Gli spartiacque.
di
Provincia Segreta
genere
trio
Questa è una storia vera. La mia. Io sono Silvia. Ho 42 anni e ieri, con il mio compagno, ho sperimentato il mio primo ménage à trois.
Prima di raccontarla, però, vorrei fare una breve premessa.
Esco da una storia lunghissima con una persona che mi ha sempre fatta sentire inadeguata, sbagliata, inadatta in tutto quello che facevo.
Due anni fa ho deciso di prendere la mia vita per la coda e cambiare, svoltare. Ho chiuso tutti i ponti e ho ricominciato da zero. Non è stato facile. Ma io sono una tosta.
Poi ho conosciuto Stefano. Una persona che ha saputo, in qualche modo, tirare fuori il meglio di me, in tutti gli ambiti. Non starò qui a tediarvi con mille discorsi, perché alla fine questo è un racconto erotico e so che volete che io vada al sodo. Lo farò, promesso.
Vi basti sapere che Stefano ha fatto emergere alcuni miei desideri sopiti, alcune voglie nascoste, che probabilmente avevo già dentro me, ma che non riuscivo ad esprimere, per paura di essere giudicata, di sentirmi di nuovo sbagliata e inadatta. Invece Stefano, uomo che in quest'ambito ha parecchia esperienza, mi ha fatto scoprire un mondo nuovo. Un mondo dove ci può essere trasgressione, divertimento e godimento senza per forza che queste cose siano legate alla gelosia, alla vergogna, all’inadeguatezza.
E così, ieri sera, quasi per caso, ci siamo trovati ad essere seduti ad un tavolo di una elegante enoteca con un bellissimo ragazzo di ventotto anni, e io sentivo che quella era la serata giusta per andare oltre, per provare una cosa fino ad allora per me viva solo nella mia intimità di donna. Fare sesso con due uomini contemporaneamente. Avere quattro mani addosso.
Questo è il mantra di queste situazioni. Si fa, ma non si dice.
Abbiamo chiacchierato del più e del meno, di come ci siamo ritrovati in questo sottobosco segreto, e di come vi ci sia trovato lui. Così giovane, poi.
E l'attimo dopo...eh beh, l'attimo dopo eravamo a casa sua, in camera da letto. Entrambi mi hanno spogliata piano, senza fretta. Poi si sono spogliati loro, e si sono avvicinati a me. Ero nuda di fronte a due uomini, il mio compagno ed uno sconosciuto, anch'essi nudi e visibilmente eccitati. Stefano è una persona attenta. Mi sa leggere dentro. Capisce se sono a mio agio oppure no. La nostra è una sorta di telepatia. Ritorneremo sul discorso della telepatia più tardi.
In quel momento mi sentivo tranquilla, assolutamente a mio agio, non agitata.
La parola che mi sale alla mente è naturalezza.
Il ragazzo sfoggia un membro decisamente grosso per i miei standard, anche rispetto a quello di Stefano e alle mie esperienze precedenti. Mai visto niente del genere, un glande enorme. Cominciamo bene, penso tra me e me.
Seduta sul letto, allungo la mano destra su quello di Stefano, la sinistra su quello del ragazzo. Il mio primo spartiacque. Per la prima volta in vita mia sto stringendo due membri maschili. Con movimenti lenti ma decisi inizio a muovere le mani su e giù, sentendo i loro membri inturgidirsi sempre di più sotto i palmi.
Inizio a prendere in bocca quello di Stefano, è una sensazione che conosco, a cui sono abituata. Adoro il suo sapore, il suo odore. Mentre glielo succhio, la mia mano continua a masturbare il ragazzo, che si gode la scena in silenzio, o forse sussurrando qualcosa che in questo momento non ricordo.
Poi arriva il secondo, di spartiacque. Mi stacco da Stefano e prendo in bocca quello di Federico. Sto facendo un pompino ad un perfetto sconosciuto, una cosa mai fatta prima per me, e c’è addirittura il mio compagno che mi guarda. Ma sto bene, mi godo il momento. E vedo che anche Stefano è preso dalla cosa, lo vedo che freme di eccitazione. Questo cazzo nella mia bocca è veramente grosso. La sua cappella fatica a starmi in bocca, diamine. È enorme. Me lo godo, sento il suo sapore, diverso da quello di Stefano ma non nel senso negativo della cosa. Semplicemente, diverso. È un altro uomo. Diamine, io sono piccolina, mingherlina ho la boccuccia di una bambolina, quasi non riesco a farci stare quella cappella così imponente. Poi però prendo le misure, capisco come devo fare. La mia testa si muove sul suo cazzo con movimenti lenti ma costanti, sento che lui ansima un po', mi tiene la testa con la mano, lo sento crescere ancora di più nella mia bocca per quanto possibile.
Poi, gentilmente, quasi come ad un segnale convenuto, entrambi mi fanno staccare dal cazzo di Federico e mi distendono sul letto. Federico divarica le mie gambe e inizia incessantemente a leccarmi la figa già bagnata con foga, con trasporto. Mi succhia il clitoride. Stefano me lo mette in bocca e inizia a fare dei movimenti pelvici, praticamente mi sta scopando la bocca, sento la sua cappella sulla mia lingua, Dio come mi piace il mio uomo. Ho il primo orgasmo, forte, intenso. Mi stacco un attimo dal cazzo di Stefano e urlo. Federico non si ferma e continua a leccare incessantemente. Sono stravolta dal piacere. Sono immersa nel piacere, ci sprofondo. Sono io stessa il piacere. Ad un tratto Federico si ferma, lentamente si stacca da me, si mette in ginocchio di lato, appoggia una mano sulla mia gamba, penso possa sentire i miei muscoli tesi e tonici sotto il palmo della sua mano. Con l’altra mano mi massaggia il pube liscio con movimenti circolari, appena sopra il clitoride, poi scende e mi infila due o forse tre dita nella figa, non lo so. Inizia a muoverle veloci, con un movimento che conosco molto, molto bene, perché anche Stefano lo fa spesso quando siamo in intimità. So cosa sta facendo Federico: vuole farmi squirtare. All’inizio sono un po' irrigidita, non so se inizialmente avrei voluto permettergli di farmi questo, dargli questo tipo di accesso alla mia intimità. Poi però capisco dove sono e cosa sto facendo, e perché ho voluto essere qui questa sera, con il mio compagno. Penso tra me e me “Ok Federico, come vuoi. Fammi squirtare, uomo.” E non ci vuole tanto, a dire la verità. Pochi movimenti esperti e in men che non si dica inizio a spruzzare i miei umori un po' ovunque, sulle coperte, sulle lenzuola, sullo stesso Federico. E io che urlo, ancora. Federico però è uno che sa il fatto suo, è un uomo esperto per quanto giovane e non è soddisfatto, non ne ha abbastanza. Vuole offrimi il pacchetto completo, e diamine, me ne renderò conto ancor di più dopo, ma in quel momento ancora non lo sapevo. Stefano me lo rimette in bocca, ricomincia a scoparmela muovendosi avanti e indietro come se fosse una figa, mi stringe i seni, mi strizza i capezzoli, forte. Federico fa una pausa, come a darmi un momento di tregua. Stefano mi ha detto poi che dalla sua visuale vedeva che laggiù ero parecchio aperta. Federico è implacabile, ricomincia, altre due dita dentro di me. Questa volta ci vuole un po' più di tempo, ma alla fine squirto di nuovo, sento un’altra sensazione che dal basso ventre si espande in un’altra, incontenibile esplosione. Dio mio, sono esausta. Loro sembrano capirlo, mi lasciano un attimo di tempo per riprendermi un po'. Non so se sono esausta fisicamente o mentalmente. I ricettori del mio cervello sono andati in overflow, il mio corpo si rilassa e si distende sul letto. La calma. La classica calma prima della tempesta.
