Esplorazione
di
ricordando
genere
prime esperienze
Nel racconto "Gioco da ragazzi" ho narrato della prima masturbazione reciproca con il mio amico Giacomo. Chi l'ha letto forse ricorderà come ad un certo punto, mentre gli menavo l'uccello, Giacomo mi chiese di mettergli un dito nel culo, e come, quando lo accontentai, la cosa gli piacesse.
Da parte mia la cosa mi meravigliò non poco, non avevo mai pensato al buchetto tra le natiche come fonte di piacere, nei giorni successivi al fatto mi trovai in uno stato d'animo incerto: da un lato avrei voluto provare per scoprire quali sensazioni produceva, dall'altro avevo paura di provare dolore, infine c'era anche un certo senso di vergogna. Proprio allora accadde qualcosa che mi fece decidere: avevo probabilmente mangiato qualcosa che non andava, risultato la pancia mi doleva e non riuscivo a scaricare l'intestino; la mamma, come le altre mamme dell'epoca, aveva pronta per disturbi di questo genere una cura derivante dall'esperienza popolare, il famoso clistere. Preparò mezzo litro di infuso di camomilla, tirò fuori una pera di gomma, quando la camomilla si fu raffreddata in modo da essere più o meno a temperatura corporea, la mise nella pera, mi fece mettere sul letto in ginocchio, piegato in avanti in modo che il culetto fosse per aria, prese da una scatoletta un po' di vaselina con cui lubrificò la cannula che poi, delicatamente mi introdusse nel buchetto.
Da parte mia ero inizialmente un po' teso, poi rilassai lo sfintere e la cannula penetrò senza difficoltà, la mamma cominciò a schiacciare la peretta e il liquido tiepido mi entrò nell'intestino. Cominciai a sentire una sensazione strana, che si tramutò in una sensazione di piacere, in poco più di un minuto tutto era finito, tutto l'infuso era entrato nel mio intestino, la mamma sfilò la cannula dal mio ano e mi disse:
- Adesso resisti più che puoi prima di scaricare, in modo da pulire bene le budella!
Una decina di minuti dopo sentii di non farcela più a trattenermi, corsi in bagno e svuotai l'intestino. Devo dire che la cura fu efficace, il mal di pancia sparì e mi tornò l'appetito.
A questo punto mi era venuta una gran voglia di esplorare le possibilità offerte dalla porta posteriore…Un pomeriggio che mi trovavo a casa da solo trovai in bagno, nell'armadietto dei medicinali, la scatoletta di vaselina usata come lubrificante per il clistere, mi ero appena liberato l'intestino, mi sedetti sul bidè e lavai con la massima cura il buchino e le zone circostanti, poi, portandomi dietro la vaselina, mi trasferii nella mia camera.
Dopo essermi spogliato mi misi nella posizione che avevo assunto per il clistere, misi un po' di vaselina sul medio della destra e lo avvicinai al buchetto; da principio cercai di infilare il dito nello sfintere, ma il dito era più grosso della cannula che mi aveva penetrato pochi giorni prima, cominciai a muovere il dito attorno all'apertura accarezzando con dolcezza l'ingresso. Cominciai a sentire delle sensazioni piacevoli irradiarsi dal culetto e raggiungere il basso ventre, pian piano l'anello muscolare a guardia dell'ingresso si rilassava, mentre sul davanti il mio uccello si rizzava, dopo un po' di questi esercizi riprovai a forzare l'entrata, stavolta il dito entrò senza grandi difficoltà e, ad un certo punto, ci fu una specie di risucchio e mi trovai con tutto il medio dentro l'intestino. Rimasi fermo per qualche istante, poi cominciai a muovere il dito su e giù, tra la stimolazione meccanica e l'eccitazione che derivava da ciò che stavo facendo provavo sensazioni di piacere intensissime, il cazzo mi si era rizzato e, data la posizione in cui mi trovavo, non riuscivo a prenderlo con la mano sinistra per menarmelo come avrei voluto.
Estratto il dito dall'anfratto provai a cambiare posizione finché, dopo qualche tentativo, trovai che steso sulla schiena con le gambe ben alzate potevo raggiungere entrambe le fonti di piacere, rinfilai il dito e con la sinistra cominciai una sega cercando di sintonizzare i movimenti delle due mani: il dentro e fuori del medio della destra e il su e giù della sinistra attorno all'asta; non ci misi molto per arrivare all'orgasmo che mi lasciò sfinito. Dopo un po' mi ripresi, andai in bagno, mi ripulii e mi rivestii. Per ricordo mi rimase, per un po' un leggero prurito all'ano. Dopo di questa prima volta intrapresi altre esplorazioni di quella parte, e non tutte da solo, ben presto cominciai a portare avanti questi giochi con il mio amico Giacomo e con un altro ragazzo che si era aggiunto alla nostra compagnia, ma di questo ed altro parlerò un'altra volta.
