'altra parte, un sorriso enigmatico sul volto.
— Spero di non disturbarti — disse, con una nota di malizia nella voce.Rebecca sentì il cuore accelerare. Nonostante la sorpresa, una parte di lei aveva sperato che lui la seguisse. Fece un passo indietro, permettendogli di entrare.
— Entra — rispose, la voce leggermente tremante.
Gerry chiuse la porta dietro di sé, avvicinandosi lentamente. L'atmosfera era carica di tensione, un'energia palpabile che li avvolgeva. Senza aggiungere altro, le loro labbra si incontrarono in un bacio profondo, dando inizio a una passione che entrambi avevano cercato di trattenere.
— Stavo per fare una doccia — disse lei, cercando di rompere il silenzio carico di significati.
Gerry la guardò intensamente, poi, con un gesto lento e deliberato, le sfiorò una ciocca di capelli umidi.
— Potrei unirmi a te — sussurrò, la voce roca.
Il respiro di Rebecca si fece più profondo. Senza distogliere lo sguardo, sciolse il telo, lasciandolo scivolare a terra, rivelandola nella sua bellezza integrale.
Gerry, senza dire una parola, iniziò a spogliarsi. Quando fu nudo davanti a lei, Rebecca gli prese la mano, conducendolo sotto il getto caldo della doccia. Rebecca e Gerry si avvicinarono, lasciando che l'acqua scivolasse sui loro corpi avvolti dal vapore. I loro sguardi si incontrarono, carichi di desiderio e complicità. Senza bisogno di parole, Rebecca si inginocchiò davanti a lui, accogliendone fra le sue labbra l’erezione. Gerry tratteneva il respiro, sentendo un'ondata di piacere attraversarlo. Le labbra di Rebecca lo esploravano con delicatezza che diventò irruenza. Gerry chiuse gli occhi, abbandonandosi alle sensazioni che lei gli regalava, le dita che si intrecciavano tra i suoi capelli bagnati. In quell'intimità crescente, i loro movimenti si sincronizzarono, creando un ritmo condiviso che li portò entrambi verso un piacere intenso e appagante.
Gerry la spinse contro la parete vetrata della doccia con un gesto deciso, la sua presa forte e sicura. La penetrò con una forza che non conosceva esitazioni, con ritmo furioso. Rebecca, completamente abbandonata a quel momento, gli si aggrappava disperatamente, le gambe avvolte attorno ai suoi fianchi per attirarlo più vicino, più in profondità. Le mani si serravano sulle sue spalle, cercando un appiglio.
La testa di Rebecca si inclinò all’indietro, i capelli bagnati incollati sul viso, mentre gemiti incontrollati riempivano l’aria, rimbalzando contro le pareti del box. Ogni movimento di Gerry era deciso, travolgente, come se volesse imprimere il suo sigillo in ogni angolo della sua anima. Lei si inarcava, col desiderio e il piacere che la scuotevano senza tregua, mentre i loro corpi si muovevano in un ritmo intenso e armonico. E Rebecca non si trattenne. Rispose con un grido gutturale, un’esplosione di piacere che rivelava una donna che godeva senza vergogna.
Con un movimento deciso, Gerry sollevò Rebecca con le gambe ancora saldamente intrecciate intorno alla sua vita, come se non volesse lasciarlo andare nemmeno per un istante. Lui si diresse verso il letto, muovendosi con la determinazione di un predatore che trasporta la sua vittima nel luogo più adatto per divorarla. La posò delicatamente sui lenzuoli, che s’inzupparono per i loro corpi bagnati. Gli occhi di Rebecca, lucidi di eccitazione e la sua vulnerabilità la rendeva ancora più irresistibile. Gerry la sovrastava, la sua figura imponente pronta a condurla verso un piacere più intenso di quanto avesse mai immaginato. Lei si concesse a lui con un abbandono totale, il corpo in tensione, come se ogni fibra bramasse quel contatto travolgente.
– Ohoh… com’è duro! È stupendo, Gerry… – sussurrò Rebecca, la voce roca e spezzata dall’incredulità e dalla lussuria. Si morse il labbro inferiore, un gesto che mescolava malizia e resa. Poi, con un sorriso audace e provocatorio, aggiunse: – Non ho mai avuto niente del genere prima… mi stai spaccando.— Il primo orgasmo la travolse con una forza tale da lasciarla tremante sotto di lui, mentre il suo corpo si sentiva esaudito, ma Gerry, implacabile, continuò. I suoi assalti erano ritmati e profondi, e ogni colpo la spingeva sempre più vicino a un altro abisso di piacere. Rebecca lo accolse, completamente persa, il suo corpo incapace di opporre resistenza, consapevole di non volere altro che quel cazzo selvaggio. Un secondo orgasmo arrivò ancora più squassante, facendola inarcare e affondare le unghie nelle spalle dell’uomo. I gemiti si trasformarono in urla sia pur strozzate, un crescendo di piacere che sembrava non conoscere fine. – Ancora, Gerry… non fermarti…scopami più forte – ansimò, la voce spezzata, mentre le sue mani si aggrappavano a lui spasmodicamente. Rebecca chiuse gli occhi, assaporando ogni istante di quella sensazione travolgente che la portava a vette di piacere mai raggiunte prima. Un'estasi così intensa da offuscare ogni ricordo passato. Questa consapevolezza la scosse, ma al contempo la spinse a immergersi completamente nel momento, temendo che potesse non ripetersi mai più. Si abbandonò, desiderando essere posseduta totalmente. Poi furono una accanto all’altro sazi e sfiniti.
