Resa
di
samas2
genere
trio
Giorgia tornò in albergo in serata, esausta dopo una giornata frenetica di incontri e riunioni. Sostò nell’ampia hall indecisa se ritirarsi subito in camera o se fare un salto al ristorante. Seduta languidamente con le gambe accavallate, con una scarpa in bilico e dondolante, sbrigò alcune telefonate. Non si accorse, distratta, degli sguardi interessati di due individui che si scambiavano occhiate d’intesa. Gaetano sussurrò:
- Hai visto quella?
- È da urlo. Sembra sola -. Gino esaminò Giorgia con attenzione: era una bellissima donna fra i quaranta e cinquant’anni.
- Ci buttiamo? Se non va pazienza, ma vale la pena per una così. Poi vinca il migliore fra noi.
I due, spesso in giro per lavoro avevano eletto gli alberghi come loro territorio di caccia. Decisero di agire, sfruttando il loro naturale carisma, favorito dalla simpatia tipica della loro città, Napoli. L'approccio fu fluido e naturale, il tono rilassato, tanto che presto si trovarono a dialogare con Giorgia al tavolo del ristorante, tra sorrisi e sguardi ammiccanti. Lei, si lasciò abbordare senza opporre resistenza: da tempo aspettavat l’occasione di concedersi una notte di trasgressione. All'inizio fu solo una provocazione di sguardi, ma ogni sorso di vino scalfiva quel sottile strato di residuale autocontrollo che teneva a freno le sue pulsioni scalpitanti. Gli sguardi si allungavano, i tocchi sotto il tavolo da casuali diventavano più audaci. In lei cresceva la determinazione di abbandonarsi, di sperimentare il brivido dell’ignoto. Si concesse al corteggiamento, civettando con una spudoratezza che non le apparteneva, ma che la poneva al centro della scena. Conversarono di tutto e di niente, spaziando con leggerezza tra argomenti banali. Si scherzò sul suo accento romagnolo – era di Cesena – e quel gioco leggero di parole divenne il preludio a conversazioni più scabrose, morbose dove il confine tra il lecito e il proibito veniva svaniva.
Il piedino nudo di Giorgia scivolò sotto il tavolo, trovando la mano di uno dei due uomini, che subito colse l'occasione per accarezzarlo con delicatezza, poi con più audacia. Lei, non si sottrasse alla sfida silenziosa; anzi, provocò, continuando a stuzzicare con movimenti lenti e calcolati della caviglia. Alla fine della cenetta, Giorgia si piegò verso i due uomini. Con un voce bassa: - Vi va di continuare in un posto più intimo? La mia camera è la 269.
Le sue parole erano un invito. Si allontanò con una sicurezza che solo una donna consapevole del proprio fascino può avere, i tacchi che risuonavano come un invito silenzioso. Gaetano e Gino si scambiarono uno sguardo complice.
In camera, Giorgia indossava solo una vestaglia di seta rosa, quando sentì bussare. Un brivido, una vertigine la percorse prima di aprire, sospesa tra eccitazione e quel filo di esitazione che solo il proibito sa suscitare. Quando i due entrarono, i loro occhi furono calamitati dal suo corpo morbido, velato dalla seta leggera. La tensione erotica era palpabile.
- Giorgia, sei splendida -, disse Gino, toccandola attraverso il serico tessuto.
La donna sorrise, le guance leggermente arrossate per un residuale pudore. Gino suggerì: - Togli la vestaglia, lentamente…magnifica troia -.
Giorgia trasalì, sorpresa dall’eccitazione che quell’insulto le provocava. Si alzò e con movimenti lenti, in un’atmosfera elettrica, fece scivolare la vestaglia, lasciandola cadere ai suoi piedi, si sfilò sensualmente slip e reggiseno. Il suo corpo nudo, - con le anse morbide, le mammelle procaci e soffici, il bruno vello pubico -, era una spettacolo di pura sensualità. Le mutandine finirono fra le mani di Gaetano, che le portò al viso, aspirandone l’aroma.
- Che figa! -, si lasciò sfuggire, ammirato, Gino.
Il corpo di Giorgia risuonava a ogni tocco, le mani degli uomini la percorrevano, spezzando ogni residua resistenza, rendendola consapevole di oltrepassare i confini del convenzionale. Si dissolsero vergogna e timore e la donna esclamò:
- Fate di me ciò che volete…-, e la sua bocca, concessa a baci appassionati, sanciva la sua resa ed era la caparra di una notte che si preannunciava bollente. Gaetano si inchinò, con delicatezza le aprì le natiche, rivelando una profondità calda e profumata, un mix avvolgente di femminilità e desiderio. Il suo volto si immerse in quel luogo sacro, che lo avvolse di un’umidità dolce e selvaggia che stimolava i sensi. I sospiri, ì mugolii che uscivano dalle labbra di Giorgia erano una sinfonia erotica.
