Olga - 4 - Prima parte

di
genere
incesti

OLGA

4 - MIO ZIO – Parte prima

Mia madre aveva un fratello, zio Valerio, di circa 40 anni.
Erano molto attaccati uno all’altra, anche se mio zio viveva in un’altra città’.
Lo sentivamo spesso per telefono e quando, per motivi di lavoro, veniva a Roma, non perdeva occasione per venirci a trovare e portarci dei regali.
Era simpaticissimo e scherzava spesso con me: ero la sua unica nipote e gli volevo molto bene.

Ero felice quando sapevo che veniva a Roma.
Una volta si fermò in città’ quasi due settimane.
In quel periodo il mio interesse per il sesso era al massimo: io e mia madre lesbicavamo alla grande, invitando spesso tra le nostre cosce anche Susy.
Io e mammina l’avevamo istruita benissimo: era entrata con gran merito nel mondo delle troie.

L’unico cazzo che allora avevo ammirato erano quello di mio padre: forse era tempo che ne avessi conosciuto qualcun altro.

Mio zio era un bell’uomo e, sinceramente, un pensierino ce lo avevo fatto: non mi sarebbe dispiaciuto vedere il suo cazzo se non altro per confrontarlo con quello di papà.

Dopo alcuni giorni di permanenza a Roma mi invitò ad accompagnarlo per una intera giornata per un giro di lavoro nei dintorni di Roma.
La mattina andai all’albergo dove alloggiava.

Quando entrai nella stanza si era appena alzato dal letto.

“Scusa, Olga, faccio una doccia e partiamo subito: ieri sera ho fatto molto tardi. Nell’attesa accomodati e se vuoi puoi vedere la televisione.”

Andò in bagno.
Mi misi seduta in poltrona, presi il telecomando e accesi la TV.
Solo allora notai che la TV aveva incorporato il videoregistratore.
Per pura curiosità spinsi “Play” e feci partire il video.

La scena che vidi mi fece sobbalzare e mi mandò il sangue al cervello.

Uno stupendo pezzo di fica era contemporaneamente chiavata e inculata da due poderosi cazzi che la penetravano all’unisono.
La scena era ripresa da dietro, per cui si vedeva perfettamente questi due splendidi cazzi entrare e uscire dal culo e dalla fica della donna.
Mi sentii istantaneamente bagnarsi la fica.

Era la prima volta che vedevo una scena di un film porno e, sinceramente, ne ero entusiasta: era stupendo vedere quei sessi in azione.
Ciò che mi rallegrava, inoltre, era anche aver scoperto che mio zio non era certamente un santarellino pudico, ma certamente amava il sesso.

Quel video porno ne era la prova: chissà se si masturbava mentre vedeva le scene erotiche!
L’idea di immaginarlo col cazzo in mano davanti alla TV mi eccitava.
Feci attenzione a sentire se mio zio usciva dal bagno e seguitai di vedere la scena del “sandwich”.
Aspettavo con interesse la fine della doppia penetrazione quando, ad un certo punto, il terzetto cambiò posizione.

Con mia grande sorpresa vidi che la donna e uno dei due uomini iniziarono a spompinare il cazzo dell’altro uomo.
Non avevo mai visto due uomini fare l’amore e la cosa mi eccitò moltissimo.
Mentre la donna succhiava le palle, l’uomo ingoiava completamente il cazzo del suo amico.

Ero sbalordita: come faceva a prendere tutto nella gola quel cazzo così grosso e lungo!
Mi resi conto che avevo ancora molto da imparare.
Era stupendo vedere con quale passione l’uomo spompinava il suo amico: era evidente come godesse veramente nel prendere in bocca quel super cazzo.
Ma le sorprese non erano terminate.

Dopo il doppio pompino la donna si sdraiò supina, il suo compagno di pompini le andò sopra e le infilò il cazzo, anche questo bello grosso, nella fregna e cominciò a chiavarla lentamente.
L’altro uomo si mise dietro il suo amico, gli appuntò il cazzo nel culo e lo inculò: la ripresa in primo piano mostrò nei minimi particolari la completa penetrazione del cazzo nel buco del culo del suo amico e il cazzo di questi nella fica della donna... veramente un bel trenino.

Ero veramente turbata ed eccitata nel vedere un uomo incularne un altro: mi eccitava da morire.
Cominciò la galoppata: la solita ripresa fatta da dietro, mostrava una scena stupenda.
Il cazzo del primo uomo entrava ed usciva dal culo del secondo, mentre il cazzo di questi chiavava alla grande la fica della donna.

