Voglia di cane
di
Debora
genere
zoofilia
Ciao a tutti, amici frequentatori di "eroticiracconti.it". Da tre giorni sono tornata da una settimana di ferie trascorsa in Sicilia. Una vacanza molto bella, vissuta dal primo all'ultimo minuto, con Umberto in formissima e io pure. Non ci siamo fatti mancare proprio niente: sole, mare, musica, ballo, passeggiate, escursioni in barca e tanto, tanto sesso. Umberto, in tutti i giorni trascorsi sull'isola, non mi ha mai fatto mancare il cazzo: nè prima di dormire, nè al risveglio mattutino. Ho fin pensato, e gliel'ho pure chiesto, che si tenesse su con qualche "aiutino", ma lui ha negato e io ho buon motivo di credergli. Perchè quando è libero dallo stress dell'attività lavorativa è un vero piacere poter condividere con lui il letto. Almeno sin qui, non ha mai avuto deficit erettivi, ed è altresì dotato di quel tocco di fantasìa in più che rende imprevedibile ogni "convegno". Fa dei preliminari dolci e poi, zac!, ti scopa vigorosamente. Altre volte è rude nell'approccio e poi ti penetra con una dolcezza che ti sembra d'aver dentro una piuma. Ti aspetti che ti chiavi nella posizione classica e, oplà!, ti rivolta e ti infila a pecorina. Ti lecca doviziosamente la figa e poi, olè!, un po' di gel e te lo infila nel culo. Ho un marito che è veramente un tesoro, in tutti i sensi. E che a letto, soprattutto quando non ha problemi per la testa, sa far godere appieno una donna. Però, insomma, capirete bene che due volte al giorno non è cosa da niente: adesso mi vergogno un po' di avergli chiesto se faceva ricorso a qualche "aiutino", ma sul momento m'è parso che il quesito postogli (la sera di giovedì) non fosse fuori dal mondo. Lui lo ha capito, ci ha riso su e...mi ha chiavato! Sesso al top, quindi, durante la vacanza ma... sabato sera ho avvertito un vuoto. O, per meglio dire, una voglia. Voglia di cane. Una voglia che m'ha accompagnato per tutta domenica e per tutto lunedì. Ah, i miei adorati cani! Certo la figa a loro mi sa che non mancava, visto che mia sorella (me l'ha confessato prima di partire) e la sua fidanzata, che badano a Jack e a Jolly quando siamo assenti, si accoppiano volentieri con quei due splendidi animali. A loro, quindi, la figa credo non mancasse, ma a me mancava terribilmente il loro cazzo. Ne ho parlato con Umberto, e lui a dirmi: "Stai tranquilla, martedì pomeriggio siamo a casa. E poi, adesso, penso non ti possa lamentare di me...". Certo, è fuor di dubbio che non mi potevo lamentare delle attenzioni di cui la mia passera e il mio culetto erano costantemente oggetto. Però, sapete com'è?, quando ti si fissa in testa una cosa, tu cerchi di scacciarla, e lei non se ne va... Fatto sta che martedì mattina, il giorno della partenza, anzichè essere dispiaciuta per la fine di una bellissima vacanza, ero gasata più che mai. Tornavo dai miei adorati quadrupedi! Non mi vergogno, anche se forse dovrei alla mia età, a dire che in aeroporto sono andata a fare la pipì, e mentre ero lì sulla tazza ho pensato a loro e mi sono fatta un ditalino. Come una ragazzina! Potenza del pensiero! Durante il volo devo dire che, forse per il ditalino che mi ero fatta o per la conversazione instaurata da Umberto sulla fluttuazione dei mercati, non ho avuto tempo di pensare a Jack e a Jolly. Ma una volta sbarcati... Eccoci davanti al nastro trasportatore, ecco la nostra valigia, andiamo, taxi...si! Un tragitto, neanche tanto lungo, col cuore in gola. E poi, finalmente... ecco la nostra casa! Ecco i nostri cani che ci fanno festa! "Umberto, posiamo la valigia e poi portami Jolly". Detto e fatto. Posati i bagagli, senza altro guardare, Umberto va in giardino e quando rientra con Jolly io sono già col culo al vento. Sento di essere già umida e quando Jolly mi viene incontro potrei già farlo entrare. Naturalmente non è così, perchè non posso esimermi dall'abbracciarlo, dal baciarlo e dal prenderglielo un po' in bocca. Lui, col suo ansimare, mi fa capire che gradisce, così mi volto (in ginocchio, a pecorina) e con l'aiuto di Umberto Jolly mi monta con vigore. Una scopata breve, ma di un'intensità assoluta. Sborra quasi subito (anche lui aveva tanta voglia di me?) ma poi resta dentro anche dopo che il nodo si è afflosciato. Ci vuole Umberto per staccarlo, io non mi sarei mai permessa... Glielo prendo nuovamente in bocca, per pulirglielo, incurante della mia figa che gocciola: c'è ancora un filo di sborra, che mando giù. Parliamoci chiaro, non è buona per niente, ma è il seme di Jolly e non voglio assolutamente sputarlo. Mentre Umberto riporta Jolly in giardino mi asciugo la passera alla bell'e meglio ed ecco Jack. Mi sembra più bello del solito, viene verso di me con un'espressione felice. Sono accosciata, lui mi punta il muso fra le tette e mi lecca un po'. Io mi alzo un poco per far si che mi lecchi la figa e lui non si fa pregare: una slinguatona che coinvolge anche il buco del culo. Poi, anche per lui, una ciucciata di cazzo e via! Jack mi pompa con vigore pure lui, ma a differenza di Jolly ci mette un po' di più a venire: solo che quando viene mi...allaga! Mi viene il sospetto che mia sorella e la sua fidanzata non l'abbiano fatto scopare. Comunque aspetto che il nodo si afflosci, poi gli pulisco il cazzo con la bocca e ingurgito anche la sua residua sborra. A questo punto, soddisfatte le mie voglie, arriva la rottura di scatole. Cioè, dopo il più che mai necessario bidet, il disfacimento della valigia, il caricamento di biancheria sporca nella lavatrice, la cernita degli indumenti da portare in lavanderia... E il giorno dopo ci sarà il ferro da stiro in azione a ciclo continuo... Insomma, la solita rottura del dopo-vacanza. Ma la cosa, in quel momento, non mi provoca il minimo fastidio. Sono il ritratto della serenità, perchè avevo soddisfatto appieno la mia voglia. Una voglia matta. Voglia di cane.
7
voti
voti
valutazione
3.7
3.7
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Che domenicaracconto sucessivo
Ho realizzato un sogno
Commenti dei lettori al racconto erotico