Pam venduta

di
genere
dominazione

Pam si sveglia al buio, scossa dai brividi.

E’ nuda.

Il posto in cui si trova è freddo e umido. Uno sgabuzzino, un ripostiglio, forse un sottoscala: una piccola cella in parole povere.
Sotto il suo corpo qualcosa di morbido, un piccolo materasso.
Aspetta qualche altro secondo in modo di permettere ai suoi occhi di adattarsi al buio.
Ora riesce ad intravedere la sagoma di una porta davanti a se.
Si alza, cerca la maniglia. La trova, la gira ma la porta è chiusa a chiave.
Dei rumori dall’esterno le fanno capire che non è sola.
Inizia a battere sul legno gridando: ‘Aprite. C’è qualcuno? Sono qui dentro.’
Dopo qualche secondo, un uomo di colore le apre.
‘Buongiorno schiava, ben svegliata!’
‘Cosa ci faccio qui? Nuda e rinchiusa contro la mia volontà.’
‘La tua padrona Sara ti ha venduta a noi.’
‘La mia padrona Sara? Lei non è la mia padrona! E voi non potete comprarmi.’
‘Ufficialmente no, hai ragione. Ma in ogni caso tu ora sei di nostra proprietà. Che ti piaccia o no!’
‘Ma non potete farmi questo. Ho un marito, due figlie”
‘Non ti preoccupare, la tua amica ha detto che a tuo marito ci pensa lei.’
‘No, che cazzo stai dicendo? Non potete’.’
‘Mi ha detto di dirti che se ti fai viva è pronta a rendere pubblico moltissimo materiale che ti riguarda. Ha detto che se torni la tua vita sarà rovinata, il tuo matrimonio sarà rovinato. Le tue vergogne ricadranno anche sulle tue figlie, avere una mamma puttana è un’etichetta che difficilmente si potranno togliere per il resto della loro vita.’
‘Ma perché mi sta facendo questo?’
‘Dovresti chiederlo a lei. Ci ha detto solo che ti cedeva a noi. Così lei avrebbe preso il tuo posto e tu avresti avuto la vita che meritavi. La vita da puttana che meriti. Così ha detto.’
Pam si sente mancare. L’uomo, Nassor, l’afferra al volo, prima che stramazzi sul pavimento. La fa stendere sul materasso. Inizia a piangere.
Queste erano le conseguenze della piega che aveva preso la sua vita negli ultimi mesi. Tutto iniziato da quel gioco iniziato quasi per scherzo con suo marito, dal mettersi in mostra con degli sconosciuti a diventare una ninfomane affamata di cazzo è stato un attimo. Una cascata di eventi che l’ha portata fino a questo punto.
Ma di fronte alle minacce di Sara non sa proprio come reagire. Per lei sembra non esserci via di uscita.
‘Cosa ne farete di me?’ Chiede una volta ripresasi.
‘Sarai la nostra schiava bianca. Ti porteremo con noi.’
‘In Francia?’
‘Ahhahahhaha. No, ti portiamo in Senegal.’
‘In Senegal??? E come pensate di farmi lasciare il paese contro la mia volontà?’
‘Non ti preoccupare. Oggi pomeriggio dal porto di Marsiglia una nave di un nostro amico salpa appunto per il Senegal. Lui sa come farti salire a bordo evitando i controlli. I doganieri francesi sono più interessati alle persone che arrivano dall’Africa che quelli che decidono di andarci. Ho promesso al capitano che sarai sua per tutto il viaggio, potrà fare di te quello che vuole, anzi quando arriverai a destinazione sarai la schiava perfetta, lui sa cosa deve fare per farti diventare totalmente sottomessa al grande cazzo nero. Una decina di giorni e ti sbarcherà a Dakar dove uno di noi ti verrà a prendere.’
‘Ma’ non potete’ non voglio”
‘Si che possiamo e non importa quello che vuoi tu. Metti questi, ormai è ora di andare. Tanto ti serviranno solo per il viaggio fino a Marsiglia. Probabilmente sarà l’ultima volta che indosserai dei vestiti in vita tua’ ahhahahhahahha’
Le dice lanciandole un paio di pantaloni e una maglia.