Loro si spostano di modo che i loro cazzi siano entrambi all’altezza della mia bocca. Entrambi appoggiano le loro cappelle turgide sulle mie labbra, e io mi godo i loro sessi a turno. Prima uno, poi l’altro. Stefano allunga la mano verso il mio ventre, capisco che anche lui non vuole essere da meno e vuole farmi squirtare. E sia. Mentre io continuo ad alternare nella mia bocca i loro cazzi, lui si infila in me con le dita della mano sinistra. È una mano che conosco molto bene, è una mano che mi conosce molto bene. Squirto per la terza volta, ormai il letto è quasi completamente tutto zuppo ed il mio corpo quasi fatica a sostenere questa miriade di sensazioni, di emozioni. Sto bene, mi sento bella, la più bella di tutte. Siamo io e il mio uomo ed un giocattolone. Perché è così che lo avevamo battezzato il terzo della situazione, quando fantasticavamo di fare questa esperienza seduti al tavolo di un bar, bevendo un calice di vino. Un giocattolone, un dildo che però non è inanimato ma ha un cuore che gli batte nel petto, al servizio della nostra coppia. Federico è così. Sa cosa deve fare e qual è il suo ruolo, sa come non essere invadente, ogni suo gesto è studiato e attento, volto a mettere a proprio agio non solo me, ma anche il mio compagno.
Stefano mi fa alzare, mi solleva e mi abbraccia, mi bacia. Dio mio, penso, sono in paradiso. Quest’uomo ha tirato fuori una parte di me dolce ma allo stesso tempo intrigante, e lo ha fatto senza nessuna forzatura, è venuto tutto così naturale. Dio mio, quanto amo questo uomo. Era tutto dentro il mio scrigno, solo che la chiave per aprirlo ce l’aveva solo lui.
Stefano chiede a Federico di distendersi sul letto, poi gentilmente mi sposta e mi fa mettere carponi, il mio viso davanti al cazzo di Federico, dritto, grosso, pulsante. Non esito e glielo prendo in bocca in un istante, tenendolo con una mano alla base, mentre Stefano mi penetra da dietro. Il suo cazzo scivola agilmente nella mia figa, inizio ad assecondare i suoi movimenti, facendoli entrare in sincronia con quelli del mio bacino e della mia bocca. Mi muovo sinuosa, ogni muscolo risponde all’appello, è un cerchio che si chiude. Io sono una ballerina, se c’è qualcuna che sa fare dei movimenti sinuosi, quella sono io. Stefano si muove dentro me con quel ritmo costante che conosco così bene, sa qual è l’intensità che deve tenere per farmi provare piacere, è qualcosa di collaudato. Sento che sto per venire di nuovo, stringo forte tra le labbra la cappella di Federico, stringo forte il suo cazzo con la mano.
Federico mi scosta i capelli, mi accarezza la testa. “Che bella” dice, forse rivolto più a sé stesso che a noi due “quanto è bella vederla…ha di quelle espressioni…”
Godo ancora, ed è un’altra volta un orgasmo formidabile. Stefano rallenta, e dolcemente si sfila da me. Sento che si sta togliendo il preservativo e capisco cosa vuole fare. È il mio uomo, lui lo può fare. E infatti, pochi attimi dopo sento la sua cappella appoggiarsi al mio buchino. Di solito quando facciamo sesso anale bisogna sempre che Stefano faccia un po' di attenzione, che entri piano piano, dolcemente, un po' alla volta, perché altrimenti sento dolore. Ma questa volta, stranamente, non è così. Il suo cazzo entra con sorprendente semplicità dentro il mio culo, lui stesso mi ha detto più tardi quella sera tornando a casa in auto, di essere rimasto stupito. Probabilmente il mio livello di eccitazione era tale che il mio corpo era ben predisposto anche a quello.
Me lo infila dentro fino alle palle, muovendosi con velocità a ritmo costante. Adoro quando Stefano me lo mette nel culo, semplicemente lo adoro. Adoro sentire il suo cazzo dritto dentro le mie viscere. E poi ha un modo di farlo particolare, che non avevo mai sperimentato prima di lui. Riesce, non so come, a tirarsi indietro fino a quando il cazzo sembra quasi dover uscire, poi in realtà si ferma sempre un attimo prima che questo accada, per poi invertire la direzione e spingerlo di nuovo dentro fino in fondo. Quindi, cosi facendo, riesce a farmi sentire il cazzo in tutta la sua lunghezza, dalla punta della cappella fino alle palle. È l’unico che sia mai riuscito a fare questa cosa con me, ed è una cosa che mi manda letteralmente via di testa.
Ad un certo punto sento che appoggia il viso alla mia spalla destra. Capisco cosa sta facendo. “Conosco i miei polli”, si diceva una volta. Il mio pollo, in questo caso, vuole incularmi e allo stesso tempo guardarmi mentre succhio golosa il cazzo di Federico. Santo cielo, tutto questo è letteralmente sublime!
Restiamo così per un po', il cazzo di Stefano entra ed esce dal mio culo così come la cappella di Federico entra ed esce dalla mia bocca. Il viso di Stefano è praticamente a fianco al mio, solo leggermente spostato indietro. Sono in paradiso, penso.
Poi, dopo qualche minuto durante i quali sarò venuta almeno altre due volte, Stefano rallenta, cala il ritmo, e anche qui capisco subito che ha qualcosa in mente…
Stefano mi guarda dritto negli occhi e dice semplicemente “facciamo cambio…?” come a dire, adesso non si torna più indietro. Mi sposta delicatamente di lato, per permettere a Federico di sfilarsi da sotto. Mi metto nuovamente carponi e aspetto, elettrizzata. Stefano si è disteso davanti a me e questa volta è il suo il cazzo che ho davanti alla bocca. Avida del suo sesso, lo prendo subito in bocca e inizio a spompinarlo. Con la coda dell’occhio vedo Federico avvicinarsi ad una credenza prendere un preservativo e del lubrificante. Del lubrificante? Ho un tuffo al cuore! Non vorrà mica mettermelo dietro? Non voglio, non mi va, non me la sento. Ce l’ha troppo grosso per me, e nonostante Stefano me lo abbia aperto poco prima, non me la sento di accogliere quel cazzo enorme dentro il mio culo. Sono un attimo in ansia, alzo lo sguardo verso Stefano, sta sorridendo. Lui mi capisce, mi legge. Non serve neanche che ci parliamo. Il nostro legame è talmente forte che sembriamo due strumenti musicali perfettamente accordati. E allora, mi chiedo, perché sorride? Non ha capito che non voglio prendere dietro Federico? Si è incrinato qualcosa? Poi capisco. Devo fare i conti con la mia mente un po' annebbiata da tante sensazioni tutte nuove, che mi stanno colpendo come frecce lanciate da ogni direzione. Non c'è nulla di cui preoccuparsi.
