Rimpatriata
di
ricordando
genere
gay
Ci incontrammo per caso dopo alcuni anni. Giacomo, Ugo ed io eravamo stati molto amici tra i 12 e i 15 anni, poi, tra cambi di casa e altro, avevamo finito col perderci di vista.
Come ho detto ci incontrammo per caso quando avevamo tutti e tre 21 anni, ci incontrammo in una città che non era quella dove eravamo cresciuti, Giacomo ed io ci eravamo sistemati lì per studiare all'università, Ugo invece aveva lasciato gli studi a 18 anni e si era trovato un lavoro, era proprio per lavoro che si trovava nella stessa città in cui eravamo noi due.
Ci incontrammo una sera di autunno inoltrato, dal cielo ormai scuro veniva giù una pioggia sottile che si infilava nei vestiti causando un senso di freddo e di fastidio.
Cominciamo a parlare, curiosi di sapere cosa fosse successo durante gli anni in cui ci eravamo persi di vista. Giacomo uscì con una proposta:
- Non stiamo qui a parlare al freddo, io abito a due passi, andiamo al caldo e all'asciutto.
La casa di Giacomo era un miniappartamento in affitto: una stanza che serviva da soggiorno e camera da letto, un angolo cucina e un bagno. Entrati ci togliemmo i soprabiti bagnati e ci sedemmo, io su una sedia Ugo accanto a Giacomo sul divano letto.
Iniziammo a raccontarci ciò che era accaduto durante gli anni di separazione, per riscaldarci un po' il padrone di casa tirò fuori una bottiglia di brandy cui attingemmo volentieri per liberarci dall'umidità.
Riscaldati dall'alcol i nostri discorsi cominciarono ad occuparsi di argomenti certamente interessanti: rapporti con le ragazze, fidanzato Ugo, liberi ma ci davamo da fare Giacomo ed io. Pian piano il discorso arrivò su quel che facevamo anni prima, ai tempi in cui eravamo inseparabili, perché, bisogna dirlo, in quegli anni in cui i nostri corpi cominciavano a maturare, avevamo "giocato" a tutti i giochi che tre maschietti possono fare tra loro per sfogare i primi soprassalti ormonali, del resto eravamo negli anni '60 del secolo scorso e le ragazzine non te la davano…, al massimo qualche palpatina.
Andammo avanti così, tra chiacchiere e risate, finché Ugo si alzo ed andò in bagno, tornò pochi minuti dopo vestito solo della sua pelle…Anche quando eravamo ragazzini lui era sempre il primo, completamente disinibito era sempre pronto per qualche giochetto.
Giacomo ed io restammo a guardarlo per qualche momento, un po' stupiti e un po' incuriositi di vedere i cambiamenti in quegli anni di sviluppo. Ugo era sempre stato magrolino, un po' più basso di noi, Con lo sviluppo era diventato un ragazzo snello, con una muscolatura non eccessiva ma ben scolpita, Il torace peloso; tra le gambe, in mezzo ad un folto cespuglio di peli, c'era un uccello di rispettabili dimensioni in qual momento semi eretto a dimostrare che i nostri discorsi lo avevano eccitato.
- Beh cosa aspettate - disse dopo che lo avevamo osservato per un paio di minuti - Spogliatevi anche voi, non mi direte che non siete eccitati? -
Dopo esserci guardati un momento anche noi due cominciammo rapidamente a spogliarci, in un minuto eravamo tutti e tra nudi come le nostre mamme ci avevano fatto e cominciammo a confrontare i relativi fisici. Giacomo era il più robusto dei tre, senza essere propriamente grasso aveva senz'altro qualche chilo di troppo, tra le gambe aveva un cazzo discretamente grande eretto a dimostrare l'eccitazione. Del resto eretto era anche il mio e in piena erezione ormai quello di Ugo.
- Però, Giacomo, che bel culetto tondo che ti è venuto! Chissà quanti cazzi ti sei preso in questi anni!
- Non dire fesserie, è da quando non ci siamo più visti che il mio buchetto sta tranquillo
- E tu - riprese Ugo rivolgendosi a me - Come sei messo?
- Anch'io sono anni che non mi faccio più infilare.
- Insomma siamo tornati ad essere tre verginelli, o quasi…Qui bisogna rimediare!
Detto questo allungò la mano verso l'uccello di Giacomo e cominciò a menarglielo con perizia, poi si inginocchiò davanti a lui e cominciò ad usare la bocca.
- Ehi, e io?- dissi a questo punto
- Ora sistemiamo tutto
Detto questo fece stendere Giacomo sul pavimento e riprese il pompino, io mi stesi in modo da mettere il mio membro vicino alla bocca di Giacomo e nello stesso tempo cominciai a lavorare di bocca sul pene di Ugo. Eravamo stesi sul pavimento a triangolo, ognuno con una bocca che lo spompinava mentre a sua volta stava spompinando un altro. Dopo una decina di minuti di lavoro ci scambiammo i posti. Mi ritrovai in bocca il cazzo di Giacomo mentre Ugo ingoiava il mio. Continuammo fino a che non scaricai un getto di sperma nella bocca di Ugo il quale, senza farsi problemi, ingoiò tutto, un attimo dopo toccò a me trovarmi con la bocca piena di sborra e alla fine Ugo si scaricò anche lui.
Ci rimettemmo in piedi, un po' incerti.