‘E ricorda, fai anche un solo brutto tiro e la tua amica manderà quello che tu sai a chi tu sai.’

Dopo un viaggio di poco più di sei ore, Pam assieme ai tre uomini di colore arriva al porto di Marsiglia.
Al controllo doganale vengono fermati da due funzionari francesi di evidenti origini nordafricane.
‘Cette salope doit ‘tre la charge spéciale de Mahomet, je suppose’, dice uno dei due salutando i tre uomini. (trad. Immagino che questa cagna sia il carico speciale di Mohammed)
‘Je vois que le capitaine vous a déjà informé’, gli risponde Sahele, ‘Y a-t-il des problèmes?’ (trad. Vedo che il capitano vi ha già informato, ci sono problemi?)
‘Non, pas de problème, mon obligation est de vérifier les marchandises avant d’embarquer, s’il vous pla’t, suivez-nous dans notre bureau.’ (trad. No, nessun problema, il mio obbligo è di controllare la merce prima dell'imbarco, per favore seguiteci nel nostro ufficio.)
Una volta entrati i tre neri vengono fatti accomodare in sala d’attesa mentre Pam viene fatta entrare in un camerino attiguo.
‘Spogliati, dobbiamo verificare che tu non trasporti merce di contrabbando.’ Le dicono in un italiano con forte accento francese sorridendo in maniera ironica.
Pam non fa nessuna resistenza, come un automa si spoglia dei pochi vestiti che indossa, rassegnata all’inevitabilità di quello che le sta succedendo.
I due doganieri la guardano soddisfatti, le si avvicinano e iniziano ad accarezzarla, prima quasi con dolcezza e via via sempre più rudemente. Le strizzano le tette, le pizzicano i capezzoli, le schiaffeggiano il culo, le fanno allargare per bene le gambe, infilano le dita nel suo sesso. Pam resta immobile, subisce terrorizzata quel trattamento che di solito si riserva solo agli animali o ai trafficanti di sostanze illecite. Ma il suo corpo e la sua figa sembra apprezzare quel trattamento. Il calore che sale dal suo sesso la fa lentamente sciogliere. La rigidità del suo corpo lascia la posto a dei sensuali mugolii di piacere.
‘Regardez comment cette salope est mouillée ! ‘ dice un collega all’altro. (trad. Guarda quanto è bagnata questa cagna!)
‘Et oui, les putes blanches ne peuvent pas résister à la bite noire’ gli risponde l’altro spingendo Pam per farla mettere a novanta gradi. (Trad. E sì, le puttane bianche non resistono al cazzo nero.)
‘Elle a un trou du cul qui ressemble à une caverne, qui sait combien de queues elle a déjà pris’ commenta infilandole due dita nel culo. (trad. Ha un culo che sembra una caverna, chissà quanti cazzi ha già preso.)
‘Voyons comment il travaille avec sa bouche’ gli risponde il collega tirando fuori il cazzo e presentandolo davanti alla faccia di Pan. (Trad. Vediamo come se la cava con la bocca.)
La donna senza la minima esitazione inizia a succhiarlo, succube della situazione e spinta dalla sempre maggiore eccitazione che le sta montando dentro.
L’altro francese inizia a scoparla da dietro nelle figa. I mugolii di Pam aumentano di intensità ad ogni affondo dell’uomo.
‘Oh si puttana italiana, ti piace il cazzo nero? Rispondi: ti piace?’ accompagnando la domanda con un sonoro schiaffo sul culo della donna.
‘Si, mi piace il cazzo nero!’ si trova costretta a rispondere Pan, affermazione che, anche lei dicendolo se ne rende contro, corrisponde comunque alla verità.
‘E’ giusto che sia così! Voi puttane bianche siete nate per soddisfare i cazzi neri! I cazzetti bianchi ti faranno il solletico d’ora in poi. Ahhahahhahaha’ conclude l’uomo ridendo sguaiatamente.
I due uomini non si risparmiano e scopano a turno Pam nella figa e in bocca mentre i gemiti di piacere di lei si trasformano in suono sempre più chiari e distinti. Suoni che fanno ben capire che l’orgasmo le sta montando dentro, fino ad esplodere in grida di piacere.
