Colpo su Colpo
di
Tuo Schiavo
genere
sadomaso
Il magnete attira il ferro,
il fiore adesca l'ape e la inebria di miele,
il culo dello schiavo calamita frusta e cazzo:
sinistrato da questa e destreggiato da quello.
Due natiche in polpa custodi di roseo buco (e inclini all'invertito e divertito amplesso) nude e crude a slip ammainati si immolarono alla pena dello staffile che a manrovescia e al volo le tribulò e traballò vivide e cangianti dal rosso al bluastro fino al perfetto viola. Svelarono un orifizio di pronto uso e abuso che preste offrirono a un sado fico, in foia e foga di chiavata. Piagate e piegate nella consunta posa della monta (come di spose a spalanco di vagina) si votarono a sostenere grave il peso dei lombi e il pene saldo di chi sopra si pose per insisterle. Si arresero al remo che di voglia ne varcò la soglia e vi vagò e vogò dentro gaio a svago, per fiaccarle sfinirle e rifinirle sovrastandole (a chiasmo e a spinta di reni) sempre drizzato nel retto dove deflagrò e proruppe il fiotto di un prepotente orgasmo, che poi dal disastrato ano traboccò e stillò piano, goccia a goccia a filo sul pavimento, una pozza esagerata di sperma di giornata, in cui guazzare i piedi in pesta con il cervello brutalmente in festa. La misura era colma e il sedere in questione venne sloggiato tosto con un forte calcio spedito in quel posto. Le volte successive in piena confidenza si replicò tutto quanto con la stessa cadenza aggiuntavi in coda una pisciata che a garganella fu subito ingollata.
il fiore adesca l'ape e la inebria di miele,
il culo dello schiavo calamita frusta e cazzo:
sinistrato da questa e destreggiato da quello.
Due natiche in polpa custodi di roseo buco (e inclini all'invertito e divertito amplesso) nude e crude a slip ammainati si immolarono alla pena dello staffile che a manrovescia e al volo le tribulò e traballò vivide e cangianti dal rosso al bluastro fino al perfetto viola. Svelarono un orifizio di pronto uso e abuso che preste offrirono a un sado fico, in foia e foga di chiavata. Piagate e piegate nella consunta posa della monta (come di spose a spalanco di vagina) si votarono a sostenere grave il peso dei lombi e il pene saldo di chi sopra si pose per insisterle. Si arresero al remo che di voglia ne varcò la soglia e vi vagò e vogò dentro gaio a svago, per fiaccarle sfinirle e rifinirle sovrastandole (a chiasmo e a spinta di reni) sempre drizzato nel retto dove deflagrò e proruppe il fiotto di un prepotente orgasmo, che poi dal disastrato ano traboccò e stillò piano, goccia a goccia a filo sul pavimento, una pozza esagerata di sperma di giornata, in cui guazzare i piedi in pesta con il cervello brutalmente in festa. La misura era colma e il sedere in questione venne sloggiato tosto con un forte calcio spedito in quel posto. Le volte successive in piena confidenza si replicò tutto quanto con la stessa cadenza aggiuntavi in coda una pisciata che a garganella fu subito ingollata.
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5.8
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