Il suono del telefono interruppe l’incanto.
Con un sospiro lei rispose:
— Pronto…
Gerry non smetteva di toccarla, baciarla, facendole fremere la voce. Lei lo guardò supplicante e divertita, facendogli cenno di fermarsi.
— Ah, sei tu, Gianni!…La mia voce sembra strana?…No, è che mi ero appena appisolata.
— Capisco, arriverai solo domani sera. Ti aspetterò con impazienza. A presto, tesoro.
Riagganciando, si voltò verso Gerry, un sorriso dolce e malizioso sulle labbra.
— Abbiamo ancora molto tempo per noi.
Rebecca, colpita dall’amenità del luogo, aveva deciso d’impulso di farsi raggiungere dal suo uomo, approfittando degli ultimi giorni di apertura per godersi insieme uno scampolo di vacanza in tutta quiete. Lui aveva accettato e l’avrebbe raggiunta l’indomani.
Nella lounge, Gerry non era particolarmente occupato e si perdeva nei suoi pensieri, finché non fu colpito dall’avanzare di una figura femminile.
Indossava un abito a motivi floreali che esaltava un fisico flessuoso, con curve morbide al punto giusto. Le gambe tornite terminavano con caviglie sottili. Un particolare lo affascinò: aveva piedi bellissimi, curati, eleganti, con dita affusolate e unghie smaltate di un tenue rosa cipria. Calzava sandali rosa oro, impreziositi da piccoli dettagli sferici. Il loro movimento, calmo e naturale, trasmetteva una sensualità che pareva sfidarlo.
Rebecca si accostò al bancone, ordinando un drink con un sorriso distratto. Gerry, dietro il banco, sollevò lo sguardo su di lei, senza fretta. C’era qualcosa nel suo portamento, nella leggerezza con cui si muoveva, che lo colpì inevitabilmente.
Lei percepì quello sguardo prima ancora di incrociarlo. Una sensazione indefinibile, impalpabile che la rese improvvisamente più consapevole di sé.
Quando gli occhi di entrambi si incontrarono, si creò un istante sospeso. Nessuno dei due si sottrasse, ma neppure si concesse del tutto. Fu un riconoscersi senza parole, un’intuizione vaga, come quando si percepisce un cambiamento nell’aria prima ancora di saperlo spiegare.
Gerry le porse il bicchiere con un gesto misurato. Le loro dita si sfiorarono appena, ma fu sufficiente perché Rebecca sentisse una nota insolita, un accenno di tensione che non si aspettava. Si riscosse subito, riportando l’attenzione sul drink.
— Grazie.
Lui annuì, con un sorriso sottile, senza aggiungere nulla.
Rebecca si voltò verso la vetrata che dava sulla piscina, sorseggiando piano il suo drink. L’acqua rifletteva con un luccichio i raggi del sole.
Avvertiva ancora il peso leggero di quello sguardo su di sé. Cercò di ignorarlo, inutilmente.
L’aria del pomeriggio le sfiorò la pelle, mentre il lieve sciabordio dell’acqua rompeva il silenzio, quando Rebecca giunse in piscina. Era pressoché deserta, ma non del tutto. Gerry era lì, sembrava l’aspettasse. Lei avanzò verso il bordo della piscina con una calma apparente, si immerse lentamente, lasciando che l’acqua scivolasse sul corpo. Gerry la osservava, il suo sguardo indugiò con insistenza, poi la raggiunge senza fretta, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
— Acqua perfetta, vero? — disse lui, fingendo naturalezza.Rebecca si volse appena, le gocce che scivolavano lungo il collo. — Sì…rilassante.— Ma la tensione nel suo corpo raccontava un’altra storia.
