Olga - 6

di
genere
incesti

6 - IL PRETE

Martina voleva sapere delle mie avventure… si eccitava la porcellina… mi diceva che sapendo di ciò che avevo conosciuto io le sarebbe servito come esperienza. Le raccontai di un fatto che mi accadde quando da fanciulla vivevo con la mia adorata mamma… che periodo felice… io e lei sempre alla ricerca del godimento.
Avevamo sentito che da qualche tempo nella nostra parrocchia era arrivato un nuovo sacerdote, Don Giulio.
Le voci che giravano sul suo conto erano molto interessanti: si diceva fosse il classico prete che piaceva alle donne e che non si tirava certo indietro di fronte ad una bocca od un fica disponibili.
La cosa mi incuriosiva, per cui, volendomene rendere conto di persona, decisi di andarmi a confessare da lui.
“Padre, ho molto peccato.”
“Figliola, aprimi il tuo cuore. Dimmi tutti i tuoi peccati, liberamente.”
“Sono peccati della carne...”
“Capisco... ma non temere, non avere vergogna... raccontami tutto nei minimi particolari perché possa capire la gravità’ del peccato.”
“Vede, Padre, io mi masturbo spesso, quasi tutti i giorni, e poi faccio l’amore...”
Mi interruppe.
“Piano, figliola, non correre, fammi analizzare bene ogni cosa per gradi. Come ti masturbi? La tua è solo una carezza nelle parti intime o è qualcosa di più?”
Capii subito dove voleva arrivare il porco, ma era proprio ciò che volevo io.
“No, Padre, molto di più... mi passo le dita tra le labbra della mia... ha capito?...”
“Si, figliola, dillo pure... della tua fica... non temere, parla apertamente affinché io capisca... sei in confessione...”
“Oh, bene Padre... si, ha capito... della mia fica... poi mentre con una mano mi stuzzico il clitoride, con l’altra mi infilo due dita dentro la vagina e comincio a chiavarmi... poi. spesso, per darmi più piacere, mi infilo anche un dito nel culetto... mi piace molto sentirmi qualcosa dentro sia nella fica che nel culo... Padre, è molto grave?...”
“Beh, veramente figliola...”
“Ah, scusi, mi sono dimenticata... quando mi masturbo mi metto a cosce larghe davanti allo specchio... mi eccita molto vedere la mia fica aperta e le dita della mia mano che la penetrano...”
Mentre raccontavo, i miei occhi si erano abituati alla penombra della chiesa, per cui ora riuscivo a vedere abbastanza bene attraverso la grata del confessionale.
Come immaginavo, e speravo, Don Giulio si era alzato la tonaca e si stava masturbando uno splendido cazzo, molto eccitato dal mio racconto.
“Vedi, figliola, la chiesa condanna la masturbazione, ma se ti limiti ai giochi con le mani...”
“Oh, no, Padre,... quando voglio godere fino allo spasimo uso dei cazzi di gomma che mi infilo nella fica e nel culo fino a raggiungere orgasmi tremendi...”
“Figliola, da ciò che mi racconti deduco che ti piace molto masturbarti...
“Moltissimo. Padre,.... non posso farne a meno... e a lei non piace?...”
Lo sentii fremere, mentre vedevo la sua mano scorrere su e giù sopra il cazzo.
“Ma figliola... cosa dici... sono un sacerdote... non devo conoscere i piaceri della carne... continua... oltre alla masturbazione hai avuto rapporti con altre persone?”
“Oh, si Padre, quasi tutti i giorni...”
“Con il tuo fidanzato?”
“No, Padre, ma non ho il coraggio di dirlo, mi vergogno...”
“Non temere, figliola, il Signore perdona tutti i peccati, anche i più gravi, l’importante è che tu abbia il coraggio di raccontarli in confessione... dai... dimmi...”
“Sa, Padre, mio padre è molto occupato con il suo lavoro... mia madre è sempre molto sola...”
“Va bene, ma questo cosa c’entra con i tuoi peccati?
“Vede Padre... io e mia madre godiamo insieme... siamo amanti...”
“Come? Con tua madre!... ma siete proprio due gran troie, ragazza mia,...”
“Come dice, Padre?...”
“No, niente, raccontami tutto...”
“Vede, Padre, noi siamo molto libidinose... ci piace molto accarezzarci e leccarci le fiche reciprocamente... approfittiamo di ogni momento libero per amarci... dormiamo anche nello stesso letto... la sera ci addormentiamo ognuna con la mano tra le cosce dell’altra... ci piace moltissimo godere... non facciamo male a nessuno... perché dovrebbe essere peccato?...”
“Ma figliola, la chiesa condanna questi rapporti... voi siete due lesbiche... madre e figlia... è un incesto...”
“No, Padre, non ha capito... noi non siamo lesbiche... a noi piace molto anche il cazzo...”
Il sacerdote continuava a masturbarsi alla grande: da ciò che vedevo nella penombra aveva un gran bel cazzo.
Avevo la fica bagnata dall’eccitazione: misi una mano sotto la gonna e cominciai a lavorarmi lentamente il grilletto, aprendo le cosce più che potevo. Continuai:
“Per quanto riguarda la parentela... sapesse Padre quanto è più eccitante farlo con la propria madre... pensi... madre e figlia che si leccano la fica...”
“Basta, ti prego... non ce la faccio più...”
