Emilia Paranoica

di
genere
etero

Marzo 2006.

Il filmato è sgranato, inizia con una messa a fuoco incerta che lentamente si assesta.
Una stanza da adolescente.
La mia.
In un angolo si intravede il poster di Buffon con ancora la maglia del Parma.
Vicina è la scrivania con i quaderni aperti e una pila di libri scolastici.
Un bottiglia di vodka, mezza vuota.
Io sono stesa sul mio letto, al centro dell’immagine.
Sono nuda. Le gambe allargate, la mano che si muove fra loro, verso il mio sesso.
Mi masturbo.
A favore di telecamera.
A favore di Gianluca, compagno di classe nonché il mio fidanzato di allora e autore del filmato.
A favore di altri due nostri compagni classe.
Si sentono le loro voci.
Si sente anche la loro eccitazione.
- Brava Anto. Sei la nostra puttana.
Io rido, fra l'eccitazione, la stupidaggine, l’alcol e la voglia di trasgredire e scoprirmi diversa.
Loro ridono, colmi anche loro di eccitazione e alcol. Oltre che della situazione e della loro superiorità su altri compagni di classe che mi desideravano e a cui mi negavo, uno si tutti: Marco.
Gianluca lo sa.
È il suo migliore amico. O meglio: la verità è che, mentre Gianluca per Marco è un vero amico e punto di riferimento, Marco per Gianluca non è nulla. Solo l’ennesima persona che gli serve per passare alla meglio i compiti in classe.
Anche questa volta non mancherà di umiliarlo.
- Poi lo facciamo vedere a quello sfigato di Marco, così vede cosa si perde.
E così sarà.

Febbraio 2025

Apro gli occhi di colpo.
Sogno?
Pensiero?
Non lo capisco, ma so benissimo quanto tutto fosse reale e, nonostante gli anni passati, ancora indelebile in me.
- Sei il mio foglio bianco.
Sento la sua voce accarezzarmi nel dormiveglia.
- Sei la mia pagina da scrivere.
Mi giro e vedo il volto sorridente. Appoggiato ad un gomito mi guarda e mi accarezza la guancia.
- Cazzo che freddo. Ma sono partiti i termosifoni?- la voce impastata dal sonno e dal vino di ieri sera.
- Buongiorno anche a te. Grazie per questo tuo romanticismo.
- Ale, non è colpa mia se fa freddo.- mi avvicino al suo corpo in cerca di calore- E comunque Sanremo è la prossima settimana: sei in anticipo per i tuoi risvegli “sole-cuore-amore”.
Gli do un pizzicotto sulla guancia non rasata.
Sorridiamo insieme.
- Preferisci “Il freddo più pungente…”?
- Già meglio…molto meglio…ma la versione originale, non quella schifezza che hanno cantato ieri sera- mi avvicino ancora di più - ”Consumami…”
Mi viene incontro per baciarmi, delicatamente.
Chiudo gli occhi e mi gusto le sue labbra.
Sto iniziando ad abituarmi a questa sua barba più lunga e non mi dispiace sentirla sotto il palmo della mano mentre gli accarezzo la guancia per poi perdere le dita fra i suoi capelli.
Le nostre lingue giocano.
Umide.
Calde.
La leggerezza della passione in crescendo.
La dolcezza dell’amore prima del sesso.
Apro gli occhi e vedo i suoi.
Ci fissiamo e capiamo cosa vogliamo, cosa attendiamo, cosa abbiamo in sospeso da ieri sera.

