BDSM a manetta
di
suo schiavo
genere
dominazione
Vendeva macchine, attrezzi e accessori per tutti i gusti destinati a solleticare i sensi a farli vibrare e a suscitare orgasmi di ogni tipo a una clientela di etero e gay, normali o di varia tendenza. Nel suo catalogo c'erano le tette di silicone che una volta indossate stuzzicavano gli appetiti più esigenti; il seno a tre poppe, le fiche ad ingoio, dentro le quali sparivano i pali solitari dei segaioli di mestiere; i glutei finti in versione per donna o per uomo, opimi i primi, smilzi i secondi, e poi tutta una serie di articoli come il divaricatore, il morso, il distanziatore, il costrittore, le mollette, il trapano, l'incudine, lo schiaccianoci, il chiodo, il mantice, gli aghi, la pressa, la cipolla, il convogliatore, la verga d'oro in puro lattice americano, lacci, spaghi, cordini, corde e catene, manette omologate e lucchetti, e bavagli e cappucci, e tanti modelli di collare con o senza guinzaglio, a presa lunga o corta, di stoffa, di pelle, in similpelle, di metallo, tempestati di borchie, di aculei, di perle o di gemme, imbottiti o di castigo, tutti igienizzabili e di varie altezze e misure, destinati ai cultori del BDSM. Altrettanto grande era il suo assortimento di fruste, frustini, flagri, scudisci, flagelli, flogger, gatti a tre, a sette e a nove code, nerbi, canne, discipline, stecche, palette e poi un grande numero di sandali, scarpette a punta, con tacchi a spillo, stivali, stivaletti, stivaloni, alti fino agli stinchi o al ginocchio o in coscia, ogni genere di anfibi militari autentici, e abiti in pelle che inguantano, nascondono, portano in luce, con cerniere, bottoniere, anelli e moschettoni, per non parlare dell'intimo costituito da reggipetti a coppa, a coppetta, a liscio, a velo, a finestra, a strozzo, e da mutandine larghe, strette, a canna lunga o sgambate, che imbrigliano a saccoccia, a nastro, a stringa, a scomparsa, a strizzo, a peri, a gonnellino, tutte molto richieste in forma muta, di vari colori, o con scritte ironiche, beffarde, oscene, sul davanti o di traverso sul dietro, le più azzardate delle quali suonavano per esempio “angolo di paradiso”, “palpa e godi” e “infilaci un dito”. Niente di tutto questo restava invenduto per quanto caro fosse il suo prezzo. Aveva anche una buona scorta di strumentazioni più importanti e ingombranti, quali cavalletti, croci, gogne, gabbie, ampie o anguste, meno facili da piazzare. Forniva consulenze specializzate sulla insonorizzazione di locali e dei dungeon chiavi in mano. e dava accesso a richiesta a lezioni e corsi di bondage, di tortura ai capezzoli e ai genitali o di uso forzato del culo. Sguazzava in un letamaio all'interno del quale i suoi affari prosperavano per fornire a dei sadici esperti o alle prime armi tutto ciò che serviva loro per sottomettere, normalizzare, umiliare, mortificare e brutalizzare gli schiavi che avevano fra le mani, nudi come bestie, osceni, maiali quanto basta, presti a subire schifosi maltrattamenti e orrende e indegne immobilizzazioni e mutilazioni che di buon grado sapevano accettare, da squisiti, convinti e rassegnati ottimi masochisti che si offrono in pasto a dei padroni nel superbo esercizio del dominio che li sfonda e li spiana scorticandone e delinquendone le carni.
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