Salone galeotto
di
WhyNot
genere
saffico
SHAMPOO GALEOTTO
Vedere due donne in intimità è un po’ il sogno di tutti i maschietti, e io non faccio eccezione.
Siamo sposati da un paio d’anni e non abbiamo ancora figli. Io ho 33 anni e Susanna 29, mora, longilinea culetto e gambe da urlo, solo un po’ scarsa di seno – non arriva alla terza – ma è molto ben fatto e i capezzoli sono grandi e scuri, come piacciono a me.
A letto ci piace scatenare le rispettive fantasie ed inventarci situazioni anche molto trasgressive, e spesso cerco di trascinare il discorso sulla presenza di un’altra donna che gioca anche con lei. Susanna accetta anche sapendo che in altre occasioni sarà lei a condurre le danze, ma non mi è mai sembrato che questa situazione la coinvolgesse più di tanto…
Una sera, qualche mese fa, eravamo appena andati a letto e come al solito, prima di fare sesso o dormire, si parlava del più e del meno.
«Sai che cosa mi è capitato oggi?» Ovviamente non aspettò la risposta scontata e continuò. «Sono andata dalla parrucchiera e mi ha fatto lo shampoo una nuova commessa del salone.»
«E… ?»
«E ad un certo punto mi è sembrato chiaro che ci stava provando. Non lo faceva in modo sfacciato, ma era come mi toccava… i capelli, le spalle scoperte» eravamo in estate «in alcune occasioni mi ha sfiorato il seno… poi mentre si occupava dei capelli mi si strusciava addosso molto più del necessario, mi metteva in bella vista la sua vistosa scollatura, e sono sicura che si era sbottonata un bottone in più rispetto all’inizio dell’operazione. Ad un certo punto avevo quasi creduto che volesse baciarmi da tanto aveva avvicinato le sue labbra alle mie.»
«Wow!» feci io, questa storiella cominciava ad intrigarmi. «E come è andata a finire?»
«Ovviamente non poteva succedere niente, eravamo in un salone frequentato, e la mia prima reazione era stata un po’ infastidita, mi sentivo importunata, però poi il giochino cominciava ad incuriosirmi e volevo una conferma che non fosse solo un’idea mia. Così mi sono lasciata andare, anzi, senza farlo troppo vedere cercavo di incoraggiare, o quanto meno di far intendere che gradivo. Quando ebbe finito e mi lasciò alle cure della parrucchiera mi sorrise e io ricambiai fissandola negli occhi cercando di farle capire che avevo capito.»
«Sicché mi stai dicendo che non hai dubbi sul fatto che ci avesse provato.»
«Direi proprio di no, ci ho pensato anche dopo e ho concluso che i messaggi erano stati fin troppo evidenti. Non sono sicura che le sia arrivato il mio di messaggio, ma penso di sì.»
Ovvio che quello fu il tema della nostra scopata serale, e non solo di quella sera, e la nostra fantasia era andata ben oltre i fatti successi, che di per sé erano poca cosa, e in quelle occasioni, finalmente, Susanna si eccitò sul serio ad immaginare di far sesso con un’altra donna. Di più, decidemmo che sarebbe tornata al salone anche prima di averne necessità, per vedere di concretizzare la faccenda: a parole si era dichiarata disponibile a fare una cosa a tre dal vero, e siccome ne avevamo parlato anche lontani dalle nostre scopate, questa volta la cosa sembrava realizzabile anche nella realtà.
Un paio di settimane dopo l’episodio Susanna tornò dalla parrucchiera, ma guardandosi in giro non riusciva a vedere la ragazza. Con noncuranza si informò dalla titolare, che le rispose che era stata costretta a mandarla via perché alcune clienti si erano lamentate per aver ricevuto attenzioni troppo intime.
Cazzo! Proprio questa volta che sembrava l’occasione perfetta!
