Voglia di fica - 4
di
Ben Teso Nerbo Quater
genere
corna
Ecco, è successo. Marta mi ha dato appuntamento fuori di casa, basta soggiorni e tinelli, finalmente ci vediamo fuori dal palazzo in cui abitiamo. Ha proposto lei di vederci, addirittura in un locale un po’ equivoco, il Mai Ale (Ale, cioè Alessandro, è il nome del proprietario, ma insomma il gioco di parole è chiarissimo). È un posto fuori dal centro, lontano da quel cazzo di quartieri dove la mia signora fa la spesa o fa acquisti. Mi sono informato su Internet, pare che il Mai Ale sia un disco bar dove amano fare le ore piccole trentenni e non solo: ci sarà probabilmente anche una clientela di quelle che una volta si chiamavano tardone, ma oggi si fanno chiamare cougar e qualche volta (purtroppo non molto spesso) sono chiamate MILF da noi maschi arrapati che non badiamo all’anagrafe. Forse la scelta del locale è dovuta al fatto che non vuole mettermi a disagio, preferisce essere lei tra le più giovani presenti anziché essere io tra i più anziani. O forse è lei a non volere concorrenza, chissà.
Ma sto divagando, e soprattutto non conosco ancora le sue reali intenzioni. Forse vuole solo scaricarmi senza sputtanarsi, in un posto che probabilmente lei non frequenta abitualmente e dove è quasi certa che nessuno ci conosca. O forse è solo curiosità, vuole solo provare il mio cazzo in un posto dove si va per rimorchiare e magari chiavano e spompinano nei cessi. Io però ho ambizioni ancora più porche: voglio scoparla nel culo, senza se e senza ma. E qualcosa mi dice che il suo orifizio più stretto sia già aduso al coito, come dicono i pedanti: che sia beante, forse addirittura lasco, per l’usura, come quello di quella mia ex che non aveva mai bisogno di lubrificante, non se lo umettava neanche con la saliva, lo prendeva in culo con la stessa facilità con cui lo prendeva in bocca… dopotutto in ambedue i casi sempre di uno sfintere, o muscolo orbicolare, si tratta…
Ho già una goccia di pre-cum sul foro dell’utetra. Pregusto già la serata e intanto mi preparo, abbigliamento smart casual e profumo discreto ma feromonico. A mia moglie ho detto che vado al pub irlandese a vedere un incontro di rugby. Ma ormai di me e di quello che faccio non gliene frega più nulla.
Ma sto divagando, e soprattutto non conosco ancora le sue reali intenzioni. Forse vuole solo scaricarmi senza sputtanarsi, in un posto che probabilmente lei non frequenta abitualmente e dove è quasi certa che nessuno ci conosca. O forse è solo curiosità, vuole solo provare il mio cazzo in un posto dove si va per rimorchiare e magari chiavano e spompinano nei cessi. Io però ho ambizioni ancora più porche: voglio scoparla nel culo, senza se e senza ma. E qualcosa mi dice che il suo orifizio più stretto sia già aduso al coito, come dicono i pedanti: che sia beante, forse addirittura lasco, per l’usura, come quello di quella mia ex che non aveva mai bisogno di lubrificante, non se lo umettava neanche con la saliva, lo prendeva in culo con la stessa facilità con cui lo prendeva in bocca… dopotutto in ambedue i casi sempre di uno sfintere, o muscolo orbicolare, si tratta…
Ho già una goccia di pre-cum sul foro dell’utetra. Pregusto già la serata e intanto mi preparo, abbigliamento smart casual e profumo discreto ma feromonico. A mia moglie ho detto che vado al pub irlandese a vedere un incontro di rugby. Ma ormai di me e di quello che faccio non gliene frega più nulla.
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Commenti dei lettori al racconto erotico