Sporca di piacere
di
rotor2
genere
tradimenti
Era una serata dolce, tiepida per la brezza. La terrazza del bar sul lungomare risuonava di voci e risate. Priscilla, con il calice tra le mani, sorrideva distrattamente mentre Giulia e Laura chiacchieravano animatamente. Loro erano le più disinibite del gruppo, sempre pronte a raccontare avventure che Priscilla ascoltava con un misto di curiosità e forse di invidia. Quel week end fra amiche Priscilla l’aveva voluto fortemente come occasione di evasione, ma non riusciva proprio a lasciarsi andare.
- Abbiamo organizzato una serata interessante -, annunciò Laura, con un sorriso carico di malizia. - Alcuni tipi conosciuti online passeranno a prenderci. Vuoi unirti per una serata divertente? Lascia da parte le tue regole per una volta e lascia spazio ai tuoi desideri che ti ostini a reprimere.
Priscilla scosse la testa, un sorriso indulgente sulle labbra. - No, ragazze, stasera passo. Sapete che queste cose non fanno per me.
Le due amiche risero, alzandosi per andare via. - Bacchettona come sempre -, scherzò Giulia, lanciandole un’occhiata complice prima di sparire tra la folla.
Rimasta sola, Priscilla fissò il mare scuro che rifletteva le luci del locale. Dentro di sé qualcosa si agitava, si ribellava. Era stanca di essere perfetta, di seguire le regole. Voleva sentirsi libera, non fare sempre quello che tutti si aspettavano da lei.
Tornata in albergo, si osservò allo specchio. Indossò un abito leggero, con spalline sottili che lasciavano intravedere le spalle, e un paio di décolleté. Il cuore le batteva forte mentre si dirigeva verso un locale affollato, un luogo dove poteva perdersi nell'anonimato.
Alf era seduto a un tavolo, il volto illuminato dal bagliore del suo smartphone. Quando sollevò lo sguardo, fu catturato da un dettaglio: un paio di piedi femminili, eleganti, calzati in scarpe che lasciavano intravedere appena la curva delicata delle dita e dell’arco plantare. C’era qualcosa di irresistibile in quella visione, un invito silenzioso che lo irretiva. Priscilla si sedette al bancone, ordinando qualcosa. Sentiva gli occhi di Alf su di lei e decise di assecondare il gioco. Accavallò le gambe, lasciando che una décolleté scivolasse appena, scoprendo un lembo di pelle nuda.
Non passò molto prima che Alf si avvicinasse. - Ehi, bellezza, vedo che sei sola, cerchi compagnia -? disse sfrontato. - Non capita tutti i giorni di vedere una figa come te da queste parti.
Priscilla lo scrutò con attenzione, il cuore che accelerava. - Una figa come me -? ripeté, ironica e provocante.
Alf rise, il tono diretto e senza filtri. - Scommetto che sei già bagnata - sussurrò, accostandosi a lei.
Priscilla trattenne il fiato per un istante, colpita da quell’approccio non certo raffinato, ma poi sorrise, inclinando la testa. - Vorresti verificarlo -? rispose, la voce morbida come velluto.
L'appartamento di Alf era piccolo, essenziale. Lui la baciò con foga, le mani che esploravano il suo corpo come se volessero carpirne ogni dettaglio.
Alf si chinò sui deliziosi piedi di Priscilla, baciandoli con una lentezza quasi rituale, come se fossero un oggetto di culto. Lei sorrise, sorpresa e divertita dalla sua devozione. - Ti piacciono davvero, me me ero accorta, sai-, sussurrò, la voce rotta dal piacere.
Da quel momento, i loro corpi si intrecciarono in una danza frenetica e appassionata. Priscilla si lasciò finalmente andare completamente, il piacere la travolgeva come un'onda, esaltante.
Mentre Alf si muoveva dentro di lei con una forza inarrestabile, non era solo il suo corpo a rispondere, ma anche la sua mente. Sentirsi usata, oggetto della voglia brutale di conquista di Alf, la portava a un’euforia che non aveva mai conosciuto. Supina a quel potere maschile, si spogliava di ogni inibizione con una gioia quasi selvaggia.
- Oh mio Dio…oooohhh -! gridò, quasi singhiozzando, mentre lo sentiva riempirla completamente.
Priscilla urlava sotto di lui, e Alf la incitava senza pietà. - Urla, sì! Voglio che tutto il palazzo sappia che sei una troia che gode sotto di me!