I due cazzi entravano e uscivano insieme dai rispettivi buchi.
Ero stravolta: se fosse stato possibile sarei voluta entrare nel televisore e partecipare attivamente a quell’accoppiamento.

Sentivo la fica bagnarsi sempre di più: se avessi potuto assistere per un po’ di tempo a quelle meravigliose scene erotiche penso che sarei venuta senza toccarmi.
L’amplesso terminò con due splendide sborrate nella fica e nel culo, con lo sperma che fuoriusciva dai buchi, rendendo ancor più oscena e libidinosa la scena.

Quegli abbondanti schizzi di sperma sprizzati da quegli enormi cazzi mi mandarono in estasi.
La mia fica era un bagno di sborra: vedere due uomini incularsi e spompinarsi era stato veramente conturbante.

Spensi il video: mio zio aveva quasi terminato.
Quando entrò nella stanza feci finta di leggere una rivista.
Si vestì ed uscimmo.

Ero completamente sotto l’eccitazione di quelle scene erotiche.
Per tutto il viaggio, mentre parlavamo simpaticamente del più e del meno, assunsi pose sconce con l’intento di eccitare mio zio.

Come sempre indossavo una splendida minigonna che mi permetteva di mostrare con facilità le mie cosce.
Vidi mio zio gettare spesso lo sguardo tra le mie cosce: ne ero lusingata.

“Lo sai, Olga che hai delle belle gambe?

Sorrisi.

“Oh, zio, dai, non mi prendere in giro! Io sono soltanto una bambina e tu sei un uomo: come fanno a piacerti queste mie gambe!”

Così dicendo sollevai del tutto la gonna, mostrando a mio zio tutte le cosce e un bel po’ di mutandine.
Lo vidi trasalire.

“Olga, credimi, da quello che vedo le tue non sono affatto gambe da bambina... le tue cosce sono molto sviluppate...e mi sembrano ben carnose...”

Così dicendo mi mise una mano su una coscia, l’accarezzo’ e la strinse.
Mi sentii una fitta sulla fica.

“Vedi, avevo ragione, le tue non sono affatto cosce da bambina...sono stupende...complimenti...”

Mi sentii orgogliosa.
Lasciai le cosce scoperte, lui continuò a guidare, ma seguitava a guardare di sfuggita le mie grazie.

Ad un certo punto mio zio imboccò una stradina laterale deserta e dopo un centinaio di metri si fermò.

“Scusami, ma devo soddisfare un impellente bisogno. Aspettami due minuti e sarò di ritorno,”, disse mio zio e sorridendo si accinse a scendere dalle macchina.

Io presi la palla al balzo.

“Oh, meno male! Anche io devo fare qualcosa, ma non ti dicevo niente per vergogna!”, e così dicendo scesi anche io dalla macchina.

Ci avviammo in mezzo al bosco, un po’ distanti uno dall’altra.
Vidi mio zio fermarsi vicino ad un cespuglio, sbottonarsi i pantaloni e tirare fuori il cazzo, che per l’occasione era sicuramente bello duro.

Dal mio posto di osservazione non vedevo molto bene in quanto stavo abbastanza lontano, ma distinguevo i movimenti che faceva mio zio: vedevo il suo braccio destro muoversi velocemente, mentre lui con la testa bassa guardava il cazzo.

“Sicuramente se lo sta menando…”, pensai.

“Questo è il momento buono… se perdo questo attimo è finita…”

Allora chiamai a voce alta mio zio.

“Si! Cosa vuoi?”, rispose lui.

“Ho paura che ci siano dei serpenti qui! Sbrigati a venire che ho paura…”

“Non aver paura… vengo subito…”, rispose.

Lo vidi rimettere dentro il cazzo e dirigersi di corsa verso i cespugli dove stavo io.
Io feci subito una faccia un po’ impaurita.

“Meno male che sei venuto! Con tutti questi cespugli ho avuto paura che ci fossero stati i serpenti!”

“Hai fatto ciò che dovevi fare?”

“No, te lo ho detto, ho avuto paura…”

“Ma ora ci sono qui io… avanti, fai pure… non temere…”

“Però tu voltati, che ho vergogna…”

Lui sorrise e si voltò.

Mi tolsi le mutandine e mi alzai la gonna fino alla vita, mostrando alla natura il culo e la fica completamente scoperti.
Mi accosciai a gambe larghe e cominciai a pisciare violentemente.
Il rumore del getto contro le foglie dové far impazzire mio zio in quanto si voltò di scatto e si mise a guardarmi mentre pisciavo.
Io rimasi immobile, anzi, allargai ancor più le gambe per fargli vedere la mia fica mentre urinava.

