La moglie del fascista-Parte 3°
di
Apogeo
genere
etero
Lui era davvero bello, pensò Giulia. Di statura superiore alla media, spalle larghe, petto prominente, ventre piatto, braccia muscolose, gambe lunghe e pelose. I folti capelli castani erano divisi da una riga sulla sinistra e disegnavano un onda sinuosa una cui propaggine talvolta gli calava sull’occhio destro. Già, gli occhi. Grandi, verdi, espressivi. Potevi leggerci una grande passione, ma anche una grande riflessione esistenziale. Oppure potevi scorgerci gli abissi del godimento carnale. Il volto era ovale e quasi adolescenziale. Le labbra carnose. Non doveva avere molta barba. Non doveva avere neanche molti anni. Forse una decina in meno rispetto a lei. La prigionia in casa del fascista era stata una interruzione provvidenzialmente interrotta dall’irruzione di quel ragazzo sconosciuto, ma, al pari di lei, carnalmente bramoso. Si era fatta sera. Durante il pomeriggio Clif l’aveva presa con ardore sui divani e sulle poltrone del salone, devastandole. Avevano finito con il farlo sul pavimento, lei a quattro zampe e lui in ginocchio dietro che la penetrava. Ancora una volta i suoi urli erano stati selvaggi ed incontenibili. Clif si era staccato da lei un attimo prima del culmine del piacere ed era venuto dentro una zuccheriera in argento collocata su un piccolo mobiletto accanto al divano.
:” Stavolta non mi sono fatto scrupoli. Lo zucchero sarà molto più buono, d’ora in poi ! “
Giulia ridacchiò pensando all’audacia sprezzante del suo amante. In quel momento lui era impegnato a guardare i fucili e le pistole che il marito della donna custodiva nella sua armeria privata, dall’altra parte della grande casa di campagna. Lei invece era in cucina a preparare qualcosa da mangiare. La radio gracchiava sinistri proclami in un angolo della stanza, ma lei non vi dava alcuna importanza. Il rumore attutito di piedi nudi in movimento annunciavano che Clif aveva, per il momento, interrotto il suo passatempo. L’uomo entrò in cucina e si sedette al tavolo. Giulia gli lanciò un’occhiata di fiammante desiderio. Erano entrambi completamente nudi ed eccitati, quasi ininterrottamente, da ventiquattro ore. Giulia pensò che forse gli era rimasto eretto anche durante l’incursione in armeria. Dal canto suo, preparava il cibo con la figa letteralmente allagata. Clif giocherellava con un mazzo di carte, completamente silente. Pareva non volerla degnare neanche di uno sguardo. Ogni tanto si dondolava sulla sedia, che lanciava qualche scricchiolio. Giulia si stava dominando a fatica e provò a pensare a suo marito, l’unica cosa che le avrebbe permesso di provare una ripugnanza tale da distoglierla dall’idea del sesso. Era un uomo veramente orrendo. In senso sia morale che estetico. Riandò con gli occhi della mente a quella domenica di cinque anni prima in cui erano andati a fare una battuta di caccia in una località non molto distante. La guerra non era ancora deflagrata, anche se le notizie che giungevano dalle diplomazie europee lasciavano presagire il tremendo avvicinarsi della catastrofe. Assieme a loro vi erano altre due coppie, entrambe costituite da personalità del partito accompagnate dalle loro docili mogli. A ben vedere l’unico soggetto anomalo era proprio lei, Giulia. Il suo temperamento eccentrico ed i suoi trascorsi semi-eversivi non erano ignoti alle altre famiglie e solo per il suo rispettabile “ lignaggio “ era tollerata in quel consesso bucolico di fascisti domenicali. Le altre due donne eran forse ancor più disprezzabili dei loro truci consorti. Borghesi