- Così…grosso…bello… non riesco a crederci. Mi spacchi in due!
- Ti piace, eh -? sussurrò fiero. - Dimmi che non ne hai mai abbastanza del mio cazzo.
Priscilla annuì freneticamente, i capelli scompigliati che le cadevano sul viso, il corpo che tremava sotto quella presa. - Non mi basta…ne voglio ancora -! gridò. - Mi fai impazzire… sei un drago! Nessuno mi ha mai riempito così. Sì… scopami - ansimò, voltando appena il capo per guardarlo con occhi pieni di desiderio. - Sono… sì…sono la tua puttana, la tua troia, prenditi tutto quello che vuoi …. - sussurrò arrendevole.
Quando il suo primo orgasmo la travolse, fu come un’esplosione, ma Alf non si fermò. Continuò a spingerla, a sfidarla, portandola sempre a vette di piacere straordinarie per un orgasmo a cui seguiva un altro ogni volta più intenso, più devastante.
Al culmine, Priscilla si sentì completamente appagata. Esisteva solo il puro godimento fisico svincolato da qualsiasi corrispondenza affettiva.
- Hai un culo stupendo, Priscilla.
Lei arrossì, il calore che le salì al viso tradì il suo imbarazzo, ma non la fermò. Si morse il labbro, senza riuscire a staccare gli occhi dai suoi.
Lui si avvicinò di più, le mani che scivolavano lentamente lungo i suoi fianchi, fermandosi sul fondo schiena.
- Lo vorresti -? Gli domandò, con un sorriso caldo e sfidante.
- Sarebbe la degna conclusione.
Priscilla inspirò profondamente, sentendo la tensione crescere nel petto. Non c'era esitazione nei suoi occhi quando finalmente rispose con un tono che vibrava di anticipazione:
- È tuo.
Entrando in lei con forza, Alfio ringhiò, stringendo i suoi fianchi. - Il tuo culo è più stretto di una figa vergine… ma non ti fermerò finché non ti avrò aperta per bene -, le disse, aumentando il ritmo.
Priscilla, travolta dal momento, gustava ogni istante con una consapevolezza nuova . Le pareti delle sue viscere cedevano a quell’invasione prepotente che generava una sensazione dolorosa e piacevole a un tempo.
Un misto di paura e bramosia la attraversava, il suo corpo sudato percorso da un fremito che iniziava dalla base della schiena e si propagava fino al ventre. La sua mente incapace di razionalizzare, di capire, fluttuava in un senso di abbandono assoluto e beato.
Quando il loro desiderio raggiunse l'apice, Priscilla si sentì trasformata: in quella notte, aveva riscoperto se stessa, abbandonandosi alle sue pulsioni a lungo represse; era travolta da una sensazione che oscillava tra l'euforia e l'incredulità. Ogni gesto, ogni parola sconcia che fuoriusciva dalle labbra dell'uomo la facevano sentire catapultata in un universo parallelo, dove non esistevano le regole che avevano sempre definito la sua vita. La trasgressione era un brivido, alimentato dall’idea di quanto lei fosse lontana in quel momento dall’immagine che gli altri avevano di lei.
Si divertiva a immaginare le reazioni delle sue amiche, quelle che la vedevano come la donna discreta e composta, mai fuori dalle righe. Cosa avrebbero detto vedendola inginocchiata, scomposta, con ogni inibizione dissolta, in totale balia di quel tipo volgare? Oppure i colleghi, con cui condivideva interminabili riunioni e formalità: avrebbero sghignazzato increduli ed eccitati. E poi c’era suo marito. Il pensiero di lui la colpì con forza, non come rimorso, ma come un altro tassello della sua eccitazione. La sensazione del seme sulla sua pelle la faceva rabbrividire di una strana soddisfazione. Era come se ogni goccia fosse un marchio indelebile, una prova tangibile della sua resa totale, il gusto di essere stata spogliata non solo dei vestiti, ma di ogni difesa, di ogni maschera che si era applicata.
- Sì…insudiciami tutta - ansimò, voltando appena il capo per guardarlo con occhi pieni di voluttà. Il liquido caldo, vischioso, spruzzatole addosso, le scivolava copioso lungo la schiena, tra le curve del corpo e Priscilla si sentiva sporca, sì, ma di una sporcizia che esaltava il suo lato oscuro, licenzioso e lascivo.
Alf recuperò il suo seme con le dita e lo portò alla bocca di Priscilla. - Brava… assaggia…così ..- ordinò.