- Oh, sì... continua così... sei meraviglioso... non fermarti -, ansimò lei, - adoro quando esplori anche lì… mio marito non l’ha mai fatto.
Un pensiero fugace di colpa per suo marito le attraversò la ma lo ricacciò subito. Gino si avvicinò, il suo membro eretto a pochi centimetri dal suo viso. Giorgia, dopo un attimo di esitazione, si chinò respirando la fragranza virile che la fece fremere; con un gesto deciso, accolse il membro tra le labbra, iniziando a succhiarlo lentamente, assaporando ogni centimetro. La sua lingua lo avvolgeva con delicatezza, esplorando la consistenza calda e liscia mentre il ritmo si faceva sempre più frenetico, alternando movimenti lenti a momenti più rapidi, gustando a pieno il piacere che ricavava da quel cazzo. Per lei, quella nuova esperienza con due maschi era al tempo stesso eccitante e coinvolgente, psicologicamente molto appagante. Mentre si abbandonava, Giorgia sentiva la mente leggera, persa, inebriata. Gino, soddisfatto di ciò che Giorgia stava offrendo, mormorò con ammirazione:
- Sei incredibile… nessuna mi ha mai fatto sentire così. Continua, sei brava; succhialo…
Gaetano, distaccando il volto dalla deliziosa pesca di carne di Giorgia: - Questo è solo l’assaggio, piccola libidinosa.
Giorgia, ribatté sfrontata:
- Lo spero. Voglio provare e farvi provare il massimo Sfruttate il mio corpo secondo le vostre voglie; il limite è imposto solo dalla vostra fantasia.
La tensione erotica nella stanza cresceva ancora. Giorgia si concesse completamente, dimenticando rimorsi, inibizioni, ruolo sociale, marito e figli. Quella notte era solo sua, dedicata alla scoperta dell’universo proibito dei suoi sensi.
Gino e Gaetano iniziarono a discutere animatamente su chi dovesse avere la precedenza nel chiavarla. Giorgia, con un sorriso radioso, li interruppe: — Non c'è bisogno di litigare. C’è spazio per entrambi e per tutto quello che volete sperimentare. Siete in due, due i posti…non devo spiegare io come fare. Un po’ d’iniziativa! Voglio divertirmi e liberarmi di ogni tabù. Fatemi volare.
Le sue parole spregiudicate tolsero il fiato ai due uomini. Quando Gino si spinse dentro di lei, impalandola con movimenti lenti ma decisi, il corpo di Giorgia s’incendiò, un’ondata le pervase ogni fibra. Le labbra di Gino scivolavano avidamente sul suo seno, mentre Gaetano si preparava a un passo, ancor più audace.
Con un gesto sicuro, Gaetano si posizionò dietro di lei, facendo scorrere il pene lungo la curva dei suoi glutei. L’attesa divenne spasmodica, e Giorgia trattenne il fiato quando lo sentì allargarle delicatamente le natiche, penetrarla dapprima con cautela, poi con potenza. Un strillo sfuggì dalle sue labbra, sorpresa dalla ruvidezza del contatto. Poi il piacere si impadronì di lei, insieme al brivido di perdere il controllo, integralmente dominata, riempita da ogni lato da quelle carni palpitanti, gustando voluttuosamente quel frutto proibito.
Le frasi oscene, i gemiti si fondevano, la donna madida di sudore, con voce roca li incitava, persa nel vortice della passione: - È incredibile… sento un vulcano dentro di me. Continuate, sfondatemi, venitemi dentro. Non vi fermate - Ogni colpo che riceveva, avvicinava Giorgia all’orlo dell’estasi.
Il ritmo divenne frenetico. Mentre in lei l’orgasmo già esplodeva traboccante, Gino e Gaetano, esausti ma soddisfatti, con un ultimo assalto, riempirono Giorgia del loro caldo seme, un attestato di possesso per una notte indimenticabile; i lenzuoli sgocciolati a testimonianza di quell’amplesso senza regole.
Stettero lì, consegnati a quel delizioso vissuto, le membra spossate dalla lussuriosa battaglia estenuante. Gino e Gaetano si scambiarono un’occhiata complice, contemplando le curve della loro preda, fieri di aver trascinato quella sofisticata bellezza romagnola nei loro giochi sconci, marchiandole a fuoco la pelle con il sigillo indelebile di una conquista memorabile.
Giorgia emozionata ripensava alla erotica esperienza in cui si era abbandonata senza riserve alla mercé di due sconosciuti, godendo nei panni di una smodata troia fino all’alba. Mentre si preparava a riprendere i suoi ruoli di moglie, madre e manager, era completamente appagata, priva di vergogna e rimorso per quella parentesi in cui si era comportata in modi che nessuno avrebbe mai ritenuto possibili. Era un’affermazione orgogliosa della sua essenza più profonda, che la portava a sfidare le convenzioni e a celebrare la propria sessualità.
