Impiegata annoiaita
di
Impiegata_piegata
genere
etero
Era l’ennesimo venerdì pomeriggio di calma e tranquillità assurda in ufficio: la noia se la stava facendo da padrona tanto che la mia mente stava pensa all’eros, a quanta voglia di eccitarmi e dare piacere avessi. Oh si, volevo godere, ma anche far godere.
Come sempre il mio abbigliamento non era esagerato, decisi solo di sistemare il reggiseno, per mettere al posto giusto la mia quinta prosperosa, per far vedere da quello scollo a V che sotto c’era qualcosa…
Dei tanti colleghi/e sentivo gli occhi su di me solo di alcuni: i vecchi marpioni che al vedere due tette, sbavano e sborrano, senza saper più cos’è l’eros e qualche lesbica segreta, che pensando alla mia figa, la sera si sarebbero fatte scopare dai loro mariti… senza Eros, senza amore.
Quel pomeriggio mi sentivo attraente, appetitosa, volevo essere l oggetto del desiderio di qualcuno, forse mi sentivo così per gli ormoni? Non lo so, so solo che volevo piacere, donarlo e riceverlo, volevo essere erotica, desiderata, dominata e dominante.
Arrivo a casa, doccia e mi cambio, nulla di eccessivamente provocante, pantalone nero, camicia bianca e giacca, certo semplice ma accattivante. Ma nell’ intimo, in quello avevo scelto un body leggero in pizzo color carne con perizoma: adoro quel body, mi dà sicurezza, mi fa sentire bella.
Incontro qualche amica, qualche cokteil qua e là e finalmente inizia uno scambio di sguardi con un uomo, credo sulla cinquantina, tremendamente attraente e misterioso , fin quando non arriva con un calice di bianco e si presenta: Gian Maria, 48 anni, imprenditore nella moda ed appassionato di motori, che si trovava lì perché amico del proprietario. Inizia uno scambio di battute, di sguardi… e sembrava quasi che ciò che desideravo poche ore prima, stava quasi per avverarsi. Era palese per entrambi che ci fosse feeling e che volevamo arrivare al dunque…quindi mi invita a casa sua, segui il suo enorme suv con la mia piccola, ma dignitosa utilitaria.
Wow
Una casa bellissima, arredata con gusto, e pur sempre un imprenditore di moda mi dico.
Non so come, ma le sue mani mi spostavano i capelli dalle orecchie , e sentivo una leggera pressione sui lobi, intuivo un certo Eros nell aria, oltre a il pressione… eh si iniziavo a capire quale fosse la dote di quest’uomo.
“Se vuoi mi fermo, devi dirmelo tu.
I tuoi capezzoli fanno capolino, li sento, lì sotto questa camicia.”
“ fai quel che vuoi. Voglio ricevere e dare piacere. Tu cosa vuoi?”
“ levati la camicia, voglio il tuo seno”
Mi giro, sbottono lentamente la camicia, mentre lui è lì, seduto sulla sua chaise lingue con una mano dietro la nuca e l altra vicino la cinta dei pantaloni, da lì a poco, avrei scoperto cosa si nascondesse.
“ Dio, ma quel body è illegale. Per poter voler il tuo segno devo vedere tutto, subito, senza neanche un po’ di souspance. “
Mi dirigo verso di lui e mi metto a cavalcioni su di lui, gli sbottono la camicia e inizio a baciare quel petto liscio e caldo, e piano piano scendo, scendo fino a quelli rigonfiamento, che senza chiedere nemmeno permesso, libero, libero da ogni costrizione.
“ complimenti, quante donne hai fatto felici?”
“Un po’, stasera tocca a te!”
E non so nemmeno io in quanto tempo mi sono trovata sotto delle lenzuola blu, lisce morbide e profumate, nuda ed eccitata come un adolescente, e lui affianco a me, con un cazzo duro e in tiro che farebbe gola a qualsiasi figa. Lo sento dentro caldo ed avvolgente.
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