Altrove
di
samas2
genere
tradimenti
Il silenzio dell’aurora, la solitudine. La baia si stendeva davanti agli occhi di Nick. Un cespuglio di oleandri in fiore, carico di petali rosa acceso, incorniciava il panorama. Il mare un immenso manto serico nel vento, continuamente pettinato da folate tese che ne scuotevano la superficie con movimenti rapidi e precisi mutandone le sfumature del colore. Le onde si rincorrevano, frangendosi in piccole creste bianche che brillavano al sole come fosforescenze effimere, apparendo e scomparendo in un istante. Bellezza imponente che sembrava volerlo attrarre, ma anche respingere, pacificante ma dolorosa. Lui, anche in questa circostanza, avrebbe voluto essere altrove, come sempre del resto.
Il gabbiano si aggirava con albagia fra i tavolini ancora deserti alla ricerca di qualcosa da mangiare. Con i suoi occhietti inquietanti dal rosso bordo orbitale, feroce velociraptor piumato, sembrava sfidarlo. Tra quei due non correva buon sangue. Nick teneva fra il pollice e l’indice il mozzicone di un sigaro. Perfidamente - odiava quella bestia - glielo lanciò contro e fece centro. Il laride volò via stridendo irosamente e manifestando la sua indignazione. Nick sghignazzò. Lavorava al bar del villaggio, dando una mano al proprietario, un amico che per quel periodo era in difficoltà col personale. Era l’occasione anche per una vacanza visto che ancora l’impegno, all’inizio della stagione, non era così pressante.
Nick si voltò appena in tempo per notare Ludovica al tavolino d’angolo. Indossava un abito leggero, quasi trasparente contro il sole del mattino, il suo viso splendeva incantevole. Lui finse di non guardarla, ma sapeva che era inutile. Lei l'aveva già catturato.
Nel compagnia di settantenni che la mattina facevano colazione un elemento estraneo al gruppo - la presenza di una bella cinquantenne - catturò l’attenzione di Nick come un punto focale in un quadro altrimenti scontato.
Il suo aspetto vibrante, la sicurezza con cui si muoveva, il sorriso che sembrava nascondere segreti e promesse, erano uno stimolo che Nick non poteva ignorare. Scoprire poi che Ludovica aveva sessant'anni, non cinquanta come aveva pensato, non fece diminuire di nulla il fascino che esercitava su di lui. Non era solo bellezza; era un magnetismo potente che lo attirava sempre di più. Si accorse che la studiava, cercando di decifrarne i gesti, i dettagli, come se ogni movimento, ogni parola potesse rivelare qualcosa di più profondo, di inaspettato. E con ogni sguardo, il desiderio cresceva, radicandosi nei suoi pensieri con forza pervasiva. Ludovica era una donna che portava i suoi anni con una grazia invidiabile, trasformando il tempo trascorso in un’arma di seduzione piuttosto che un fardello. I suoi lineamenti, ancora freschi e armoniosi, erano incorniciati da capelli castani lucenti, leggermente mossi, che cadevano sulle spalle con un'eleganza naturale. Il suo viso raccontava storie di vita vissuta, con occhi dolci e profondi, che rivelavano complicità e desiderio. Il suo sorriso disarmante, sapeva trasformarsi in un’arma letale di fascino.
Quella mattina Nick le portò il caffè in spiaggia; lei indossava un bikini rosso che esaltava con discrezione la morbidezza delle sue forme. I suoi seni, una generosa quarta misura, erano pienamente naturali e si muovevano con un ondeggiare soffice, quasi ipnotico. La loro rotondità sembrava raccontare di una sensualità consapevole, una bellezza naturale che non aveva bisogno di artifici. La pelle, leggermente dorata dal sole, era liscia e luminosa, con un accenno di pancia che, lungi dall’essere un difetto, aggiungeva un tocco di dolcezza alla sua figura. I fianchi arrotondati e le gambe proporzionate si concludevano in sottili caviglie e in piedi perfetti.
