A cena da Fanny
di
laprimularossa2025
genere
dominazione
A CENA DA FANNY
Silvia aveva accettato un invito a cena da Fanny, più che una cena era un party nel suo lussuoso attico con vista sulla città, dove avrebbe potuto fare nuovi incontri, utili per la sua professione e magari per nuove relazioni.
Si preparò controvoglia, viveva un periodo dove era la sua immaginazione a darle le occasioni per trovare da sola, soddisfazione, aiutata dalle sue mani e da ciò che attorno poteva sorprenderla eccitarla e incuriosirla.
Fece una lunga doccia amava chiudere gli occhi e rimanere a pensare e a programmare le sue giornate mentre l’acqua le scorreva addosso.
Uscì dalla doccia e si guardò a lungo allo specchio mentre asciugava la folta chioma castana che arrivava alle spalle. Amava piacersi e cercava approvazione: la sua.
Doveva decidere come vestirsi e i primi caldi e la serata le suggerivano di osare ed iniziare a mostrare la sua pelle bianchissima scelse un vestito corto con scollo a barchetta, maniche corte e fondo a godet, colore borgogna.
Sneakers basse in pelle non aveva voglia di indossare tacchi vistosi dovendosi muovere in metro e camminare. Capelli tirati indietro e legati, occhiali scuri.
Durante il tragitto per raggiungere la metro si sentiva osservata e la cosa non le dispiaceva affatto. Arrivo alla fermata, la stazione era affollata, l’attesa fu breve, il treno arrivò salì e si fermò vicino alla porta, guardava al di là dei vetri e il monotono tunnel buio e vuoto si riempi di immagini e pensieri che l’assalirono. Alla fermata successiva dalla porta opposta un numeroso gruppo di tifosi riempì il vagone all’inverosimile il gruppo non voleva dividersi e spinse in maniera incivile gli occupanti che intimoriti dalla veemenza e dal frastuono dei loro cori, si ritrovarono schiacciati tra di loro, Silvia puntò il palmo della mano sulla porta per non essere schiacciata, sentiva gli aliti addosso, tanto erano numerosi i passeggeri che ogni parte del suo corpo subiva la pressione del contatto fisico umano.
Il treno partì, la perdita del suo equilibrio fu contenuta dal contatto umano grazie al quale non urtò i sedili e gli spigoli, il tempo di recuperare l’equilibrio e Silvia senti da dietro una mano introdursi sotto il vestito, pensò si trattasse di un caso, poi la decisione con cui le dita raggiunsero il suo sesso violando il perizoma le fecero rendere conto che non si trattava di un caso.
Tante volte aveva immaginato e sognato di essere presa all’improvviso da uno sconosciuto ma la realtà si stava mostrando molto diversa e anche umiliante, senti il suo corpo assalito dai brividi provò a girarsi senza riuscirci per guardarlo in faccia, poi un urlo e un movimento del bacino dissuasero l’approfittatore. Non vedeva l’ora di scendere dal treno, fortunatamente la sua fermata era la successiva.
Si affrettò per risalire in superficie e liberarsi dal senso claustrofobico che l’aggressione aveva amplificato. Si diresse verso casa di Fanny, suonò, salì in ascensore all’ultimo piano, Fanny l’aspettava radiosa sulla porta, entrata, il suo sguardo fu catturato da un suo ex che non si aspettava di trovare che le provocò una vampata di calore che le attraversò il corpo ricordando la passione e l’attrazione che l’avevano indotta ad accettare tutto fino ad annientarsi fisicamente e mentalmente e piegarsi alla sua volontà.
Turbata dall’episodio in metro e dall’incontro inaspettato, in disparte, chiese a Fanny di usare il bagno e un asciugamano, la richiesta sorprese Fanny, poi ti spiego Le disse Silvia.
Entrò in bagno tolse il vestito e il perizoma che buttò nel cestino, l’idea che fosse stato toccato la infastidiva e voleva liberarsene per sempre, aprì il rubinetto seduta sul bidet, allargò le gambe e la vulva, aiutandosi con le dita, si avvicino quanto più possibile al flusso, voleva lavarsi togliersi quelle mani di dosso voleva che il flusso salisse sempre piu su.
Poi la tensione scese, il flusso dell’acqua si concentrava tra le piccole labbra si eccitò chiuse gli occhi e un’immagine si ripropose nella sua mente, il ricordo di un giorno di passione distorta che aveva vissuto con il suo ex che aveva rivisto all’entrata, le aveva legato i polsi con le braccia distese in alto ad uno scalda salviette di design, poi l’aveva bendata tagliato la tshirt con le forbici Lei sentiva la lama che risaliva dal ventre verso il seno libero, sentiva l’adrenalina e il sangue fluire caldo, le pulsazioni aumentare, Lui finì di strappare quello che restava delle tshirt con le mani….poi la spogliò del resto lasciandola completamente nuda e iniziò a penetrarla con le mani prima delicatamente poi in modo deciso e fastidioso ma Lei non osava fermarlo era completamente assuefatta ma ricordava i numerosi orgasmi che ebbe quella volta…..intanto il suo respiro era diventato affannoso e le sue gambe iniziavano ad avere lievi sussulti quando Fanny bussò alla porta sentì chiamare il suo nome e si svegliò dal sogno con un orgasmo silenzioso che l’aveva lavata dal ricordo della metro….trascorse qualche secondo e quando Fanny chiamò di nuovo rispose: tutto bene, arrivo…indossò quello che restava (l’abito e basta) e raggiunse gli invitati.
laprimularossa2025@libero.it
Silvia aveva accettato un invito a cena da Fanny, più che una cena era un party nel suo lussuoso attico con vista sulla città, dove avrebbe potuto fare nuovi incontri, utili per la sua professione e magari per nuove relazioni.
