Laura non c'è
di
Mitchell
genere
gay
Avevo litigato di brutto con mia sorella, uno dei soliti litigi che ultimamente erano sempre piu' frequenti. Quando si incazzava andava fuori di se', mi offendeva, mi diceva parole cattivissime, mi scagliava addosso oggetti che io abilmente riuscivo sempre a evitare grazie ad abili contorsioni. Io avevo 19 anni, lei 22. Abitavamo insieme in un mini appartamento. I nostri genitori se ne erano andati anni fa dopo aver divorziato. Mia madre aveva trovato un altro e conviveva con lui in un'altra città. Mio padre era
un pezzo grosso di una grande azienda e si era trasferito all'estero. Ci passava un bell assegno mensile e campavamo di quello.
"Quando sarete in grado di guadagnare dei soldi gli assegni verranno sospesi", queste le sue ultime parole, 4 anni prima. Mai piu' sentito da allora. Anche nostra madre non dimostro' un grande amore per i figli dopo che lascio' casa. Si faceva sentire di
tanto in tanto per telefono per sapere come andava. Tutto qui. Il motivo delle guerre con mia sorella? Beh mi rimproverava che era stufa di sentire la musica a tutto volume durante il giorno, non sopportava la casa piena di fumo, non tollerava il mio disordine essessivo, non sopportava i miei amici e il fatto che stessimo a far baldoria fino a tarda notte, odiava il fatto che me ne fottessi altamente di quello che mi diceva. Dopo l'ultima furibonda litigata disse solo "Io me ne vado, puoi fare tutto quel cazzo che vuoi adesso". Usci' di casa con due grosse valigie sbattendo la porta. Spostai la tenda del soggiorno per godermi mentre si allontanava sulla sua macchina blu metallizzato. Questo è successo Lunedi. A tre giorni di distanza mi rendo conto di quanto sia meglio vivere senza di lei e non sentire piu' la sua voce di gallina strozzata che urla tutto il giorno. Nostro padre ci aveva aperto due conti in banca e ognuno usufruiva del suo. I soldi non le mancavano. Se la sarebbe cavata anche da sola.
Ieri mattina mi sono alzato tardi, come tutti i giorni. Stavo facendo colazione quando suonarono alla porta. Scostai la tenda per vedere chi era. Era un ragazzo mai visto. Al citofono chiesi "chi è?" "Sono Valerio, cercavo Laura", "Laura non c'è, è andata
via!" "Come è andata via? Dov'è andata? "replico'."Non lo so, non me lo ha detto" replicai io. "Senti io sono il ragazzo di Laura, mi fai salire un attimo così cerco di capire?! Gli aprii il cancello e sali' su. Entro', era serio, nervoso. Senza neanche allungrami la mano disse" Tu devi essere Jordan, Laura non mi ha parlato un granchè bene di te". "Non mi stupisce la cosa, lei non ha parlato mai bene di me, non mi sopportava neanche quando eravamo piccoli..." "Senti, non lo sai dov'è andata?". No, mi dispiace, non me l'ha detto, abbiamo litigato, era incazzata nera, ha fatto le valigie ed è uscita sbattendo la porta.". "Sono tre giorni che la
chiamo al cellulare, cazzo, ce l'ha sempre spento. Ho chiamato anche le sue amiche ma nessuna di loro sa niente. Sono molto preoccupato". "Laura ti ama?" gli chiesi. "Si, almeno così diceva". "Beh allora vedrai che prima o poi con te si fara' risentire" gli dissi e aggiunsi "E tu la ami?". "Siamo fidanzati da piu' di un anno, le voglio bene, poi a me non piace tirar fuori la parola amore, non so se la amo va bene? Ti basta come risposta?". "Si si ma calmati, non avevo chiesto niente di cosi' trascendentale alla fine". Ma vuoi sederti un attimo, così magari ti calmi un po'?". Si sedette e si accese una sigaretta. "Non capisco perchè Laura non ti abbia mai portato qui". "Io abito da solo, veniva lei da me, poidiceva che a casa c'era un fratello rompiballe" replico'.