Federico è un gentiluomo. Non ha intenzione di mettermelo dietro. Ma siccome è ben consapevole delle sue dimensioni, non vuole rischiare di farmi male. È premuroso e trovo questo suo gesto molto gentile. Sento che sta indossando il preservativo, che ci sta spalmando sopra il lubrificante. Si avvicina a me da dietro. E poi.
Spartiacque.
Sento la sua grossa cappella premere sulla mia figa, prima timidamente, poi sempre più insistentemente. Lo sento entrare, riempirmi. Ad ogni colpo lo sento entrare sempre di più, finché alla fine è dentro tutto, o almeno questa è la mia impressione. Si muove lentamente, quasi leggiadro (che ossimoro!) come se stesse sondando il terreno, cercando di capire se sono a mio agio o se c’è qualcosa che non va. Certo, lo so, stiamo scopando. Ma la delicatezza di questo ragazzo è qualcosa di molto bello, per una donna.
Provo una bella sensazione, mi rilasso e ricomincio a prendere in bocca il cazzo di Stefano, godendomelo piano piano, con calma. Forse Federico interpreta questo mio gesto come un via libera, un segnale di distensione. Inizia ad incrementare il ritmo, sempre più veloce, sento il suono che le sue gambe fanno sbattendo sulle mie natiche. Mi sta martellando, mi sta letteralmente martellando la figa, con il cazzo più grosso che io abbia mai preso in vita mia. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. È un martello pneumatico. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum.
Col senno di poi, a mente fredda, penso che Federico abbia voluto mandarmi un messaggio, con quel suo modo di martellarmi forte, potente, ma allo stesso tempo non invadente (un altro ossimoro…) Ho avuto l'impressione che con quel suo modo irruento di scoparmi abbia voluto dirmi “Cara Silvia, adesso ti faccio vedere io cosa vuol dire farsi scopare da un vero bull.” Ho avuto proprio questa impressione, da un lato ho visto un modo di fare beffardo, quasi di sfida, arrogante, dall’altra il regalo di una persona che ha voluto farmi provare una cosa nuova, esplosiva. Parlandone con Stefano successivamente, scopro che anche lui ha avuto la stessa identica impressione che ho avuto io. Non credo fosse telepatia in questo caso. Forse complicità o connessione. Se vogliamo essere un po' meno romantici, magari era solo semplice…evidenza.
Ad un certo punto non riesco più a reggere il ritmo incessante di Federico, mi stacco dal cazzo del mio uomo e lo guardo dritto negli occhi. Il giorno dopo, mentre mangiamo una piadina bevendo una birra in un chiosco vicino ad un fiume, Stefano mi racconta che i lineamenti del mio volto erano mutati, che ero quasi sfigurata. Sfigurata, mi ha detto! Che non aveva mai visto un’espressione del genere sul mio viso. Quando me lo ha detto sono rimasta un po' turbata. Mi dice che avevo gli occhi sgranati, con il trucco che un po' colava, la bocca semiaperta in un’espressione che inizialmente non era stato in grado di decifrare.
Federico continua a martellarmi da dietro senza sosta ad un ritmo indiavolato, i colpi che mi dà sono forti, potenti, io continuo a guardare il mio uomo con questa espressione stravolta ma non riesco a parlare, non sono in grado. E lì, prendetemi in giro se vi va, penso di aver sperimentato per la prima volta la telepatia: io e Stefano stavamo parlando senza proferire parola.
Gli ho “trasmesso” una frase che potrebbe suonare più o meno così: “Oh, amore mio! Non hai idea di cosa mi sta facendo Federico dietro, non hai idea di cosa sto sentendo, mi sento aperta, sconquassata! Sono quasi al limite!”
E lui, poi, mi raccontò di aver sentito esattamente quello che gli stavo dicendo senza parlare. Disse più o meno le stesse parole che vi ho appena descritto sopra. Se non è telepatia, è sicuramente complicità e connessione ai più alti livelli, su questo non c’è dubbio.
Il martellamento continua incessante, quasi senza pietà, al punto tale che sento il bisogno di una pausa, di fermarmi un momento. Sinceramente non ricordo se ho fatto un cenno a Stefano, se l’ho fatto a Federico o se gli ho detto qualcosa per fermarlo. Fatto sta che avevo decisamente bisogno di un momento di riposo. Federico si sfila piano, io mi metto un attimo a sedere sul letto, rassettando i capelli, per riprendermi da questo caleidoscopio di sensazioni, mentali e fisiche.
Abbraccio Stefano, lo bacio. Federico mi accarezza.
“Vuoi provare la doppia?” mi chiede Stefano. “Dai proviamo la doppia”. Sulle prime sono riluttante, ovviamente non ho mai provato una doppia penetrazione in vita mia, essendo questa la mia prima volta con due uomini. Certo, una volta io e Stefano abbiamo provato con un fallo di gomma che io mi ero inserito nella figa mentre lui me lo metteva nel culo, ma credo che non sia esattamente la stessa cosa. Però poi ripenso a quante volte, parlando, abbiamo fantasticato su questa cosa e mi dico, beh, ormai che siamo in ballo, balliamo. D’altronde…io sono una ballerina.
“Va bene” gli dico con un filo di voce.
Lui chiede a Federico di distendersi sul letto, e a me di montargli sopra. È per questo che sono un po' titubante. La posizione lui sotto e lei sopra io la vedo come una cosa intima, di una coppia, i visi e le bocche si sfiorano troppo, ed anche i corpi. Nel mio immaginario questa è una delle posizioni per fare l’amore, non per fare sesso con uno sconosciuto. C'è troppa vicinanza, troppa intimità. Per questo ho sempre detto a Stefano che se mai avessimo provato una cosa a tre con un altro uomo avrei voluto farlo solo a pecorina. Ma ormai sono qui, e sto già salendo sopra a Federico, che con la mano sinistra guida il suo membro dentro al mio sesso. Entra con incredibile, o allarmante se vogliamo, facilità. Lui inizia a muoversi sotto di me, io sono un po' più rigida. Poi sento le mani di Stefano sul mio fondoschiena, tra le mie scapole, gentilmente mi spinge in avanti. Mi accarezza. Ora il mio seno quasi tocca il petto di Federico, lo sfiora. I miei capelli sono su di lui, i nostri visi a pochi centimetri. Il suo cazzo è tutto dentro di me, fino in fondo.
