Myrna cap 13

di
genere
saffico

Mi ero ritrovata a far tardi in ufficio perché dovevo mettere a posto tutte le mie pratiche di diversi mesi, col risultato che s’erano fatte le sette e dovevo ancora finire. Nonostante guadagnassi molto bene come escort, soprattutto quando ero la sweet di qualche cuckold, avevo preferito mantenere il mio lavoro d’agente immobiliare, anche per averne uno di facciata, e quindi senza dover render conto a nessuno del mio tenore di vita.
Stavo per rimandare tutto ad un altro giorno, quando arrivò Alyssa, una giovane agente che era con noi da meno d’un mese, ma si stava rivelando essere una vera macchina da guerra. Nonostante il suo aspetto un po’ goffo, e un modo di vestirsi alquanto demodé, Alyssa riscuoteva molti consensi dalla parte maschile dell’ufficio, anche se nessuno era mai riuscito neppure a prendere un aperitivo con lei.
Di lei si diceva che fosse entrata perché era stata l’amante di uno dei proprietari dell’agenzia, mentre a me dava la sensazione della finta santarellina, che una volta portata a letto diventava una belva.
“Ancora qui ?” mi chiese come se fosse visto un marziano.
“Sì ma per oggi lascio stare tutto quanto.” le risposi sconsolata perché non ero riuscita a finire il mio lavoro “E se penso che domani sarò ancora a sistemare tutte queste pratiche …”
“Anch’io ho un sacco di carte da riempire, eppure non le accumulo mai.”
“Ne hai tante perchè sei così brava a chiudere contratti, Anche se una bella donna come te non dovrebbe stare in ufficio fino a tardi, ma stare col suo ragazzo.”
“Peccato che stasera è di turno, o forse meglio così perché non è che morissi dalla voglia di vederlo. Detto ciò non è che tu chiudi poco, anzi direi che sei più brava di me.”
Alyssa iniziò a ricoprirmi di complimenti, lasciando perdere ben presto quelli per il lavoro, e soffermandosi sempre di più su quelli rivolti alla mia persona, tanto da mettermi in imbarazzo, che arrivò alle stelle quando s’avvicinò tanto che potei sentire il suo odore.
“Lo sai che per me sei un modello.” mi disse quasi spingendomi verso il muro “Non solo sei bellissima, ma anche la migliore in quanto a contratti chiusi di alto livello, e non sai quanto vorrei imparare da te.”
Non so perché ma quella ragazza mi metteva un po’ di paura, ma allo stesso mi eccitava fosse solo perché non avevo mai fatto sesso in ufficio. Così quando le sue labbra si ritrovarono vicine alle mie, aprii la bocca quasi in segno di resa, e lei mi baciò stringendomi i fianchi.
Quello che ne seguì fu un lungo scambio di baci dati quasi con ferocia, con lei che mi apriva la camicetta per poi slacciarmi il reggiseno per poter scendere con la bocca lungo il collo sino ai capezzoli. Alyssa era così aggressiva che quasi sembrava un uomo, ma allo stesso tempo la sua lingua sapeva fin troppo bene dove andare e ancor di più cosa fare.
Con non poca fatica vista la sua foga le scoprì il seno, che era sì un po’ più piccolo del mio, ma altrettanto sodo ed invitante, Quando però feci scivolare la mano sino ai suoi pantaloni, Alyssa per un attimo quasi si sciolse godendosi il mio delicato tocco, per poi tornare come prima se non peggio, il che però non mi dispiaceva affatto.
“Voglio la tua fica.” mi disse senza mezzi termini infilandomi la mano sotto la gonna.
“C’è bisogno che ti dica dov’è ?” le risposi con un sorriso beffardo.
La ragazza non solo mi sfilò la gonna, ma con essa anche le mutandine, lasciandomi con la sola camicetta completamente sbottonata ed il reggiseno anch’esso aperto.
“Fammi vedere cosa sai fare.” le dissi quasi ce ne fosse il bisogno mettendo un piede su una sedia e aprendo così ancor di più le gambe.
Alyssa s’inginocchio davanti a me e con una certa furia prese a leccarmi la passera, infilandoci dentro almeno un paio di dita, facendomi godere in modo quasi compulsivo, gemendo senza sosta fin dal suo primo tocco.
Non avevo mai incontrato una donna tanto aggressiva come lei, che fra l’altro sembrava godere di quel che faceva, come se l’essere così frenetica le portasse non poco piacere. Non so perché ma ad un certo punto, proprio per quel suo comportamento così poco femminile, iniziai a pensare che fosse una trans, ma poi fui quasi travolta da un violento orgasmo, di quelli che raramente si provano in un rapporto saffico, e mi misi a urlare tutto il mio piacere come se mi trovassi a casa e non in ufficio.