Si preparò controvoglia, viveva un periodo dove era la sua immaginazione a darle le occasioni per trovare da sola, soddisfazione, aiutata dalle sue mani e da ciò che attorno poteva sorprenderla eccitarla e incuriosirla.
Fece una lunga doccia amava chiudere gli occhi e rimanere a pensare e a programmare le sue giornate mentre l’acqua le scorreva addosso.
Uscì dalla doccia e si guardò a lungo allo specchio mentre asciugava la folta chioma castana che arrivava alle spalle. Amava piacersi e cercava approvazione: la sua.
Doveva decidere come vestirsi e i primi caldi e la serata le suggerivano di osare ed iniziare a mostrare la sua pelle bianchissima scelse un vestito corto con scollo a barchetta, maniche corte e fondo a godet, colore borgogna.
Sneakers basse in pelle non aveva voglia di indossare tacchi vistosi dovendosi muovere in metro e camminare. Capelli tirati indietro e legati, occhiali scuri.
Durante il tragitto per raggiungere la metro si sentiva osservata e la cosa non le dispiaceva affatto. Arrivo alla fermata, la stazione era affollata, l’attesa fu breve, il treno arrivò salì e si fermò vicino alla porta, guardava al di là dei vetri e il monotono tunnel buio e vuoto si riempi di immagini e pensieri che l’assalirono. Alla fermata successiva dalla porta opposta un numeroso gruppo di tifosi riempì il vagone all’inverosimile il gruppo non voleva dividersi e spinse in maniera incivile gli occupanti che intimoriti dalla veemenza e dal frastuono dei loro cori, si ritrovarono schiacciati tra di loro, Silvia puntò il palmo della mano sulla porta per non essere schiacciata, sentiva gli aliti addosso, tanto erano numerosi i passeggeri che ogni parte del suo corpo subiva la pressione del contatto fisico umano.
Il treno partì, la perdita del suo equilibrio fu contenuta dal contatto umano grazie al quale non urtò i sedili e gli spigoli, il tempo di recuperare l’equilibrio e Silvia senti da dietro una mano introdursi sotto il vestito, pensò si trattasse di un caso, poi la decisione con cui le dita raggiunsero il suo sesso violando il perizoma le fecero rendere conto che non si trattava di un caso.
Tante volte aveva immaginato e sognato di essere presa all’improvviso da uno sconosciuto ma la realtà si stava mostrando molto diversa e anche umiliante, senti il suo corpo assalito dai brividi provò a girarsi senza riuscirci per guardarlo in faccia, poi un urlo e un movimento del bacino dissuasero l’approfittatore. Non vedeva l’ora di scendere dal treno, fortunatamente la sua fermata era la successiva.
Si affrettò per risalire in superficie e liberarsi dal senso claustrofobico che l’aggressione aveva amplificato. Si diresse verso casa di Fanny, suonò, salì in ascensore all’ultimo piano, Fanny l’aspettava radiosa sulla porta, entrata, il suo sguardo fu catturato da un suo ex che non si aspettava di trovare che le provocò una vampata di calore che le attraversò il corpo ricordando la passione e l’attrazione che l’avevano indotta ad accettare tutto fino ad annientarsi fisicamente e mentalmente e piegarsi alla sua volontà.
Turbata dall’episodio in metro e dall’incontro inaspettato, in disparte, chiese a Fanny di usare il bagno e un asciugamano, la richiesta sorprese Fanny, poi ti spiego Le disse Silvia.
Entrò in bagno tolse il vestito e il perizoma che buttò nel cestino, l’idea che fosse stato toccato la infastidiva e voleva liberarsene per sempre, aprì il rubinetto seduta sul bidet, allargò le gambe e la vulva, aiutandosi con le dita, si avvicino quanto più possibile al flusso, voleva lavarsi togliersi quelle mani di dosso voleva che il flusso salisse sempre piu su.
Poi la tensione scese, il flusso dell’acqua si concentrava tra le piccole labbra si eccitò chiuse gli occhi e un’immagine si ripropose nella sua mente, il ricordo di un giorno di passione distorta che aveva vissuto con il suo ex che aveva rivisto all’entrata, le aveva legato i polsi con le braccia distese in alto ad uno scalda salviette di design, poi l’aveva bendata tagliato la tshirt con le forbici Lei sentiva la lama che risaliva dal ventre verso il seno libero, sentiva l’adrenalina e il sangue fluire caldo, le pulsazioni aumentare, Lui finì di strappare quello che restava delle tshirt con le mani….poi la spogliò del resto lasciandola completamente nuda e iniziò a penetrarla con le mani prima delicatamente poi in modo deciso e fastidioso ma Lei non osava fermarlo era completamente assuefatta ma ricordava i numerosi orgasmi che ebbe quella volta…..intanto il suo respiro era diventato affannoso e le sue gambe iniziavano ad avere lievi sussulti quando Fanny bussò alla porta sentì chiamare il suo nome e si svegliò dal sogno con un orgasmo silenzioso che l’aveva lavata dal ricordo della metro….trascorse qualche secondo e quando Fanny chiamò di nuovo rispose: tutto bene, arrivo…indossò quello che restava (l’abito e basta) e raggiunse gli invitati.
laprimularossa2025@libero.it
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