Il desiderio di essere schiava - 07.Un angolo di paradiso... e la sua controparte nella mia testa
di
maia{MF}
genere
dominazione
Gennaio è iniziato e trascorso approfondendo sempre di più alcune tematiche che riguardano il nostro Legame, oltre che lavorando sui compiti che mi sono stati assegnati.
Mi sono iscritta al forum che avevamo identificato in precedenza e ho iniziato a muovere i primi passi in pubblica piazza; è istruttivo e divertente confrontarsi con persone ed esperienze diverse all’interno di un ambiente che promuove la comprensione reciproca e regala spunti di riflessione sempre nuovi. Il primo periodo è trascorso parando e declinando richieste di conoscenza fuori dal forum, arrivate tramite messaggi privati; non è il senso che voglio dare alla mia partecipazione, non mi interessa conoscere privatamente nuove persone. La mia ricerca è focalizzata sul discutere e approfondire le tematiche che trovo interessanti – o terrificanti – ascoltando il coro di voci che anima le discussioni, intervenendo in prima persona quando ho un contributo da portare.
Con il passare delle settimane inizio a provare una sorta di familiarità con un alcuni utenti, con i quali ci si è scambiati opinioni e che man mano svelano parti di sé, mentre io faccio altrettanto.
Proseguono anche le nostre conversazioni quotidiane, e leggendo di dubbi o partecipando a discussioni condivise ho sempre nuovi spunti da condividere con Lui; adoro il fatto che ci sia sempre - in ogni momento - una linea di comunicazione aperta tra di noi in cui nessun dubbio resta mai preda di se stesso.
Durante le chiacchierate succede di approfondire determinate fantasie o desideri; un Suo desiderio, espresso una sera di metà gennaio, è stato:
“Prima o poi ti voglio vedere arrivare completamente nuda, coperta solo da calze autoreggenti, collare e un cappotto a coprire la nudità”
Questo desiderio, o forse meglio dire questa sua richiesta, ha scatenato in me un lungo brivido di eccitazione e ho fantasticato per un po’ su come poterlo mettere in pratica e su che cosa avrei provato nel farlo; ci ho pensato e ho poi deciso che non avrei aderito immediatamente al Suo desiderio, una sorta di muta ribellione interna a difesa del mio libero arbitrio.
**********************
Arriva la mattina del nostro incontro, e guidando verso la destinazione le Sue parole tornano a ronzarmi in testa in modo insistente; sono vestita in modo normale e il piano prevede che mi cambierò in hotel, data l’impossibilità di potermi preparare direttamente a casa.
Arrivo al parcheggio sotterraneo senza nemmeno sapere come, visto che nella mia testa c’è un dialogo assordante tra la parte sensibile che brama per soddisfare il Suo desiderio e la parte razionale che mi ripete che è davvero una pessima idea. Chiudo gli occhi per un po’, concentrandomi sul respiro, e quando li riapro la decisione è presa: mi presenterò esattamente come ha espresso che io faccia.
Con le dovute cautele mi libero in macchina di tutti i vestiti non necessari, indosso le calze, posiziono la sciarpa e richiudo il cappotto; prendo un foglio e Gli scrivo un messaggio su carta, che poi fotografo e invio:
“Buon viaggio Padrone dei miei sensi, affrettati a raggiungermi, ho bisogno del Tuo calore! In questa fredda giornata invernale, sotto al cappotto nero… ci sono solo le autoreggenti 🤍”
La Sua reazione per messaggi è immediata e molto dolce; dubito sia pienamente sorpreso dalla mia decisione, considerando a quale profondità arriva nel leggermi dentro. Potrei chiederGlielo ora, se sia stata una vera sorpresa oppure una conferma di quello che immaginava.