È una situazione inaspettata, che onestamente non mi andava di provare. O forse era solo una mia paranoia.
Inizio a muovermi anche io, curvando la schiena, facendo in modo che il suo cazzo entri fino in fondo. Poi, sento di nuovo la cappella di Stefano appoggiarsi al mio buco del culo, proprio come era successo poco prima. E proprio come allora, con sorprendente facilità entra, e così io mi ritrovo, donna quarantenne, ad avere un cazzo in figa e uno in culo allo stesso tempo. È bello. Mi piace. Ma mi piace soprattutto perché c'è Stefano con me. Le mie fantasie sessuali, anche quelle più recondite, ruotano sempre attorno a lui, e so che anche per lui è lo stesso. Lo so. Lo sento.
Entrambi si muovono dentro me, prima dissonanti, poi anche tra loro scaturisce quel fenomeno che tende a sincronizzare i metronomi meccanici quando vengono messi uno a fianco all'altro. Inizialmente sono scoordinati tra di loro, poi iniziano a muoversi all'unisono, e successivamente iniziano ad alternarsi. Quando uno è dentro, l'altro è fuori. Il piacere che provavo? È difficile spiegarlo, non trovo le parole adatte. Li sento entrambi dentro di me, mi riempiono. Federico con il suo coso enorme nella mia figa, Stefano che mi scopa nel culo come nessun altro sa fare, con quel suo modo così particolare di muoversi. È tutto incredibilmente perfetto. È tutto incredibilmente come doveva essere, come sognavo che fosse, come me lo aspettavo. Mentre sto fantasticando e mi sto facendo trascinare via dal piacere, sento che Stefano dietro di me si sta agitando, inizia ad ansimare. Lo conosco, capisco che sta per venire. Non ha retto all'eccitazione della scena, del momento.
Si scusa a bassa voce, dice “oddio, scusate, sto venendo…” si sfila da me, si alza in piedi sul letto, con la mano destra gira il mio viso verso il suo cazzo e mi esplode in faccia, vengo investita da una miriade di schizzi del suo sperma caldo, che accolgo con la bocca aperta e la lingua fuori, mentre Federico sotto di me continua a scoparmi la figa con veemenza. Voglio ripulire tutta la sborra dal cazzo del mio uomo, di Stefano, glielo prendo in bocca e succhio, stringo la base del suo cazzo finché l'ultima goccia della sua sborra mi è scesa in gola. Adoro. Federico mi scopa con movimenti precisi. Lo sento ansimare, mi chiedo se per caso non stia per venire anche lui. Spero di no. Voglio fargli un regalo, se l’è meritato. Continua a scoparmi mentre Stefano si è spostato dietro, a godersi la scena di quel cazzo così grosso che impala la sua compagna. Mi bacia la schiena, mi accarezza, mi massaggia. Ad un certo punto sento la sua lingua sul mio buco del culo, ormai aperto dopo tanto pompare. Entra con la lingua, Federico mi scopa senza fermarsi.
A quel punto, decido che è ora di concludere anche per Federico. Gli faccio cenno di fermarsi, mi sfilo da lui e mi distendo sul letto. Forse Federico inizialmente non ha capito, ma Stefano si. Mi apre le gambe, inizia a leccarmi la figa di nuovo.
Ho la figa stanca, non saprei come altro descrivere questa sensazione. La lingua di Stefano è un toccasana, mi rilassa, mi tranquillizza. Clitoride, grandi labbra, dentro con la lingua. Dopo tanto stantuffare e i martellamenti di Federico, ci vuole.
Distesa, prendo in bocca il cazzo di Federico che nel frattempo si è tolto il preservativo, per l'ennesima volta quel cazzo enorme invade la mia bocca. Continuo così per qualche minuto, forse meno. Lui si stacca dalla mia bocca, inizia a masturbarsi davanti al mio viso, Stefano è sempre laggiù che mi lecca, ma con la coda dell'occhio lo vedo che guarda nella mia direzione, in trepidante attesa.
Forse Federico, per quanto esperto amatore, non sa fino a dove può spingersi, cosa gli permetterò di fare. È un bravo ragazzo, con la testa sulle spalle e rispettoso delle persone, con noi lo è stato e lo ha dimostrato nel migliore dei modi.
Decido di togliergli ogni dubbio, come dissi a Stefano il giorno dopo, se l'era meritato.
Apro la bocca e tiro fuori la lingua, un gesto più che eloquente.
Subito la sua mano attorno al cazzo accelera il ritmo, ancora qualche attimo e lo sento ansimare, qualche momento ancora e sento gli schizzi della sua sborra sul viso, sulle guance, tra i capelli e in gola. Viene forse un po' meno di Stefano, che è sempre piuttosto abbondante, ma è comunque una gran bella sborrata. Mi giro un attimo verso Stefano, con la sborra di Federico che mi cola dal mento. Ci siamo capiti. Rivolgo di nuovo l'attenzione nei confronti di Federico, gli prendo nuovamente il cazzo in bocca per ripulirlo e lo strizzo alla base per mandare giù anche l'ultima goccia. Se l'è meritato.
Ho il viso ed i capelli coperti di sperma, quello di Stefano prima e quello di Federico poi.
Lo so che siete curiosi, e che ve lo state chiedendo, siete tutti maledettamente uguali e prevedibili.
Alla domanda che ovviamente il giorno dopo anche Stefano mi pose al chiosco, curioso come tutti i maschietti sanno essere, risposi semplicemente “Due consistenze diverse, due sapori diversi. Il tuo più denso, e più saporito”.
Mentre gli uomini si rivestivano, io mi godetti una breve ma intensa doccia calda. E l’attimo dopo eravamo tutti e tre nel parcheggio, davanti alle nostre automobili, a stringerci la mano e darci baci sulla guancia e a ringraziare per la belle serata, come se fossimo stati sul divano a guardare i video delle vacanze in crociera anziché scopare come dei forsennati in tutti i modi possibili e immaginabili. Che strana cosa, passare dall'intimità di una camera da letto a un “Ciao eh, grazie di tutto!” Ma credo con tutta me stessa che sia così che deve essere. Non ci deve mai essere coinvolgimento con i giocattoloni, solo così la cosa può funzionare veramente.
Tornando a casa, guardo il profilo di Stefano, che con gli occhi fissi sulla strada sta guidando nella notte, concentrato sulla strada. Non parla, ma ha un accenno di sorriso sul volto ed un espressione compiaciuta. Per radio stanno passando Sultans of Swing dei Dire Straits, il suo brano preferito.
“Beh, allora, com'è andata?” gli chiedo a bassa voce, un po' curiosa e un po' incalzante.
Lui non risponde. Allunga la mano verso la manopola del volume della radio e lo alza, poi si gira verso di me sorridendo e accelera, posando la mano destra sulla gamba.