Priscilla lo guardò con occhi pieni di sottomessa adorazione, aprendo la bocca per accogliere ciò che lui le offriva, succhiò quelle dita gocciolanti di sperma. Era esaltante essere usata, trattata da troia: ingoiò ogni goccia, ubbidiente .
- Abbiamo organizzato una serata interessante -, annunciò Laura, con un sorriso carico di malizia. - Alcuni tipi conosciuti online passeranno a prenderci. Vuoi unirti per una serata divertente? Lascia da parte le tue regole per una volta e lascia spazio ai tuoi desideri che ti ostini a reprimere.
Priscilla scosse la testa, un sorriso indulgente sulle labbra. - No, ragazze, stasera passo. Sapete che queste cose non fanno per me.
Le due amiche risero, alzandosi per andare via. - Bacchettona come sempre -, scherzò Giulia, lanciandole un’occhiata complice prima di sparire tra la folla.
Rimasta sola, Priscilla fissò il mare scuro che rifletteva le luci del locale. Dentro di sé qualcosa si agitava, si ribellava. Era stanca di essere perfetta, di seguire le regole. Voleva sentirsi libera, non fare sempre quello che tutti si aspettavano da lei.
Tornata in albergo, si osservò allo specchio. Indossò un abito leggero, con spalline sottili che lasciavano intravedere le spalle, e un paio di décolleté. Il cuore le batteva forte mentre si dirigeva verso un locale affollato, un luogo dove poteva perdersi nell'anonimato.
Alf era seduto a un tavolo, il volto illuminato dal bagliore del suo smartphone. Quando sollevò lo sguardo, fu catturato da un dettaglio: un paio di piedi femminili, eleganti, calzati in scarpe che lasciavano intravedere appena la curva delicata delle dita e dell’arco plantare. C’era qualcosa di irresistibile in quella visione, un invito silenzioso che lo irretiva. Priscilla si sedette al bancone, ordinando qualcosa. Sentiva gli occhi di Alf su di lei e decise di assecondare il gioco. Accavallò le gambe, lasciando che una décolleté scivolasse appena, scoprendo un lembo di pelle nuda.
Non passò molto prima che Alf si avvicinasse. - Ehi, bellezza, vedo che sei sola, cerchi compagnia -? disse sfrontato. - Non capita tutti i giorni di vedere una figa come te da queste parti.
Priscilla lo scrutò con attenzione, il cuore che accelerava. - Una figa come me -? ripeté, ironica e provocante.
Alf rise, il tono diretto e senza filtri. - Scommetto che sei già bagnata - sussurrò, accostandosi a lei.
Priscilla trattenne il fiato per un istante, colpita da quell’approccio non certo raffinato, ma poi sorrise, inclinando la testa. - Vorresti verificarlo -? rispose, la voce morbida come velluto.
L'appartamento di Alf era piccolo, essenziale. Lui la baciò con foga, le mani che esploravano il suo corpo come se volessero carpirne ogni dettaglio.
Alf si chinò sui deliziosi piedi di Priscilla, baciandoli con una lentezza quasi rituale, come se fossero un oggetto di culto. Lei sorrise, sorpresa e divertita dalla sua devozione. - Ti piacciono davvero, me me ero accorta, sai-, sussurrò, la voce rotta dal piacere.
Da quel momento, i loro corpi si intrecciarono in una danza frenetica e appassionata. Priscilla si lasciò finalmente andare completamente, il piacere la travolgeva come un'onda, esaltante.
Mentre Alf si muoveva dentro di lei con una forza inarrestabile, non era solo il suo corpo a rispondere, ma anche la sua mente. Sentirsi usata, oggetto della voglia brutale di conquista di Alf, la portava a un’euforia che non aveva mai conosciuto. Supina a quel potere maschile, si spogliava di ogni inibizione con una gioia quasi selvaggia.
- Oh mio Dio…oooohhh -! gridò, quasi singhiozzando, mentre lo sentiva riempirla completamente.
Priscilla urlava sotto di lui, e Alf la incitava senza pietà. - Urla, sì! Voglio che tutto il palazzo sappia che sei una troia che gode sotto di me!
- Così…grosso…bello… non riesco a crederci. Mi spacchi in due!
- Ti piace, eh -? sussurrò fiero. - Dimmi che non ne hai mai abbastanza del mio cazzo.