E così mi incammino verso la stazione, con la stoffa spessa del cappotto che struscia sulle mie parti sensibili, sui capezzoli, sulle natiche e sui fianchi, con il freddo che penetra sotto il cappotto in netto contrasto con il caldo che sento tra le gambe. Osservo i passanti da dietro gli occhiali da sole, sono tremendamente eccitata e timorosa che qualcuno possa notare qualcosa, il che non fa altro che rendermi ancora più bagnata.
Lo aspetto all’uscita della stazione, il Suo sorriso è sempre qualcosa che mi lascia senza fiato; sembra che con lo sguardo stia cercando di passare il cappotto ai raggi X per carpire quello che si trova sotto.
Arrivati in hotel, mentre siamo ancora in ascensore fa scivolare la lunga zip del cappotto, mi guarda con desiderio e fa scorrere una mano tra i seni per arrivare fino all’interno coscia, che trova zuppo dei miei umori; si aprono le porte, esce per primo facendomi da scudo e mi fa cenno di andargli dietro; con le mani accosto i due lembi del cappotto lo seguo nuda per il corridoio, fino alla porta della camera.
Appena entrati in stanza mi aiuta a liberarmi del cappotto e mi prende da dietro, senza spogliarsi; c’è la stessa urgenza per entrambi di essere un tutt’uno, di vibrare esattamente allo stesso modo.
Il mio Padrone non ha scelto a caso l’hotel in cui ci troviamo; in stanza c’è una struttura aperta, senza ante, da utilizzare per appendere giacche e vestiti; la Sua idea però è di appendere altro… recupera le corde ed inizia a farle scorrere intorno alle costole e ai seni, stringendo, annodando e creando intorno a me un abbraccio stretto. Prosegue poi bloccandomi le braccia unite in avanti, dai gomiti fino ai polsi, lasciando un capo della corda libero; lo stringe in una mano e mi invita a seguirlo verso la struttura, fa passare la corda libera sulla sbarra di ferro orizzontale posta in alto e fissa le mie braccia sopra la testa. Ho il respiro accelerato, il sangue che pompa rapido e l’eccitazione alle stelle.
Poco dopo vengo privata della parola con la gag ball e della vista con un foulard stretto intorno alle tempie; lo sento fare dei passi per la stanza e provo una sensazione crescente, un misto di paura e desiderio, non avendo idea di quello che vorrà fare con me.
Sento freddo sull’interno coscia e capisco che mi sta chiedendo, con l’utilizzo della spatola, di tenere ben aperte le gambe, che probabilmente avevo serrato in un involontario tentativo di coprirmi. Percepisco il Suo sguardo che mi brucia addosso, mi sento al contempo vulnerabile ed eccezionalmente desiderata, in un crescendo di desiderio che mi lascia senza fiato.
Lo strumento freddo scorre sulla pelle, davanti e dietro, solleticando zone sensibili e portandomi inevitabilmente a chiudere le gambe, che poi riapro ricordandomi la muta richiesta che mi è stata fatta; la spatola cala rapida e inaspettata e colpisce la pelle bollente, ogni colpo scatena una contrazione, il respiro si fa veloce e ansimo forte, sento la saliva colare dalla bocca lungo il collo e sui seni.
Soddisfatto delle mie reazioni mi accarezza, toglie la benda e mi aiuta a sdraiarmi sul letto; il lubrificante è quasi superfluo, sono talmente eccitata che la Sua mano scivola facilmente dentro di me, davanti, un piccolo stop quando sente irrigidirmi per il dolore e poi entra fino in fondo, cominciando a massaggiare le pareti interne; in brevissimo tempo esplodo in un potentissimo orgasmo che mi lascia senza fiato e senza forze sdraiata sul letto. Non è tempo di riposare però, la Sua eccitazione è al massimo e si fa largo con impeto dentro di me, lo imploro di prendermi più forte e di non fermarsi, mi osserva e mi sbatte con forza fino a raggiungere il culmine del piacere.