“Perché ti sei voltato?”, gli chiesi, ma lui sorridendo rispose:
“Se stavo voltato non potevo vedere se c’erano animali…”

Io sorrisi per la sua pronta risposta.
Mi alzai tenendo sempre le gambe larghe e tirai fuori dalla taschina della mia gonna il mio fazzolettino.
Quindi, piegatami un po’ sulle gambe e allargando la fica, vi passai sopra il fazzolettino per asciugarla dell’urina che vi era rimasta tra i peli.

Mio zio, impietrito di fronte a me, mi chiese se avevo bisogno di aiuto.

“Se ti fa piacere...”

Gli porsi il fazzoletto.
Si pose in ginocchio davanti a me, mentre io ero in piedi, a gambe larghe, leggermente piegata per allargare bene le cosce e con le mani mi tenevo la gonna alzata all’altezza della vita per facilitargli il compito.

La mia fica era lì, davanti a lui, ancora bagnata di urina.
Cominciò ad asciugarmi le labbra, poi passò al clitoride.
Mi sentii svenire.

“Oh, si.... zio, asciugami bene li... si, bravo... mi sento tutta bagnata... asciugami bene il ciccetto... si... è strano... più mi asciughi, più mi sento bagnata... oh, Dio... è molto più bello di quando mi asciugo da sola... se potessi ti chiamerei quando vado in bagno... per fartela asciugare...”

Mio zio mi fissò: ci guardammo negli occhi per un tempo che sembrò interminabile, mentre lui seguitava sempre a tenere il fazzoletto sul clitoride.
Il suo viso mostrava una evidente eccitazione.

Anche io ero eccitatissima e mi aspettavo da un momento all’altro qualcosa di bellissimo.
Invece mio zio all’improvviso tolse il fazzoletto dalla mia fica e si alzò.

“Andiamo, ora, Olga, si è fatto tardi.” e si diresse verso l’auto.

Rimasi male: desideravo fare tante porcate con lui, perché si era tirato indietro?
Ma io non mi arrendevo.
Pensai dentro di me: “Se prima di arrivare a casa non ti faccio sborrare, non mi chiamo più Olga.”

Rientrammo in macchina.
Cominciò a guidare in silenzio: lo vedevo turbato.

“Cosa hai fatto zio, sei strano! Forse ti ha dato fastidio asciugarmi?”

Così dicendo mi avvicinai a lui e gli poggiai una mano sopra una coscia, molto vicino al cazzo.
Lo sentii fremere.

“Olga, ti prego, sto cercando di resistere... mi stai facendo star male... asciugarti tra le gambe... mi ha mandato il sangue in testa... ma non posso... sei mia nipote...”

“Allora non ti ha dato fastidio asciugarmi... al contrario ti ha eccitato... fammi sentire...”

Gli poggiai la mano sul cazzo, sopra i pantaloni: lo sentii durissimo.
Sobbalzò.

“Ah, porco, il tuo cazzo è diventato duro... allora non ti dispiace la mia presenza... sii sincero... da quando siamo entrati in macchina non desideri altro che fare delle porcate con me...”

“Si, è vero, mi piaci moltissimo... mi ecciti da morire... il tuo comportamento così sfrontato... ma sei mia nipote... mia sorella mi ucciderebbe se sapesse che ti ho toccato con un dito...”

Cominciai a ridere.

“Oh, zio, è solo questo che ti impedisce di scoparmi? Allora ti racconto una bella storia.”

Cominciai a sbottonargli la patta dei pantaloni: lui era immobile.

“Devi sapere che è stata proprio mia madre, tua sorella, a farmi conoscere i segreti del sesso... si, hai capito, è stata lei la mia iniziatrice...”

Gli tirai fuori il cazzo dai pantaloni: era veramente grosso e duro.

“Oh, zio, che bel cazzo che hai... è veramente enorme... come si fa a prendere nella fica un cazzo del genere... è meraviglioso... piacerebbe sicuramente anche alla mamma... sapessi quanto e troia tua sorella... le piace tanto il cazzo... ma adora anche la fica... dovresti vedere come me la lecca... e come contraccambio con passione...”

Mentre parlavo cominciai a fargli una sega: muovevo la pelle del cazzo su e giù lentamente, lasciandogli la cappella sempre scoperta.
Lui era immobile, impietrito dal mio racconto e dalla mia masturbazione.
Sentivo il cazzo farsi sempre più duro nella mia mano.

“Hai un cazzo da Dio, zio... adesso te lo bagno un po’... comincio a fargli sentire il sapore della mia fica...”