Priscilla annuì freneticamente, i capelli scompigliati che le cadevano sul viso, il corpo che tremava sotto quella presa. - Non mi basta…ne voglio ancora -! gridò. - Mi fai impazzire… sei un drago! Nessuno mi ha mai riempito così. Sì… scopami - ansimò, voltando appena il capo per guardarlo con occhi pieni di desiderio. - Sono… sì…sono la tua puttana, la tua troia, prenditi tutto quello che vuoi …. - sussurrò arrendevole.
Quando il suo primo orgasmo la travolse, fu come un’esplosione, ma Alf non si fermò. Continuò a spingerla, a sfidarla, portandola sempre a vette di piacere straordinarie per un orgasmo a cui seguiva un altro ogni volta più intenso, più devastante.
Al culmine, Priscilla si sentì completamente appagata. Esisteva solo il puro godimento fisico svincolato da qualsiasi corrispondenza affettiva.
- Hai un culo stupendo, Priscilla.
Lei arrossì, il calore che le salì al viso tradì il suo imbarazzo, ma non la fermò. Si morse il labbro, senza riuscire a staccare gli occhi dai suoi.
Lui si avvicinò di più, le mani che scivolavano lentamente lungo i suoi fianchi, fermandosi sul fondo schiena.
- Lo vorresti -? Gli domandò, con un sorriso caldo e sfidante.
- Sarebbe la degna conclusione.
Priscilla inspirò profondamente, sentendo la tensione crescere nel petto. Non c'era esitazione nei suoi occhi quando finalmente rispose con un tono che vibrava di anticipazione:
- È tuo.
Entrando in lei con forza, Alfio ringhiò, stringendo i suoi fianchi. - Il tuo culo è più stretto di una figa vergine… ma non ti fermerò finché non ti avrò aperta per bene -, le disse, aumentando il ritmo.
Priscilla, travolta dal momento, gustava ogni istante con una consapevolezza nuova . Le pareti delle sue viscere cedevano a quell’invasione prepotente che generava una sensazione dolorosa e piacevole a un tempo.
Un misto di paura e bramosia la attraversava, il suo corpo sudato percorso da un fremito che iniziava dalla base della schiena e si propagava fino al ventre. La sua mente incapace di razionalizzare, di capire, fluttuava in un senso di abbandono assoluto e beato.
Quando il loro desiderio raggiunse l'apice, Priscilla si sentì trasformata: in quella notte, aveva riscoperto se stessa, abbandonandosi alle sue pulsioni a lungo represse; era travolta da una sensazione che oscillava tra l'euforia e l'incredulità. Ogni gesto, ogni parola sconcia che fuoriusciva dalle labbra dell'uomo la facevano sentire catapultata in un universo parallelo, dove non esistevano le regole che avevano sempre definito la sua vita. La trasgressione era un brivido, alimentato dall’idea di quanto lei fosse lontana in quel momento dall’immagine che gli altri avevano di lei.
Si divertiva a immaginare le reazioni delle sue amiche, quelle che la vedevano come la donna discreta e composta, mai fuori dalle righe. Cosa avrebbero detto vedendola inginocchiata, scomposta, con ogni inibizione dissolta, in totale balia di quel tipo volgare? Oppure i colleghi, con cui condivideva interminabili riunioni e formalità: avrebbero sghignazzato increduli ed eccitati. E poi c’era suo marito. Il pensiero di lui la colpì con forza, non come rimorso, ma come un altro tassello della sua eccitazione. La sensazione del seme sulla sua pelle la faceva rabbrividire di una strana soddisfazione. Era come se ogni goccia fosse un marchio indelebile, una prova tangibile della sua resa totale, il gusto di essere stata spogliata non solo dei vestiti, ma di ogni difesa, di ogni maschera che si era applicata.
- Sì…insudiciami tutta - ansimò, voltando appena il capo per guardarlo con occhi pieni di voluttà. Il liquido caldo, vischioso, spruzzatole addosso, le scivolava copioso lungo la schiena, tra le curve del corpo e Priscilla si sentiva sporca, sì, ma di una sporcizia che esaltava il suo lato oscuro, licenzioso e lascivo.
Alf recuperò il suo seme con le dita e lo portò alla bocca di Priscilla. - Brava… assaggia…così ..- ordinò.
Priscilla lo guardò con occhi pieni di sottomessa adorazione, aprendo la bocca per accogliere ciò che lui le offriva, succhiò quelle dita gocciolanti di sperma. Era esaltante essere usata, trattata da troia: ingoiò ogni goccia, ubbidiente .
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