C’era qualcosa di irresistibilmente femminile in lei, un sex appeal che sfidava il tempo. Ludovica sapeva di essere desiderabile e non faceva nulla per nasconderlo. Anzi, il modo in cui si muoveva, come aggiustava il laccio del bikini o portava una mano ai capelli, era un invito velato, scatenava emozioni che nessuna donna più giovane avrebbe potuto eguagliare. Dietro quell’apparenza sicura, però, si celava un'insoddisfazione profonda, un desiderio irrisolto che la rendeva fragile e audace allo stesso tempo.
- Come mai tutta sola quest’oggi? Suo marito, i suoi amici? - Nick davanti a quella figura era bloccato come un pivello, ma si sentì di dir qualcosa.
Lei lo guardò con un’occhiata maliziosa. Nick era un uomo di poco più di trent’anni, con un fascino rude e virile. I capelli biondi, perennemente spettinati, incorniciavano un viso dominato da una barba folta che gli conferiva un’aria piacevolmente trasandata e vissuta. Il petto, irsuto e scolpito, faceva pensare a un uomo abituato al lavoro fisico o a lunghe giornate all’aperto, sotto il sole. I suoi occhi, chiari e profondi, avevano una sfumatura di incertezza che contrastava con il suo aspetto sicuro. Ludovica non poteva non essere lusingata dall’interesse di un uomo molto più giovane di lei.
- Sai - disse -, ho deciso di non andare alla gita con il resto del gruppo. Sarò sola tutto il giorno -. Era difficile pensare che quella non fosse una proposta. Il modo in cui le sue labbra si incurvavano in un sorriso appena percettibile, mentre lo fissava per un attimo con intensità, tradiva il suo pensiero, lanciava segnali.
Ludovica camminava, diretta verso il suo bungalow, lungo la spiaggia: i suoi passi leggeri sulla sabbia, con indosso un pareo che si adattava ai suoi fianchi, il movimento fluido e seducente della sua figura, incantavano. Quando finalmente il suo turno finì, il giovane non perse tempo. Si tolse il grembiule e si mosse deciso, il cuore che batteva forte. In pochi minuti era già davanti al bungalow di Ludovica, il suo corpo teso, il respiro più veloce. L'aria calda, immota del primo pomeriggio lo accarezzava mentre risuonava il suono secco delle nocche contro la porta, nel silenzio che avvolgeva il villaggio. La risposta che arrivò dall'interno del bungalow fece sobbalzare il suo cuore. La porta si aprì lentamente.
- Ti aspettavo..
Ludovica si abbandonò contro il letto, la pelle calda e vellutata che sembrava accogliere ogni gesto con una sensualità innata. Le sue forme procaci, il seno che si sollevava ad ogni respiro affannoso, e la morbidezza delle sue curve sembravano fatte per essere adorate. Lui, invece, era il completo opposto: un tipo con muscoli duri e definiti che si tendevano ad ogni movimento, a ogni affondo deciso. Le loro differenze si fondevano in una perfetta armonia: la delicatezza e la morbidezza di lei incontravano la densità di lui. Ogni tocco era una scintilla, ogni pressione un’esplosione di piacere. Ludovica sentiva quelle mani, potenti, muoversi sul suo corpo che si offriva senza riserve. Quando Nick si spinse dentro di lei, Ludovica emise un gemito profondo, una liberazione che riecheggiò nella stanza. Era un piacere che non provava da tempo, un desiderio dei sensi finalmente appagato. Ogni movimento di lui era deciso, intenso, ma gentile e attento, come se il suo obiettivo fosse di portarla oltre i confini consueti del piacere.
Le mani di Ludovica si aggrapparono ai muscoli tesi delle sue spalle, le unghie che lasciavano leggere tracce mentre il giovane affondava con forza, apprezzando quel corpo, sotto di lui, suo totalmente. La donna, sopraffatta, aderì a lui, il seno premuto contro il petto irsuto, la sua pelle percorsa da brividi intensi. Ma erano i suoi piedi a tradire la totale resa del suo corpo. In quel momento di travolgente intensità, le dita si piegavano e si allargavano spasmodicamente, come se cercassero di ancorarsi a qualcosa. Ogni spinta di Nick le faceva inarcare le piante, mentre i talloni scivolavano sul letto nel tentativo di assecondare i movimenti di lui.