Stretti e ansimanti sul letto, nella posizione di riposo che sento così mia da commuovermi, godiamo del reciproco rilassamento; sotto il piumino le carezze sono lente e delicate, il respiro rallenta e con gli occhi chiusi disegniamo invisibili ornamenti sulla pelle dell’altro.
Questo spazio protetto permette di discutere di tutte quelle tematiche che necessitano un confronto di persona, temi delicati che riguardano sensazioni e sentimenti; non so bene come pormi con questo ultimo aspetto, è importante, quasi ingombrante, e a ben pensarci mi fa tremare le gambe. Che ci sia del sentimento è innegabile, anche se non so o non riesco o non voglio dargli un nome, per evitare di chiudere dentro etichette conosciute un percorso, un modo di vivere e sentire, che per me è completamente nuovo.
La Sua capacità nel tenermi dentro il “qui e ora” è in grado di spazzare dalla mente ogni refolo di turbamento; la Sua presenza costante e salda, soprattutto quando possiamo stare vicini, è lo scudo che mi protegge dai pensieri inquieti.
Nel pomeriggio abbiamo modo di sperimentare per la prima volta il wax play; gocce di cera calda che pungolano porzioni di pelle, brevi attimi di lieve dolore che scatenano contrazioni involontarie e piacevoli; soprattutto da bendata, senza lo sguardo ad anticipare il punto dove la cera va a colpire, la sensazione di attesa si fa pressante, il respiro aumenta di frequenza e tutta la concentrazione si sposta sulla superficie, sulla pelle, per captare l’esatto luogo in cui verrà colpita la volta successiva.
La seconda parte della giornata passa rapida, tra momenti intensi frammisti a dolore e parentesi di calma e di dolcezza; mi rendo conto, man mano che approfondiamo chi siamo, di essere in grado di aderire maggiormente a quelli che sono i Suoi desideri, mentre i miei sono scritti su un libro aperto che è libero di consultare a piacimento.
Nell’ultimo periodo c’è un pensiero che passa spesso a trovarmi, per il quale fatico a trovare una collocazione nella mia mente sempre all’erta: mi piacerebbe arrivare a conoscerLo tanto bene da poter anticipare i Suoi desideri, fare in modo che un Suo sguardo o espressione mi sia sufficiente per muovermi senza ritardo.
Ammetto che questo pensiero scatena in me reazioni opposte, subito dopo aver fatto capolino nella parte cosciente della mia mente: da un lato sento pervadermi da una dolcezza che mi scalda il cuore, dall’altro una voce ben più fredda mi chiede se sia normale che io provi desideri di questa sorta.
È faticoso essere me in questo momento, diverse me in realtà: al tavolo della trattativa sono seduti razionalità ed istinto, e non smettono un attimo di scambiarsi colpi che vorrebbero essere mortali. Mi consola sapere che non sono l’unica a vivere questa situazione interiore, dalle grandi signore della letteratura alle persone che sto cominciando a frequentare; nei momenti di maggiore serenità quasi mi diverte fare da spettatore, sedermi, respirare e vedere come andrà a finire.
**********************
Succederà a breve di godere per la prima volta di un angolo, di un posticino sperduto dove vivere pelle a pelle per tre giorni, due notti.
Un angolo in cui i respiri possono stare così vicini da fondersi in un solo ansito che solleva due petti all'unisono.
Un angolo in cui viversi e approfondirsi senza mai guardare le ore.
Un angolo in cui parlare, giocare, urlare, godere e soffrire e ricominciare di nuovo, in cui abbandonarmi senza timore alcuno perché sono tra le Tue mani che mi tengono viva e al sicuro.
Un angolo di paradiso, se mai paradiso esistesse, che al solo pensarci mi esalta e mi terrorizza togliendomi il sonno; in questa folle attesa i minuti si dilatano in ore al ritmo di un martello nel petto che non accenna a fermarsi.
Sarò all'altezza di tutto quello che sarà?