Ancora pochi affondi e il nordafricano toglie il cazzo dalla figa della donna e le riempie la bocca del suo caldo e acre sperma, bocca che pochi secondi prima aveva già gustato la sborra dell’altro uomo.
I due uomini soddisfatti della loro ‘ispezione’ riportano la donna ai tre africani.
‘Je suis s’r que cette chienne te donnera une énorme satisfaction. Après dix jours avec Mohamet quand elle arrivera à Dakar elle sera complètement esclave de la bite noire’ Dice ai tre uomini consegnando Pam nelle loro mani, ‘Bon voyage Salope!’ (trad. Sono sicuro che questa cagna ti darà enormi soddisfazioni. Dopo dieci giorni con Mohammed, quando arriverà a Dakar sarà completamente schiava del cazzo nero. Buon viaggio troia!)

Poco dopo Pam è già a bordo del cargo Grand Etoile battente bandiera senegalese. I tre africani consegnano la donna nelle mani del capitano Mohamet, un possente uomo di colore con una pancia enorme, tipica del grande bevitore di birra, in barba ai dettami della sua religione, che la fa subito accomodare nel suo alloggio, dopo averle fatto togliere i vestiti. E’ di nuovo nuda e prigioniera.
Il capitano non vede l’ora di usare la giovane donna. Ordine di levare l’ancora e la nave in pochi minuti è già al largo delle coste francese, diretta a Dakar senza scali. Assolte le sue incombenze di capitano, lascia il comando al suo vice e finalmente si reca da Pam per iniziare il suo training da schiava bianca.
Il capitano Mahomet nei prossimi dieci giorni ha il compito di addestrare la nuova schiava.
Decide di non perdere tempo. La nave ha lasciato da qualche decina di minuti il porto di Marsiglia.
Raggiunge Pam nella sua cabina.
‘Bene bene puttana bianca, quando arriveremo in Senegal tu sarai completamente schiava del cazzo nero. Tu vivrai solo per soddisfare i miei fratelli neri. Aprirai tutti i tuoi buchi per ricevere qualunque cazzo nero ti si presenterà davanti.’ Inizia a dirle in un italiano quasi perfetto.
‘Prima di tutto una regola per me fondamentale: devi parlare solo se interrogata o se invitata a farlo. E ogni frase dovrà finire con la parola PADRONE. Capito?’
‘Si, Padrone.’ Risponde Pam senza esitare.
‘Bene, vedo che sei abituata a risponde così, presumo di non essere il tuo primo padrone allora. In ginocchio e slacciami i pantaloni.’
Pam ubbidisce, intimorita dal gigante di colore che si trova davanti. Si inginocchia davanti al capitano e inizia a trafficare con l’apertura dei pantaloni, cosa non resa semplice dalla prominente pancia dell’uomo.
Quando riesce a calare i pantaloni si ritrova davanti un enorme cazzo nero, anche se non ancora completamente eretto, un membro così grosso non lo aveva mai visto, più che la lunghezza, di per se già ragguardevole, è il diametro che è impressionante.
Ora quella bestia la incuriosisce, prova ad afferrarla con una mano ma con le dita riesce a coprire poco più della metà della circonferenza, deve usare entrambe le mani per poterlo avvolgere completamente.
‘Vediamo come usi la bocca. Me lo devi far venire duro come il marmo’.
La donna inizia a leccare quel pezzo di carne come meglio sa fare, negli ultimi mesi ha saputo affinare al meglio la sua tecnica. Parte dai testicoli, grandi come due palle da tennis, li succhia, li ingoia, li accarezza con la lingua e con le mani, per poi risalire lungo il palo d’ebano facendo scivolare la sua lingua avanti e indietro diverse volte, un’ultima leccata lungo il membro ed eccola solleticare con la lingua la possente cappella, girarci intorno sapientemente, infilarsi con la punta nel meato. Il cazzo non è indifferente a quel trattamento e in poco tempo è già in piena erezione che, per la serenità di Pan, non aumenta di molto le misure di quando non era ancora completamente in tiro.