- Di più… ancora…com’è duro! - ansimò Ludovica, la voce spezzata dal piacere.
Lui obbedì, aumentando il ritmo, spingendo oltre ogni limite, facendole vibrare il corpo, trasformando i suoi gemiti in urla di pura estasi. Ludovica stava godendo e il calore e la tensione, accumulati, esplodevano. Quando infine raggiunsero l’apice, le urla di Ludovica si fusero con il respiro affannoso di Nick, il corpo di lei si tendeva come un arco in un’ultima onda di piacere travolgente. Rimase lì, esausta, le sue mani che scivolavano dolcemente sulle spalle del giovane, ringraziandolo silenziosamente per averle dato ciò che desiderava, reclamando i suoi baci.
Ludovica era supina sul letto, rilassata con il giovane uomo accanto. Lo osservava adorante, gli passò una mano fra i capelli disordinati che gli incorniciavano il volto. Ma la donna non era ancora soddisfatta. Con lentezza sensuale, si sollevò, le mani che scivolavano lungo il petto e l'addome di Nick seguendo i contorni dei suoi muscoli tonici. Si chinò su di lui, i suoi capezzoli turgidi che gli sfioravano la pelle calda in una seducente, erotica carezza. Le sue labbra iniziarono un viaggio lento e provocante lungo quel corpo, tracciando una tiepida scia umida che lo fece sussultare. Quando raggiunse la sua intimità, Ludovica la accolse in bocca, con movimenti esperti. Ogni atto delle sue labbra, ogni carezza della sua lingua era la caparra di piaceri ancora più intensi. Lui le afferrò i capelli, incapace di contenere i mugolii che gli sfuggivano dalle labbra.
Ludovica si divertiva, assaporando l’eccitazione di Nick, la sua potenza che riemergeva. Lo portò al limite, poi si fermò, osservandolo soddisfatta mentre lui la guardava con un misto di adorazione e desiderio.
Quando fu pronto, si stese accanto a lui, prendendogli la mano e guidandola con delicatezza lungo il suo corpo. - Vorrei altro - mormorò, il viso arrossato e gli occhi ardenti. Si girò lentamente, offrendosi a lui con una naturalezza che la faceva sembrare ancora più irresistibile.
- È il mio tesoro esclusivo - disse con un tono provocante, - ma adesso è tuo.
Lui rimase immobile per un istante, eccitato dalla scena e dalla fiducia che lei gli stava concedendo. Poi si mosse con attenzione, Ludovica lo sentì muoversi dietro di lei, le mani che la percorrevano e si stringevano attorno alla carne soffice. Con lentezza studiata, lui si abbassò, aprendo delicatamente i glutei di lei con le mani forti, esponendo il suo anfratto più recondito. Ludovica trattenne il fiato, sentendo la lingua di lui esplorare quel punto illecito. Era una sensazione intensa, sconvolgente, che la fece ansimare forte, incurante di ogni remora. Quando finalmente la prese, lei emise un guaito, un suono che parlava di un piacere sublime impastato di sofferenza.
Dopo l'amore, Nick rimase prigioniero tra le cosce di seta di Ludovica, il viso affondato ora contro le soffici rotondità delle mammelle, ora a deliziarsi del miele stille della figa.
- Abbiamo ancora tempo, rimani ancora qui Nick, per favore.
L’aria intorno a loro era intrisa di un profumo caldo e intenso, un misto di pelle, sudore e sesso che li avvolgeva come una coperta invisibile. Lui voleva imprimere nella sua mente ogni sfumatura di quel momento. Era il calore, il respiro profondo del corpo, l’essenza primitiva di Ludovica che emergevano nel desiderio appena consumato, mentre il battito del cuore le si quietava poco a poco.
Le membra di Ludovica che lo stringevano con dolcezza ma senza via di fuga - una prigione deliziosa che non avrebbe mai voluto abbandonare -, lo trattenevano lì. Era come se il mondo esterno avesse cessato di esistere. Con il viso premuto contro quella morbidezza profumata, Nick chiuse gli occhi, sentendosi beatamente assorbito completamente da lei. Il consueto bisogno di essere altrove svanì, dissolto nella squisitezza di quell’abbraccio, nell’energia ancora palpitante tra loro. In quel momento, Nick non desiderava altro che rimanere lì, intrappolato nel paradiso di Ludovica, come un naufrago che ha trovato la sua isola.