Le Tue parole mi accarezzano delicate e mi innalzano ad un ruolo nei cui abiti mi sento alle volte ancora impacciata; serviranno le Tue braccia solide e calme e calde per far sì ch'io cessi di tremare.
Allora forse il paradiso è un angolo senza coordinate geografiche fisse, è dove sei Tu che quotidianamente forgi e rinsaldi gli anelli della catena che nessuno, eccetto noi, potrà mai essere in grado di spezzare. Ed è dove voglio essere io.
Questo angolo di paradiso si è materializzato nelle settimane successive, ed è stato incredibilmente intenso, significativo, commuovente, totalizzante; nessun racconto da me scritto potrebbe mai anche solo sfiorare la complessità e la bellezza di quanto abbiamo vissuto insieme.
Sono orgogliosa di aver fatto alcuni notevoli passi avanti dal punto di vista fisico, visto che uno dei primi traguardi da raggiungere era quello di riuscire a ricevere il fisting, davanti e dietro; davanti ormai si è trasformata in una pratica di puro piacere, dietro invece resta da lavorarci, siamo arrivati fino in fondo ma riesco a riceverlo solo con grande dolore.
Non meno importanti sono i passi avanti dal punto di vista emozionale oltre al fatto di non riuscire più, nemmeno volendolo, ad ingabbiare e nascondere quelli che sono gli istinti profondi che mi animano.
**********************
Attraverso questi mesi di scoperte e di profonda riflessione sul chi sono io veramente sono arrivata a comprendere che… mi manca ancora molto da capire!
Il percorso condiviso sarà lungo, forse non sempre agevole ma sempre e comunque stimolante, e il desiderio è che il Legame che ci unisce si rinsaldi giorno dopo giorno e arrivi a sublimare due entità in una lega unica e preziosa.
Difficile da parte mia ipotizzare la forma che questo Legame potrà prendere da questo momento; al domani guardo con fiducia perché tra le Sue mani mi sento sempre al sicuro, a casa; quello che avverrà d’ora in poi sarà solo per noi, un Legame prezioso che verrà nutrito, protetto e tenuto al sicuro.
Dedicato al mio Padrone, Master Fisting
Mi sono iscritta al forum che avevamo identificato in precedenza e ho iniziato a muovere i primi passi in pubblica piazza; è istruttivo e divertente confrontarsi con persone ed esperienze diverse all’interno di un ambiente che promuove la comprensione reciproca e regala spunti di riflessione sempre nuovi. Il primo periodo è trascorso parando e declinando richieste di conoscenza fuori dal forum, arrivate tramite messaggi privati; non è il senso che voglio dare alla mia partecipazione, non mi interessa conoscere privatamente nuove persone. La mia ricerca è focalizzata sul discutere e approfondire le tematiche che trovo interessanti – o terrificanti – ascoltando il coro di voci che anima le discussioni, intervenendo in prima persona quando ho un contributo da portare.
Con il passare delle settimane inizio a provare una sorta di familiarità con un alcuni utenti, con i quali ci si è scambiati opinioni e che man mano svelano parti di sé, mentre io faccio altrettanto.
Proseguono anche le nostre conversazioni quotidiane, e leggendo di dubbi o partecipando a discussioni condivise ho sempre nuovi spunti da condividere con Lui; adoro il fatto che ci sia sempre - in ogni momento - una linea di comunicazione aperta tra di noi in cui nessun dubbio resta mai preda di se stesso.
Durante le chiacchierate succede di approfondire determinate fantasie o desideri; un Suo desiderio, espresso una sera di metà gennaio, è stato:
“Prima o poi ti voglio vedere arrivare completamente nuda, coperta solo da calze autoreggenti, collare e un cappotto a coprire la nudità”
Questo desiderio, o forse meglio dire questa sua richiesta, ha scatenato in me un lungo brivido di eccitazione e ho fantasticato per un po’ su come poterlo mettere in pratica e su che cosa avrei provato nel farlo; ci ho pensato e ho poi deciso che non avrei aderito immediatamente al Suo desiderio, una sorta di muta ribellione interna a difesa del mio libero arbitrio.