Prima di raccontarla, però, vorrei fare una breve premessa.
Esco da una storia lunghissima con una persona che mi ha sempre fatta sentire inadeguata, sbagliata, inadatta in tutto quello che facevo.
Due anni fa ho deciso di prendere la mia vita per la coda e cambiare, svoltare. Ho chiuso tutti i ponti e ho ricominciato da zero. Non è stato facile. Ma io sono una tosta.
Poi ho conosciuto Stefano. Una persona che ha saputo, in qualche modo, tirare fuori il meglio di me, in tutti gli ambiti. Non starò qui a tediarvi con mille discorsi, perché alla fine questo è un racconto erotico e so che volete che io vada al sodo. Lo farò, promesso.
Vi basti sapere che Stefano ha fatto emergere alcuni miei desideri sopiti, alcune voglie nascoste, che probabilmente avevo già dentro me, ma che non riuscivo ad esprimere, per paura di essere giudicata, di sentirmi di nuovo sbagliata e inadatta. Invece Stefano, uomo che in quest'ambito ha parecchia esperienza, mi ha fatto scoprire un mondo nuovo. Un mondo dove ci può essere trasgressione, divertimento e godimento senza per forza che queste cose siano legate alla gelosia, alla vergogna, all’inadeguatezza.
E così, ieri sera, quasi per caso, ci siamo trovati ad essere seduti ad un tavolo di una elegante enoteca con un bellissimo ragazzo di ventotto anni, e io sentivo che quella era la serata giusta per andare oltre, per provare una cosa fino ad allora per me viva solo nella mia intimità di donna. Fare sesso con due uomini contemporaneamente. Avere quattro mani addosso.
Questo è il mantra di queste situazioni. Si fa, ma non si dice.
Abbiamo chiacchierato del più e del meno, di come ci siamo ritrovati in questo sottobosco segreto, e di come vi ci sia trovato lui. Così giovane, poi.
E l'attimo dopo...eh beh, l'attimo dopo eravamo a casa sua, in camera da letto. Entrambi mi hanno spogliata piano, senza fretta. Poi si sono spogliati loro, e si sono avvicinati a me. Ero nuda di fronte a due uomini, il mio compagno ed uno sconosciuto, anch'essi nudi e visibilmente eccitati. Stefano è una persona attenta. Mi sa leggere dentro. Capisce se sono a mio agio oppure no. La nostra è una sorta di telepatia. Ritorneremo sul discorso della telepatia più tardi.
In quel momento mi sentivo tranquilla, assolutamente a mio agio, non agitata.
La parola che mi sale alla mente è naturalezza.
Il ragazzo sfoggia un membro decisamente grosso per i miei standard, anche rispetto a quello di Stefano e alle mie esperienze precedenti. Mai visto niente del genere, un glande enorme. Cominciamo bene, penso tra me e me.
Seduta sul letto, allungo la mano destra su quello di Stefano, la sinistra su quello del ragazzo. Il mio primo spartiacque. Per la prima volta in vita mia sto stringendo due membri maschili. Con movimenti lenti ma decisi inizio a muovere le mani su e giù, sentendo i loro membri inturgidirsi sempre di più sotto i palmi.
Inizio a prendere in bocca quello di Stefano, è una sensazione che conosco, a cui sono abituata. Adoro il suo sapore, il suo odore. Mentre glielo succhio, la mia mano continua a masturbare il ragazzo, che si gode la scena in silenzio, o forse sussurrando qualcosa che in questo momento non ricordo.
Poi arriva il secondo, di spartiacque. Mi stacco da Stefano e prendo in bocca quello di Federico. Sto facendo un pompino ad un perfetto sconosciuto, una cosa mai fatta prima per me, e c’è addirittura il mio compagno che mi guarda. Ma sto bene, mi godo il momento. E vedo che anche Stefano è preso dalla cosa, lo vedo che freme di eccitazione. Questo cazzo nella mia bocca è veramente grosso. La sua cappella fatica a starmi in bocca, diamine. È enorme. Me lo godo, sento il suo sapore, diverso da quello di Stefano ma non nel senso negativo della cosa. Semplicemente, diverso. È un altro uomo. Diamine, io sono piccolina, mingherlina ho la boccuccia di una bambolina, quasi non riesco a farci stare quella cappella così imponente. Poi però prendo le misure, capisco come devo fare. La mia testa si muove sul suo cazzo con movimenti lenti ma costanti, sento che lui ansima un po', mi tiene la testa con la mano, lo sento crescere ancora di più nella mia bocca per quanto possibile.
Poi, gentilmente, quasi come ad un segnale convenuto, entrambi mi fanno staccare dal cazzo di Federico e mi distendono sul letto. Federico divarica le mie gambe e inizia incessantemente a leccarmi la figa già bagnata con foga, con trasporto. Mi succhia il clitoride. Stefano me lo mette in bocca e inizia a fare dei movimenti pelvici, praticamente mi sta scopando la bocca, sento la sua cappella sulla mia lingua, Dio come mi piace il mio uomo. Ho il primo orgasmo, forte, intenso. Mi stacco un attimo dal cazzo di Stefano e urlo. Federico non si ferma e continua a leccare incessantemente. Sono stravolta dal piacere. Sono immersa nel piacere, ci sprofondo. Sono io stessa il piacere. Ad un tratto Federico si ferma, lentamente si stacca da me, si mette in ginocchio di lato, appoggia una mano sulla mia gamba, penso possa sentire i miei muscoli tesi e tonici sotto il palmo della sua mano. Con l’altra mano mi massaggia il pube liscio con movimenti circolari, appena sopra il clitoride, poi scende e mi infila due o forse tre dita nella figa, non lo so. Inizia a muoverle veloci, con un movimento che conosco molto, molto bene, perché anche Stefano lo fa spesso quando siamo in intimità. So cosa sta facendo Federico: vuole farmi squirtare. All’inizio sono un po' irrigidita, non so se inizialmente avrei voluto permettergli di farmi questo, dargli questo tipo di accesso alla mia intimità. Poi però capisco dove sono e cosa sto facendo, e perché ho voluto essere qui questa sera, con il mio compagno. Penso tra me e me “Ok Federico, come vuoi. Fammi squirtare, uomo.” E non ci vuole tanto, a dire la verità. Pochi movimenti esperti e in men che non si dica inizio a spruzzare i miei umori un po' ovunque, sulle coperte, sulle lenzuola, sullo stesso Federico. E io che urlo, ancora. Federico però è uno che sa il fatto suo, è un uomo esperto per quanto giovane e non è soddisfatto, non ne ha abbastanza. Vuole offrimi il pacchetto completo, e diamine, me ne renderò conto ancor di più dopo, ma in quel momento ancora non lo sapevo. Stefano me lo rimette in bocca, ricomincia a scoparmela muovendosi avanti e indietro come se fosse una figa, mi stringe i seni, mi strizza i capezzoli, forte. Federico fa una pausa, come a darmi un momento di tregua. Stefano mi ha detto poi che dalla sua visuale vedeva che laggiù ero parecchio aperta. Federico è implacabile, ricomincia, altre due dita dentro di me. Questa volta ci vuole un po' più di tempo, ma alla fine squirto di nuovo, sento un’altra sensazione che dal basso ventre si espande in un’altra, incontenibile esplosione. Dio mio, sono esausta. Loro sembrano capirlo, mi lasciano un attimo di tempo per riprendermi un po'. Non so se sono esausta fisicamente o mentalmente. I ricettori del mio cervello sono andati in overflow, il mio corpo si rilassa e si distende sul letto. La calma. La classica calma prima della tempesta.