- Hai visto quella?
- È da urlo. Sembra sola -. Gino esaminò Giorgia con attenzione: era una bellissima donna fra i quaranta e cinquant’anni.
- Ci buttiamo? Se non va pazienza, ma vale la pena per una così. Poi vinca il migliore fra noi.
I due, spesso in giro per lavoro avevano eletto gli alberghi come loro territorio di caccia. Decisero di agire, sfruttando il loro naturale carisma, favorito dalla simpatia tipica della loro città, Napoli. L'approccio fu fluido e naturale, il tono rilassato, tanto che presto si trovarono a dialogare con Giorgia al tavolo del ristorante, tra sorrisi e sguardi ammiccanti. Lei, si lasciò abbordare senza opporre resistenza: da tempo aspettavat l’occasione di concedersi una notte di trasgressione. All'inizio fu solo una provocazione di sguardi, ma ogni sorso di vino scalfiva quel sottile strato di residuale autocontrollo che teneva a freno le sue pulsioni scalpitanti. Gli sguardi si allungavano, i tocchi sotto il tavolo da casuali diventavano più audaci. In lei cresceva la determinazione di abbandonarsi, di sperimentare il brivido dell’ignoto. Si concesse al corteggiamento, civettando con una spudoratezza che non le apparteneva, ma che la poneva al centro della scena. Conversarono di tutto e di niente, spaziando con leggerezza tra argomenti banali. Si scherzò sul suo accento romagnolo – era di Cesena – e quel gioco leggero di parole divenne il preludio a conversazioni più scabrose, morbose dove il confine tra il lecito e il proibito veniva svaniva.
Il piedino nudo di Giorgia scivolò sotto il tavolo, trovando la mano di uno dei due uomini, che subito colse l'occasione per accarezzarlo con delicatezza, poi con più audacia. Lei, non si sottrasse alla sfida silenziosa; anzi, provocò, continuando a stuzzicare con movimenti lenti e calcolati della caviglia. Alla fine della cenetta, Giorgia si piegò verso i due uomini. Con un voce bassa: - Vi va di continuare in un posto più intimo? La mia camera è la 269.
Le sue parole erano un invito. Si allontanò con una sicurezza che solo una donna consapevole del proprio fascino può avere, i tacchi che risuonavano come un invito silenzioso. Gaetano e Gino si scambiarono uno sguardo complice.
In camera, Giorgia indossava solo una vestaglia di seta rosa, quando sentì bussare. Un brivido, una vertigine la percorse prima di aprire, sospesa tra eccitazione e quel filo di esitazione che solo il proibito sa suscitare. Quando i due entrarono, i loro occhi furono calamitati dal suo corpo morbido, velato dalla seta leggera. La tensione erotica era palpabile.
- Giorgia, sei splendida -, disse Gino, toccandola attraverso il serico tessuto.
La donna sorrise, le guance leggermente arrossate per un residuale pudore. Gino suggerì: - Togli la vestaglia, lentamente…magnifica troia -.
Giorgia trasalì, sorpresa dall’eccitazione che quell’insulto le provocava. Si alzò e con movimenti lenti, in un’atmosfera elettrica, fece scivolare la vestaglia, lasciandola cadere ai suoi piedi, si sfilò sensualmente slip e reggiseno. Il suo corpo nudo, - con le anse morbide, le mammelle procaci e soffici, il bruno vello pubico -, era una spettacolo di pura sensualità. Le mutandine finirono fra le mani di Gaetano, che le portò al viso, aspirandone l’aroma.
- Che figa! -, si lasciò sfuggire, ammirato, Gino.
Il corpo di Giorgia risuonava a ogni tocco, le mani degli uomini la percorrevano, spezzando ogni residua resistenza, rendendola consapevole di oltrepassare i confini del convenzionale. Si dissolsero vergogna e timore e la donna esclamò:
- Fate di me ciò che volete…-, e la sua bocca, concessa a baci appassionati, sanciva la sua resa ed era la caparra di una notte che si preannunciava bollente. Gaetano si inchinò, con delicatezza le aprì le natiche, rivelando una profondità calda e profumata, un mix avvolgente di femminilità e desiderio. Il suo volto si immerse in quel luogo sacro, che lo avvolse di un’umidità dolce e selvaggia che stimolava i sensi. I sospiri, ì mugolii che uscivano dalle labbra di Giorgia erano una sinfonia erotica.
- Oh, sì... continua così... sei meraviglioso... non fermarti -, ansimò lei, - adoro quando esplori anche lì… mio marito non l’ha mai fatto.
