Visita particolare

di
genere
etero

Ho sognato, l’altra notte, di un sogno stupendo, di quelli che ti fanno battere il cuore a mille, emozionandoti al massimo, di quelli che quando ti svegli ti dispiace tantissimo, lasciando sulla pelle una fremente eccitazione che non scompare in fretta. Sicura del vostro interesse, vi narrerò i particolari; avevo appuntamento alle 12.00 con il nuovo dottore, sapete, noi trans, abbiamo sempre un dottore che deve seguirci, le cure ormonali, il seno, sono cose che non si improvvisano; orbene, la mia amica del cuore mi aveva aiutato a trovarlo. È bravo, non ti preoccupare, non ti metterà a disagio, "beh, si dice sempre così" ripetevo tra me e me, mentre mi recavo da lui. Non volevo apparire fuori forma, o demodè, per cui, dovendo affrontare una visita, pensai di curare più del solito il mio abbigliamento intimo, avevo cioè un vestito sopra il ginocchio, molto sobrio, aderente; scarpe nere con tacco non molto alto (da giorno) calze color camoscio velatissime, reggicalze in tinta, tanga nero, sopra indossavo cannottierina nera come il tanga. Suonai allo studio dopo aver dato l’ultima ritoccatina ai miei capelli e mi aprì un uomo alto, distinto (non tutti i medici lo sono), maturo, capelli brizzolati piacevolmente di bianco, rigorosamente in camice, "buongiorno! tu devi essere Alessia, accomodati dai!" "carino" pensai, accomodandomi nel suo studio, pensai bene di non accavallare le gambe scompostamente per non fargli pensare chissà cosa, "Alessia", ho già visto la tua cartella personale che la tua amica Cristina mi ha portato, mi fa piacere annoverarti tra le mie pazienti, ma dovrò cominciare con alcune cose che con il tuo precedente dottore avrai già fatto, ma con tutto il rispetto... non c’è problema dottore, mi dica che cosa devo fare, lei già lo sa, vorrei cercare di sviluppare ancora di più il mio seno ma senza ricorrere alla chirurgia estetica. Devo visitarti, vai dietro il separè, spogliati e chiamami quando sei pronta. Il suo sguardo professionale, confesso, mi aveva un po’ urtata, ne un complimento, nessun ammiccamento, io che sono abituata a dissetarmi con la curiosità delle persone, donne o uomini che siano. Mi spogliai rimanendo così, con l’intimo sopra descritto, seduta sul lettino, stavolta a gambe accavallate, lo chiamai "dottore, sono pronta". Il suo sguardo rimase sulle mie gambe, le mie caviglie, i miei piedini laccati, e mi resi conto di avere fatto bingo. Eccoti servito! pensai, "scusami" fece lui. Ma ti guardo le gambe per vedere se hai problemi di vene, a giudicare dai fans che ho non mi sembra, rendendomi conto che stavo esagerando decisi di ritirare le mie unghie. Mi fece sdraiare, mi sollevò la cannottierina di seta nera e cominciò a sentirmi, ed io a mia volta sentivo le sue mani, calde, forti, decise, il suo viso carino, i suoi occhi fissarono i miei, era eccitato e me ne accorgevo perché ero completamente sdraiata, le mie braccia distese lungo i miei fianchi, il mio braccio destro sul bordo del lettino toccava all’altezza della patta dei pantaloni il camice bianco che non diminuiva affatto la sensibilità del mio braccio, sentivo infatti il suo cazzo duro come il marmo.Mi venne la pelle d’oca e chiusi gli occhi, sentii le sue mani sul mio ventre sfiorandomi il pube, non avevo il coraggio di aprire gli occhi, prese ad accarezzarmi le gambe aprendole con dolcezza ma decisamente. Socchiusi gli occhi e lo vidi di spalle, chinato sulle mie gambe che prese a baciare lentamente ,il suo alito caldo mi fece completamente eccitare, ero ormai bagnata e non so se voi lo sapete che io mi bagno il culetto quando sono eccitata, la sua bocca sul mio tanga, e la sua lingua sull’inguine cominciò a scendere di nuovo bagnandomi le calze, le cosce, le ginocchia fino ad arrivare alle scarpe. Me le levò con forza e indugiò con la lingua sui miei piedi, mi stava mandando letteralmente al manicomio, mi prese sui fianchi e mi girò a pancia in giù, dopo aver indossato i guanti sterili, cominciò a leccarmi tutto il culetto, il freddo che sentii successivamente era dovuto ad una specie di gel che mi mise in modo esagerato dentro il culetto mandandomi completamente su di giri. Prese un divaricatore, uno strumento che aiuta a controllare bene la vagina (e non solo) Che porco! pensai, ma mi piaceva eccome se mi piaceva, "ti piacciono le banane?" dai, rispondi puttanella! Annuii con la testa, di parlare non ne avevo il fiato. Non so da dentro il sogno da dove l’aveva presa, ma da le sue mani me la fece scivolare nel culo, facendomi sentire la porca più porca e non contento, lasciandomi così, venne di fronte al lettino, sfilò il suo cazzo duro, e me lo piantò in bocca non prima di averlo pregato di mettersi un guanto. Venimmo insieme contemporaneamente, alzai gli occhi verso di lui e un raggio di sole mi colpì. No...no...era un sogno, era solo un sogno! e le dita della mia mano consolarono il buchino, che bagnato lo era per davvero!!!
scritto il
2010-04-19
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