Poi si alzo' e si avvicino' al pc. "Bello questo pc, e bello schermo. Laura mi ha detto che vostro padre vi passa un bel po' di soldi". "Già risposi, ma questo non penso siano fatti che ti riguardano". "Ok, va bene, scusa, non l'ho detto per provocarti" replico' Valerio. "Senti vuoi qualcosa da bere?" gli chiesi. "Beh se hai qualcosa di fresco va bene qualunque cosa" replico'. "Ok a vado a prenderti
una birra". "Quando tornai con la birra in mano vidi che Valerio aveva acceso lo schermo del pc. Il mio pc era sempre acceso, giorno e notte. Mi precipitai li' perchè sicuramente era rimasta aperta una cartella di foto porno e non volevo che la vedesse, ma troppo tardi! Si giro' verso di me dicendo: "Ti piacciono i cazzi". E io : "Anche questi non sono fatti tuoi!". E Valerio: "Non me lo aveva detto Laura che eri gay". "Lei non lo sa!" Esclamai abbastanza serioso. "Sai", disse, "mi son sempre chiesto come
un gay succhia il cazzo". "Beh, puoi trovartene uno e provare!" risposi con tono sempre piu' serio. Si alzo' e mi guardo' dicendomi:
"Ma io l'ho già trovato, sei tu!". "Senti amico, di solito i maschi me li scelgo io, se pensi che io sia il solito frocio che fa una pompa al primo che capita hai sbagliato tutto!". "Io non sono il primo che capita, sono il ragazzo di tua sorella, non ti eccita la cosa?"
"No, neanche un pò", replicai. "Senti un po' stronzetto, sono 3 giorni che non fotto e ho una voglia matta di sfogarmi, ed è tua la colpa se Laura è andata via, non è così?". "Se ti sei fidanzato con un'isterica non è mia la colpa!". Mi prese un braccio e me lo strinse fino a farmi quasi male "Senti un po' frocetto, Laura era fantastica a letto e se ora lei non c'è la colpa è solo tua! Devi pagarmi il debito". "Non ho debiti con te, stronzo!". Mollo' la presa d'acciaio al mio braccio e stava per sferrarmi un pugno, ma lo evitai con successo. Ero incazzatissimo e gli saltai addosso e lo buttai a terra cercando di menarlo ma lui era piu' forte e fu
lui a menare me. Comincio' a sferrarmi violenti pugni sullo stomaco, non respiravo quasi piu', gli urlai "Basta, ti prego!!".
"Ti arrendi frocetto di merda?". "Non sono un frocetto di merda ma mi arrendo!" "Devi farmi una pompa adesso, preferisci qui o in camera?" "Ne qui ne' in camera, non ci sara' nessuna pompa" dissi alzandomi con le mani sullo stomaco ancora dolorante.
"Non ti è bastata la lezione allora?? Bene allora ricomincio". "No fermati, ok, ok, ma calmati, tranquillo, va bene" dissi. Andiamo di sopra". Gli indicai la direzione e feci salire prima lui, io gli stavo dietro a 2 metri di distanza. Non si accorse quando tirai fuori una cosa da un cassetto di un mobile a meta' delle scale. Entrammo in camera. "Io mi spoglio del tutto" disse, a voi froci piace vederlo nudo un maschio, non è così?". Fece un sorrisino e ne feci uno falso anch'io replicando: "Si, è così". Io mi sdraiai sul letto mentre lui si spogliava. E quando fu nudo completamente tirai fuori dalla tasca la pistola che avevo preso mentre salivamo le scale. Gliela puntai alla testa. Che meraviglia vedere quell'espressione di terrore nei suoi occhi. "Sei pazzo" disse "Stai scherzando, non è vero?". "La pistola è vera e piena di pallottole, ha fatto bene mio padre a lasciarla qui! Sai, c'è una cosa
che non ho mai sopportato, essere chiamato frocetto!". "Adesso ti faccio capire chi è il vero frocio tra noi! Sarai tu a farmi una pompa! E non fare scherzi o t'ammazzo!". Il suo sguardo era sempre piu' in preda al terrore, allibito, incredulo. Io lo guardavo serissimo, cattivo, incazzato. Feci fare alla pistola il movimento per caricare la pallottola e quello scatto aumento' lo sgranarsi dei suoi occhi. "E' arrivato il momento!" dissi slacciandomi la cintura e tirandomi giu' le braghe. Mi tolsi anche le mutande, sempre con la mano sinistra. Nella destra la pistola ben salda puntata verso la sua faccia. "Comincia! Scappellamelo, annusalo e poi
succhialo!". Non lo lavavo da ieri, mi ero anche fatto una sega, doveva fare un bel profumino. "Si avvicino' col viso sconvolto e con la mano mi tiro' indietro il prepuzio. Comincio' ad annusarmelo ed era indescrivibile la sua espressione di disgusto di
quando se lo porto' al naso. Godevo nel vedere la sua faccia schifata. Se lo porto' alla bocca, con un colpo glielo infilai violentemente perchè titubava. Era spettacolare vedere un etero con una pistola puntata alla tempia che mi spompinava. Non so se recitasse,
ma sembrava averci preso gusto dopo qualche minuto. Mi stava facendo impazzire. Chi voleva violentarmi era stato violentato.