Un pensiero fugace di colpa per suo marito le attraversò la ma lo ricacciò subito. Gino si avvicinò, il suo membro eretto a pochi centimetri dal suo viso. Giorgia, dopo un attimo di esitazione, si chinò respirando la fragranza virile che la fece fremere; con un gesto deciso, accolse il membro tra le labbra, iniziando a succhiarlo lentamente, assaporando ogni centimetro. La sua lingua lo avvolgeva con delicatezza, esplorando la consistenza calda e liscia mentre il ritmo si faceva sempre più frenetico, alternando movimenti lenti a momenti più rapidi, gustando a pieno il piacere che ricavava da quel cazzo. Per lei, quella nuova esperienza con due maschi era al tempo stesso eccitante e coinvolgente, psicologicamente molto appagante. Mentre si abbandonava, Giorgia sentiva la mente leggera, persa, inebriata. Gino, soddisfatto di ciò che Giorgia stava offrendo, mormorò con ammirazione:
- Sei incredibile… nessuna mi ha mai fatto sentire così. Continua, sei brava; succhialo…
Gaetano, distaccando il volto dalla deliziosa pesca di carne di Giorgia: - Questo è solo l’assaggio, piccola libidinosa.
Giorgia, ribatté sfrontata:
- Lo spero. Voglio provare e farvi provare il massimo Sfruttate il mio corpo secondo le vostre voglie; il limite è imposto solo dalla vostra fantasia.
La tensione erotica nella stanza cresceva ancora. Giorgia si concesse completamente, dimenticando rimorsi, inibizioni, ruolo sociale, marito e figli. Quella notte era solo sua, dedicata alla scoperta dell’universo proibito dei suoi sensi.
Gino e Gaetano iniziarono a discutere animatamente su chi dovesse avere la precedenza nel chiavarla. Giorgia, con un sorriso radioso, li interruppe: — Non c'è bisogno di litigare. C’è spazio per entrambi e per tutto quello che volete sperimentare. Siete in due, due i posti…non devo spiegare io come fare. Un po’ d’iniziativa! Voglio divertirmi e liberarmi di ogni tabù. Fatemi volare.
Le sue parole spregiudicate tolsero il fiato ai due uomini. Quando Gino si spinse dentro di lei, impalandola con movimenti lenti ma decisi, il corpo di Giorgia s’incendiò, un’ondata le pervase ogni fibra. Le labbra di Gino scivolavano avidamente sul suo seno, mentre Gaetano si preparava a un passo, ancor più audace.
Con un gesto sicuro, Gaetano si posizionò dietro di lei, facendo scorrere il pene lungo la curva dei suoi glutei. L’attesa divenne spasmodica, e Giorgia trattenne il fiato quando lo sentì allargarle delicatamente le natiche, penetrarla dapprima con cautela, poi con potenza. Un strillo sfuggì dalle sue labbra, sorpresa dalla ruvidezza del contatto. Poi il piacere si impadronì di lei, insieme al brivido di perdere il controllo, integralmente dominata, riempita da ogni lato da quelle carni palpitanti, gustando voluttuosamente quel frutto proibito.
Le frasi oscene, i gemiti si fondevano, la donna madida di sudore, con voce roca li incitava, persa nel vortice della passione: - È incredibile… sento un vulcano dentro di me. Continuate, sfondatemi, venitemi dentro. Non vi fermate - Ogni colpo che riceveva, avvicinava Giorgia all’orlo dell’estasi.
Il ritmo divenne frenetico. Mentre in lei l’orgasmo già esplodeva traboccante, Gino e Gaetano, esausti ma soddisfatti, con un ultimo assalto, riempirono Giorgia del loro caldo seme, un attestato di possesso per una notte indimenticabile; i lenzuoli sgocciolati a testimonianza di quell’amplesso senza regole.
Stettero lì, consegnati a quel delizioso vissuto, le membra spossate dalla lussuriosa battaglia estenuante. Gino e Gaetano si scambiarono un’occhiata complice, contemplando le curve della loro preda, fieri di aver trascinato quella sofisticata bellezza romagnola nei loro giochi sconci, marchiandole a fuoco la pelle con il sigillo indelebile di una conquista memorabile.
Giorgia emozionata ripensava alla erotica esperienza in cui si era abbandonata senza riserve alla mercé di due sconosciuti, godendo nei panni di una smodata troia fino all’alba. Mentre si preparava a riprendere i suoi ruoli di moglie, madre e manager, era completamente appagata, priva di vergogna e rimorso per quella parentesi in cui si era comportata in modi che nessuno avrebbe mai ritenuto possibili. Era un’affermazione orgogliosa della sua essenza più profonda, che la portava a sfidare le convenzioni e a celebrare la propria sessualità.
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