Il gabbiano si aggirava con albagia fra i tavolini ancora deserti alla ricerca di qualcosa da mangiare. Con i suoi occhietti inquietanti dal rosso bordo orbitale, feroce velociraptor piumato, sembrava sfidarlo. Tra quei due non correva buon sangue. Nick teneva fra il pollice e l’indice il mozzicone di un sigaro. Perfidamente - odiava quella bestia - glielo lanciò contro e fece centro. Il laride volò via stridendo irosamente e manifestando la sua indignazione. Nick sghignazzò. Lavorava al bar del villaggio, dando una mano al proprietario, un amico che per quel periodo era in difficoltà col personale. Era l’occasione anche per una vacanza visto che ancora l’impegno, all’inizio della stagione, non era così pressante.
Nick si voltò appena in tempo per notare Ludovica al tavolino d’angolo. Indossava un abito leggero, quasi trasparente contro il sole del mattino, il suo viso splendeva incantevole. Lui finse di non guardarla, ma sapeva che era inutile. Lei l'aveva già catturato.
Nel compagnia di settantenni che la mattina facevano colazione un elemento estraneo al gruppo - la presenza di una bella cinquantenne - catturò l’attenzione di Nick come un punto focale in un quadro altrimenti scontato.
Il suo aspetto vibrante, la sicurezza con cui si muoveva, il sorriso che sembrava nascondere segreti e promesse, erano uno stimolo che Nick non poteva ignorare. Scoprire poi che Ludovica aveva sessant'anni, non cinquanta come aveva pensato, non fece diminuire di nulla il fascino che esercitava su di lui. Non era solo bellezza; era un magnetismo potente che lo attirava sempre di più. Si accorse che la studiava, cercando di decifrarne i gesti, i dettagli, come se ogni movimento, ogni parola potesse rivelare qualcosa di più profondo, di inaspettato. E con ogni sguardo, il desiderio cresceva, radicandosi nei suoi pensieri con forza pervasiva. Ludovica era una donna che portava i suoi anni con una grazia invidiabile, trasformando il tempo trascorso in un’arma di seduzione piuttosto che un fardello. I suoi lineamenti, ancora freschi e armoniosi, erano incorniciati da capelli castani lucenti, leggermente mossi, che cadevano sulle spalle con un'eleganza naturale. Il suo viso raccontava storie di vita vissuta, con occhi dolci e profondi, che rivelavano complicità e desiderio. Il suo sorriso disarmante, sapeva trasformarsi in un’arma letale di fascino.
Quella mattina Nick le portò il caffè in spiaggia; lei indossava un bikini rosso che esaltava con discrezione la morbidezza delle sue forme. I suoi seni, una generosa quarta misura, erano pienamente naturali e si muovevano con un ondeggiare soffice, quasi ipnotico. La loro rotondità sembrava raccontare di una sensualità consapevole, una bellezza naturale che non aveva bisogno di artifici. La pelle, leggermente dorata dal sole, era liscia e luminosa, con un accenno di pancia che, lungi dall’essere un difetto, aggiungeva un tocco di dolcezza alla sua figura. I fianchi arrotondati e le gambe proporzionate si concludevano in sottili caviglie e in piedi perfetti.
C’era qualcosa di irresistibilmente femminile in lei, un sex appeal che sfidava il tempo. Ludovica sapeva di essere desiderabile e non faceva nulla per nasconderlo. Anzi, il modo in cui si muoveva, come aggiustava il laccio del bikini o portava una mano ai capelli, era un invito velato, scatenava emozioni che nessuna donna più giovane avrebbe potuto eguagliare. Dietro quell’apparenza sicura, però, si celava un'insoddisfazione profonda, un desiderio irrisolto che la rendeva fragile e audace allo stesso tempo.