Con uno sforzo quasi al limite del possibile la donna riesce a far entrare l’enorme cappella in bocca, gliela riempie completamente ma sa che così non basta e lentamente cerca di farselo scivolare ancora di più all’interno. Con sua meraviglia quel membro guadagna facilmente centimetri dentro di lei e in breve tempo si trova a succhiarlo avidamente fino a sentire la punta della cappella premere contro il fondo della sua gola.
‘Vedo che la cagna bianca sa come si da piacere con la bocca ad un cazzo nero. Per ora può bastare così ma con il tempo vorrò sentire la tua lingua sulla mie palle e il tuo naso contro la mia pancia. Girati, culo alto e faccia a terra.’
La mano di Mohamet si infila tra le gambe della donna in cerca del suo sesso.
‘Mmmmmm, vedo che succhiarmi il cazzo ti è piaciuto: sei bagnata come un calamaro appena pescato!’
Il nero appoggia il suo cellulare a terra vicino al viso di Pam e attiva un conto alla rovescia.
‘Bene schiava, ora un piccolo esercizio per te. Ti scoperò per 30 minuti, tu devi contare quante volte verrai e quante volte verrò io.’
Detto questo si porta dietro di lei ed inizia a scoparla. La donna sembra preoccupata di ricevere quel membro fuori misura ma al contrario di quello che temeva il cazzo la penetra quasi con facilità. Il sesso fatto nell’ultimo periodo l’ha evidentemente dilatata. A parte un leggero dolore iniziale appena entrato, poi si sente riempire completamente, sente il calore di quel pezzo di carne riscaldare le pareti vaginali, sente il sangue che scorre in quell’attrezzo pompare e trasmettere il suo battito all’interno della sua cavità.
Il nero sa il fatto suo, con movimenti sapienti e misurati infila il membro nelle profondità della donna, stimolando i punti di piacere nascosti all’interno di lei.
In pochi minuti un primo possente orgasmo sconquassa il corpo di Pam ma il suo “amante” non da segni di cedimento.
Pochi minuti ed ecco arrivare un altro orgasmo, e poi un altro ancora, e ancora, e ancora.
Il tempo scorre fino a che suona l’allarme e Mohamet prontamente estrai il suo membro dalla donna.
‘Allora cagna, quanti orgasmi hai avuto?’
Pam prende un po’ di tempo, esausta dall’esperienza appena provata, ‘Tredici Padrone’ risponde alla fine.
‘Non so se te ne sei accorta ma io non sono ancora venuto.’ Le dice tirando uno schiaffo sul culo della donna e alzandosi in piedi.
Il nero afferra il telefono, digita un numero, attende qualche secondo e poi dice qualche parola in francese. Poi riaggancia.
‘Finchè aspettiamo è meglio che tu mi ripulisca il cazzo, è tutto ricoperto dagli umori della tua figa.’ Le dice avvicinando il cazzo alla bocca di lei.
Pam con sapienti leccate ripulisce quel membro ancora completamente in erezione che è completamente ricoperto dal succo del suo sesso.
Poco dopo entra nella cabina un membro dell’equipaggio, un uomo bianco sui 50 anni.
Il suo sguardo pieno di lussuria cade subito sulla donna che è seduta sul pavimento.
‘Serge baise cette chienne’ gli ordina il capitano. (Trad. Serge scopati questa Cagna.)
‘Aux ordres Capitaine’ (trad. Agli ordini Capitano.)
‘Tu cagna, mettiti in posizione.’
Mentre Pam si gira, l’uomo si abbassa i pantaloni mostrando un membro che per dimensioni è poco più della metà di quello del suo capitano, si porta dietro di lei ed inizia a scoparla.
Anche se ancora estremamente dilatata sente comunque quel cazzo penetrarla anche se non con la stessa intensità di quello del capitano.
L’azione del marinaio non dura molto e dopo poco lo sente venire dentro di se.
L’uomo appena finito si riveste e lascia la cabina.
‘2 minuti e 47 secondi. E l’uomo bianco è gia venuto. Tu quante volte sei venuta?’
‘Nessuna Padrone’.
‘Bene, questo per farti capire la superiorità del cazzo nero. Superiorità che diventerà la tua religione!’
‘Ora riposati. Ci vediamo più tardi.’
