Che domenica
di
Debora
genere
zoofilia
Da un po' di tempo non mi fido più ad avere rapporti coi miei cani quando sono in casa da sola: è successo che una quarantina di giorni fa, di primo pomeriggio, ho fatto entrare in casa l'adorato Jolly e mi sono fatta montare. Com'è, come non è, forse per via dell'abitudine che mi ha fatto sottovalutare la cosa (ahi! che errore imperdonabile!), non sono stata attenta come dovevo al momento della penetrazione, lui è entrato nella mia figa con vigore senza la dovuta precisione (colpa, ovviamente, mia) e io ho provato un dolore tale che non mi ha fatto gustare per niente la chiavata. Quando ci si scotta con l'acqua calda, si sa, poi si ha paura anche di quella fredda: e così, dopo aver lasciato la figa a riposo per più di una settimana (anche per l'avvento delle mestruazioni) ho voluto che ad ogni amplesso "canino" fosse presente anche mio marito. Gli è che Umberto, ultimamente, molte sere è stato fuori: cene di lavoro o di rappresentanza (a una di queste ho presenziato pure io: che barba!), un consiglio d'amministrazione protrattosi fino a tardi con conseguente cena da lui consumata fuori casa, un paio di week end passati da noi al mare...insomma, spazio per i cani zero. Anche perchè, quelle poche sere che lui è rimasto in casa, mi pare ovvio che le mie "grazie" fossero tutte per lui. Ad inizio della scorsa settimana, in perfetto "orario", sono di nuovo mestruata: fin qui nulla di strano. Lo strano è che, contrariamente al solito, al sabato la figa mi gocciola ancora. Che rabbia! Siamo in giardino a lavare Jack e Jolly (Poker non c'è più, un paio di mesi fa l'abbiamo venduto a un'allevatrice) e ogni tanto controllo con la mano la situazione: niente da fare. Un po' irritata passo un sabato all'insegna del nervosismo; a nulla servono le parole rassicuranti di Umberto, non poter soddisfare la mia voglia di cane mi rende nervosa. Al di là della logica. Domenica mi sveglio, controllo bene e vedo che, finalmente, non ci sono più perdite: mi faccio un bidet e nemmeno mi metto le mutandine. Chiamo mio marito e gli dico: "Umbe, portami Jolly, ci siamo!" E lui, ancora un po' assonnato: "Cos'è 'sta fretta, beviamoci prima un caffè" "No Umbe, prima Jolly. E' da tanto che lo aspetto!" So di avere un marito stupendo, e infatti, nonostante non sia molto d'accordo, va i giardino e rientra con Jolly. Come lo vedo non posso fare a meno di abbracciarlo e di baciarlo e lui, il mio amato cagnolone, mi lecca un po' e poi si mette a saltare e a farmi le feste. "Mannaggia, vuoi capirla che non devi giocare ma devi scopare?" Macchè! Lui salta, fa le feste e sembra non darsene per inteso. E allora ecco l'importanza di avere mio marito presente. Lui, con un paio di ordini secchi, lo fa calmare, io gli vado sotto, prima glielo prendo in mano e poi in bocca. Sento che guaisce e Umberto mi fa: "Dai che ci siamo". Mi metto a pecorina, mio marito favorisce l'introduzione del suo cazzo e via! Jolly parte a razzo e ci dà dentro come non mai, io, non so se per l'eccitazione dovuta all'attesa o a che altro, vengo quasi subito, lui continua, io a un certo punto non capisco più niente, ma il godimento è tale e ripetuto che da una parte vorrei non finisse mai, dall'altra vorrei finisse subito per paura di crollare. Una cosa indescrivibile. Sborra copiosamente e poi, come sempre, mi resta dentro in attesa che il nodo si afflosci. Lo sento pulsare, è bellissimo, arrivo a tremare... Quando esce mi accascio. Umberto mi chiede: "Vuoi anche Jack?" "Si, glielo devo. Sono k.o. ma devo trovare il modo di riprendermi. Non posso mandarlo in bianco dopo tutto questo tempo". Mi rialzo, mi asciugo la figa con un fazzolettino e mentre sto cercando di pulire il pavimento dalla sborra caduta a terra, rientra Umberto con Jack. Jack, a differenza di Jolly, capisce subito la situazione: col muso mi punta la figa, mi dà una slinguata che poco poco mi fa svenire e poi, ben guidato da mio marito, mi viene alle spalle mentre io mi metto a pecorina. Sento il suo cazzo che entra, lui parte lentamente ma in breve si scatena: che bello! Vengo ancora in poco tempo e lui, a differenza di Jolly, sborra abbastanza presto, più presto del solito. "Meno male" mi vien da pensare. Solo che il suo nodo ci mette un sacco ad afflosciarsi. Pulsa, pulsa, pulsa...mi sembra di avere in figa un metronomo! Quando esce avverto, per qualche attimo, come una sensazione di vuoto. No so come spiegare. Sono felice e distrutta al tempo stesso. Però devo darmi da fare, c'è sborra di cani per terra, mi devo asciugare la figa, devo preparare il caffè... Rientra Umberto che mi sto asciugando, lui mi prende, mi bacia, mi tocca... Io lo tocco e sento che ce l'ha duro come il ferro. E lui ravana... "No, dai, Umbe, ho ancora la sborra dei cani in figa. Fammi almeno fare un bidet" "Ma quale bidet d'Egitto! Mica hai solo la figa..." Mi porta in cucina, prende un po' d'olio d'oliva e con quello (sic!) mi unge il buchetto, poi estrae la mazza, me la mette in bocca, la succhio un pochino, poi, in piedi, mi metto a novanta e, ancora col fazzolettino nella figa, lui m'incula. Mentre pompa mi sgrilletta con le dita della mano destra e io, di nuovo, godo come una maiala. Anche il mio culo si riempie di sborra, quella di Umberto, e io con un turbinìo di sensazioni in testa mi accascio, è il caso di dirlo, su una sedia della cucina, felicissima e disfatta al tempo stesso. Viste le mie condizioni, il caffè lo fa Umberto: quando lo bevo mi sembra il più buono che abbia mai bevuto. Sono in preda a una sorta di nirvana, mi par di sognare. Umberto (che uomo splendido!) pensa lui a ripulire il "salone delle feste", a riassettare la cucina e mi prepara un bagno caldo. Mi porta in bagno e, molto amorevolmente, mi lava lui, con un'attenzione assolutamente degna di nota. Quando esco dal bagno mi sento come rinata. Vado in terrazza a prendere un po' di sole come mamma mi ha fatta e dopo un quarto d'ora mi raggiunge Umberto, anche lui nudo dopo essersi fatto una doccia. Ci abbandoniamo ai raggi del sole, non so lui ma io schiaccio anche un pisolino, poi verso le 13 torniamo giù a mangiare qualcosa. Il pomeriggio lo passiamo ancora in terrazza e poi la sera usciamo a cena. Una cena romantica, in un ristorante caratteristico. E poi... Beh, rientrati a casa, dopo tutte le emozioni e le sensazioni provate, abbiamo fatto l'amore. Una scopata da urlo, credetemi. E mentre stavo raggiungendo l'orgasmo, un pensiero mi è balenato nella mente: "Ma io mi merito la fortuna di avere un marito così stupendo?"
6
voti
voti
valutazione
5.7
5.7
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Gang bang coi caniracconto sucessivo
Voglia di cane
Commenti dei lettori al racconto erotico