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Arriva la mattina del nostro incontro, e guidando verso la destinazione le Sue parole tornano a ronzarmi in testa in modo insistente; sono vestita in modo normale e il piano prevede che mi cambierò in hotel, data l’impossibilità di potermi preparare direttamente a casa.
Arrivo al parcheggio sotterraneo senza nemmeno sapere come, visto che nella mia testa c’è un dialogo assordante tra la parte sensibile che brama per soddisfare il Suo desiderio e la parte razionale che mi ripete che è davvero una pessima idea. Chiudo gli occhi per un po’, concentrandomi sul respiro, e quando li riapro la decisione è presa: mi presenterò esattamente come ha espresso che io faccia.
Con le dovute cautele mi libero in macchina di tutti i vestiti non necessari, indosso le calze, posiziono la sciarpa e richiudo il cappotto; prendo un foglio e Gli scrivo un messaggio su carta, che poi fotografo e invio:
“Buon viaggio Padrone dei miei sensi, affrettati a raggiungermi, ho bisogno del Tuo calore! In questa fredda giornata invernale, sotto al cappotto nero… ci sono solo le autoreggenti 🤍”
La Sua reazione per messaggi è immediata e molto dolce; dubito sia pienamente sorpreso dalla mia decisione, considerando a quale profondità arriva nel leggermi dentro. Potrei chiederGlielo ora, se sia stata una vera sorpresa oppure una conferma di quello che immaginava.
E così mi incammino verso la stazione, con la stoffa spessa del cappotto che struscia sulle mie parti sensibili, sui capezzoli, sulle natiche e sui fianchi, con il freddo che penetra sotto il cappotto in netto contrasto con il caldo che sento tra le gambe. Osservo i passanti da dietro gli occhiali da sole, sono tremendamente eccitata e timorosa che qualcuno possa notare qualcosa, il che non fa altro che rendermi ancora più bagnata.
Lo aspetto all’uscita della stazione, il Suo sorriso è sempre qualcosa che mi lascia senza fiato; sembra che con lo sguardo stia cercando di passare il cappotto ai raggi X per carpire quello che si trova sotto.
Arrivati in hotel, mentre siamo ancora in ascensore fa scivolare la lunga zip del cappotto, mi guarda con desiderio e fa scorrere una mano tra i seni per arrivare fino all’interno coscia, che trova zuppo dei miei umori; si aprono le porte, esce per primo facendomi da scudo e mi fa cenno di andargli dietro; con le mani accosto i due lembi del cappotto lo seguo nuda per il corridoio, fino alla porta della camera.
Appena entrati in stanza mi aiuta a liberarmi del cappotto e mi prende da dietro, senza spogliarsi; c’è la stessa urgenza per entrambi di essere un tutt’uno, di vibrare esattamente allo stesso modo.
Il mio Padrone non ha scelto a caso l’hotel in cui ci troviamo; in stanza c’è una struttura aperta, senza ante, da utilizzare per appendere giacche e vestiti; la Sua idea però è di appendere altro… recupera le corde ed inizia a farle scorrere intorno alle costole e ai seni, stringendo, annodando e creando intorno a me un abbraccio stretto. Prosegue poi bloccandomi le braccia unite in avanti, dai gomiti fino ai polsi, lasciando un capo della corda libero; lo stringe in una mano e mi invita a seguirlo verso la struttura, fa passare la corda libera sulla sbarra di ferro orizzontale posta in alto e fissa le mie braccia sopra la testa. Ho il respiro accelerato, il sangue che pompa rapido e l’eccitazione alle stelle.
Poco dopo vengo privata della parola con la gag ball e della vista con un foulard stretto intorno alle tempie; lo sento fare dei passi per la stanza e provo una sensazione crescente, un misto di paura e desiderio, non avendo idea di quello che vorrà fare con me.