Cominciai ad ansimare e a sudare copiosamente, era un lavoro di bocca ben fatto. Lo avvisai: "Non ti staccare finchè non ti ho scaricato tutto cio' che ho nelle palle". Annui' con dei versi perchè avendo il cazzo in bocca non poteva parlare. Aumentai
il ritmo del mio bacino, sempre con la pistola puntata sulla tempia, e dopo un minuto sborrai diverse volte, riempendolo. Glielo sfilai e notavo che stava per sputare tutta la mia sborra e tempestivo lo sottolineai: "Non ti permettere! Devi ingoiarla tutta".
Fece una faccia disgustatissima, come quella che si fa quando bisogna ingoiare una medicina che ci fa schifo. Ma ingoio' e lo so che non gli piacque per niente. Ma a me piacque tantissimo, e quell'episodio me lo sarei teneto dentro per sempre come un trofeo. Alla fine gli dissi sempre con la rivoltella puntata verso di lui: "Ora ti alzi, ti vesti e sparisci!". Mi rimisi i calzoni anch'io e lo accomapgnai alla porta sempre con la pistola puntata alla schiena. Uscito dal cancello sentii che sali' in macchina e il rombo del motore che scappava via veloce. Non ho piu' rivisto ne' lui ne' Laura. Ma se ci fosse qualcun'altro che la cercasse
qui, è avvisato, sa già quale sara' la mia accoglienza dopo avergli risposto Laura non c'è...
un pezzo grosso di una grande azienda e si era trasferito all'estero. Ci passava un bell assegno mensile e campavamo di quello.
"Quando sarete in grado di guadagnare dei soldi gli assegni verranno sospesi", queste le sue ultime parole, 4 anni prima. Mai piu' sentito da allora. Anche nostra madre non dimostro' un grande amore per i figli dopo che lascio' casa. Si faceva sentire di
tanto in tanto per telefono per sapere come andava. Tutto qui. Il motivo delle guerre con mia sorella? Beh mi rimproverava che era stufa di sentire la musica a tutto volume durante il giorno, non sopportava la casa piena di fumo, non tollerava il mio disordine essessivo, non sopportava i miei amici e il fatto che stessimo a far baldoria fino a tarda notte, odiava il fatto che me ne fottessi altamente di quello che mi diceva. Dopo l'ultima furibonda litigata disse solo "Io me ne vado, puoi fare tutto quel cazzo che vuoi adesso". Usci' di casa con due grosse valigie sbattendo la porta. Spostai la tenda del soggiorno per godermi mentre si allontanava sulla sua macchina blu metallizzato. Questo è successo Lunedi. A tre giorni di distanza mi rendo conto di quanto sia meglio vivere senza di lei e non sentire piu' la sua voce di gallina strozzata che urla tutto il giorno. Nostro padre ci aveva aperto due conti in banca e ognuno usufruiva del suo. I soldi non le mancavano. Se la sarebbe cavata anche da sola.