Loro si spostano di modo che i loro cazzi siano entrambi all’altezza della mia bocca. Entrambi appoggiano le loro cappelle turgide sulle mie labbra, e io mi godo i loro sessi a turno. Prima uno, poi l’altro. Stefano allunga la mano verso il mio ventre, capisco che anche lui non vuole essere da meno e vuole farmi squirtare. E sia. Mentre io continuo ad alternare nella mia bocca i loro cazzi, lui si infila in me con le dita della mano sinistra. È una mano che conosco molto bene, è una mano che mi conosce molto bene. Squirto per la terza volta, ormai il letto è quasi completamente tutto zuppo ed il mio corpo quasi fatica a sostenere questa miriade di sensazioni, di emozioni. Sto bene, mi sento bella, la più bella di tutte. Siamo io e il mio uomo ed un giocattolone. Perché è così che lo avevamo battezzato il terzo della situazione, quando fantasticavamo di fare questa esperienza seduti al tavolo di un bar, bevendo un calice di vino. Un giocattolone, un dildo che però non è inanimato ma ha un cuore che gli batte nel petto, al servizio della nostra coppia. Federico è così. Sa cosa deve fare e qual è il suo ruolo, sa come non essere invadente, ogni suo gesto è studiato e attento, volto a mettere a proprio agio non solo me, ma anche il mio compagno.
Stefano mi fa alzare, mi solleva e mi abbraccia, mi bacia. Dio mio, penso, sono in paradiso. Quest’uomo ha tirato fuori una parte di me dolce ma allo stesso tempo intrigante, e lo ha fatto senza nessuna forzatura, è venuto tutto così naturale. Dio mio, quanto amo questo uomo. Era tutto dentro il mio scrigno, solo che la chiave per aprirlo ce l’aveva solo lui.
Stefano chiede a Federico di distendersi sul letto, poi gentilmente mi sposta e mi fa mettere carponi, il mio viso davanti al cazzo di Federico, dritto, grosso, pulsante. Non esito e glielo prendo in bocca in un istante, tenendolo con una mano alla base, mentre Stefano mi penetra da dietro. Il suo cazzo scivola agilmente nella mia figa, inizio ad assecondare i suoi movimenti, facendoli entrare in sincronia con quelli del mio bacino e della mia bocca. Mi muovo sinuosa, ogni muscolo risponde all’appello, è un cerchio che si chiude. Io sono una ballerina, se c’è qualcuna che sa fare dei movimenti sinuosi, quella sono io. Stefano si muove dentro me con quel ritmo costante che conosco così bene, sa qual è l’intensità che deve tenere per farmi provare piacere, è qualcosa di collaudato. Sento che sto per venire di nuovo, stringo forte tra le labbra la cappella di Federico, stringo forte il suo cazzo con la mano.
Federico mi scosta i capelli, mi accarezza la testa. “Che bella” dice, forse rivolto più a sé stesso che a noi due “quanto è bella vederla…ha di quelle espressioni…”
Godo ancora, ed è un’altra volta un orgasmo formidabile. Stefano rallenta, e dolcemente si sfila da me. Sento che si sta togliendo il preservativo e capisco cosa vuole fare. È il mio uomo, lui lo può fare. E infatti, pochi attimi dopo sento la sua cappella appoggiarsi al mio buchino. Di solito quando facciamo sesso anale bisogna sempre che Stefano faccia un po' di attenzione, che entri piano piano, dolcemente, un po' alla volta, perché altrimenti sento dolore. Ma questa volta, stranamente, non è così. Il suo cazzo entra con sorprendente semplicità dentro il mio culo, lui stesso mi ha detto più tardi quella sera tornando a casa in auto, di essere rimasto stupito. Probabilmente il mio livello di eccitazione era tale che il mio corpo era ben predisposto anche a quello.
Me lo infila dentro fino alle palle, muovendosi con velocità a ritmo costante. Adoro quando Stefano me lo mette nel culo, semplicemente lo adoro. Adoro sentire il suo cazzo dritto dentro le mie viscere. E poi ha un modo di farlo particolare, che non avevo mai sperimentato prima di lui. Riesce, non so come, a tirarsi indietro fino a quando il cazzo sembra quasi dover uscire, poi in realtà si ferma sempre un attimo prima che questo accada, per poi invertire la direzione e spingerlo di nuovo dentro fino in fondo. Quindi, cosi facendo, riesce a farmi sentire il cazzo in tutta la sua lunghezza, dalla punta della cappella fino alle palle. È l’unico che sia mai riuscito a fare questa cosa con me, ed è una cosa che mi manda letteralmente via di testa.
Ad un certo punto sento che appoggia il viso alla mia spalla destra. Capisco cosa sta facendo. “Conosco i miei polli”, si diceva una volta. Il mio pollo, in questo caso, vuole incularmi e allo stesso tempo guardarmi mentre succhio golosa il cazzo di Federico. Santo cielo, tutto questo è letteralmente sublime!
Restiamo così per un po', il cazzo di Stefano entra ed esce dal mio culo così come la cappella di Federico entra ed esce dalla mia bocca. Il viso di Stefano è praticamente a fianco al mio, solo leggermente spostato indietro. Sono in paradiso, penso.
Poi, dopo qualche minuto durante i quali sarò venuta almeno altre due volte, Stefano rallenta, cala il ritmo, e anche qui capisco subito che ha qualcosa in mente…
Stefano mi guarda dritto negli occhi e dice semplicemente “facciamo cambio…?” come a dire, adesso non si torna più indietro. Mi sposta delicatamente di lato, per permettere a Federico di sfilarsi da sotto. Mi metto nuovamente carponi e aspetto, elettrizzata. Stefano si è disteso davanti a me e questa volta è il suo il cazzo che ho davanti alla bocca. Avida del suo sesso, lo prendo subito in bocca e inizio a spompinarlo. Con la coda dell’occhio vedo Federico avvicinarsi ad una credenza prendere un preservativo e del lubrificante. Del lubrificante? Ho un tuffo al cuore! Non vorrà mica mettermelo dietro? Non voglio, non mi va, non me la sento. Ce l’ha troppo grosso per me, e nonostante Stefano me lo abbia aperto poco prima, non me la sento di accogliere quel cazzo enorme dentro il mio culo. Sono un attimo in ansia, alzo lo sguardo verso Stefano, sta sorridendo. Lui mi capisce, mi legge. Non serve neanche che ci parliamo. Il nostro legame è talmente forte che sembriamo due strumenti musicali perfettamente accordati. E allora, mi chiedo, perché sorride? Non ha capito che non voglio prendere dietro Federico? Si è incrinato qualcosa? Poi capisco. Devo fare i conti con la mia mente un po' annebbiata da tante sensazioni tutte nuove, che mi stanno colpendo come frecce lanciate da ogni direzione. Non c'è nulla di cui preoccuparsi.