Sento freddo sull’interno coscia e capisco che mi sta chiedendo, con l’utilizzo della spatola, di tenere ben aperte le gambe, che probabilmente avevo serrato in un involontario tentativo di coprirmi. Percepisco il Suo sguardo che mi brucia addosso, mi sento al contempo vulnerabile ed eccezionalmente desiderata, in un crescendo di desiderio che mi lascia senza fiato.
Lo strumento freddo scorre sulla pelle, davanti e dietro, solleticando zone sensibili e portandomi inevitabilmente a chiudere le gambe, che poi riapro ricordandomi la muta richiesta che mi è stata fatta; la spatola cala rapida e inaspettata e colpisce la pelle bollente, ogni colpo scatena una contrazione, il respiro si fa veloce e ansimo forte, sento la saliva colare dalla bocca lungo il collo e sui seni.
Soddisfatto delle mie reazioni mi accarezza, toglie la benda e mi aiuta a sdraiarmi sul letto; il lubrificante è quasi superfluo, sono talmente eccitata che la Sua mano scivola facilmente dentro di me, davanti, un piccolo stop quando sente irrigidirmi per il dolore e poi entra fino in fondo, cominciando a massaggiare le pareti interne; in brevissimo tempo esplodo in un potentissimo orgasmo che mi lascia senza fiato e senza forze sdraiata sul letto. Non è tempo di riposare però, la Sua eccitazione è al massimo e si fa largo con impeto dentro di me, lo imploro di prendermi più forte e di non fermarsi, mi osserva e mi sbatte con forza fino a raggiungere il culmine del piacere.
Stretti e ansimanti sul letto, nella posizione di riposo che sento così mia da commuovermi, godiamo del reciproco rilassamento; sotto il piumino le carezze sono lente e delicate, il respiro rallenta e con gli occhi chiusi disegniamo invisibili ornamenti sulla pelle dell’altro.
Questo spazio protetto permette di discutere di tutte quelle tematiche che necessitano un confronto di persona, temi delicati che riguardano sensazioni e sentimenti; non so bene come pormi con questo ultimo aspetto, è importante, quasi ingombrante, e a ben pensarci mi fa tremare le gambe. Che ci sia del sentimento è innegabile, anche se non so o non riesco o non voglio dargli un nome, per evitare di chiudere dentro etichette conosciute un percorso, un modo di vivere e sentire, che per me è completamente nuovo.
La Sua capacità nel tenermi dentro il “qui e ora” è in grado di spazzare dalla mente ogni refolo di turbamento; la Sua presenza costante e salda, soprattutto quando possiamo stare vicini, è lo scudo che mi protegge dai pensieri inquieti.
Nel pomeriggio abbiamo modo di sperimentare per la prima volta il wax play; gocce di cera calda che pungolano porzioni di pelle, brevi attimi di lieve dolore che scatenano contrazioni involontarie e piacevoli; soprattutto da bendata, senza lo sguardo ad anticipare il punto dove la cera va a colpire, la sensazione di attesa si fa pressante, il respiro aumenta di frequenza e tutta la concentrazione si sposta sulla superficie, sulla pelle, per captare l’esatto luogo in cui verrà colpita la volta successiva.
La seconda parte della giornata passa rapida, tra momenti intensi frammisti a dolore e parentesi di calma e di dolcezza; mi rendo conto, man mano che approfondiamo chi siamo, di essere in grado di aderire maggiormente a quelli che sono i Suoi desideri, mentre i miei sono scritti su un libro aperto che è libero di consultare a piacimento.
Nell’ultimo periodo c’è un pensiero che passa spesso a trovarmi, per il quale fatico a trovare una collocazione nella mia mente sempre all’erta: mi piacerebbe arrivare a conoscerLo tanto bene da poter anticipare i Suoi desideri, fare in modo che un Suo sguardo o espressione mi sia sufficiente per muovermi senza ritardo.