Nelle ore seguenti Mohamet ritorna da Pam diverse volte ed ogni volta il rituale è lo stesso. Prima la donna spompina il capitano e poi si fa scopare per qualche decina di minuti ed ogni volta gli orgasmi che sconvolgono il suo corpo sono numerosi mentre l’uomo sembra non venire mai, quasi a voler rimarcare in questa maniera la superiorità della sua razza.
Questo trattamento va avanti fino a notte fonda tanto che Pam riesce a riposare solo in quei pochi minuti di tregua che l’uomo le concede tra una sessione e l’altra. Il sesso della donna risponde bagnandosi ogni volta che l’uomo entra nella cabina, pronto a ricevere il suo enorme cazzo dentro di lei e a riscuotere il suo premio fatto di endorfine che pervadono tutto il corpo della donna.
Finalmente, prima che sia l’alba, l’uomo decide di concedere alla donna esausta qualche ora di meritato riposo.
Al suo risveglio trova vicino alla branda della sua cabina, un vassoio con pane, burro e marmellata e una caraffa di te. Visto che sono più di 24 ore che non mangia Pam vede quelle poche cose come le cose più buone del mondo e se ne abbuffa fino a sentirsi lo stomaco pieno.
Neanche la stesse osservando, dopo pochi minuti entra Mohamet.
‘Bene schiava, spero la colazione sia stata di tuo gradimento. E’ ora di continuare il tuo addestramento.’ Le dice piazzandosi di fronte a lei.
Pam scende dal lettino, si inginocchia davanti all’uomo, gli apre i pantaloni e inizia a succhiare nuovamente quel meraviglio arnese nero. La sua figa risponde incosciamente alla sola visione del membro maschile e diffonde un eccitante calore in tutto il corpo della donna. Quando l’uomo si ritiene soddisfatto del lavoro della donna e il suo cazzo lubrificato dalla sua saliva al punto giusto le ordina di girarsi. Punta il suo cazzo sull’ano della schiava e lentamente forza il suo ingresso.
Pam non oppone resistenza, sa che se lo fa proverebbe un dolore tremendo, rilassa più che può il suo sfintere e lascia che la bestia nera entri nel suo retto. L’uomo inizia a muoversi ritmicamente avanti ed indietro, l’asta di ebano si fa strada dentro di lei poco alla volta fino ad entrare completamente fino in fondo. Ogni spinta è un brivido di piacere che le percorre tutta la schiena fino alla testa. Dopo poche spinte si ritrova a godere nuovamente. Un orgasmo sconvolgente come mai provato prima.
‘Cosa c’è puttana? Non pensavi che si potesse godere anche dal culo, vero?’
‘Non lo pensavo Padrone.’
‘Lo immagino. Ci vuole un vero cazzo per farti provare certe sensazioni. Ahhahahahha.’
Il nero riprende a spingere il suo membro nel retto di Pam e in breve un altro orgasmo la pervade dalla testa ai piedi. L’uomo le lascia il tempo di godere ancora una volta di quell’inaspettato piacere e poi nuovamente riprende il suo instancabile movimento. La fa godere ancora una volta e dopo poco un’altra ancora.
Dopo il quarto orgasmo anale di Pam il nero se ne va senza dire niente.
La donna resta accovacciata sul pavimento per diversi minuti, ancora in preda alle forti sensazioni appena provate. Quell’uomo le sta facendo provare delle emozioni che non pensava il suo corpo fosse in grado di donarle. Poi finalmente riesce ad alzarsi e a stendersi sul lettino. Pam quasi si addormenta esausta.
Si risveglia con il capitano che la osserva, accompagnato da un altro membro dell’equipaggio. Non è lo stesso marinaio del giorno prima ma un ragazzo bianco più giovane.
‘Ho promesso ad Antoine il tuo culo, troia.’
La donna non dice niente ma scende dal lettino e si mette a quattro zampe.
Il ragazzo le si mette dietro e le penetra l’ano. L’amplesso non dura più di qualche minuto. La donna sente quel membro dentro di lei ma le sensazioni provate con Mohamet sono distanti anni luce. Il ragazzo le viene dentro e se ne va soddisfatto.
