Spiaggia
di
Darrell Devon
genere
prime esperienze
La spiaggia era deserta
L’ideale per l’uomo, che desiderava passare un pomeriggio in totale relax e solitudine, lontano dalle fatiche del lavoro, che, sì, gli regalava enormi soddisfazioni ma, a differenza di quanto si può immaginare la gente comune, non esente dallo stress lavorativo di qualsiasi altra attività lavorativa.
Sì, il lavoro di Patrick, così lo chiamano nel suo ambiente, non è assolutamente “normale”. È un attore di film, hard o, se preferite, porno. A differenza di alcuni colleghi non va sbandierando in giro la sua professione, non ne fa un vanto con chi non conosce e, anche se è conosciutissimo dai suoi fans e apprezzato da registi e produttori di mezzo mondo, è piuttosto riservato e preferisce condurre una vita, quando possibile, lontano dal mondo dell’erotismo che pure hli è molto riconoscente e, per lui star affermata, estremamente remunerativo.
Dopo aver verificato che dalla passeggiata soprastante fosse impossibile vedere la spiaggia, si spogliò completamente. Non era pudore, il suo, dato che sul set era abituato ad essere circondato da registi, attori, fotografi e quant’altri fossero necessario, durante le sue scene di sesso, ma semplicemente non voleva essere disturbato nella sua giornata di riposo da tutto.
Il suo corpo, perfettamente rasato, ben allenato, muscoloso ma non massiccio. Ex ballerino, la natura lo aveva dotato di un pene dalle dimensioni notevoli, ma non era quello il motivo del suo successo. Ci metteva passione, sempre; amava il sesso ma non esagerava mai ed aveva gusto e raffinatezza con le bellissima donne che ogni volta “recitavano” con lui, tanto che, spesso e volentieri, molte, volentieri, avrebbero voluto avere rapporti con lui anche fuori dal set. Un paio si innamorarono.
Il caldo soffocante di Agosto gli consigliò un bel bagno rinfrescante nel tranquillo mare di fronte a lui. Una lunga nuotata corroborante e poi sdraiarsi al sole non prima di essersi spalmato un’abbondante dose di crema abbronzante che donò al suo corpo un alone lucido. La testa sollevata da un cuscino gonfiabile ed il suo i-pad in mano per leggere qualche capitolo di un libro giallo mentre la sua pelle si colorava di scuro sotto l’azione del sole.
Al termine della lettura socchiuse gli occhi immaginando le forme della protagonista del racconto, allungò la sua mano sinistra, la sua preferita, e cominciò a massaggiarsi il pene, delicatamente, senza fretta, con tutta l’abilità che l’esperienza sui set gli aveva insegnato, conosceva ogni trucco per far durare l’erezione. Giunto al culmine del suo auto erotismo quotidiano irrigidì tutto il corpo, sollevò leggermente le gambe, tese i piedi, curvò leggermente la schiena e gli addominali e proruppe il suo orgasmo incurante di dove il suo seme sarebbe arrivato. Restò per qualche secondo in quella posa e poi si rilassò, contento.
Si alzò e si gettò in mare per pulirsi, amava sentire il calore sul suo corpo e sulle sue mani ma poi non sopportava la successiva sensazione di appiccicaticcio. Immerso nel trasparente mare vicino riva e notò che qualcun altro aveva scelto quell’angolo di paradiso per concedersi una lunga nuotata rinfrescante.
Uscì dall’acqua e si andò a sdraiare sull’asciugamano per abbandonarsi. Si addormentò.
Il rumore della risacca e di ghiaia calpestata lo destò di colpo. Si alzò di scatto poggiandosi sulle braccia.
Lei era lì di fronte a lui, bellissima, statuaria nella sue forme atletiche, le spalle larghissime e la vita fine, probabilmente una campionessa di nuoto, i muscoli sodi e guizzanti, le gambe lunghe e muscolose. Una mano sul fianco. Il seno abbondante ma non esagerato, sodo e tondo un’opera d’arte di un ottimo chirurgo estetico. Le braccia sottili. Lo colpì il viso: rotondo, delicato, gli occhi azzurri come il mare ed i capelli rossastri, corti, tirati all’indietro. Doveva aver appena finito di nuotare dato che era completamente bagnata e gocciolava.
Il costume la vestiva di eleganza, sgambato, rosso fuoco, gli addominali erano evidenti ma non invadenti, la pelle sottile e morbida, il taglio della figa bello evidente ed il top copriva le rotondità del suo seno. Le riconobbe una carica sessuale notevole.