Così dicendo portai la mano sulla fica e la riempii del liquido che mi colava dalla vagina dal godimento che provavo.
Gli massaggiai il cazzo con il mio succo finché non fu completamente bagnato.
Avvicinai la mano al suo viso.

“Senti che buon odore che ha la mia fica... e che buon sapore...”

Poggiai la mano, ancora viscida del mio liquido, sulla sua bocca e cominciai a strofinarla sulle sue labbra: tirò fuori la lingua e cominciò a leccarmi la mano.

“Ti piace il mio sapore, porco?...E mia madre la hai mai leccata?... Ho sentito dire che fratello e sorella, da bambini, giocano al dottore e si toccano le parti intime... voi avete mai giocato?... vi siete toccati la fica e il cazzo da piccoli?...”

Ripresi a masturbarlo.
Lui guidava piano, facendo attenzione a tenere le cosce più aperte possibile per godere completamente la sega che stavo facendogli.
“Si, è vero... anche noi da piccoli ci siamo toccati... giocavamo a moglie e marito... e senza saperne il significato ci accarezzavamo reciprocamente la fichina e il cazzetto... ci piaceva molto... approfittavamo di ogni occasione per giocare... e toccarci... man mano che crescevamo , con i compagni e la scuola, imparammo i segreti del sesso... lei cominciò a farmi le prime seghe, io i primi ditalini... i primi orgasmi ce li siamo procurati tra noi due... ricorderò sempre la prima volta che sborrai... fino ad allora i miei orgasmi si manifestavano con un forte pizzicore sulla cappella

Un giorno, invece, all’improvviso, mentre lei mi masturbava, sentii una forte scossa elettrica per tutto il corpo e sentii uscirmi del liquido dal cazzo... il mio sperma... sapevamo che l’uomo quando gode emette questo liquido, ma non immaginavamo come e quando sarebbe accaduto... mia sorella pianse dalla felicità per essere stata lei l’artefice della mia prima sborrata da uomo... senza saperlo l’istinto la portò a leccare le gocce di sperma che uscivano dal mio cazzo... le piacque moltissimo... ne fu entusiasta... anche lei ebbe il suo primo orgasmo da donna sotto le mie mani... quando tolsi le mani dalla sua fichina la vidi completamente bagnata dal suo godimento.

È bello ricordare quei momenti di gioventù.
Poi le vicissitudini della vita ci hanno diviso, siamo cresciuti, ognuno ha fatto la sua vita.
Ci siamo sentiti e visti spesso, ma non ci siamo più frequentati con assiduità.”

Durante tutto il racconto avevo seguitato a masturbarlo: sentivo che il cazzo stava per scoppiare.

“Ti piacerebbe scopartela?... si... lei... tua sorella... mia madre... ti piacerebbe chiavartela?”... gli chiesi improvvisamente.

Il cazzo mi sobbalzò nella mano come se fosse stato un’anguilla.
Era teso. Non mi rispose.

“Sii sincero, zio, vorresti fare l’amore con lei?...”

“Olga, tesoro, quando ripensavo ai nostri giochi da adolescenti mi masturbavo e sognavo di fare tante oscenità con lei... tua madre è una donna desiderabilissima ed eccitantissima... me la chiaverei e inculerei con tutta l’anima... ma sono passati tanti anni... siamo realisti... il tempo può cancellare certi desideri...”

“A questo non devi pensarci... ora fermati in un posto isolato... voglio farti sborrare come ha fatto mia madre tanti anni fa... prima la madre... poi la figlia...”

Mio zio imboccò la prima strada laterale di campagna e fermò la macchina in un posto nascosto, in mezzo agli alberi.
Si girò verso di me e cominciò a baciarmi con la lingua in bocca mentre con la mano infilata tra le mie cosce prese ad accarezzarmi la fica.
Allargai bene le gambe per fargliela sentire bene, mentre seguitavo a menargli il cazzo.

Ci baciavamo oscenamente, scambiandoci le salive.
Sentii due dita posarsi all’inizio della vagina: allargai ed alzai di più le cosce spingendo il ventre contro le dita. Le sentii entrare in profondità.
Mugolai di piacere.
Aumentai il ritmo della sega.
Anche mio zio cominciò a gemere dal gusto.

“Olga, tesoro, andiamo sui sedili di dietro, voglio infilarti il cazzo nella fica... dopo ciò che mi hai raccontato non ho più alcuna remora a chiavarti... anzi... sei una gran troietta... sarà eccitante chiavarti...”