E devo dire che ci era rimasta male anche Susanna, almeno questo era il lato positivo, e mi faceva sperare in altre occasioni future. Per intanto pazienza, ci facemmo su altre belle scopate.
Non era passato neanche un mese che Susanna la vide casualmente in una via del centro. La riconobbe immediatamente e la seguì da lontano finché lei entrò in un salone di parrucchiera. Dunque ora lavorava lì, e senza tanto pensarci su decise che sarebbe entrata anche lei. Si infilò in un bar lì vicino e mentre sorseggiava un cappuccino meditò sul da farsi. Quando ripassò davanti alle vetrine del salone ebbe la conferma che lei era una lavorante e non una cliente, per cui spinse l’uscio di vetro ed entrò.
La ragazza la riconobbe e le porse un sorriso un po’ imbarazzato, e mia moglie le andò incontro sorridendo a sua volta.
«Vedo che ha cambiato posto di lavoro» disse.
«Già, dall’altra parte non mi trovavo molto bene» rispose senza entrare in dettagli.
Nel frattempo si sistemarono in una postazione attrezzata per lo shampoo e successiva acconciatura. Rispetto all’altro salone qui era garantita un po’ più di riservatezza, essendoci delle tendine che proteggevano dalla vista.
I modi della tipetta erano gli stessi della volta precedente - toccamenti, strusciamenti e moine varie – e forse anche più espliciti, come se si sentisse incoraggiata a farlo. E mia moglie decise che era ora di uscire allo scoperto.
«Ti piacciono solo le donne o anche gli uomini?» disse passando al tu e appoggiandole una mano sul fianco, per poi scendere sull’anca e quindi sul lato B.
«Non capisco che cosa intende dire, signora…» la ragazza arrossì, era totalmente impreparata a questo attacco frontale.
«Martina» il suo nome compariva su una targhetta attaccata al bavero del camice «sappiamo tutte e due di cosa stiamo parlando, coraggio, rispondimi.»
«Be’… sì… preferisco le donne, ma mi piacciono anche gli uomini… perché me lo chiede?»
«Ho una proposta da farti. E dammi del tu, mi chiamo Susanna.»
«Che proposta?» Sembrava incuriosita.
«Perché una di queste sere non vieni a trovarmi a casa? Io e mio marito siamo soli, e puoi farci compagnia… ti va?»
«Be’… non saprei» avrebbe voluto rispondere subito di sì e che l’idea la intrigava moltissimo, e questo glielo si leggeva perfettamente in faccia, ma era imbarazzatissima.
«Vieni domani sera dopo cena alle 9.30, finito qui ti scrivo l’indirizzo, è facile da trovare.»
Al momento di andar via, prima di uscire dal séparé, le appoggiò un leggero bacio sulle labbra. «A domani sera, Martina.»
La sera stessa mia moglie mi raccontò tutto con mia grande gioia, e anche sua, naturalmente, e cominciammo subito a festeggiare.
E la sera successiva Martina si presentò puntualissima alle 9.30. Era una gran bella ragazza, in abbigliamento piuttosto sexy, ma non sfacciato, anzi, dimostrava anche una certa classe, una dote che io apprezzo molto in una donna.
Ovvio che nei primi momenti ci fosse un certo imbarazzo, ma un buon Prosecco fresco aiutò a mettere tutti a proprio agio e prendere un po’ di confidenza.
Non mi perderò in particolari da giornaletto porno, dirò soltanto che è stata un’esperienza fantastica, Susanna e Martina legarono immediatamente, come se fossero amiche da anni, e vederle coccolarsi fra loro era incredibilmente eccitante. Io partecipavo, ma a volte mi facevo temporaneamente da parte per guardarle, erano troppo belle.
Martina viene ancora a trovarci almeno un paio di volte al mese e ogni volta il divertimento è garantito. Ho il sospetto, quasi la certezza, che si vedano anche da sole con Susanna, ma non voglio indagare. Se è così mi fa piacere per loro e pensarlo mi intriga molto.