Ieri mattina mi sono alzato tardi, come tutti i giorni. Stavo facendo colazione quando suonarono alla porta. Scostai la tenda per vedere chi era. Era un ragazzo mai visto. Al citofono chiesi "chi è?" "Sono Valerio, cercavo Laura", "Laura non c'è, è andata
via!" "Come è andata via? Dov'è andata? "replico'."Non lo so, non me lo ha detto" replicai io. "Senti io sono il ragazzo di Laura, mi fai salire un attimo così cerco di capire?! Gli aprii il cancello e sali' su. Entro', era serio, nervoso. Senza neanche allungrami la mano disse" Tu devi essere Jordan, Laura non mi ha parlato un granchè bene di te". "Non mi stupisce la cosa, lei non ha parlato mai bene di me, non mi sopportava neanche quando eravamo piccoli..." "Senti, non lo sai dov'è andata?". No, mi dispiace, non me l'ha detto, abbiamo litigato, era incazzata nera, ha fatto le valigie ed è uscita sbattendo la porta.". "Sono tre giorni che la
chiamo al cellulare, cazzo, ce l'ha sempre spento. Ho chiamato anche le sue amiche ma nessuna di loro sa niente. Sono molto preoccupato". "Laura ti ama?" gli chiesi. "Si, almeno così diceva". "Beh allora vedrai che prima o poi con te si fara' risentire" gli dissi e aggiunsi "E tu la ami?". "Siamo fidanzati da piu' di un anno, le voglio bene, poi a me non piace tirar fuori la parola amore, non so se la amo va bene? Ti basta come risposta?". "Si si ma calmati, non avevo chiesto niente di cosi' trascendentale alla fine". Ma vuoi sederti un attimo, così magari ti calmi un po'?". Si sedette e si accese una sigaretta. "Non capisco perchè Laura non ti abbia mai portato qui". "Io abito da solo, veniva lei da me, poidiceva che a casa c'era un fratello rompiballe" replico'.
Poi si alzo' e si avvicino' al pc. "Bello questo pc, e bello schermo. Laura mi ha detto che vostro padre vi passa un bel po' di soldi". "Già risposi, ma questo non penso siano fatti che ti riguardano". "Ok, va bene, scusa, non l'ho detto per provocarti" replico' Valerio. "Senti vuoi qualcosa da bere?" gli chiesi. "Beh se hai qualcosa di fresco va bene qualunque cosa" replico'. "Ok a vado a prenderti
una birra". "Quando tornai con la birra in mano vidi che Valerio aveva acceso lo schermo del pc. Il mio pc era sempre acceso, giorno e notte. Mi precipitai li' perchè sicuramente era rimasta aperta una cartella di foto porno e non volevo che la vedesse, ma troppo tardi! Si giro' verso di me dicendo: "Ti piacciono i cazzi". E io : "Anche questi non sono fatti tuoi!". E Valerio: "Non me lo aveva detto Laura che eri gay". "Lei non lo sa!" Esclamai abbastanza serioso. "Sai", disse, "mi son sempre chiesto come
un gay succhia il cazzo". "Beh, puoi trovartene uno e provare!" risposi con tono sempre piu' serio. Si alzo' e mi guardo' dicendomi:
"Ma io l'ho già trovato, sei tu!". "Senti amico, di solito i maschi me li scelgo io, se pensi che io sia il solito frocio che fa una pompa al primo che capita hai sbagliato tutto!". "Io non sono il primo che capita, sono il ragazzo di tua sorella, non ti eccita la cosa?"
"No, neanche un pò", replicai. "Senti un po' stronzetto, sono 3 giorni che non fotto e ho una voglia matta di sfogarmi, ed è tua la colpa se Laura è andata via, non è così?". "Se ti sei fidanzato con un'isterica non è mia la colpa!". Mi prese un braccio e me lo strinse fino a farmi quasi male "Senti un po' frocetto, Laura era fantastica a letto e se ora lei non c'è la colpa è solo tua! Devi pagarmi il debito". "Non ho debiti con te, stronzo!". Mollo' la presa d'acciaio al mio braccio e stava per sferrarmi un pugno, ma lo evitai con successo. Ero incazzatissimo e gli saltai addosso e lo buttai a terra cercando di menarlo ma lui era piu' forte e fu
lui a menare me. Comincio' a sferrarmi violenti pugni sullo stomaco, non respiravo quasi piu', gli urlai "Basta, ti prego!!".
"Ti arrendi frocetto di merda?". "Non sono un frocetto di merda ma mi arrendo!" "Devi farmi una pompa adesso, preferisci qui o in camera?" "Ne qui ne' in camera, non ci sara' nessuna pompa" dissi alzandomi con le mani sullo stomaco ancora dolorante.