Lei senza dire nulla si avvicinò, le fissò l’uccello e, dopo essersi accovacciata sulle ginocchia, lo avvolse nella sua mano delicata e con l’altra la posò sui testicoli cominciando a massaggiarli con educazione e maestria. La bocca della ragazza avvolse la sua cappella, la bagnò di saliva e scesa lentamente fino alla radice, le labbra umide di mare si strinsero per rendere più piacevole il movimento. Patrick parve apprezzare dato che gli uscirono dalla bocca spontanei gemiti sottili di piacere. Però non gli piaceva essere così piacevolmente passivo, le prese i capelli e le spostò la testa senza forzarla troppo. La fece sdraiare sull’asciugamano, le aprì le cosce, le tolse lo slip e le infilò la lingua nelle labbra accarezzando il clitoride fino a farlo bagnare del suo stesso umore. Lei fremette a lungo, venne ansimando e ululando.
Gli sguardi si incrociarono e il desiderio li colse ancora. Nessuno dei due era sazio abbastanza. Patrick la girò di nuovo e le infilò l’uccello eretto nel culo, senza sforzo, la ragazza si lasciò sbattere muovendosi meglio che poteva per soddisfare la voglia dell’uomo. Poi fu la volta della figa, capelli rossi si girò di fianco alzò agilmente la gamba sinistra e si lasciò penetrare da dietro, in fondo il cazzo di Patrick era sufficientemente lungo per arrivare fino in fondo alla caverna vaginale. E furono un paio di minuti di colpi incessanti e costanti. Lei lo volle vedere in faccia mentre godeva e allora lo fece scivolare sul suo stomaco e lo fece entrare dopo aver allargato le cosce a 180 gradi tenendole ben tese. Lui pompò senza sosta, con maestria e quando vide che lei aveva raggiunto il limite prima di godere sborrò con forza e piacere riempiendo la ragazza del suo caloroso miele bianco.
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Patrick si risvegliò con il pisello duro e le mutande bagnate fradice di sperma. Si diresse verso il bagno, cercando di non svegliare i suoi genitori, dopodiché ammirò con gioia il risultato del suo primo sogno erotico. Guardò il suo volto nello specchio e benedisse i suoi 15 anni.
L’ideale per l’uomo, che desiderava passare un pomeriggio in totale relax e solitudine, lontano dalle fatiche del lavoro, che, sì, gli regalava enormi soddisfazioni ma, a differenza di quanto si può immaginare la gente comune, non esente dallo stress lavorativo di qualsiasi altra attività lavorativa.
Sì, il lavoro di Patrick, così lo chiamano nel suo ambiente, non è assolutamente “normale”. È un attore di film, hard o, se preferite, porno. A differenza di alcuni colleghi non va sbandierando in giro la sua professione, non ne fa un vanto con chi non conosce e, anche se è conosciutissimo dai suoi fans e apprezzato da registi e produttori di mezzo mondo, è piuttosto riservato e preferisce condurre una vita, quando possibile, lontano dal mondo dell’erotismo che pure hli è molto riconoscente e, per lui star affermata, estremamente remunerativo.
Dopo aver verificato che dalla passeggiata soprastante fosse impossibile vedere la spiaggia, si spogliò completamente. Non era pudore, il suo, dato che sul set era abituato ad essere circondato da registi, attori, fotografi e quant’altri fossero necessario, durante le sue scene di sesso, ma semplicemente non voleva essere disturbato nella sua giornata di riposo da tutto.
Il suo corpo, perfettamente rasato, ben allenato, muscoloso ma non massiccio. Ex ballerino, la natura lo aveva dotato di un pene dalle dimensioni notevoli, ma non era quello il motivo del suo successo. Ci metteva passione, sempre; amava il sesso ma non esagerava mai ed aveva gusto e raffinatezza con le bellissima donne che ogni volta “recitavano” con lui, tanto che, spesso e volentieri, molte, volentieri, avrebbero voluto avere rapporti con lui anche fuori dal set. Un paio si innamorarono.
Il caldo soffocante di Agosto gli consigliò un bel bagno rinfrescante nel tranquillo mare di fronte a lui. Una lunga nuotata corroborante e poi sdraiarsi al sole non prima di essersi spalmato un’abbondante dose di crema abbronzante che donò al suo corpo un alone lucido. La testa sollevata da un cuscino gonfiabile ed il suo i-pad in mano per leggere qualche capitolo di un libro giallo mentre la sua pelle si colorava di scuro sotto l’azione del sole.