- Come mai tutta sola quest’oggi? Suo marito, i suoi amici? - Nick davanti a quella figura era bloccato come un pivello, ma si sentì di dir qualcosa.
Lei lo guardò con un’occhiata maliziosa. Nick era un uomo di poco più di trent’anni, con un fascino rude e virile. I capelli biondi, perennemente spettinati, incorniciavano un viso dominato da una barba folta che gli conferiva un’aria piacevolmente trasandata e vissuta. Il petto, irsuto e scolpito, faceva pensare a un uomo abituato al lavoro fisico o a lunghe giornate all’aperto, sotto il sole. I suoi occhi, chiari e profondi, avevano una sfumatura di incertezza che contrastava con il suo aspetto sicuro. Ludovica non poteva non essere lusingata dall’interesse di un uomo molto più giovane di lei.
- Sai - disse -, ho deciso di non andare alla gita con il resto del gruppo. Sarò sola tutto il giorno -. Era difficile pensare che quella non fosse una proposta. Il modo in cui le sue labbra si incurvavano in un sorriso appena percettibile, mentre lo fissava per un attimo con intensità, tradiva il suo pensiero, lanciava segnali.
Ludovica camminava, diretta verso il suo bungalow, lungo la spiaggia: i suoi passi leggeri sulla sabbia, con indosso un pareo che si adattava ai suoi fianchi, il movimento fluido e seducente della sua figura, incantavano. Quando finalmente il suo turno finì, il giovane non perse tempo. Si tolse il grembiule e si mosse deciso, il cuore che batteva forte. In pochi minuti era già davanti al bungalow di Ludovica, il suo corpo teso, il respiro più veloce. L'aria calda, immota del primo pomeriggio lo accarezzava mentre risuonava il suono secco delle nocche contro la porta, nel silenzio che avvolgeva il villaggio. La risposta che arrivò dall'interno del bungalow fece sobbalzare il suo cuore. La porta si aprì lentamente.
- Ti aspettavo..
Ludovica si abbandonò contro il letto, la pelle calda e vellutata che sembrava accogliere ogni gesto con una sensualità innata. Le sue forme procaci, il seno che si sollevava ad ogni respiro affannoso, e la morbidezza delle sue curve sembravano fatte per essere adorate. Lui, invece, era il completo opposto: un tipo con muscoli duri e definiti che si tendevano ad ogni movimento, a ogni affondo deciso. Le loro differenze si fondevano in una perfetta armonia: la delicatezza e la morbidezza di lei incontravano la densità di lui. Ogni tocco era una scintilla, ogni pressione un’esplosione di piacere. Ludovica sentiva quelle mani, potenti, muoversi sul suo corpo che si offriva senza riserve. Quando Nick si spinse dentro di lei, Ludovica emise un gemito profondo, una liberazione che riecheggiò nella stanza. Era un piacere che non provava da tempo, un desiderio dei sensi finalmente appagato. Ogni movimento di lui era deciso, intenso, ma gentile e attento, come se il suo obiettivo fosse di portarla oltre i confini consueti del piacere.
Le mani di Ludovica si aggrapparono ai muscoli tesi delle sue spalle, le unghie che lasciavano leggere tracce mentre il giovane affondava con forza, apprezzando quel corpo, sotto di lui, suo totalmente. La donna, sopraffatta, aderì a lui, il seno premuto contro il petto irsuto, la sua pelle percorsa da brividi intensi. Ma erano i suoi piedi a tradire la totale resa del suo corpo. In quel momento di travolgente intensità, le dita si piegavano e si allargavano spasmodicamente, come se cercassero di ancorarsi a qualcosa. Ogni spinta di Nick le faceva inarcare le piante, mentre i talloni scivolavano sul letto nel tentativo di assecondare i movimenti di lui.
- Di più… ancora…com’è duro! - ansimò Ludovica, la voce spezzata dal piacere.