"Non ti è bastata la lezione allora?? Bene allora ricomincio". "No fermati, ok, ok, ma calmati, tranquillo, va bene" dissi. Andiamo di sopra". Gli indicai la direzione e feci salire prima lui, io gli stavo dietro a 2 metri di distanza. Non si accorse quando tirai fuori una cosa da un cassetto di un mobile a meta' delle scale. Entrammo in camera. "Io mi spoglio del tutto" disse, a voi froci piace vederlo nudo un maschio, non è così?". Fece un sorrisino e ne feci uno falso anch'io replicando: "Si, è così". Io mi sdraiai sul letto mentre lui si spogliava. E quando fu nudo completamente tirai fuori dalla tasca la pistola che avevo preso mentre salivamo le scale. Gliela puntai alla testa. Che meraviglia vedere quell'espressione di terrore nei suoi occhi. "Sei pazzo" disse "Stai scherzando, non è vero?". "La pistola è vera e piena di pallottole, ha fatto bene mio padre a lasciarla qui! Sai, c'è una cosa
che non ho mai sopportato, essere chiamato frocetto!". "Adesso ti faccio capire chi è il vero frocio tra noi! Sarai tu a farmi una pompa! E non fare scherzi o t'ammazzo!". Il suo sguardo era sempre piu' in preda al terrore, allibito, incredulo. Io lo guardavo serissimo, cattivo, incazzato. Feci fare alla pistola il movimento per caricare la pallottola e quello scatto aumento' lo sgranarsi dei suoi occhi. "E' arrivato il momento!" dissi slacciandomi la cintura e tirandomi giu' le braghe. Mi tolsi anche le mutande, sempre con la mano sinistra. Nella destra la pistola ben salda puntata verso la sua faccia. "Comincia! Scappellamelo, annusalo e poi
succhialo!". Non lo lavavo da ieri, mi ero anche fatto una sega, doveva fare un bel profumino. "Si avvicino' col viso sconvolto e con la mano mi tiro' indietro il prepuzio. Comincio' ad annusarmelo ed era indescrivibile la sua espressione di disgusto di
quando se lo porto' al naso. Godevo nel vedere la sua faccia schifata. Se lo porto' alla bocca, con un colpo glielo infilai violentemente perchè titubava. Era spettacolare vedere un etero con una pistola puntata alla tempia che mi spompinava. Non so se recitasse,
ma sembrava averci preso gusto dopo qualche minuto. Mi stava facendo impazzire. Chi voleva violentarmi era stato violentato.
Cominciai ad ansimare e a sudare copiosamente, era un lavoro di bocca ben fatto. Lo avvisai: "Non ti staccare finchè non ti ho scaricato tutto cio' che ho nelle palle". Annui' con dei versi perchè avendo il cazzo in bocca non poteva parlare. Aumentai
il ritmo del mio bacino, sempre con la pistola puntata sulla tempia, e dopo un minuto sborrai diverse volte, riempendolo. Glielo sfilai e notavo che stava per sputare tutta la mia sborra e tempestivo lo sottolineai: "Non ti permettere! Devi ingoiarla tutta".
Fece una faccia disgustatissima, come quella che si fa quando bisogna ingoiare una medicina che ci fa schifo. Ma ingoio' e lo so che non gli piacque per niente. Ma a me piacque tantissimo, e quell'episodio me lo sarei teneto dentro per sempre come un trofeo. Alla fine gli dissi sempre con la rivoltella puntata verso di lui: "Ora ti alzi, ti vesti e sparisci!". Mi rimisi i calzoni anch'io e lo accomapgnai alla porta sempre con la pistola puntata alla schiena. Uscito dal cancello sentii che sali' in macchina e il rombo del motore che scappava via veloce. Non ho piu' rivisto ne' lui ne' Laura. Ma se ci fosse qualcun'altro che la cercasse
qui, è avvisato, sa già quale sara' la mia accoglienza dopo avergli risposto Laura non c'è...
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Ti faccio fare un sognoracconto sucessivo
Una torta di nome bukkake
Commenti dei lettori al racconto erotico