Federico è un gentiluomo. Non ha intenzione di mettermelo dietro. Ma siccome è ben consapevole delle sue dimensioni, non vuole rischiare di farmi male. È premuroso e trovo questo suo gesto molto gentile. Sento che sta indossando il preservativo, che ci sta spalmando sopra il lubrificante. Si avvicina a me da dietro. E poi.
Spartiacque.
Sento la sua grossa cappella premere sulla mia figa, prima timidamente, poi sempre più insistentemente. Lo sento entrare, riempirmi. Ad ogni colpo lo sento entrare sempre di più, finché alla fine è dentro tutto, o almeno questa è la mia impressione. Si muove lentamente, quasi leggiadro (che ossimoro!) come se stesse sondando il terreno, cercando di capire se sono a mio agio o se c’è qualcosa che non va. Certo, lo so, stiamo scopando. Ma la delicatezza di questo ragazzo è qualcosa di molto bello, per una donna.
Provo una bella sensazione, mi rilasso e ricomincio a prendere in bocca il cazzo di Stefano, godendomelo piano piano, con calma. Forse Federico interpreta questo mio gesto come un via libera, un segnale di distensione. Inizia ad incrementare il ritmo, sempre più veloce, sento il suono che le sue gambe fanno sbattendo sulle mie natiche. Mi sta martellando, mi sta letteralmente martellando la figa, con il cazzo più grosso che io abbia mai preso in vita mia. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. È un martello pneumatico. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum.
Col senno di poi, a mente fredda, penso che Federico abbia voluto mandarmi un messaggio, con quel suo modo di martellarmi forte, potente, ma allo stesso tempo non invadente (un altro ossimoro…) Ho avuto l'impressione che con quel suo modo irruento di scoparmi abbia voluto dirmi “Cara Silvia, adesso ti faccio vedere io cosa vuol dire farsi scopare da un vero bull.” Ho avuto proprio questa impressione, da un lato ho visto un modo di fare beffardo, quasi di sfida, arrogante, dall’altra il regalo di una persona che ha voluto farmi provare una cosa nuova, esplosiva. Parlandone con Stefano successivamente, scopro che anche lui ha avuto la stessa identica impressione che ho avuto io. Non credo fosse telepatia in questo caso. Forse complicità o connessione. Se vogliamo essere un po' meno romantici, magari era solo semplice…evidenza.
Ad un certo punto non riesco più a reggere il ritmo incessante di Federico, mi stacco dal cazzo del mio uomo e lo guardo dritto negli occhi. Il giorno dopo, mentre mangiamo una piadina bevendo una birra in un chiosco vicino ad un fiume, Stefano mi racconta che i lineamenti del mio volto erano mutati, che ero quasi sfigurata. Sfigurata, mi ha detto! Che non aveva mai visto un’espressione del genere sul mio viso. Quando me lo ha detto sono rimasta un po' turbata. Mi dice che avevo gli occhi sgranati, con il trucco che un po' colava, la bocca semiaperta in un’espressione che inizialmente non era stato in grado di decifrare.
Federico continua a martellarmi da dietro senza sosta ad un ritmo indiavolato, i colpi che mi dà sono forti, potenti, io continuo a guardare il mio uomo con questa espressione stravolta ma non riesco a parlare, non sono in grado. E lì, prendetemi in giro se vi va, penso di aver sperimentato per la prima volta la telepatia: io e Stefano stavamo parlando senza proferire parola.
Gli ho “trasmesso” una frase che potrebbe suonare più o meno così: “Oh, amore mio! Non hai idea di cosa mi sta facendo Federico dietro, non hai idea di cosa sto sentendo, mi sento aperta, sconquassata! Sono quasi al limite!”
E lui, poi, mi raccontò di aver sentito esattamente quello che gli stavo dicendo senza parlare. Disse più o meno le stesse parole che vi ho appena descritto sopra. Se non è telepatia, è sicuramente complicità e connessione ai più alti livelli, su questo non c’è dubbio.
Il martellamento continua incessante, quasi senza pietà, al punto tale che sento il bisogno di una pausa, di fermarmi un momento. Sinceramente non ricordo se ho fatto un cenno a Stefano, se l’ho fatto a Federico o se gli ho detto qualcosa per fermarlo. Fatto sta che avevo decisamente bisogno di un momento di riposo. Federico si sfila piano, io mi metto un attimo a sedere sul letto, rassettando i capelli, per riprendermi da questo caleidoscopio di sensazioni, mentali e fisiche.
Abbraccio Stefano, lo bacio. Federico mi accarezza.
“Vuoi provare la doppia?” mi chiede Stefano. “Dai proviamo la doppia”. Sulle prime sono riluttante, ovviamente non ho mai provato una doppia penetrazione in vita mia, essendo questa la mia prima volta con due uomini. Certo, una volta io e Stefano abbiamo provato con un fallo di gomma che io mi ero inserito nella figa mentre lui me lo metteva nel culo, ma credo che non sia esattamente la stessa cosa. Però poi ripenso a quante volte, parlando, abbiamo fantasticato su questa cosa e mi dico, beh, ormai che siamo in ballo, balliamo. D’altronde…io sono una ballerina.
“Va bene” gli dico con un filo di voce.
Lui chiede a Federico di distendersi sul letto, e a me di montargli sopra. È per questo che sono un po' titubante. La posizione lui sotto e lei sopra io la vedo come una cosa intima, di una coppia, i visi e le bocche si sfiorano troppo, ed anche i corpi. Nel mio immaginario questa è una delle posizioni per fare l’amore, non per fare sesso con uno sconosciuto. C'è troppa vicinanza, troppa intimità. Per questo ho sempre detto a Stefano che se mai avessimo provato una cosa a tre con un altro uomo avrei voluto farlo solo a pecorina. Ma ormai sono qui, e sto già salendo sopra a Federico, che con la mano sinistra guida il suo membro dentro al mio sesso. Entra con incredibile, o allarmante se vogliamo, facilità. Lui inizia a muoversi sotto di me, io sono un po' più rigida. Poi sento le mani di Stefano sul mio fondoschiena, tra le mie scapole, gentilmente mi spinge in avanti. Mi accarezza. Ora il mio seno quasi tocca il petto di Federico, lo sfiora. I miei capelli sono su di lui, i nostri visi a pochi centimetri. Il suo cazzo è tutto dentro di me, fino in fondo.