- Su, andiamo a ripulirci e riposiamo un po', che la notte è lunga e abbiamo ancora tante cose da fare…
Come ho detto ci incontrammo per caso quando avevamo tutti e tre 21 anni, ci incontrammo in una città che non era quella dove eravamo cresciuti, Giacomo ed io ci eravamo sistemati lì per studiare all'università, Ugo invece aveva lasciato gli studi a 18 anni e si era trovato un lavoro, era proprio per lavoro che si trovava nella stessa città in cui eravamo noi due.
Ci incontrammo una sera di autunno inoltrato, dal cielo ormai scuro veniva giù una pioggia sottile che si infilava nei vestiti causando un senso di freddo e di fastidio.
Cominciamo a parlare, curiosi di sapere cosa fosse successo durante gli anni in cui ci eravamo persi di vista. Giacomo uscì con una proposta:
- Non stiamo qui a parlare al freddo, io abito a due passi, andiamo al caldo e all'asciutto.
La casa di Giacomo era un miniappartamento in affitto: una stanza che serviva da soggiorno e camera da letto, un angolo cucina e un bagno. Entrati ci togliemmo i soprabiti bagnati e ci sedemmo, io su una sedia Ugo accanto a Giacomo sul divano letto.
Iniziammo a raccontarci ciò che era accaduto durante gli anni di separazione, per riscaldarci un po' il padrone di casa tirò fuori una bottiglia di brandy cui attingemmo volentieri per liberarci dall'umidità.
Riscaldati dall'alcol i nostri discorsi cominciarono ad occuparsi di argomenti certamente interessanti: rapporti con le ragazze, fidanzato Ugo, liberi ma ci davamo da fare Giacomo ed io. Pian piano il discorso arrivò su quel che facevamo anni prima, ai tempi in cui eravamo inseparabili, perché, bisogna dirlo, in quegli anni in cui i nostri corpi cominciavano a maturare, avevamo "giocato" a tutti i giochi che tre maschietti possono fare tra loro per sfogare i primi soprassalti ormonali, del resto eravamo negli anni '60 del secolo scorso e le ragazzine non te la davano…, al massimo qualche palpatina.
Andammo avanti così, tra chiacchiere e risate, finché Ugo si alzo ed andò in bagno, tornò pochi minuti dopo vestito solo della sua pelle…Anche quando eravamo ragazzini lui era sempre il primo, completamente disinibito era sempre pronto per qualche giochetto.
Giacomo ed io restammo a guardarlo per qualche momento, un po' stupiti e un po' incuriositi di vedere i cambiamenti in quegli anni di sviluppo. Ugo era sempre stato magrolino, un po' più basso di noi, Con lo sviluppo era diventato un ragazzo snello, con una muscolatura non eccessiva ma ben scolpita, Il torace peloso; tra le gambe, in mezzo ad un folto cespuglio di peli, c'era un uccello di rispettabili dimensioni in qual momento semi eretto a dimostrare che i nostri discorsi lo avevano eccitato.
- Beh cosa aspettate - disse dopo che lo avevamo osservato per un paio di minuti - Spogliatevi anche voi, non mi direte che non siete eccitati? -
Dopo esserci guardati un momento anche noi due cominciammo rapidamente a spogliarci, in un minuto eravamo tutti e tra nudi come le nostre mamme ci avevano fatto e cominciammo a confrontare i relativi fisici. Giacomo era il più robusto dei tre, senza essere propriamente grasso aveva senz'altro qualche chilo di troppo, tra le gambe aveva un cazzo discretamente grande eretto a dimostrare l'eccitazione. Del resto eretto era anche il mio e in piena erezione ormai quello di Ugo.
- Però, Giacomo, che bel culetto tondo che ti è venuto! Chissà quanti cazzi ti sei preso in questi anni!
- Non dire fesserie, è da quando non ci siamo più visti che il mio buchetto sta tranquillo
- E tu - riprese Ugo rivolgendosi a me - Come sei messo?
- Anch'io sono anni che non mi faccio più infilare.
- Insomma siamo tornati ad essere tre verginelli, o quasi…Qui bisogna rimediare!
Detto questo allungò la mano verso l'uccello di Giacomo e cominciò a menarglielo con perizia, poi si inginocchiò davanti a lui e cominciò ad usare la bocca.
- Ehi, e io?- dissi a questo punto
- Ora sistemiamo tutto
Detto questo fece stendere Giacomo sul pavimento e riprese il pompino, io mi stesi in modo da mettere il mio membro vicino alla bocca di Giacomo e nello stesso tempo cominciai a lavorare di bocca sul pene di Ugo. Eravamo stesi sul pavimento a triangolo, ognuno con una bocca che lo spompinava mentre a sua volta stava spompinando un altro. Dopo una decina di minuti di lavoro ci scambiammo i posti. Mi ritrovai in bocca il cazzo di Giacomo mentre Ugo ingoiava il mio. Continuammo fino a che non scaricai un getto di sperma nella bocca di Ugo il quale, senza farsi problemi, ingoiò tutto, un attimo dopo toccò a me trovarmi con la bocca piena di sborra e alla fine Ugo si scaricò anche lui.
Ci rimettemmo in piedi, un po' incerti.
- Su, andiamo a ripulirci e riposiamo un po', che la notte è lunga e abbiamo ancora tante cose da fare…
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