Il capitano la incula appena Antoine se ne va, il suo enorme cazzo scivola dentro di lei con facilità aiutato dallo sperma del ragazzo che le cola dal buco. Poche spinte del nero e l’orgasmo tanto agognato si propaga in tutto il suo corpo. Per niente stanco l’omone insiste nel suo culo fino a provocarle un altro orgasmo nel giro di pochi secondi.
‘Vedi cagna, questo è per farti capire che le dimensioni contano! L’inutile cazzetto bianco non ti farà mai provare quello che un bel cazzo nero può.’ Detto questo lascia l’alloggio.
Come successo già il giorno precedente a intervalli regolari il nero si ripresenta dalla donna per profanarle ripetutamente l’ano e per farle provare ancora numerosi orgasmi. Almeno oggi Pam ha potuto consumare il pranzo e la cena che il giorno prima le erano stati negati.
Le attenzioni del capitano si fermano con l’arrivo del buio.
Pam può finalmente chiudere occhio e farsi cullare dalle onde del mare.
Il terzo giorno Mohamet si presenta di buon ora nella cabina di Pan.
Ordina alla donna di mettersi in posizione e lei esegue mettendosi a quattro zampe, con il viso a contatto del pavimento e il culo in alto, in modo da offrire entrambi i suoi buchi al padrone, starà poi a lui decidere quale dei due merita le attenzioni del suo poderoso membro. Solo assumendo quella posizione la schiava bianca inizia a bagnarsi.
Il nero le si piazza dietro e inizia a scoparla nelle figa, con il suo solito ritmo ormai collaudato riesce a portare la donna quasi al culmine dell’orgasmo con poche spinte ma si ferma qualche secondo prima che la donna raggiunga l’apice. Esce dalla cabina per ritornarci dopo una mezz’ora e ripetere la stessa operazione.
Porta la donna al limite dell’orgasmo per poi lasciarla a metà, senza donarle quel piacere che ha provato nei giorni precedenti.
Dopo la terza volta, Pam sente la necessità di dare sfogo a quell’orgasmo che il capitano le sta negando, sente che quel desiderio negato ha la necessità di essere soddisfatto. Appena il capitano esce dalla cabina si da piacere da sola ma l’orgasmo che ne deriva è solo un palliativo, è solo una piccola boccata d’aria quando invece lei avrebbe bisogno di respirare a pieni polmoni.
Al suo rientro nell’alloggio il capitano le dice: ‘Senza che tu mi risponda, so già che ti sei sditalinata per raggiungere l’orgasmo. Com’è stato?’
‘Insoddisfacente Padrone’ Risponde la donna.
‘Ahahahhahaha’ ride sguaiatamente il nero, ‘sapevo che dopo due giorni di grandi godute grazie al mio grande cazzo nero, avresti trovato ridicolo qualsiasi altro orgasmo.’
‘Oggi ho deciso di scoparti la mente, facendoti desiderare il mio cazzo come fosse l’unica cosa per cui abbia senso vivere. Tu non ti toccherai per tutto il giorno, se sarai una brava schiava, stasera dopo il tramonto avrai il tuo orgasmo, altrimenti se ti darai piacere da sola dovrò legarti e il tuo prossimo orgasmo lo avrai alla fine del nostro viaggio.’
Detto questo il nero scopa nuovamente la donna bianca come le volte precedenti senza farle mai raggiungere l’orgasmo. E questo si ripete per tutta la giornata a intervalli regolari, alternando di volta in volta, i due buchi della donna. Lasciando ogni volta che l’eccitazione della monta precedente scemi fino al minimo per poi riaccenderla con la scopata successiva. Pam ubbidisce all’ordine dato dal suo padrone nero e, resistendo alla voglia irresistibile, riesce a non masturbarsi per tutto il giorno anche se la sua mente e il suo corpo stanno letteralmente impazzendo per quel fine e perverso trattamento subito tutto il giorno.
Passato da un po’ il tramonto Mohamet ritorna nella cabina della donna.
‘Sei stata brava, hai resistito tutto il giorno senza mai farti venire. E’ ora che tu riceva il tuo premio. Ma devi chiedermelo tu, voglio sentirti dire cosa sei, cosa vuoi, a chi appartieni e come vuoi essere scopata.’