signore ammantate da una aura intangibile di rispettabilità, omogeneamente allineate al littorio di Stato. Viscidamente devote ai funzionari di regime che avevano sposato. Una delle due si vantava sfacciatamente di aver messo alla porta, pochi mesi prima, l’indegna domestica Ebrea che per diciassette anni aveva accudito la sua casa e le sue figlie. Immemore di quanto ella avesse fatto per la sua famiglia, tollerando quell’ambiente minato da occasionali conati antisemiti, la fascistissima donna, in quella domenica venatoria, inveiva disgustosamente contro “ La deprecabile perversione Giudaica che ammorba la civiltà umana, contro la quale l’unico antidoto è dato dal messianico avvento dei duci Romano-Teutonici“ ( cioè il calvo Italiano ed il baffo Tedesco ). Il povero marito, in cuor suo forse sinceramente dispiaciuto per quel licenziamento, non aveva fatto altro che borbottare “ Comunque era una brava governante “, senza per’altro essere degnato di una replica dalla moglie. Esempio di sfolgorante trionfo della mascolinità domestica. Intanto però l’altro marito, il suo, aveva sparato ad una lepre che imprudentemente si era avventurata in quel tratto di boscaglia. Non l’aveva uccisa subito, sul colpo. No. Si rese opportuno, agli occhi dell’uomo, sopprimerla spappolandole la testa con il tacco dello stivale. Il sangue zampillò. Giulia non avrebbe mai smesso di odiarlo.
Le mani di Clif sulla sua schiena la destarono dai ricordi e si rese conto di trovarsi in tutt’altro contesto rispetto a quello che aveva rievocato.
:” Pensieri ? “ Le domandò lui toccandole delicatamente i fianchi :” Capita anche a me, con quelle che sono le nostre vite…”
:” Si, talvolta la mente va in direzioni particolari…comunque adesso non è il caso di parlarne.” Giulia si voltò. Si abbracciarono. Clif la strinse a se. Si baciarono in bocca. Le loro lingue si cercavano freneticamente. Lui la leccò sul naso e sulla fronte. Attraverso la radio, intanto, cominciò a diffondersi la voce inequivocabile di Benito Mussolini.
Mussolini :” In queste settimane di prove drammaticamente ardue, in cui la tempra della nazione….”
Clif si inginocchiò di fronte a Giulia.
Mussolini:”…è messa a dura prova dalla barbarie di un nemico grifagno…”
Clif .” La tua figa è così umida e morbida, è così bella che vorrei perdermi nei suoi meandri.”
Mussolini:”…che attenta alle fondamenta della civiltà…”
Giulia :” Lo so, ti fa impazzire…”
Mussolini :”…l’Italia fascista risorge e lancia la sua sfida al mondo…”
Giulia :” Ti prego, voglio sentire la tua lingua dentro di me…”
Mussolini:”…accanto all’alleato Germanico…”
Giulia :” Mmmm, così, cosìììì…..non fermarti, ti prego….”
Mussolini :”… dalle sponde del Baltico a quelle del Mediterraneo, l’Europa si scuote…”
Giulia :” Slinguazzami…ahhh, si…il clitoride…mmm….mangiami la figa….”
Mussolini :”…il trionfò sarà nostro…”
ORGASMO di Giulia :” AHHHHHH…..SIIIIIIIIII”
Stronzate varie di Mussolini per altri trenta secondi.
Clif :” Che signora che sei, che stile…”
Giulia :” Grazie, di tutto.”
Clif :” Scambio dei ruoli ….” Giulia si inginocchiò di fronte a Clif.
Mussolini :”…affinché le patrie…”
Clif :” Quanto è che non lo fai ?
Mussolini :”…reagiscano…”
Giulia:” Con mio marito, alle volte, poche, ma è stato senza piacere…”
Clif :” Con me sarà diverso…ah brava, prendilo tutto in bocca…”
Mussolini :”….loro possono bombardarci, ma non ci piegheranno…”
Clif :” Brava, così, vai piano….non accelerare…”
Mussolini :”…perché siamo un popolo d’antica stirpe guerriera…”
Clif :” ODDIO, ti prego toccami le palle…così, siii….”