Ammetto che questo pensiero scatena in me reazioni opposte, subito dopo aver fatto capolino nella parte cosciente della mia mente: da un lato sento pervadermi da una dolcezza che mi scalda il cuore, dall’altro una voce ben più fredda mi chiede se sia normale che io provi desideri di questa sorta.
È faticoso essere me in questo momento, diverse me in realtà: al tavolo della trattativa sono seduti razionalità ed istinto, e non smettono un attimo di scambiarsi colpi che vorrebbero essere mortali. Mi consola sapere che non sono l’unica a vivere questa situazione interiore, dalle grandi signore della letteratura alle persone che sto cominciando a frequentare; nei momenti di maggiore serenità quasi mi diverte fare da spettatore, sedermi, respirare e vedere come andrà a finire.
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Succederà a breve di godere per la prima volta di un angolo, di un posticino sperduto dove vivere pelle a pelle per tre giorni, due notti.
Un angolo in cui i respiri possono stare così vicini da fondersi in un solo ansito che solleva due petti all'unisono.
Un angolo in cui viversi e approfondirsi senza mai guardare le ore.
Un angolo in cui parlare, giocare, urlare, godere e soffrire e ricominciare di nuovo, in cui abbandonarmi senza timore alcuno perché sono tra le Tue mani che mi tengono viva e al sicuro.
Un angolo di paradiso, se mai paradiso esistesse, che al solo pensarci mi esalta e mi terrorizza togliendomi il sonno; in questa folle attesa i minuti si dilatano in ore al ritmo di un martello nel petto che non accenna a fermarsi.
Sarò all'altezza di tutto quello che sarà?
Le Tue parole mi accarezzano delicate e mi innalzano ad un ruolo nei cui abiti mi sento alle volte ancora impacciata; serviranno le Tue braccia solide e calme e calde per far sì ch'io cessi di tremare.
Allora forse il paradiso è un angolo senza coordinate geografiche fisse, è dove sei Tu che quotidianamente forgi e rinsaldi gli anelli della catena che nessuno, eccetto noi, potrà mai essere in grado di spezzare. Ed è dove voglio essere io.
Questo angolo di paradiso si è materializzato nelle settimane successive, ed è stato incredibilmente intenso, significativo, commuovente, totalizzante; nessun racconto da me scritto potrebbe mai anche solo sfiorare la complessità e la bellezza di quanto abbiamo vissuto insieme.
Sono orgogliosa di aver fatto alcuni notevoli passi avanti dal punto di vista fisico, visto che uno dei primi traguardi da raggiungere era quello di riuscire a ricevere il fisting, davanti e dietro; davanti ormai si è trasformata in una pratica di puro piacere, dietro invece resta da lavorarci, siamo arrivati fino in fondo ma riesco a riceverlo solo con grande dolore.
Non meno importanti sono i passi avanti dal punto di vista emozionale oltre al fatto di non riuscire più, nemmeno volendolo, ad ingabbiare e nascondere quelli che sono gli istinti profondi che mi animano.
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Attraverso questi mesi di scoperte e di profonda riflessione sul chi sono io veramente sono arrivata a comprendere che… mi manca ancora molto da capire!
Il percorso condiviso sarà lungo, forse non sempre agevole ma sempre e comunque stimolante, e il desiderio è che il Legame che ci unisce si rinsaldi giorno dopo giorno e arrivi a sublimare due entità in una lega unica e preziosa.
Difficile da parte mia ipotizzare la forma che questo Legame potrà prendere da questo momento; al domani guardo con fiducia perché tra le Sue mani mi sento sempre al sicuro, a casa; quello che avverrà d’ora in poi sarà solo per noi, un Legame prezioso che verrà nutrito, protetto e tenuto al sicuro.
Dedicato al mio Padrone, Master Fisting
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