*

Marco dopo il liceo si era trasferito a Roma e ci eravamo persi, poi fra social e una incredibile dose di casualità, avevamo ripreso i contatti.
Ha appena finito di suonare e cantare e il sudore sulla maglietta testimonia tutta l’energia che ha provato a mettere sul suo basso.
Del ragazzo del liceo, poco atletico e con il capello sempre perfetto, rimane poco, a parte il sorriso: un viso tirato, la barba curata, il capello lungo raccolto in una coda.
Si fa fatica a credere che davanti a noi sieda un consulente finanziario laureato alla Luiss. E ovviamente è la prima cosa che gli ho rinfacciato, dopo averlo visto scendere dal palco.
- Ma i tuoi clienti sanno a chi affidano i loro soldi?
- Antonella, non è colpa mia se in gita a Ravenna tu guardavi solo quel coglione di Gianluca.
Rido, spiegando ad Alessio la situazione di cui stavamo parlando.
- E il tuo modo per dire che dovrei pentirmi di non aver colto l’attimo?
- Anche. Ma è anche per ribadire che forse non dovresti essere tu a parlarmi di apparenze che ingannano. O sbaglio?
Non sbagliava e avevo glissato, facendogli il dito medio, prima di alzarmi con la scusa di dover andare in bagno.
Li lascio che discutono della cover acustica di Emilia Paranoica che Marco ha portato in omaggio alla sua terra di origine.

Mi sciacquo le mani, guardandomi allo specchio.
Intorno a me ragazzine che mi fanno sentire fuori posto e fuori tempo. Ma erano mesi che sognavamo una serata fuori dai soliti schemi e l’arrivo in città del gruppo di Marco ci ha spinti a venire qui.
Il concerto era finito da un po' e ora fuori dal bagno rimbomba la musica, con i bassi che vibrano sulle pareti mentre un terrificante remix di una canzone di Battiato fa ballare persone, la maggior parte delle quali probabilmente nemmeno sa chi sia il cantante.
Nonostante la lunga serata, il filo di trucco regge ancora, dando risalto ai miei occhi neri. Mi sfioro le labbra con l’indice e sorrido pensando a quanto in verità ora abbia solo voglia di Alessio e a quanto tempo stiamo perdendo.
Già avevo resistito poco, dopo il ristorante.
L'avevo baciato appena rientrati in auto e poi avevamo deciso di fermarci in uno spiazzo.
Avevo voglia di lui.
- Il resto dopo…-, gli avevo sussurrato mentre in auto lo sfioravo baciandolo.
Mi aveva maledetto.
-...o forse no?- avevo continuato, scendendo verso il suo sesso già eretto, dopo che lentamente gli avevo abbassato la zip dei pantaloni.
- Anto…
Le sue mani avevano iniziato ad accarezzarmi la schiena e i suoi sospiri sempre più profondi mi davano prova che baci e leccate che gli stavo dedicando erano bastate a farmi perdonare le maledizioni di prima.
Ero risalita per sussurrargli la bellezza di sentirmi la sua eccitazione fra le mani. Mani che non si fermavano. E che lentamente, sempre più stringendolo, avevano aumentato il ritmo delle loro carezze.
- Forse dovremmo ritardare l’arrivo al Siberia…che ne pensi? Credi che Marco capirà?
Solo in quel momento avevo notato delle ombre nel parcheggio e, sentendo dei passi avvicinarsi, avevo smesso di toccarlo e mi ero staccata da lui.
- Fregatene e continua, dai…
Aveva provato a convincermi, tenendomi la mano su di lui, ma al mio fermo diniego ci eravamo entrambi sistemati e aveva rimesso in moto l’auto per raggiungere il locale.
In effetti in quel momento anche a me era dispiaciuto staccarmi da lui e ora, ripensandoci, sento chiaramente risalire la voglia di sesso che non si era per nulla sopita.
E poi quella frase di Marco: le apparenze che ingannano.
Ancora dopo venti anni mi rinfaccia quella cosa.
Sa benissimo quanto non fosse mia intenzione ferirlo e soprattutto quanto alla fine fui spinta da Gianluca a fare quello che ho fatto.
Quel filmino.
Quell’errore.
“Un errore, Antonella…nulla di più, lo sai anche tu…ma allora perchè ancora ci pensi, ci rimugini e ti ecciti, sperando di riviverlo su quel sito?”
- Signora, ha finito? Mi serve il lavandino!
Mi sposto ed esco dal bagno.
Arrivando noto uno sguardo strano negli occhi di Alessio, che mette via velocemente il telefonino, e un sorriso beffardo stampato sul viso di Marco.
- Tutto bene? Mi sono persa qualcosa? Già una stronzetta mi ha appena chiamata “signora”, non fatemi girare le palle anche voi due!!
Mi siedo ridendo e prendendo di nuovo il bicchiere in mano.
- Alla salute di questa musica di merda!
- Brindiamo all’entrata di Antonella nel club del “Questa non è musica, è rumore!”-, rilancia Marco.
Ridiamo tutti insieme.
L’atmosfera si stempera nuovamente e così sarà fino alla fine della serata.