“No, zio, se desideri chiavarmi lo farai davanti a mia madre... voglio che mi veda mentre suo fratello mi rompe la fica... sarà eccitantissimo per me e per lei... oggi voglio farti venire con le mani... come mia madre quando eravate giovani... al massimo, se vuoi godere di più, posso fartela vedere, la mia fica, mentre vieni...”

Così dicendo, mi sollevai tutta la gonna e scoprii la fica con le sue dita ancora dentro.

“Se vuoi qualcosa di più osceno, posso farti sborrare sulla fica... con la promessa che dopo me la pulirai tutta con la lingua... toglierai dalla mia fica ogni goccia del tuo sperma... te la senti di bere il tuo sperma?... porco... se ti senti così porco da chiavare tua nipote e tua sorella, allora puoi benissimo bere la tua sborra... ci stai... porco?...”

Seguitavo a masturbarlo dirigendo il cazzo verso la mia fica.

“Non temere... verrà il momento che sarò io a bere il tuo succo... o tua sorella... e poi... non mi dire che in vita tua non hai mai fatto un pompino ad un uomo... mi ecciterebbe vederti spompinare un ragazzo... pensa... avere il suo cazzo giovane in bocca... succhiargli la sborra... e poi inculartelo... masturbami il clitoride... io ti faccio una sega sulla fica... poi mi lecchi...”

Mio zio era paonazzo dall’eccitazione.

“Sei una troia... una deliziosa troia... porca... si... fammi sborrare sulla fica... poi te la leccherò tutta...”

Spalancai le cosce e mi misi in modo da avere il cazzo in direzione della fica.
Valerio cominciò a masturbarmi il clitoride, io accelerai la sega, tenendo la punta a pochi cm dalla fica.

“Dai... lurido porco... schizzami tra le labbra della fregna... svelto... coprimi di sperma... voglio vederti leccarla... è osceno... ho il culto della sborra... mi fa godere giocarci con la bocca... e vedere gli altri leccarla e berla... dai... sto per venire... pensa a tua sorella... quando ci vedrà chiavare... svelto... muovi le dita... sto venendo... ah... aaaaah. schizaaaa... ti pregooo... schizzaaa...”

“Ecco... sborro... sulla tua fregna... lurida vacca... uhmmm... ti ho inondato...”

Sentii una infinità di schizzi colpirmi la fica, il ventre e le cosce.
Sentivo la fica completamente ricoperta di liquido caldo e cremoso.
Gli presi la testa e la diressi sulla mia fica.

“Dai, porco... mi hai sporcato la fica con la tua sborra... ora puliscila... oooh... si... leccamela, amore... come sei osceno... ti piace il sapore dello sperma vero... è buono... oh, siii... leccami dentro la vagina... e sul ciccio... lurido schifoso... leccare la fica di tua nipote... dopo averci sborrato sopra... dai... maledetto... lurido porco... svelto... aaah... aaaaah... mi stai facendo ancora venire... vederti leccare la mia fica sborrata mi ha eccitata... uhmmm... godo... vengoooo... vengo ancora... zio... porco... ti vengo in bocca...”

Caddi sfinita sul sedile della macchina, mentre mio zio continuava a leccare ogni goccia del suo sperma sul mio corpo.

Quando tornai in me mio zio era ripartito e stavamo tornando a casa.
Mi avvicinai a lui e lo baciai sulla bocca: sentii il sapore del suo sperma sulle sue labbra.

“È buono il sapore del tuo sperma... non vedo l’ora di berlo dalla sua sorgente...”

Poggiai la testa sulla sua spalla e le poggiai una mano sul cazzo, sopra i pantaloni.

“Zio, mia hai fatto godere molto... ti amo... mi piace fare l’amore con te...”

“Ti è piaciuto?”

“Si, moltissimo... mi piace fare l’amore in modo osceno... mi piace venire da porca... ma adesso pensiamo al futuro... ti lascio le mie chiavi di casa... sabato sera, verso le dieci, vieni a casa nostra... io e mia madre non ci saremo poiché andremo a mangiare in un ristorante e torneremo verso le 23... tu nasconditi in camera mia, dentro l’armadio... io e tua sorella verremo a fare l’amore... dai nostri discorsi capirai quando sarà il momento di entrare in azione... tienilo in forma questo cazzo... dovrai farlo lavorare molto...”

Così dicendo chiusi gli occhi e mi appisolai.


Sono molto graditi commenti, proposte e ovviamente critiche per migliorare i racconti. Attendo anche scambi di opinioni sul genere. Chi desidera contattarmi la mia e-mail è pussycock09@email.it
di
scritto il
2010-07-23
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