“Adesso togliti i pantaloni e faccia al muro.” le dissi perentoriamente non appena mi tornò di nuovo il fiato.
“Cos’è vuoi punirmi ?” mi disse con malizia mentre si spogliava.
“A modo mio sì, ma sono certa che non ti tirerai indietro.”
Come lei era stata frenetica con me, fui lenta io nel ricambiare il godimento che mi aveva donato, facendole sentire le dita nel solco delle chiappe sino ad arrivare alla passera, ma senza mai entrare dentro alcuna porta del piacere, sfiorandole al contempo il collo con le labbra.
Alyssa iniziò a piegarsi sempre di più, quasi ad offrirmi il suo bel sedere, ma io fui implacabile nel volerla eccitare il più possibile prima di farla mia.
“Ti prego fammi venire.” m’implorò sommessamente.
“Taci troietta e impara a fare la donna e non l’uomo.” le risposi palpandole con un po’ più di forza la passera.
La ragazza sembrava dovesse esplodere da un momento all’altro, ma era come se le mancasse quel non so che per avere l’orgasmo, che anzi io cercavo di rimandarle il più possibile, rallentando la mia mano quando la sentivo gemere più forte.
Anche quando scesi con la bocca fra le sue gambe fu solo per aumentare a dismisura la sua eccitazione, passando la lingua ben lontana dal clitoride e preferendo soffermarmi su quella splendida rosa di carne che era il suo buchetto.
Come sentì che le stavo leccando la porta del peccato Alyssa si piegò ancor di più, mentre il frutto del suo piacere colava senza sosta lungo le gambe. Alla fine mi resi conto che non potevo continuare all’infinito, se non altro perché prima o poi sarebbero passate le donne delle pulizie, così m’alzai e le diedi l’ennesimo bacio sul collo.
“Vuoi godere ?” le domandai come se ci fosse bisogno di saperlo.
“Sì ti prego sto impazzendo.”
“E allora godi.” le dissi infilandole due dita nel buchetto mentre l’altra mano s’impadroniva del suo clitoride per stringerlo dolcemente con due dita.
Alyssa venne all’istante, quasi avesse avuto un interruttore per accendere l’orgasmo, e ci volle poi tutta la mia forza per tenerla in piedi, tanto fu intenso il piacere provato da piegarle le gambe.
“Ora fammi godere.” le dissi sedendomi sulla scrivania con le gambe aperte “Ma come una vera donna e non una ninfomane impazzita.”
La ragazza s’accomodò in poltrona per poter eseguire il mio ordine, ed a differenza di prima mi fece godere moltissimo sia con la lingua che con le dita. Il suo muoversi era sì lento ma non estenuante come lo era stato il mio, ma del resto la mia era quasi stata una punizione e questo lei l’aveva ben compreso.
“Mm così è fantastico, voglio godere come piace a me, quindi continua così.” le dissi premendole leggermente la testa contro il pube.
Alyssa mi portò quasi per mano all’orgasmo, che questa volta fu davvero appagante, tanto da lasciarmi priva di forze, ma soprattutto con la faccia stravolta dal piacere appena provato.
“Cazzo è tardi devo scappare !” mi disse la ragazza rivestendosi in tutta fretta per poi uscire dall’ufficio senza neanche salutarmi.
“Ma guarda un po’ questa, prima vuole fare sesso e poi se ne va senza neanche dire ciao.” dissi ad alta voce mentre mi rivestivo.
“E già non c’è più l’educazione di un tempo non è vero cara la mia Myrna !”
Quelle parole mi fecero gelare il sangue, anche perché avevo riconosciuto la voce di Kayden, la moglie del gran capo, che consideravo il ritratto della perfetta stronza.
“Signora Kayden lei qui ?” dissi mentre cercavo con poco successo di coprirmi.
“Già io qui, peccato che in queste foto che ho fatto mentre facevi la zozza. non si veda anche la faccia della troietta che ti leccava la fica, ma credo che in bacheca faranno sempre la loro bella figura.”
Conoscendola non ebbi alcun dubbio che avrebbe fatto quanto aveva appena detto, e del resto di lei si diceva il peggio e anche oltre, come che aveva fatto licenziare una manager solo perché secondo lei vestiva in modo troppo provocante, il che non era vero ma tanto era bastato per farla andare via.
“Devo ammettere che però sei un bel bocconcino.” mi disse girandomi quasi intorno “Hai davvero un bel seno, anzi fammelo vedere di nuovo.”
“Cosa !” esclamai con un misto di stupore e rabbia.
“Hai capito benissimo spogliati e fammi vedere le tette, altrimenti vestiti e vatti a cercare un nuovo lavoro, sempre che ci riesca visto che farò di tutto per non farti assumere da nessuno.”
Mi resi perfettamente conto che potevo solo cedere a quel ricatto, così mi tolsi la camicetta ed il reggiseno per poi rimanere in piedi ferma come una statua.