Giulia :” Quanto sei duro…sei davvero duro…”
Clif :” Dai, rimettilo in bocca.”
Mussolini :”…discendenti dai combattenti che piegarono il mondo alla loro volontà imperiale…”
Clif :” Ah…non smettere…passera…”
Giulia :” Ed è anche molto lungo e grosso…”
Clif :” Perché hai smesso quando stavo…ah, brava, ricomincia…”
Mussolini :” …consegnandoci un avvenire che trova compimento nel presente…”
EIACULAZIONE di Clif .
Giulia :” è stata la prima volta che ti ho fatto questo, ed è stato bellissimo. “
Clif :” Che c’è per cena ? “
:” Stavolta non mi sono fatto scrupoli. Lo zucchero sarà molto più buono, d’ora in poi ! “
Giulia ridacchiò pensando all’audacia sprezzante del suo amante. In quel momento lui era impegnato a guardare i fucili e le pistole che il marito della donna custodiva nella sua armeria privata, dall’altra parte della grande casa di campagna. Lei invece era in cucina a preparare qualcosa da mangiare. La radio gracchiava sinistri proclami in un angolo della stanza, ma lei non vi dava alcuna importanza. Il rumore attutito di piedi nudi in movimento annunciavano che Clif aveva, per il momento, interrotto il suo passatempo. L’uomo entrò in cucina e si sedette al tavolo. Giulia gli lanciò un’occhiata di fiammante desiderio. Erano entrambi completamente nudi ed eccitati, quasi ininterrottamente, da ventiquattro ore. Giulia pensò che forse gli era rimasto eretto anche durante l’incursione in armeria. Dal canto suo, preparava il cibo con la figa letteralmente allagata. Clif giocherellava con un mazzo di carte, completamente silente. Pareva non volerla degnare neanche di uno sguardo. Ogni tanto si dondolava sulla sedia, che lanciava qualche scricchiolio. Giulia si stava dominando a fatica e provò a pensare a suo marito, l’unica cosa che le avrebbe permesso di provare una ripugnanza tale da distoglierla dall’idea del sesso. Era un uomo veramente orrendo. In senso sia morale che estetico. Riandò con gli occhi della mente a quella domenica di cinque anni prima in cui erano andati a fare una battuta di caccia in una località non molto distante. La guerra non era ancora deflagrata, anche se le notizie che giungevano dalle diplomazie europee lasciavano presagire il tremendo avvicinarsi della catastrofe. Assieme a loro vi erano altre due coppie, entrambe costituite da personalità del partito accompagnate dalle loro docili mogli. A ben vedere l’unico soggetto anomalo era proprio lei, Giulia. Il suo temperamento eccentrico ed i suoi trascorsi semi-eversivi non erano ignoti alle altre famiglie e solo per il suo rispettabile “ lignaggio “ era tollerata in quel consesso bucolico di fascisti domenicali. Le altre due donne eran forse ancor più disprezzabili dei loro truci consorti. Borghesi signore ammantate da una aura intangibile di rispettabilità, omogeneamente allineate al littorio di Stato. Viscidamente devote ai funzionari di regime che avevano sposato. Una delle due si vantava sfacciatamente di aver messo alla porta, pochi mesi prima, l’indegna domestica Ebrea che per diciassette anni aveva accudito la sua casa e le sue figlie. Immemore di quanto ella avesse fatto per la sua famiglia, tollerando quell’ambiente minato da occasionali conati antisemiti, la fascistissima donna, in quella domenica venatoria, inveiva disgustosamente contro “ La deprecabile perversione Giudaica che ammorba la civiltà umana, contro la quale l’unico antidoto è dato dal messianico avvento dei duci Romano-Teutonici“ ( cioè il calvo Italiano ed il baffo Tedesco ). Il povero marito, in cuor suo forse sinceramente dispiaciuto per quel licenziamento, non aveva fatto altro che borbottare “ Comunque era una brava governante “, senza per’altro essere degnato di una replica dalla moglie. Esempio di sfolgorante trionfo della mascolinità domestica. Intanto però l’altro marito, il suo, aveva sparato ad una lepre che imprudentemente si era avventurata in quel tratto di boscaglia. Non l’aveva uccisa subito, sul colpo. No. Si rese opportuno, agli occhi dell’uomo, sopprimerla spappolandole la testa con il tacco dello stivale. Il sangue zampillò. Giulia non avrebbe mai smesso di odiarlo.