Pam succube della situazione e desiderosa di avere il suo tanto agognato orgasmo non ha tentennamenti nel rispondere: ‘Sono una puttana bianca Padrone. Voglio il tuo cazzo nero. Sono la tua umile schiava e voglio essere scopata nel culo!’
‘Ahahahhaha. Tutte uguali voi bianche. Una volta che avete assaggiato il grande cazzo nero nel culo non ne potete più fare a meno.’
Mohamet non fa a tempo a finire la frase che il suo cazzo è già dentro l’ano di Pan. Come le altre volte i suoi sapienti movimenti la portano in poco tempo vicino all’orgasmo ma questa volta non si ferma e continua a incularla fino a quando la donna esplode in un violento orgasmo, come un temporale all’interno di una nuvola, continue scariche elettriche accendo in ricettori di piacere all’interno del suo cervello. Come una drogata anche lei dopo una lunga astinenza riceve la sua dose di piacere che tanto le mancava. Il suo corpo per la prima volta si ritrova in preda a sensazioni mai provate prima e il suo sesso rilascia una grande quantità di liquido che con violenti schizzi bagna completamente il pavimento sotto di lei.
‘Ti ci voleva una grande scopata nel culo con il mio grande cazzo nero per farti squirtare come una cagna in calore! Ora sei completamente in mio potere schiava!’
‘Si Padrone, sono completamente tua. Fammi godere ancora come una cagna!’
Mohamet infila il suo poderoso membro nel lago di umori che ora la donna si ritrova tra le gambe ed inizia a scoparla nella figa con la stessa intensità che prima dedicava al suo culo. La schiava bianca ancora elettrizzata dal precedente orgasmo in pochi secondi ne raggiunge un secondo, meno intenso del primo ma sempre devastante per la sua mente e il suo corpo. Altri fiotti di liquido schizzano dalla sua vagina e vanno ad allargare la pozzanghera che si è formata sul pavimento.
Per Pam è stato l’ultimo orgasmo della giornata ma non per Mohamet.
‘Apri la bocca cagna, dopo tre giorni che ti scopo devo pur svuotarmi le palle prima che mi scoppino.’
Pam non fa a tempo ad aprire completamente la bocca che violenti schizzi le colpiscono il viso prima di centrarle la bocca. Una quantità enorme di sborra le scende lungo la gola, troppa, al punto che non riesce a deglutirla come vorrebbe ma parte esce e cade sul pavimento mescolandosi al suo liquido.
‘Lecca tutto quel lerciume che hai lasciato sul pavimento schiava. Non vorrai sprecare così il frutto del tuo Padrone? E così potrai anche gustare il sapore della tua sottomissione.’ Le ordina il suo padrone nero prima di lasciare la cabina.
La donna avvicina il viso al pavimento e raccoglie con la lingua tutto il liquido che imbratta il suolo, lo sperma del suo padrone e il liquido che la sua figa ho espulso in preda agli orgasmi appena avuti.
Spossata si stende sul lettino e sprofonda in un sonno ristoratore.
Il mattino seguente il capitano si presenta da lei assieme ad un altro membro di colore dell’equipaggio, un ragazzo giovane sui vent’anni, atletico, anche se non è sicura ma Pam nota una vaga somiglianza con Mohamet.
‘Lui è Fabrice, mio nipote. Ogni tanto mi da una mano con qualche puttana che carichiamo a bordo. Mostragli cosa sei.’
La donna si gira e come al solito assume la posizione che Mohamet le ha insegnato. Faccia a terra, culo in alto, mani sulle natiche ad allargarle per permettere di ammirare ancora di più i suoi buchi.
‘Sono la vostra schiava Padrone, sono una puttana bianca che offre i suoi buchi ai vostri cazzi neri Padrone.’
‘Guarda che troia,’ dice il più vecchio al giovane, ‘guarda, ha la figa già bagnata e il culo che pulsa al solo pensiero di offrirsi come una cagna.’
Effettivamente il sesso di Pam è già pronto a ricevere i membri dei due neri e il culo pulsa come un fiore che invita l’ape ad entrarci. Il suo corpo, come la sua mente, è ormai completamente entrato nel ruolo di schiava sottomessa, pronta a soddisfare le richieste del suo padrone.