Si ritrovarono a contatto. L’acqua smorzava i movimenti, li rendeva inevitabilmente più lenti, più controllati. Un braccio che sfiorava l’altro, un respiro che si percepiva appena più vicino. Per un impulso incontrollabile, la mano di Gerry sfiorò il seno di Rebecca: un contatto minimo, ma sufficiente a farle trattenere il respiro. Lei si voltò, gli occhi nei suoi. Nessuno dei due parlò, ma l’intensità di quel momento superava qualsiasi parola.Senza rompere il contatto visivo, Gerry avvicinò lentamente il viso al suo, dando a Rebecca tutto il tempo di allontanarsi se lo avesse voluto. Ma lei rimase immobile, il cuore che martellava nel petto. Le loro labbra si sfiorarono, un tocco leggero che bastò a scatenare una corrente elettrica tra di loro. Il bacio si approfondì, lento e carico di desiderio, mentre l’acqua li avvolgeva, rendendo ogni sensazione più intensa. Quando si separarono, entrambi respiravano affannosamente. Rebecca sentiva le guance arrossate, ma non distolse lo sguardo. L'acqua fresca non era riuscita a placare il calore che avvertiva sotto la pelle. Si allontanò dalla piscina con un sorriso enigmatico rivolto a Gerry, avvertendo il suo sguardo seguirla mentre si dirigeva verso la sua camera.Salendo le scale, ogni passo sembrava amplificare le sensazioni che si agitavano dentro di lei. Una volta entrata in camera, chiuse la porta e si appoggiò ad essa per un momento, cercando di raccogliere i pensieri. L'immagine di Gerry, dei suoi occhi penetranti e del lieve sorriso, era impressa nella sua mente.Si avvicinò allo specchio, osservando il riflesso del proprio corpo ancora umido, i capelli leggermente scompigliati, le labbra tumide. C'era una nuova luce nei suoi occhi, un misto di eccitazione e desiderio che non poteva ignorare. Le sue mani iniziarono a esplorare la pelle, seguendo le linee delle spalle, scendendo lungo i fianchi, indugiando su ogni curva. Ogni tocco accendeva sensazioni profonde, un piacere che cresceva con ogni carezza.
Le sue mani si posarono sui seni, li accarezzarono come se volessero esplorarne la consistenza per la prima volta. Si sdraiò sul letto, il fresco delle lenzuola accarezzava la sua pelle nuda. Il cuore martellava mentre le mani scivolavano lungo il ventre. Ogni carezza era una sfida alle regole che avevano sempre soffocato i suoi desideri. Le dita raggiunsero e poi si inoltrarono tra le cosce. La sua carne un’eco di desiderio che non poteva non ascoltare.
Quando le sue dita sfiorarono la fessura umida e pulsante, un gemito sommesso le sfuggì dalle labbra. Il ritmo lento e crescente delle sue carezze la fece tremare, come se ogni movimento la liberasse da un impaccio. Chiuse gli occhi, lasciandosi cullare da quegli stimoli di piacere che si accavallavano, sempre più incontrollabili. Il corpo si inarcò, scosso da brividi, e un grido soffocato riempì la stanza. Decise di fare una doccia per cercare di calmare l'agitazione interiore. Entrò nel bagno, aprì l'acqua e lasciò che il vapore riempisse la stanza. Mentre l'acqua calda scorreva sul suo corpo, chiuse gli occhi, permettendo alla mente di vagare, rivivendo gli sguardi e i tocchi condivisi con Gerry. Improvvisamente, un bussare deciso alla porta la distolse dai suoi pensieri. Avvolse rapidamente un telo da bagno intorno a sé e si diresse verso l'ingresso. Aprendo la porta, trovò Gerry dall'altra parte, un sorriso enigmatico sul volto.
— Spero di non disturbarti — disse, con una nota di malizia nella voce.Rebecca sentì il cuore accelerare. Nonostante la sorpresa, una parte di lei aveva sperato che lui la seguisse. Fece un passo indietro, permettendogli di entrare.
— Entra — rispose, la voce leggermente tremante.
Gerry chiuse la porta dietro di sé, avvicinandosi lentamente. L'atmosfera era carica di tensione, un'energia palpabile che li avvolgeva. Senza aggiungere altro, le loro labbra si incontrarono in un bacio profondo, dando inizio a una passione che entrambi avevano cercato di trattenere.
— Stavo per fare una doccia — disse lei, cercando di rompere il silenzio carico di significati.
Gerry la guardò intensamente, poi, con un gesto lento e deliberato, le sfiorò una ciocca di capelli umidi.
— Potrei unirmi a te — sussurrò, la voce roca.
Il respiro di Rebecca si fece più profondo. Senza distogliere lo sguardo, sciolse il telo, lasciandolo scivolare a terra, rivelandola nella sua bellezza integrale.