Da parte mia la cosa mi meravigliò non poco, non avevo mai pensato al buchetto tra le natiche come fonte di piacere, nei giorni successivi al fatto mi trovai in uno stato d'animo incerto: da un lato avrei voluto provare per scoprire quali sensazioni produceva, dall'altro avevo paura di provare dolore, infine c'era anche un certo senso di vergogna. Proprio allora accadde qualcosa che mi fece decidere: avevo probabilmente mangiato qualcosa che non andava, risultato la pancia mi doleva e non riuscivo a scaricare l'intestino; la mamma, come le altre mamme dell'epoca, aveva pronta per disturbi di questo genere una cura derivante dall'esperienza popolare, il famoso clistere. Preparò mezzo litro di infuso di camomilla, tirò fuori una pera di gomma, quando la camomilla si fu raffreddata in modo da essere più o meno a temperatura corporea, la mise nella pera, mi fece mettere sul letto in ginocchio, piegato in avanti in modo che il culetto fosse per aria, prese da una scatoletta un po' di vaselina con cui lubrificò la cannula che poi, delicatamente mi introdusse nel buchetto.
Da parte mia ero inizialmente un po' teso, poi rilassai lo sfintere e la cannula penetrò senza difficoltà, la mamma cominciò a schiacciare la peretta e il liquido tiepido mi entrò nell'intestino. Cominciai a sentire una sensazione strana, che si tramutò in una sensazione di piacere, in poco più di un minuto tutto era finito, tutto l'infuso era entrato nel mio intestino, la mamma sfilò la cannula dal mio ano e mi disse:
- Adesso resisti più che puoi prima di scaricare, in modo da pulire bene le budella!
Una decina di minuti dopo sentii di non farcela più a trattenermi, corsi in bagno e svuotai l'intestino. Devo dire che la cura fu efficace, il mal di pancia sparì e mi tornò l'appetito.
A questo punto mi era venuta una gran voglia di esplorare le possibilità offerte dalla porta posteriore…Un pomeriggio che mi trovavo a casa da solo trovai in bagno, nell'armadietto dei medicinali, la scatoletta di vaselina usata come lubrificante per il clistere, mi ero appena liberato l'intestino, mi sedetti sul bidè e lavai con la massima cura il buchino e le zone circostanti, poi, portandomi dietro la vaselina, mi trasferii nella mia camera.
Dopo essermi spogliato mi misi nella posizione che avevo assunto per il clistere, misi un po' di vaselina sul medio della destra e lo avvicinai al buchetto; da principio cercai di infilare il dito nello sfintere, ma il dito era più grosso della cannula che mi aveva penetrato pochi giorni prima, cominciai a muovere il dito attorno all'apertura accarezzando con dolcezza l'ingresso. Cominciai a sentire delle sensazioni piacevoli irradiarsi dal culetto e raggiungere il basso ventre, pian piano l'anello muscolare a guardia dell'ingresso si rilassava, mentre sul davanti il mio uccello si rizzava, dopo un po' di questi esercizi riprovai a forzare l'entrata, stavolta il dito entrò senza grandi difficoltà e, ad un certo punto, ci fu una specie di risucchio e mi trovai con tutto il medio dentro l'intestino. Rimasi fermo per qualche istante, poi cominciai a muovere il dito su e giù, tra la stimolazione meccanica e l'eccitazione che derivava da ciò che stavo facendo provavo sensazioni di piacere intensissime, il cazzo mi si era rizzato e, data la posizione in cui mi trovavo, non riuscivo a prenderlo con la mano sinistra per menarmelo come avrei voluto.
Estratto il dito dall'anfratto provai a cambiare posizione finché, dopo qualche tentativo, trovai che steso sulla schiena con le gambe ben alzate potevo raggiungere entrambe le fonti di piacere, rinfilai il dito e con la sinistra cominciai una sega cercando di sintonizzare i movimenti delle due mani: il dentro e fuori del medio della destra e il su e giù della sinistra attorno all'asta; non ci misi molto per arrivare all'orgasmo che mi lasciò sfinito. Dopo un po' mi ripresi, andai in bagno, mi ripulii e mi rivestii. Per ricordo mi rimase, per un po' un leggero prurito all'ano. Dopo di questa prima volta intrapresi altre esplorazioni di quella parte, e non tutte da solo, ben presto cominciai a portare avanti questi giochi con il mio amico Giacomo e con un altro ragazzo che si era aggiunto alla nostra compagnia, ma di questo ed altro parlerò un'altra volta.
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