‘Dai Fabrice, stenditi a terra e lascia che questa schiava bianca si impali sul tuo cazzo.’
Il nipote si spoglia e si adagia sul pavimento. Il suo cazzo non è da meno di quello dello zio, i due uomini hanno lo stesso bagaglio genetico, è indiscutibile.
Pam sale sopra il ragazzo ed inizia a scoparsi con la sua asta.
‘Zio, l’hai allargata proprio per bene, guarda come scivola sul mio cazzo.’ Dice il giovane in un italiano stentato con una forte cadenza francese.
‘Hai ragione, mi sono proprio divertito con questa troia bianca.’ E nel dire questo Mohamet si porta dietra alla donna e spinge il suo membro nell’ano della donna che si ritrova con due enormi cazzi nei suoi due buchi.
‘Dai cagna, scopati da sola.’ Le ordina il capitano.
Pam inizia a muoversi lungo quelle due aste d’ebano che quasi la stanno spaccando in due, le fa uscire fino quasi alla cappella e poi torna indietro per sentirle completamente dentro di se, avanti e indietro, dentro e fuori, avanti e indietro. Il ritmo sale, sente il calore invadergli il corpo, sa che l’orgasmo sta per arrivare, accelera il ritmo, premendo verso la base per permettere a quei stupendi cazzi di penetrarla il più possibile, sente quello davanti fin dentro la pancia, nel profondo, sente quello dietro riempirle l’intestino.
E finalmente l’orgasmo la travolge, di nuovo, ancora. Il liquido caldo esce a spruzzi dalla sua figa bagnando completamente il torso di Fabrice. Lei non vuole che quel momento duri così poco e dopo un attimo quasi impercettibile di pausa riprende a cavalcare le due bestie nere, li vuole sentire ancora riempirla completamente. Vuole sentire il suo corpo alla loro mercè. Vuole solo essere la loro schiava.
Cambia la posizione, cambiano i buchi che lei offre ai due uomini. La donna scopa e viene scopata per più di un’ora. I due neri non le danno tregua, le riempiono i buchi sempre in tandem: culo-figa, culo-bocca, figa-bocca, figa-culo. Alla fine la donna è sfatta e i due decidono che per il momento può bastare.
Ritornano nel pomeriggio per continuare la loro sottomissione della donna bianca.
Questa volta vogliono spingerla a superare i limiti fisici del suo corpo.
Quando la donna è sopra Fabrice con il suo cazzo nella figa, Mohamet si porta nuovamente dietro di lei ma invece di spingere il membro contro l’ano di lei, lo fa scivolare a contatto con il cazzo del nipote in prossimità della figa di lei e lentamente inizia a spingere. L’apertura cede facilmente già dilatata da giorni di penetrazioni fuori misura. La donna si ritrova con due grossi bastoni neri che le riempiono il sesso in ogni punto, si sente quasi squarciare da quelle due belve dentro di lei. Lentamente riesce a riprendere i suoi movimenti e li sente scivolare sempre più agiatamente dentro al suo ventre. Continua a muoversi fino a raggiungere l’orgasmo.
I neri soddisfatti ripetono la stessa manovra ma a posizione invertite. Questa volta però il buco che riceve questo trattamento è il culo. La manovra sembra più difficoltosa di prima a causa della minore elasticità dello sfintere anale. Ma i due non si arrendono e alla fine riescono a profanare anche quel buco con i loro cazzi all’unisono e riescono a far godere in quella maniera una Pam dolorante.
Riescono a farla godere di nuovo, e di nuovo ancora. Per farla sentire ancora di più loro schiava, per trattarla come un animale da monta, niente di più di un pezzo di carne da farcire con i loro cazzi’ ma ormai è solo questo che Pam vuole. La sua trasformazione da rispettabile donna bianca a schiava puttana è completata.

Dopo un paio di giorni la nave finalmente attracca al porto di Dakar.
Il giorno seguente Pam viene vestita con degli abiti consoni al luogo e fatta scendere. Viene quindi portata in un locale nel centro della città. Una donna del posto le sistema i capelli e la trucca. Deve essere al massimo del suo splendore perché la sera stessa verrà messa all’asta e venduta al migliore offerente.


lady.purple@libero.it
scritto il
2025-04-08
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