Gerry, senza dire una parola, iniziò a spogliarsi. Quando fu nudo davanti a lei, Rebecca gli prese la mano, conducendolo sotto il getto caldo della doccia. Rebecca e Gerry si avvicinarono, lasciando che l'acqua scivolasse sui loro corpi avvolti dal vapore. I loro sguardi si incontrarono, carichi di desiderio e complicità. Senza bisogno di parole, Rebecca si inginocchiò davanti a lui, accogliendone fra le sue labbra l’erezione. Gerry tratteneva il respiro, sentendo un'ondata di piacere attraversarlo. Le labbra di Rebecca lo esploravano con delicatezza che diventò irruenza. Gerry chiuse gli occhi, abbandonandosi alle sensazioni che lei gli regalava, le dita che si intrecciavano tra i suoi capelli bagnati. In quell'intimità crescente, i loro movimenti si sincronizzarono, creando un ritmo condiviso che li portò entrambi verso un piacere intenso e appagante.
Gerry la spinse contro la parete vetrata della doccia con un gesto deciso, la sua presa forte e sicura. La penetrò con una forza che non conosceva esitazioni, con ritmo furioso. Rebecca, completamente abbandonata a quel momento, gli si aggrappava disperatamente, le gambe avvolte attorno ai suoi fianchi per attirarlo più vicino, più in profondità. Le mani si serravano sulle sue spalle, cercando un appiglio.
La testa di Rebecca si inclinò all’indietro, i capelli bagnati incollati sul viso, mentre gemiti incontrollati riempivano l’aria, rimbalzando contro le pareti del box. Ogni movimento di Gerry era deciso, travolgente, come se volesse imprimere il suo sigillo in ogni angolo della sua anima. Lei si inarcava, col desiderio e il piacere che la scuotevano senza tregua, mentre i loro corpi si muovevano in un ritmo intenso e armonico. E Rebecca non si trattenne. Rispose con un grido gutturale, un’esplosione di piacere che rivelava una donna che godeva senza vergogna.
Con un movimento deciso, Gerry sollevò Rebecca con le gambe ancora saldamente intrecciate intorno alla sua vita, come se non volesse lasciarlo andare nemmeno per un istante. Lui si diresse verso il letto, muovendosi con la determinazione di un predatore che trasporta la sua vittima nel luogo più adatto per divorarla. La posò delicatamente sui lenzuoli, che s’inzupparono per i loro corpi bagnati. Gli occhi di Rebecca, lucidi di eccitazione e la sua vulnerabilità la rendeva ancora più irresistibile. Gerry la sovrastava, la sua figura imponente pronta a condurla verso un piacere più intenso di quanto avesse mai immaginato. Lei si concesse a lui con un abbandono totale, il corpo in tensione, come se ogni fibra bramasse quel contatto travolgente.
– Ohoh… com’è duro! È stupendo, Gerry… – sussurrò Rebecca, la voce roca e spezzata dall’incredulità e dalla lussuria. Si morse il labbro inferiore, un gesto che mescolava malizia e resa. Poi, con un sorriso audace e provocatorio, aggiunse: – Non ho mai avuto niente del genere prima… mi stai spaccando.— Il primo orgasmo la travolse con una forza tale da lasciarla tremante sotto di lui, mentre il suo corpo si sentiva esaudito, ma Gerry, implacabile, continuò. I suoi assalti erano ritmati e profondi, e ogni colpo la spingeva sempre più vicino a un altro abisso di piacere. Rebecca lo accolse, completamente persa, il suo corpo incapace di opporre resistenza, consapevole di non volere altro che quel cazzo selvaggio. Un secondo orgasmo arrivò ancora più squassante, facendola inarcare e affondare le unghie nelle spalle dell’uomo. I gemiti si trasformarono in urla sia pur strozzate, un crescendo di piacere che sembrava non conoscere fine. – Ancora, Gerry… non fermarti…scopami più forte – ansimò, la voce spezzata, mentre le sue mani si aggrappavano a lui spasmodicamente. Rebecca chiuse gli occhi, assaporando ogni istante di quella sensazione travolgente che la portava a vette di piacere mai raggiunte prima. Un'estasi così intensa da offuscare ogni ricordo passato. Questa consapevolezza la scosse, ma al contempo la spinse a immergersi completamente nel momento, temendo che potesse non ripetersi mai più. Si abbandonò, desiderando essere posseduta totalmente. Poi furono una accanto all’altro sazi e sfiniti.
Il suono del telefono interruppe l’incanto.
Con un sospiro lei rispose:
— Pronto…
Gerry non smetteva di toccarla, baciarla, facendole fremere la voce. Lei lo guardò supplicante e divertita, facendogli cenno di fermarsi.
— Ah, sei tu, Gianni!…La mia voce sembra strana?…No, è che mi ero appena appisolata.
— Capisco, arriverai solo domani sera. Ti aspetterò con impazienza. A presto, tesoro.
Riagganciando, si voltò verso Gerry, un sorriso dolce e malizioso sulle labbra.
— Abbiamo ancora molto tempo per noi.
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