Vedere due donne in intimità è un po’ il sogno di tutti i maschietti, e io non faccio eccezione.
Siamo sposati da un paio d’anni e non abbiamo ancora figli. Io ho 33 anni e Susanna 29, mora, longilinea culetto e gambe da urlo, solo un po’ scarsa di seno – non arriva alla terza – ma è molto ben fatto e i capezzoli sono grandi e scuri, come piacciono a me.
A letto ci piace scatenare le rispettive fantasie ed inventarci situazioni anche molto trasgressive, e spesso cerco di trascinare il discorso sulla presenza di un’altra donna che gioca anche con lei. Susanna accetta anche sapendo che in altre occasioni sarà lei a condurre le danze, ma non mi è mai sembrato che questa situazione la coinvolgesse più di tanto…
Una sera, qualche mese fa, eravamo appena andati a letto e come al solito, prima di fare sesso o dormire, si parlava del più e del meno.
«Sai che cosa mi è capitato oggi?» Ovviamente non aspettò la risposta scontata e continuò. «Sono andata dalla parrucchiera e mi ha fatto lo shampoo una nuova commessa del salone.»
«E… ?»
«E ad un certo punto mi è sembrato chiaro che ci stava provando. Non lo faceva in modo sfacciato, ma era come mi toccava… i capelli, le spalle scoperte» eravamo in estate «in alcune occasioni mi ha sfiorato il seno… poi mentre si occupava dei capelli mi si strusciava addosso molto più del necessario, mi metteva in bella vista la sua vistosa scollatura, e sono sicura che si era sbottonata un bottone in più rispetto all’inizio dell’operazione. Ad un certo punto avevo quasi creduto che volesse baciarmi da tanto aveva avvicinato le sue labbra alle mie.»
«Wow!» feci io, questa storiella cominciava ad intrigarmi. «E come è andata a finire?»
«Ovviamente non poteva succedere niente, eravamo in un salone frequentato, e la mia prima reazione era stata un po’ infastidita, mi sentivo importunata, però poi il giochino cominciava ad incuriosirmi e volevo una conferma che non fosse solo un’idea mia. Così mi sono lasciata andare, anzi, senza farlo troppo vedere cercavo di incoraggiare, o quanto meno di far intendere che gradivo. Quando ebbe finito e mi lasciò alle cure della parrucchiera mi sorrise e io ricambiai fissandola negli occhi cercando di farle capire che avevo capito.»
«Sicché mi stai dicendo che non hai dubbi sul fatto che ci avesse provato.»
«Direi proprio di no, ci ho pensato anche dopo e ho concluso che i messaggi erano stati fin troppo evidenti. Non sono sicura che le sia arrivato il mio di messaggio, ma penso di sì.»
Ovvio che quello fu il tema della nostra scopata serale, e non solo di quella sera, e la nostra fantasia era andata ben oltre i fatti successi, che di per sé erano poca cosa, e in quelle occasioni, finalmente, Susanna si eccitò sul serio ad immaginare di far sesso con un’altra donna. Di più, decidemmo che sarebbe tornata al salone anche prima di averne necessità, per vedere di concretizzare la faccenda: a parole si era dichiarata disponibile a fare una cosa a tre dal vero, e siccome ne avevamo parlato anche lontani dalle nostre scopate, questa volta la cosa sembrava realizzabile anche nella realtà.
Un paio di settimane dopo l’episodio Susanna tornò dalla parrucchiera, ma guardandosi in giro non riusciva a vedere la ragazza. Con noncuranza si informò dalla titolare, che le rispose che era stata costretta a mandarla via perché alcune clienti si erano lamentate per aver ricevuto attenzioni troppo intime.
Cazzo! Proprio questa volta che sembrava l’occasione perfetta!
E devo dire che ci era rimasta male anche Susanna, almeno questo era il lato positivo, e mi faceva sperare in altre occasioni future. Per intanto pazienza, ci facemmo su altre belle scopate.