Tra la grata vedevo che il prete aveva aumentato il ritmo della sega che si stava facendo... ero certa che tra poco avrebbe schizzato come un porco... anche io accelerai le dita sul clitoride.
“Che succede, Padre, perché non ce la fa più... si sente poco bene?...”
“No, figliola, diciamo che non ce la faccio più a sentire tutti questi peccati...”
Il sacerdote era al colmo dell’eccitazione, si menava il cazzo sempre più velocemente. Stava sicuramente per sborrare.
“Figliola, adesso vai... sei assolta... lasciami solo... che devo terminare una cosa...”
Chiuse lo sportellino della grata... ma non me ne andai.
Rimasi in ginocchio nel confessionale, seguitando a masturbarmi, con l’orecchio poggiato sulla grata.
Sentii Don Giulio che si lamentava.
“Maledetta troia... mi hai fatto eccitare... tu e quella porca di tua madre... vorrei chiavarvi e incularvi tutte e due... farvi assaggiare la mia sborra... quella che sta per schizzare da questo cazzo... tra poco sborrerò per voi...”
Mi guardai di nuovo intorno: la chiesa era deserta.
In silenzio andai davanti al confessionale e con un gesto veloce aprii la tenda: Don Giulio era lì, seduto a gambe larghe, con la tonaca sollevata sulla pancia, con il cazzo in mano.
Sobbalzò e fece per coprirsi, ma lo fermai:
“No, fermo, non coprirti... fammi vedere... seguita a toccarti... è colpa mia... ti ho troppo eccitato con i miei racconti... me ne rendo conto... ti prego, continua... non ho mai visto un uomo masturbarsi... anche io sono molto eccitata... guarda... se lo desideri anche io mi tocco davanti a te... godiamo insieme...”
Così dicendo mi alzai la gonna e, con le gambe larghe e leggermente accosciata, presi di nuovo a masturbarmi la fica a mano aperta.
“Dai, muovi quel cazzo... mentre anche io mi faccio... ah... che gusto... vedere un prete che si masturba... è molto eccitante... e a te eccita vedermi godere?...”
“Maledetta... mi stai facendo peccare... ma non posso fermarmi... è troppo bello... sei una gran troia... fammi vedere bene mentre muovi la mano... toh! guarda il mio cazzo... la tua confessione lo ha fatto indurire in maniera eccezionale... mi piace masturbarmi... ma mi piace anche chiavare... so che anche a te piace... vuoi che te lo infili nella fica... se vuoi sono pronto...”
“No, è più osceno così... masturbarsi uno di fronte all’altro... sei un porco... masturbarti il cazzo dentro il confessionale... ma mi piace... è eccitante... dai... guardami la fica... e sborra... fammi vedere bene lo schizzo che esce... è eccitante... vedo che quasi ci sei... ti stai irrigidendo... sento che stai per venire... per ora ho visto un solo cazzo sborrare... è stato celestiale... pensa... è stato il cazzo di mio padre... l’ho visto sborrare in maniera meravigliosa.. adesso voglio vedere il tuo mentre sborra...”
Non finii di dirgli del gusto che mi aveva dato mio padre che urlò dal piacere
“Troia...anche con tuo padre... guardala... la mia sborra... guarda come schizza... ah... ah... vengo...”
Un getto violento di sborra gli uscì dal cazzo: era stupendo.
Credo che vedere un cazzo sborrare sia una delle cose più belle della vita.
Interruppi la mia masturbazione e gli dissi:
“Non voglio venire, voglio rimanere eccitata per terminare il godimento a casa, con mia madre”
Allungai una mano sul suo cazzo mentre uscivano gli altri schizzi, riempii il palmo di sperma e lentamente, fissandolo negli occhi, portai la mano alla bocca e cominciai a leccare la sua sborra.
Mi guardava allucinato, mentre il suo cazzo continuava ad emettere gli ultimi schizzi.
Ingoiai tutto lo sperma che avevo nel palmo.
“È buona la tua sborra... è buona come quella di mio padre...”
Trasalì.
“Troia... lesbica... sei peggio del demonio...”
Sorrisi.
“È strano, mia madre dice che le lecco la fica come un angelo...”
Così dicendo richiusi la tenda del confessionale e tornai a casa al colmo dell’eccitazione.
Quando entrai in casa chiamai la mamma e le chiesi di baciarmi.
Ne fu felice, posò le labbra sulle mie e mi ficcò subito la lingua in bocca.
Dopo qualche secondo si staccò e mi guardò con un sorriso malizioso.
“La tua bocca ha il sapore dello sperma, a chi hai succhiato il cazzo? Lo conosco?”
La strinsi a me sorridendo.
“No, mammina, non ho fatto nessun pompino, ho solo leccato un po’ di sborra.”
Le raccontai l’avventura con il prete, che l’eccito’ moltissimo.
“Figlia mia, sei una gran troia... e comincio a credere che tu sia più porca di me...”
E così dicendo mi baciò di nuovo con passione assaporando ancora lo sperma di Don Giulio.

Sono molto graditi commenti, proposte e ovviamente critiche per migliorare i racconti. Attendo anche scambi di opinioni sul genere. Chi desidera contattarmi la mia e-mail è pussycock09@email.it
di
scritto il
2010-07-28
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