Sulle Ali della Fantasia
di
suo schiavo
genere
dominazione
Come entro a letto la sera e mi giro e mi rigiro sotto le coperte al calduccio e al buio, la mia mente gay comincia a macinare situazioni erotiche delle quali mi sento protagonista o per meglio dire co-protagonista e inizia a vagare e a librarsi ardita senza alcun senso del limite a bordo e sulle ali del materasso, che come si sa è una specie tappeto volante, nei cieli creativi della libertà sessuale. Va da sé che il mio corpo reagisce all'istante in maniera del tutto concreta e materiale strusciandosi in erezione ed è allora che fingo di sentire aggrappato alla schiena tutto il peso di un energumeno la cui verga già si insinua a spinta dentro il mio culo. Immagino che mi abbia rapito e costretto a diventare suo. Per tutta la durata del coito che mi viene imposto di forza io mescolo fra gemiti e lacrime dei flebili “No, nooo, ti prego, ti supplico, cosa mi stai facendo?” e per tutta risposta ne ricevo tagliato giù di netto uno sprezzante “Taci!”. Poco alla volta mi adeguo a lui e scopro che mi viene a piacere. Dondolo, mi inarco, guaisco e capisco quanto lo sto facendo contento e sazio di possedermi, perché dopo avermi bene bene lavorato con tanta prepotenza a martello, mi esplode modulato a strascico vicino all'orecchio un boato di voce rauco ed esausto dai suoni inarticolati che pressapoco somiglia a un “Huauuuuuuuu!”, seguito da un più comprensibile “Che bomba che sei stata!” Mi rigira e mi tiene stretto nella morsa dei suoi abbracci e mi copre di baci e di morsetti, premendomi contro il suo bastone rimasto duro, facendomi davvero temere che abbia bisogno di fare il bis. Ma invece lui diventa discorsivo e mi chiede se è stata la mia prima volta e gli rispondo che sì, che ero vergine. Ora non lo sei più e da come hai reagito ti predico una grande carriera, bella come sei, al servizio di noi maschi, e vedrai come si aprirà davanti a te, o meglio dietro, non prima e non senza che ti abbia insegnato tutto. Gli sono talmente piaciuto che non mi molla (o forse sono io che non mi capacito di mollare lui) e mi tiene prigioniero alla catena e in serbo per le sere successive, per continuare a respirarmi addosso tutta la sua inesauribile infinita eccitazione e la potenza dei suoi orgasmi che non mi daranno più scampo e che mi introdurranno a diventare per bene suo e all'occorrenza di qualcuno dei suoi amici, altrettanto deciso e spiritato da volermi stuprare e ristruprare senza pietà per molte notti di fila, trasformandomi per incanto a colpi di bacchetta magica in una cagna e in un bravo servo, ubbidiente e rassegnato (giudicate voi quanto), del cazzo.
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