Non era passato neanche un mese che Susanna la vide casualmente in una via del centro. La riconobbe immediatamente e la seguì da lontano finché lei entrò in un salone di parrucchiera. Dunque ora lavorava lì, e senza tanto pensarci su decise che sarebbe entrata anche lei. Si infilò in un bar lì vicino e mentre sorseggiava un cappuccino meditò sul da farsi. Quando ripassò davanti alle vetrine del salone ebbe la conferma che lei era una lavorante e non una cliente, per cui spinse l’uscio di vetro ed entrò.
La ragazza la riconobbe e le porse un sorriso un po’ imbarazzato, e mia moglie le andò incontro sorridendo a sua volta.
«Vedo che ha cambiato posto di lavoro» disse.
«Già, dall’altra parte non mi trovavo molto bene» rispose senza entrare in dettagli.
Nel frattempo si sistemarono in una postazione attrezzata per lo shampoo e successiva acconciatura. Rispetto all’altro salone qui era garantita un po’ più di riservatezza, essendoci delle tendine che proteggevano dalla vista.
I modi della tipetta erano gli stessi della volta precedente - toccamenti, strusciamenti e moine varie – e forse anche più espliciti, come se si sentisse incoraggiata a farlo. E mia moglie decise che era ora di uscire allo scoperto.
«Ti piacciono solo le donne o anche gli uomini?» disse passando al tu e appoggiandole una mano sul fianco, per poi scendere sull’anca e quindi sul lato B.
«Non capisco che cosa intende dire, signora…» la ragazza arrossì, era totalmente impreparata a questo attacco frontale.
«Martina» il suo nome compariva su una targhetta attaccata al bavero del camice «sappiamo tutte e due di cosa stiamo parlando, coraggio, rispondimi.»
«Be’… sì… preferisco le donne, ma mi piacciono anche gli uomini… perché me lo chiede?»
«Ho una proposta da farti. E dammi del tu, mi chiamo Susanna.»
«Che proposta?» Sembrava incuriosita.
«Perché una di queste sere non vieni a trovarmi a casa? Io e mio marito siamo soli, e puoi farci compagnia… ti va?»
«Be’… non saprei» avrebbe voluto rispondere subito di sì e che l’idea la intrigava moltissimo, e questo glielo si leggeva perfettamente in faccia, ma era imbarazzatissima.
«Vieni domani sera dopo cena alle 9.30, finito qui ti scrivo l’indirizzo, è facile da trovare.»
Al momento di andar via, prima di uscire dal séparé, le appoggiò un leggero bacio sulle labbra. «A domani sera, Martina.»
La sera stessa mia moglie mi raccontò tutto con mia grande gioia, e anche sua, naturalmente, e cominciammo subito a festeggiare.
E la sera successiva Martina si presentò puntualissima alle 9.30. Era una gran bella ragazza, in abbigliamento piuttosto sexy, ma non sfacciato, anzi, dimostrava anche una certa classe, una dote che io apprezzo molto in una donna.
Ovvio che nei primi momenti ci fosse un certo imbarazzo, ma un buon Prosecco fresco aiutò a mettere tutti a proprio agio e prendere un po’ di confidenza.
Non mi perderò in particolari da giornaletto porno, dirò soltanto che è stata un’esperienza fantastica, Susanna e Martina legarono immediatamente, come se fossero amiche da anni, e vederle coccolarsi fra loro era incredibilmente eccitante. Io partecipavo, ma a volte mi facevo temporaneamente da parte per guardarle, erano troppo belle.
Martina viene ancora a trovarci almeno un paio di volte al mese e ogni volta il divertimento è garantito. Ho il sospetto, quasi la certezza, che si vedano anche da sole con Susanna, ma non voglio indagare. Se è così mi fa piacere per loro e pensarlo mi intriga molto.
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