Lui obbedì, aumentando il ritmo, spingendo oltre ogni limite, facendole vibrare il corpo, trasformando i suoi gemiti in urla di pura estasi. Ludovica stava godendo e il calore e la tensione, accumulati, esplodevano. Quando infine raggiunsero l’apice, le urla di Ludovica si fusero con il respiro affannoso di Nick, il corpo di lei si tendeva come un arco in un’ultima onda di piacere travolgente. Rimase lì, esausta, le sue mani che scivolavano dolcemente sulle spalle del giovane, ringraziandolo silenziosamente per averle dato ciò che desiderava, reclamando i suoi baci.
Ludovica era supina sul letto, rilassata con il giovane uomo accanto. Lo osservava adorante, gli passò una mano fra i capelli disordinati che gli incorniciavano il volto. Ma la donna non era ancora soddisfatta. Con lentezza sensuale, si sollevò, le mani che scivolavano lungo il petto e l'addome di Nick seguendo i contorni dei suoi muscoli tonici. Si chinò su di lui, i suoi capezzoli turgidi che gli sfioravano la pelle calda in una seducente, erotica carezza. Le sue labbra iniziarono un viaggio lento e provocante lungo quel corpo, tracciando una tiepida scia umida che lo fece sussultare. Quando raggiunse la sua intimità, Ludovica la accolse in bocca, con movimenti esperti. Ogni atto delle sue labbra, ogni carezza della sua lingua era la caparra di piaceri ancora più intensi. Lui le afferrò i capelli, incapace di contenere i mugolii che gli sfuggivano dalle labbra.
Ludovica si divertiva, assaporando l’eccitazione di Nick, la sua potenza che riemergeva. Lo portò al limite, poi si fermò, osservandolo soddisfatta mentre lui la guardava con un misto di adorazione e desiderio.
Quando fu pronto, si stese accanto a lui, prendendogli la mano e guidandola con delicatezza lungo il suo corpo. - Vorrei altro - mormorò, il viso arrossato e gli occhi ardenti. Si girò lentamente, offrendosi a lui con una naturalezza che la faceva sembrare ancora più irresistibile.
- È il mio tesoro esclusivo - disse con un tono provocante, - ma adesso è tuo.
Lui rimase immobile per un istante, eccitato dalla scena e dalla fiducia che lei gli stava concedendo. Poi si mosse con attenzione, Ludovica lo sentì muoversi dietro di lei, le mani che la percorrevano e si stringevano attorno alla carne soffice. Con lentezza studiata, lui si abbassò, aprendo delicatamente i glutei di lei con le mani forti, esponendo il suo anfratto più recondito. Ludovica trattenne il fiato, sentendo la lingua di lui esplorare quel punto illecito. Era una sensazione intensa, sconvolgente, che la fece ansimare forte, incurante di ogni remora. Quando finalmente la prese, lei emise un guaito, un suono che parlava di un piacere sublime impastato di sofferenza.
Dopo l'amore, Nick rimase prigioniero tra le cosce di seta di Ludovica, il viso affondato ora contro le soffici rotondità delle mammelle, ora a deliziarsi del miele stille della figa.
- Abbiamo ancora tempo, rimani ancora qui Nick, per favore.
L’aria intorno a loro era intrisa di un profumo caldo e intenso, un misto di pelle, sudore e sesso che li avvolgeva come una coperta invisibile. Lui voleva imprimere nella sua mente ogni sfumatura di quel momento. Era il calore, il respiro profondo del corpo, l’essenza primitiva di Ludovica che emergevano nel desiderio appena consumato, mentre il battito del cuore le si quietava poco a poco.
Le membra di Ludovica che lo stringevano con dolcezza ma senza via di fuga - una prigione deliziosa che non avrebbe mai voluto abbandonare -, lo trattenevano lì. Era come se il mondo esterno avesse cessato di esistere. Con il viso premuto contro quella morbidezza profumata, Nick chiuse gli occhi, sentendosi beatamente assorbito completamente da lei. Il consueto bisogno di essere altrove svanì, dissolto nella squisitezza di quell’abbraccio, nell’energia ancora palpitante tra loro. In quel momento, Nick non desiderava altro che rimanere lì, intrappolato nel paradiso di Ludovica, come un naufrago che ha trovato la sua isola.
1
3
4
voti
voti
valutazione
6.3
6.3
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Il collezionista
Commenti dei lettori al racconto erotico