Kayden iniziò a torturarmi i capezzoli che stringeva o tirava a suo piacere, facendoli diventare ben presto molto rossi, ma soprattutto alquanto indolenziti. Quando si stancò di quel gioco alquanto sadico prese a schiaffeggiarmi le tette, senza metterci per fortuna molta forza, ma facendole ballare tanto che mi fecero male quasi subito. Non osavo però dire nulla con la malcelata speranza che si stancasse presto, o che vedendomi così passiva avesse un po’ di pietà verso di me, ma ovviamente mi sbagliavo e di grosso.
“Sdraiati sulle mie gambe col culo all’aria.” mi disse dopo essersi seduta su quella che di solito era la mia poltrona.
Come ubbidii lei mi tirò su la gonna ed iniziò a sculacciarmi, ma in modo alquanto sensuale, alternando deboli manate sulle chiappe, a lunghi massaggi che finivano sempre vicino al buchetto. Avevo però una gran paura di parlare, così rimasi in silenzio anche se sentivo crescere in me una strana eccitazione, e forse solo il fatto d’aver appena avuto due orgasmi m’impedì di bagnarmi fra le gambe, com’era logico che accadesse.
A lei però non sfuggì quel mio strano fremere sotto le sue mani, così prese a mettere un po’ più di forza nello sculacciarmi, ma senza farmi mai davvero male.
“Alzati e spogliati, voglio vederti nuda.” mi disse quasi facendomi cadere dalle sue gambe.
Mi sfilai la gonna rimanendo così con le sole autoreggenti e le scarpe, e lei mi tirò a sé per toccarmi sempre più insistentemente la passera.
“Sai ne ho viste passare parecchie qui di puttanelle in calore come te.” mi disse infilandomi due dita nella passera “Ma tu sei anche brava a vendere, quindi per quello che mi riguarda una volta finito cancellerò le foto, così potrai continuare ad odiarmi come fate tutte quante.”
“Io non la odio solo non mi piacciono i ricatti.” le risposi cercando di rimanere dritta.
“E tu impara a farti le tue colleghe in casa tua, così non correrai alcun rischio di venire beccata da me, però adesso basta pensare a te, voglio godere anch’io quindi inginocchiati e leccami la fica.”
M’abbassai fra le sue gambe per scoprire che Kayden non portava le mutandine, ma soprattutto che la sua passera era coperta da un folto ciuffo di peli, tanto da pensare che non si fosse mai depilata in quella zona.
Nonostante mi facesse un po’ ribrezzo mettere la lingua fra tutti quei peli, lo feci chiudendo gli occhi, cercando di far godere il più possibile la mia ricattatrice. Lei al principio cercò di rimanere quasi impassibile, ma poi prese a gemere sempre più forte mentre mi stringeva la testa fra le sue cosce.
“Sdraiati voglio sentire la tua lingua dentro la fica.” mi disse spingendomi all’indietro.
Nonostante il pavimento fosse ricoperto dalla moquette, ebbi qualche problema a ubbidire, se non altro perché secondo me le pulizie non venivano fatte bene, ed io ero nuda. In ogni caso mi sistemai sulla moquette e subito dopo lei si sedette sulla mia faccia ordinandomi un’altra volta di darmi da fare.
In realtà la mia priorità era riuscire a respirare soffocata com’ero dalle sue chiappe, ma una volta trovato uno spiraglio d’aria, iniziai a leccarle il sesso sperando di farla venire al più presto.
Per mia fortuna Kayden era tanto vogliosa di un orgasmo che prese a masturbarsi da sola, col risultato che mi venne in faccia quasi come un uomo. Nonostante mi sentissi umiliata come persona, ero anche molto eccitata per un’esperienza al di fuori di quelli che erano i canoni dei miei rapporti, dove non avevo mai accettato un ruolo di così totale sottomissione.
“Vestiti e togliti dalle palle.” mi disse col suo consueto disprezzo.
“E le foto ?”
“Ah sì hai ragione, ecco le cancello, vediamo seleziona, elimina, conferma. Ecco non ci sono più, ora però vattene a casa e vedi d’imparare la lezione.”
La lezione l’imparai talmente bene che un giorno sarei stata io la ricattatrice e lei la ricattata.


Voglio ringraziare la combriccola che si divere a mettere "zero" a tutti i miei racconti, fosse solo perchè così fanno alzare le visualizzazioni.
Umberto & friends, ma non avete di meglio da fare ?
Dai andate a farvi una vita vera, magari ci esce qualcosa di buono :-)

Per commenti : miss.serenasdx@yahoo.com
(quelli volgari saranno subito cestinati)

Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
scritto il
2025-02-03
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