La formula del piacere [(culo + cazzo) + (cazzo + culo)]

di
genere
orge

LA FORMULA DEL PIACERE
[(CULO + CAZZO) + (CAZZO + CULO)]

by
BlueJack




Ecco a voi, un erotico racconto dedicato ai bei tempi del liceo, e delle okkupazioni scolastiche…buona lettura.


Ogni anno al liceo D’Annunzio, nelle due settimane che precedevano le vacanze natalizie, organizzavamo un’occupazione scolastica, e non tanto perché in quel periodo dell’anno vicino al Natale, ci sentivamo più motivati verso i problemi scolastici, politici o sociali in generale, tanto da organizzare un’occupazione. Ma perché ogni anno, arrivati a dicembre, eravamo esausti di interrogazioni, compiti in classe, e ore ed ore passate sui libri. Perciò, ogni anno, con l’occupazione davamo un taglio a tutto.

Durante il giorno, in quelle nostre giornate auto gestite da noi studenti, organizzavamo dei laboratori di studio collettivo, oppure delle discussioni, sui temi forti che ci circondavano di carattere politico e sociale. Infondo, anche in quelle giornate ci si imparava qualcosa.
Di notte invece, le uniche lezioni, l’unico argomento, era il sesso, il puro libero sfrenato piacere.
Dalla mezzanotte in punto, alle sei del mattino del giorno dopo, lungo i corridoi, nelle aule, nei laboratori, nella palestra, nei bagni, e persino nell’aula insegnati del liceo D’Annunzio, c’erano soltanto ragazzi e ragazze che giravano nudi e crudi, e che si accoppiavano nei modi più possibili e immaginabili.
In ogni classe che entravi, c’era una vera e propria orgia in atto. Se volevi, potevi rimanertene da parte a guardare tutto quel guazzabuglio di corpi, di culi, tette, cazzi e fiche che ci davano dentro senza ritegno. Oppure, se volevi, potevi avvicinarti e ficcarti dentro. A volte, c’era persino la gara di chi organizzava l’ammucchiata più numerosa. E una volta, ricordo ancora che si arrivò ad organizzare una mega orgia in palestra, con tutti i studenti presenti all’occupazione. Se non ricordo male, eravamo in tutto un’ottantina tra ragazzi e ragazze. Provatevi soltanto immaginare ottanta adolescenti con gli ormoni a mille, appena maggiorenni, che ci danno dentro in una mega studentesca scopata di gruppo.
Durante quelle occupazioni, riuscivi a sfogarti ogni genere di prurito sessuale. E scopare, durante quelle notti era tassativamente obbligatorio. I studenti che alla mezzanotte in punto non accettavano di spogliarsi nudi, venivano sbattuti fuori dal liceo e potevo rientrare solo la mattina seguente.


Quella notte, io e Lucio c’è ne stavamo rinchiusi per conto nostro nell’aula di matematica, con Katia e Vanessa, due nostre compagne di studi.
Avevamo appena concluso una bella scopata in quattro, quando a un certo punto Katia se ne esce con una novità.
“Vi va di provare la formula del piacere!?” esclamò, guardando me e Lucio.
“Che roba è?” le chiesi io, e lei sorridendo si alzò in piedi raggiunse la lavagna e afferrato un gessetto, iniziò a scrivere una formula matematica alquanto strana.

[(CULO + CAZZO) + (CAZZO + CULO)]

“Che roba è?” le domandai di nuovo io.
“E’ una cosa che abbiamo provato ieri, con due della sezione G!” ci rispose Vanessa.
“Vi va di provare?”domandò poi Katia.
“Se è una cosa per godere, volentieri!”rispose Lucio per tutti e due. E così le ragazze ci invitarono a seguirle alla lettera, e fu Vanessa che cominciò a dare le istruzioni.
Seguendo Vanessa, io e Lucio ci distendemmo a terra, incrociando le gambe, e mettendo i nostri genitali uno addosso all’altro. La sensazione non mi fu piacevole.
“Ma che roba è?” protestò Lucio, con le sue palle e il suo uccello attaccato al mio.
“Se è una roba gay, io non ci sto!”mi misi a brontolare io. Lucio era il mio migliore amico, gli volevo bene, ma non mi andava proprio di fare porcherie con lui, e lui era della mia stessa medesima idea.
“Fidatevi ragazzi!” ci tranquillizzò Katia.
“Però per prima cosa questi due cazzi devono stare belli dritti!” esclamò Vanessa, che piegandosi sui nostri piselli afflosciati, iniziò prima a leccarceli, poi a spompinarceli, e quando i nostri soldatini iniziarono a mettersi sull’attenti, con le sue tette belle sode iniziò a massaggiarceli.
“Voilà!!!” esclamò a un certo punto. Io alzai gli occhi e vidi il mio cazzo eretto, contrapposto al cazzo eretto del mio migliore amico. I nostri due membri erano come due soldatini sull’attenti che si stavamo appoggiando reciprocamente di schiena.
“Ora possiamo cominciare!” sussurrò maliziosamente Vanessa, guardando Katia, e subito dopo si mise a cavalcioni sopra il mio amico, appoggiando il suo bel culo al suo cazzo eretto. Alzai lo sguardo, e vidi il cazzo del mio amico, incastonarsi tra le sode chiappe di Vanessa.
Katia si avvicinò, si mise sopra di me, e fece la stessa medesima cosa che Vanessa aveva fatto con il mio amico.
“Adesso siamo tutti quanti pronti!” esclamò Katia sopra di me, sbattendomi le sue tette in faccia.
“Pronti a fare cosa?” domandai io, già eccitato da quel particolare spinto gioco che stava per iniziare.
“A fare questo!” mi risposero tutte e due in coro, e tutte e due, iniziarono prima a comprimere i loro culetti una addosso all’altra, e poi a muoversi su e giù.
E nel bel mezzo di quei due culi contrapposti, che si muovevano su e giù lentamente, c’erano i nostri due cazzi, spiaccicati uno sull’altro, stretti quasi da far male in quella morsa di chiappe.
Iniziai a godere, e non soltanto io. Le ragazze ci stavano massaggiando, masturbando, scopando con i loro stessi culetti.
Godevo, godevo come un pazzo. Godevo come non avevo mai goduto. Godevo nel sentire il culo di Katia spingere sul mio cazzo, godevo al contatto con quelle quattro chiappe, con quei due culi, e persino il calore che emanavano mi faceva godere. E anche se mi vergognavo ad ammettere persino a me stesso, godevo anche nel sentire il contatto con il cazzo eretto del mio amico, e con le sue stesse palle gonfie, spiaccicate sulle mie. Mi facevano godere le tette di Katia che avevo in faccia, le mie mani che toccavano il suo culo, ma soprattutto la consapevolezza che in quel perverso gioco a quattro, non stavo godendo soltanto io, ma tutti, tutti e quattro.