È una situazione inaspettata, che onestamente non mi andava di provare. O forse era solo una mia paranoia.
Inizio a muovermi anche io, curvando la schiena, facendo in modo che il suo cazzo entri fino in fondo. Poi, sento di nuovo la cappella di Stefano appoggiarsi al mio buco del culo, proprio come era successo poco prima. E proprio come allora, con sorprendente facilità entra, e così io mi ritrovo, donna quarantenne, ad avere un cazzo in figa e uno in culo allo stesso tempo. È bello. Mi piace. Ma mi piace soprattutto perché c'è Stefano con me. Le mie fantasie sessuali, anche quelle più recondite, ruotano sempre attorno a lui, e so che anche per lui è lo stesso. Lo so. Lo sento.
Entrambi si muovono dentro me, prima dissonanti, poi anche tra loro scaturisce quel fenomeno che tende a sincronizzare i metronomi meccanici quando vengono messi uno a fianco all'altro. Inizialmente sono scoordinati tra di loro, poi iniziano a muoversi all'unisono, e successivamente iniziano ad alternarsi. Quando uno è dentro, l'altro è fuori. Il piacere che provavo? È difficile spiegarlo, non trovo le parole adatte. Li sento entrambi dentro di me, mi riempiono. Federico con il suo coso enorme nella mia figa, Stefano che mi scopa nel culo come nessun altro sa fare, con quel suo modo così particolare di muoversi. È tutto incredibilmente perfetto. È tutto incredibilmente come doveva essere, come sognavo che fosse, come me lo aspettavo. Mentre sto fantasticando e mi sto facendo trascinare via dal piacere, sento che Stefano dietro di me si sta agitando, inizia ad ansimare. Lo conosco, capisco che sta per venire. Non ha retto all'eccitazione della scena, del momento.
Si scusa a bassa voce, dice “oddio, scusate, sto venendo…” si sfila da me, si alza in piedi sul letto, con la mano destra gira il mio viso verso il suo cazzo e mi esplode in faccia, vengo investita da una miriade di schizzi del suo sperma caldo, che accolgo con la bocca aperta e la lingua fuori, mentre Federico sotto di me continua a scoparmi la figa con veemenza. Voglio ripulire tutta la sborra dal cazzo del mio uomo, di Stefano, glielo prendo in bocca e succhio, stringo la base del suo cazzo finché l'ultima goccia della sua sborra mi è scesa in gola. Adoro. Federico mi scopa con movimenti precisi. Lo sento ansimare, mi chiedo se per caso non stia per venire anche lui. Spero di no. Voglio fargli un regalo, se l’è meritato. Continua a scoparmi mentre Stefano si è spostato dietro, a godersi la scena di quel cazzo così grosso che impala la sua compagna. Mi bacia la schiena, mi accarezza, mi massaggia. Ad un certo punto sento la sua lingua sul mio buco del culo, ormai aperto dopo tanto pompare. Entra con la lingua, Federico mi scopa senza fermarsi.
A quel punto, decido che è ora di concludere anche per Federico. Gli faccio cenno di fermarsi, mi sfilo da lui e mi distendo sul letto. Forse Federico inizialmente non ha capito, ma Stefano si. Mi apre le gambe, inizia a leccarmi la figa di nuovo.
Ho la figa stanca, non saprei come altro descrivere questa sensazione. La lingua di Stefano è un toccasana, mi rilassa, mi tranquillizza. Clitoride, grandi labbra, dentro con la lingua. Dopo tanto stantuffare e i martellamenti di Federico, ci vuole.
Distesa, prendo in bocca il cazzo di Federico che nel frattempo si è tolto il preservativo, per l'ennesima volta quel cazzo enorme invade la mia bocca. Continuo così per qualche minuto, forse meno. Lui si stacca dalla mia bocca, inizia a masturbarsi davanti al mio viso, Stefano è sempre laggiù che mi lecca, ma con la coda dell'occhio lo vedo che guarda nella mia direzione, in trepidante attesa.
Forse Federico, per quanto esperto amatore, non sa fino a dove può spingersi, cosa gli permetterò di fare. È un bravo ragazzo, con la testa sulle spalle e rispettoso delle persone, con noi lo è stato e lo ha dimostrato nel migliore dei modi.
Decido di togliergli ogni dubbio, come dissi a Stefano il giorno dopo, se l'era meritato.
Apro la bocca e tiro fuori la lingua, un gesto più che eloquente.
Subito la sua mano attorno al cazzo accelera il ritmo, ancora qualche attimo e lo sento ansimare, qualche momento ancora e sento gli schizzi della sua sborra sul viso, sulle guance, tra i capelli e in gola. Viene forse un po' meno di Stefano, che è sempre piuttosto abbondante, ma è comunque una gran bella sborrata. Mi giro un attimo verso Stefano, con la sborra di Federico che mi cola dal mento. Ci siamo capiti. Rivolgo di nuovo l'attenzione nei confronti di Federico, gli prendo nuovamente il cazzo in bocca per ripulirlo e lo strizzo alla base per mandare giù anche l'ultima goccia. Se l'è meritato.
Ho il viso ed i capelli coperti di sperma, quello di Stefano prima e quello di Federico poi.
Lo so che siete curiosi, e che ve lo state chiedendo, siete tutti maledettamente uguali e prevedibili.
Alla domanda che ovviamente il giorno dopo anche Stefano mi pose al chiosco, curioso come tutti i maschietti sanno essere, risposi semplicemente “Due consistenze diverse, due sapori diversi. Il tuo più denso, e più saporito”.
Mentre gli uomini si rivestivano, io mi godetti una breve ma intensa doccia calda. E l’attimo dopo eravamo tutti e tre nel parcheggio, davanti alle nostre automobili, a stringerci la mano e darci baci sulla guancia e a ringraziare per la belle serata, come se fossimo stati sul divano a guardare i video delle vacanze in crociera anziché scopare come dei forsennati in tutti i modi possibili e immaginabili. Che strana cosa, passare dall'intimità di una camera da letto a un “Ciao eh, grazie di tutto!” Ma credo con tutta me stessa che sia così che deve essere. Non ci deve mai essere coinvolgimento con i giocattoloni, solo così la cosa può funzionare veramente.
Tornando a casa, guardo il profilo di Stefano, che con gli occhi fissi sulla strada sta guidando nella notte, concentrato sulla strada. Non parla, ma ha un accenno di sorriso sul volto ed un espressione compiaciuta. Per radio stanno passando Sultans of Swing dei Dire Straits, il suo brano preferito.
“Beh, allora, com'è andata?” gli chiedo a bassa voce, un po' curiosa e un po' incalzante.
Lui non risponde. Allunga la mano verso la manopola del volume della radio e lo alza, poi si gira verso di me sorridendo e accelera, posando la mano destra sulla gamba.
3
voti
voti
valutazione
6.7
6.7
Commenti dei lettori al racconto erotico