Sophie e gli stivali

di
genere
etero

Sophie aprì la scatola e fece scorrere le dita sul materiale liscio degli stivali. Erano di pelle nera lucida, morbida ma strutturata, aderenti fino alla coscia con una zip laterale sottile che si estendeva lungo tutto il polpaccio, perfettamente nascosta per non interrompere la linea pulita ed elegante della scarpa. Il tacco, sottile e slanciato, misurava poco più di dieci centimetri: abbastanza alto da allungarle la figura, ma abbastanza stabile da farla sentire sicura ad ogni passo.
Si sedette sul bordo del letto e infilò il primo stivale. Sentì il materiale freddo contro la pelle mentre lo faceva scorrere lungo la gamba, poi la leggera resistenza della zip che risaliva fino al ginocchio, stringendole il polpaccio in una presa sensuale. Ripetè il gesto con l'altro piede e, quando si alzò in piedi, avvertì immediatamente la differenza: il tacco la costringeva a inarcare leggermente la schiena, accentuando la curva delle sue gambe e dandole una postura più elegante e sicura.
Fece qualche passo nella stanza, lasciando che il rumore dei tacchi sul pavimento amplificasse quella sensazione di controllo. Si fermò davanti allo specchio e osservò il risultato: il contrasto tra il vestito beige morbido e il nero lucido degli stivali creava un effetto irresistibile. La pelle rimasta scoperta tra l'orlo del maglione e l'inizio dello stivale era appena sufficiente a far intuire il calore del suo corpo senza svelare troppo.
Accarezzò il bordo superiore con la punta delle dita, assaporando la sensazione del materiale liscio sotto il polpastrello. Era il tocco finale perfetto.
, pensò con un sorriso, afferrando il cappotto prima di uscire.
Prese il cappotto, lo indossò e fece un ultimo respiro profondo prima di uscire di casa. Era decisa: quella sera, non sarebbe stata una ragazza che si nasconde dietro la timidezza. Sarebbe stata Sophie, quella che sapeva giocare con l'attrazione e che, con un semplice gesto o uno sguardo, poteva far capire esattamente cosa voleva.
Quando lui arrivò sotto casa per prenderla, salì in macchina con grazia, lasciando che il cappotto coprisse ancora tutto. Si sistemò accavallando le gambe con naturalezza, sentendo il leggero sfregare della pelle nuda contro l'interno caldo dello stivale. Non aveva bisogno di dire nulla, sapeva che l'attrazione si costruiva anche nel dettaglio dei gesti, nel gioco di ciò che si mostrava e ciò che si lasciava solo intuire.
Arrivati al pub, camminarono qualche minuto nel freddo della sera. Il rumore ritmico dei tacchi accompagnava il loro passo, un suono che le dava una strana sicurezza. Quando entrarono nel locale, il calore dell'ambiente la avvolse, facendole percepire con più intensità il contrasto tra la pelle nuda e il calore del tessuto che le sfiorava il corpo.
Si sedettero al tavolo e, con un gesto studiato, Sophie si tolse lentamente il cappotto, lasciandolo scivolare dalle spalle. Sapeva cosa sarebbe successo: l'attenzione di lui cadde immediatamente sulle sue gambe, sulla striscia di pelle visibile tra il bordo del vestito e l'inizio degli stivali. Sentì il suo sguardo indugiare proprio dove voleva, e solo allora, come se lo notasse solo in quel momento, si accarezzò distrattamente il bordo dello stivale con la punta delle dita, prima di sollevare lo sguardo su di lui con un sorriso leggero.

Lui annuì, sorseggiando la birra senza distogliere gli occhi. Sophie si godette quel momento di silenziosa tensione, poi la serata proseguì tra conversazioni leggere e sguardi che si facevano sempre più carichi di sottintesi.
Quando lasciarono il locale, l'aria fredda li accolse di nuovo, ma questa volta Sophie la sentì appena. Sapeva dove sarebbero andati, cosa sarebbe successo. Il tragitto in auto fu silenzioso, carico di un'attesa quasi palpabile, e quando lui accostò in un luogo appartato, nessuno dei due sentì il bisogno di chiedersi il perchè.
Nel sedile posteriore, lo spazio raccolto sembrava amplificare il calore tra loro. Lui la attirò a sè, e il primo bacio fu lento, profondo, un assaggio di ciò che entrambi desideravano. Le sue mani le percorrevano il corpo, le accarezzavano le cosce, fermandosi proprio dove iniziavano gli stivali.
Sophie sorrise tra un bacio e l'altro, assaporando la sensazione delle sue dita che sfioravano il confine tra pelle e materiale liscio. Poi si mosse leggermente sopra di lui, aumentando il contatto, lasciandogli sentire il calore del suo corpo attraverso il vestito.

Si sollevò appena, lasciando che il vestito scivolasse più in alto, fino a potersi liberare di ciò che non serviva più. Il contrasto tra l'aria fresca della notte e il calore del suo corpo le fece trattenere il respiro per un istante. Lui la osservava, rapito, mentre lei si muoveva lentamente, consapevole di ogni dettaglio.
Poi venne il momento in cui il gioco lasciò spazio all'istinto. Sophie si lasciò andare completamente, seguendo il ritmo che cresceva tra loro, alternando lentezza e intensità, guidata dalle proprie sensazioni. Sentiva le mani di lui stringerle la vita, seguirne i movimenti, rispondere con la stessa crescente urgenza.
Gli stivali le davano stabilità mentre si muoveva su di lui, una sensazione quasi ipnotica, come se fossero parte del loro stesso intreccio. Lui le accarezzò la gamba, le dita scivolarono sulla pelle e si fermarono sul bordo dello stivale, esplorandone la superficie con la stessa attenzione che riservava a lei.
Il piacere crebbe in un crescendo perfetto, come un'onda che si alzava fino a raggiungere il suo punto più alto prima di travolgerli completamente. Sophie si lasciò trasportare da quella sensazione, lasciandosi andare con un ultimo movimento lento e profondo, sentendo il proprio corpo vibrare fino all'ultimo istante.
Rimase sopra di lui per qualche secondo, ancora scossa dalle ultime scintille di piacere, poi si abbassò leggermente, posando la fronte contro la sua. Il respiro era ancora irregolare, il corpo ancora caldo e leggermente tremante per l'intensità di quello che avevano appena vissuto.
Dopo qualche istante, quando sentì il proprio cuore rallentare, Sophie passò una mano lungo la coscia e sfiorò il bordo degli stivali con un gesto distratto. Poi sorrise, inclinò la testa di lato e sussurrò:

Lui non rispose subito, la guardò soltanto, come se volesse imprimere quel momento nella memoria.
Piano, senza fretta, Sophie raccolse il vestito e lo infilò di nuovo, lasciandogli il tempo di osservarla un'ultima volta prima che il gioco fosse finito. Quando tornarono ai sedili anteriori, il silenzio nell'auto era carico di significati.
Davanti a casa, prima di scendere, Sophie si voltò verso di lui, con un ultimo sguardo carico di malizia.
scritto il
2025-02-20
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