Il primo a venire fu Lucio. Dal suo cazzo eretto, spiaccicato al mio, eruttò un fiotto di sperma, che ricadde inondando il suo e il mio di membro.
“Scusa amico…” sussurrò lui, con la voce soffocata dall’eccitazione.
“Di niente…”risposi io. Quella cosa, quel suo sperma caldo, più che infastidirmi mi aveva eccitato ancor di più.
Eruttai anch’io, e subito dopo tornò a sborrare pure lui. Sborravamo in continuazione, ma i nostri cazzi continuavano a rimanere eretti, e le nostre palle gonfie. Ci insozzavamo a vicenda, sporcando contemporaneamente i culetti delle ragazze, e tutto quel sperma eruttato andava a lubrificare la meccanica di quel nostro perverso gioco.
A un certo punto, le ragazze aumentarono la velocità e l’intensità di quel loro sbattersi e muoversi di culi. Ad un tratto, sopra di noi parevano due indemoniate. Con quei due loro sodi culetti sembravano volerci spiaccicare i nostri due cazzi, da tanto che ci stringevano nella calda morsa delle loro chiappe. E noi due, io e il mio amico, non facevamo altro che godere e sborrare, sborrare e godere.

Non ricordo più quanto durò il tutto. Il piacere ti fa perdere persino la condizione del tempo. Ricordo che ad un certo punto sentì un liquido caldo, colpire il mio uccello e iniziare a scorrere giù fino alle mie cosce, alle mie palle.
“Ma che stai facendo!?”gridò Katia all’amica.
“Scusatemi…”rispose Vanessa. “Ma quando sono eccitata di brutto non riesco a trattenere la pipì!”
“Falla!” gridai io.
“Che cosa!?” mi domandò lei.
“PISCIAAA!!!” gridò estasiato Lucio.
“Se lo fai tu lo faccio anch’io!!!” mormorò Katia a occhi chiusi.
“Okay…”le rispose Vanessa, e tre secondi dopo, due getti caldi iniziarono a colpire i nostri cazzi spiaccicati uno sull’altro.

Andammo avanti così. Con le due ragazze che continuavamo a masturbarci con i loro due culetti, e a inondarci con la loro urina, mentre io e Lucio non facevamo altro che godere e sborrare, sborrare e godere.
Andammo avanti così, fino alla fine, fino all’apice del piacere più intenso. Fino che le ragazze stesse, stremate da quell’originale perverso gioco a quattro non si abbandonarono esauste su noi stessi.
Quando mi sono rialzato in piedi mi sono avvicinato alla lavagna dove Katia aveva scritto quella formula, e con un sorriso divertito sulle labbra la tornai a rileggere.

[(CULO + CAZZO) + (CAZZO + CULO)]

C’era una cosa che Katia si era dimenticata di scrivere. Il risultato. Afferrai così il gessetto e lo scrissi io.

= GODIMENTO SICURO
Fine


Cari amiche e cari amici, spero che questa mia adolescenziale storia vi sia piaciuta.
Lasciate un commento, voi che di qui passate.
Come dico sempre io, la cosa più divertente nel postare racconti erotici, sia per chi scrive che per chi legge, è il scambiarsi reciprochi commenti dove tra amici sconosciuti (come lo siamo noi) ci si diverte a discutere sulle più proibite erotiche fantasie che noi tutti infondo abbiamo.

Un abbraccio, a presto.
BlueJack
scritto il
2013-12-15
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