Alessio è silenzioso in auto.
Ogni tanto mi lancia degli sguardi ma poi torna a guardare la strada. So che non ama guidare di notte e non lo disturbo, anche perchè anche io non mi sento benissimo.
Forse un bicchiere di troppo.
Forse l'allusione di Marco che ancora mi frulla nella testa.
- ASC88…
La voce di Alessio mi toglie il respiro.
- Scusami?
- Non fare finta di nulla. Mentre tu eri in bagno, Marco mi ha detto di quel sito. E del tuo nickname. Ti ha riconosciuta in foto. E guardandole mi viene da chiederti: come ha fatto a riconoscerti? Perchè non mi hai mai parlato di lui? E del sito? E, a questo punto mi viene da aggiungere, di molto della tua vita?
Aveva finito di parlare alzando sempre di più la voce.
- Io…io…è una storia lunga…ed è successa tanto tempo fa…
- Il sito è di questo tempo. Non me ne frega un cazzo del liceo.
- No, Ale, il liceo c’entra…perchè…perchè…
- Perchè Anto? Cosa…
Lo interrompo e, di colpo, butto fuori tutto quello che ho dentro. Un fiume in piena in cui spiego e racconto quanto successo: il filmino, la sua diffusione, la delusione nei miei confronti di alcune compagne e soprattutto di Marco, che di me era innamorato.
- Quindi mi stai dicendo che sto con una bulla? E, che non contenta, ora fa l’esibizionista su un sito erotico?
Non so cosa rispondere. E lui affonda il colpo.
- Però prima che avevi la mano sul mio cazzo hai fatto la santerellina che aveva paura di due guardoni…
Le lacrime mi rigano le guance di trucco.
- Fermati.
Sospira forte.
Scuote la testa.
- Ale, scusami, non dovevo…
- Ho detto fermati!
Si convince.
Faccio appena in tempo a finire di parlare e ad aprire lo sportello.
Vomito a bordo strada.

Il ritorno a casa in silenzio.
Uno schifo in testa.
Ci mettiamo a letto.
Ognuno dal suo lato.
Dandoci la schiena, ci addormentiamo.

*

- Hai tanto da farti perdonare.
- Forse lo abbiamo entrambi, Anto.
- Comincia tu. - lo bacio con passione. - Comincia tu e fotografami.
Inarca le sopracciglia.
- Si, Ale. Fallo. Lo voglio. E sentendo la reazione che avverto qui in basso…- inizio a masturbarlo - …lo vuoi anche tu…passami il telefono…
Alessio è al centro dell’immagine.
Il suo mordermi il braccio.
Il suo scendere fra i miei seni.
Il suo viso fra le mie gambe.
Tremo e sospiro.
Sussurro il suo nome ad occhi chiusi.
Si alza.
Mi bacia.
Torna a leccarmi. E torna a baciarmi.
In bocca il mio sapore.
- Ora il telefono può attendere.
Mi toglie il telefono di mano, mentre mi godo la sua bocca, il mio piacere e il suo sesso che entra.

Il passato non c’è più.
- Ti voglio Anto…
Ci siamo noi.
- Scopami Ale.
Il mio presente.
- Scopami.
La nostra passione.
- Sei mia.


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scritto il
2025-02-10
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