Al termine della lettura socchiuse gli occhi immaginando le forme della protagonista del racconto, allungò la sua mano sinistra, la sua preferita, e cominciò a massaggiarsi il pene, delicatamente, senza fretta, con tutta l’abilità che l’esperienza sui set gli aveva insegnato, conosceva ogni trucco per far durare l’erezione. Giunto al culmine del suo auto erotismo quotidiano irrigidì tutto il corpo, sollevò leggermente le gambe, tese i piedi, curvò leggermente la schiena e gli addominali e proruppe il suo orgasmo incurante di dove il suo seme sarebbe arrivato. Restò per qualche secondo in quella posa e poi si rilassò, contento.
Si alzò e si gettò in mare per pulirsi, amava sentire il calore sul suo corpo e sulle sue mani ma poi non sopportava la successiva sensazione di appiccicaticcio. Immerso nel trasparente mare vicino riva e notò che qualcun altro aveva scelto quell’angolo di paradiso per concedersi una lunga nuotata rinfrescante.
Uscì dall’acqua e si andò a sdraiare sull’asciugamano per abbandonarsi. Si addormentò.
Il rumore della risacca e di ghiaia calpestata lo destò di colpo. Si alzò di scatto poggiandosi sulle braccia.
Lei era lì di fronte a lui, bellissima, statuaria nella sue forme atletiche, le spalle larghissime e la vita fine, probabilmente una campionessa di nuoto, i muscoli sodi e guizzanti, le gambe lunghe e muscolose. Una mano sul fianco. Il seno abbondante ma non esagerato, sodo e tondo un’opera d’arte di un ottimo chirurgo estetico. Le braccia sottili. Lo colpì il viso: rotondo, delicato, gli occhi azzurri come il mare ed i capelli rossastri, corti, tirati all’indietro. Doveva aver appena finito di nuotare dato che era completamente bagnata e gocciolava.
Il costume la vestiva di eleganza, sgambato, rosso fuoco, gli addominali erano evidenti ma non invadenti, la pelle sottile e morbida, il taglio della figa bello evidente ed il top copriva le rotondità del suo seno. Le riconobbe una carica sessuale notevole.
Lei senza dire nulla si avvicinò, le fissò l’uccello e, dopo essersi accovacciata sulle ginocchia, lo avvolse nella sua mano delicata e con l’altra la posò sui testicoli cominciando a massaggiarli con educazione e maestria. La bocca della ragazza avvolse la sua cappella, la bagnò di saliva e scesa lentamente fino alla radice, le labbra umide di mare si strinsero per rendere più piacevole il movimento. Patrick parve apprezzare dato che gli uscirono dalla bocca spontanei gemiti sottili di piacere. Però non gli piaceva essere così piacevolmente passivo, le prese i capelli e le spostò la testa senza forzarla troppo. La fece sdraiare sull’asciugamano, le aprì le cosce, le tolse lo slip e le infilò la lingua nelle labbra accarezzando il clitoride fino a farlo bagnare del suo stesso umore. Lei fremette a lungo, venne ansimando e ululando.
Gli sguardi si incrociarono e il desiderio li colse ancora. Nessuno dei due era sazio abbastanza. Patrick la girò di nuovo e le infilò l’uccello eretto nel culo, senza sforzo, la ragazza si lasciò sbattere muovendosi meglio che poteva per soddisfare la voglia dell’uomo. Poi fu la volta della figa, capelli rossi si girò di fianco alzò agilmente la gamba sinistra e si lasciò penetrare da dietro, in fondo il cazzo di Patrick era sufficientemente lungo per arrivare fino in fondo alla caverna vaginale. E furono un paio di minuti di colpi incessanti e costanti. Lei lo volle vedere in faccia mentre godeva e allora lo fece scivolare sul suo stomaco e lo fece entrare dopo aver allargato le cosce a 180 gradi tenendole ben tese. Lui pompò senza sosta, con maestria e quando vide che lei aveva raggiunto il limite prima di godere sborrò con forza e piacere riempiendo la ragazza del suo caloroso miele bianco.
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Patrick si risvegliò con il pisello duro e le mutande bagnate fradice di sperma. Si diresse verso il bagno, cercando di non svegliare i suoi genitori, dopodiché ammirò con gioia il risultato del suo primo sogno erotico. Guardò il suo volto nello specchio e benedisse i suoi 15 anni.
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