Le mani di Clif sulla sua schiena la destarono dai ricordi e si rese conto di trovarsi in tutt’altro contesto rispetto a quello che aveva rievocato.
:” Pensieri ? “ Le domandò lui toccandole delicatamente i fianchi :” Capita anche a me, con quelle che sono le nostre vite…”
:” Si, talvolta la mente va in direzioni particolari…comunque adesso non è il caso di parlarne.” Giulia si voltò. Si abbracciarono. Clif la strinse a se. Si baciarono in bocca. Le loro lingue si cercavano freneticamente. Lui la leccò sul naso e sulla fronte. Attraverso la radio, intanto, cominciò a diffondersi la voce inequivocabile di Benito Mussolini.
Mussolini :” In queste settimane di prove drammaticamente ardue, in cui la tempra della nazione….”
Clif si inginocchiò di fronte a Giulia.
Mussolini:”…è messa a dura prova dalla barbarie di un nemico grifagno…”
Clif .” La tua figa è così umida e morbida, è così bella che vorrei perdermi nei suoi meandri.”
Mussolini:”…che attenta alle fondamenta della civiltà…”
Giulia :” Lo so, ti fa impazzire…”
Mussolini :”…l’Italia fascista risorge e lancia la sua sfida al mondo…”
Giulia :” Ti prego, voglio sentire la tua lingua dentro di me…”
Mussolini:”…accanto all’alleato Germanico…”
Giulia :” Mmmm, così, cosìììì…..non fermarti, ti prego….”
Mussolini :”… dalle sponde del Baltico a quelle del Mediterraneo, l’Europa si scuote…”
Giulia :” Slinguazzami…ahhh, si…il clitoride…mmm….mangiami la figa….”
Mussolini :”…il trionfò sarà nostro…”
ORGASMO di Giulia :” AHHHHHH…..SIIIIIIIIII”
Stronzate varie di Mussolini per altri trenta secondi.
Clif :” Che signora che sei, che stile…”
Giulia :” Grazie, di tutto.”
Clif :” Scambio dei ruoli ….” Giulia si inginocchiò di fronte a Clif.
Mussolini :”…affinché le patrie…”
Clif :” Quanto è che non lo fai ?
Mussolini :”…reagiscano…”
Giulia:” Con mio marito, alle volte, poche, ma è stato senza piacere…”
Clif :” Con me sarà diverso…ah brava, prendilo tutto in bocca…”
Mussolini :”….loro possono bombardarci, ma non ci piegheranno…”
Clif :” Brava, così, vai piano….non accelerare…”
Mussolini :”…perché siamo un popolo d’antica stirpe guerriera…”
Clif :” ODDIO, ti prego toccami le palle…così, siii….”
Giulia :” Quanto sei duro…sei davvero duro…”
Clif :” Dai, rimettilo in bocca.”
Mussolini :”…discendenti dai combattenti che piegarono il mondo alla loro volontà imperiale…”
Clif :” Ah…non smettere…passera…”
Giulia :” Ed è anche molto lungo e grosso…”
Clif :” Perché hai smesso quando stavo…ah, brava, ricomincia…”
Mussolini :” …consegnandoci un avvenire che trova compimento nel presente…”
EIACULAZIONE di Clif .
Giulia :” è stata la prima volta che ti ho fatto questo, ed è stato bellissimo. “
Clif :” Che c’è per cena ? “
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
La moglie del fascista-Parte 2°racconto sucessivo
La moglie del fascista ( quarta parte )
Commenti dei lettori al racconto erotico