XXX

di
genere
etero

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Mi chiamo Lia ed ho quasi quarantotto anni, la storia che voglio raccontarvi è realmente accaduta voglio utilizzare i nomi veri come anche i dettagli temporali mi riservo di modificare o cambiare i dettagli geografici al fine di rendere non riconoscibile me e le altre persone presenti nel racconto. Credo inoltre sia importante non limitarsi al solo aspetto erotico ma di ricostruire l’intera situazione e parte anche del mio passato al fine di poter comprendere meglio. I fatti risalgono a quasi tre anni fa, io avevo quasi quarantacinque anni ma andiamo molto più indietro ; mi sono sposata giovanissima , aspettando la mia prima figlia ed il mio ex marito era stato anche in assoluto il primo uomo della mia vita . Rimasi incinta che avevo diciotto anni e dovevo terminare l’ultimo anno di ragioneria, ultima di tre figli i miei fratelli di molto più grandi avevano fatto si che fossi estremamente coccolata anche se usare questo termine in una famiglia siciliana di quegli anni non ha proprio lo stesso valore che potrebbe avere adesso . I primi anni trascorsero tutto sommato bene terminai gli studi e trovai immediatamente lavoro presso una ditta di trasporti come impiegata (ci lavoro tuttora). Martina cresceva bene specialmente grazie alle attenzioni dei miei genitori, quando dopo circa quattro anni mi accorsi, di essere di nuovo incinta, nacque così Veronica . Tramite amici vengo a scoprire, poco prima del parto , di una relazione che mio marito intratteneva con una donna anche lei sposata . Lunghe pressioni lo portarono a confessare proprio nei mesi seguenti il parto. Disposta a perdonare o per lo meno a metterci una pietra sopra dopo pochi mesi venni di nuovo a scoprire che la cosa tra loro non era affatto finita. Come potrete ben immaginare il rapporto matrimoniale si era fatto impossibile e nonostante le difficoltà decisi di dividermi segui anni dopo il divorzio . Anni che passarono velocissimi come spesso accade quando si e giovani , avevo 25 anni due figlie ed uno stipendio , solo grazie ai miei genitori sono riuscita a superare la cosa . Ferita sotto l’aspetto sentimentale , decisa comunque a conoscere un uomo diverso mi sono messa fin da subito a condurre una vita molto simile a quella che conducevano le mie amiche e coetanee però concentrata in una sola uscita il sabato sera . Ben presto capii che gli uomini erano poco interessati ad avere un rapporto stabile con una se pur carina mamma di due bimbe , faccio un salto avanti nel tempo e mi descrivo come sono ora in modo che possiate immaginare come ero allora ,
Sono mora capelli neri e lisci rigorosamente di piastra , portati da sempre abbastanza lunghi leggermente sotto le spalle , incarnato scuro tendente in inverno all’olivastro occhi scuri e distanti tra loro , sono alta poco più di un metro e sessanta , fisico asciutto un bel fondoschiena su gambe ben proporzionate e un seno a pera una terza misura con e ne vado fiera due bei capezzoli molto pronunciati , un viso carino con labbra ben disegnate un naso bello che da sempre ho arricchito con un piercing dal quale non mi separo mai . Ritornando al mio post separazione , sentivo il bisogno di aver una vita il più simile possibile a quella di una ragazza della mia età , avevo voglia di divertirmi , viaggiare e conoscere gente nuova . Gli uomini erano importanti ma non mi sentivo pronta , presi in breve tempo ad uscire rigorosamente il sabato sera anche perché il resto della settimana era off –limits . Dopo pochi mesi avevo conosciuto diversi ragazzi fin quando una sera decisi di lasciarmi andare ed inizia una storia che brevemente finì ne seguirono altre ed altre ancora . L’ universo maschile dalla quale ero attratta era praticamente un vicolo cieco , ho vissuto diversi ruoli la scopa amica , la fidanzata di turno , l’ amante ed anche quello del rapporto mordi e fuggi . Nessuno e dico nessuno voleva andare avanti in una vera relazione con una ragazza così profondamente impegnata . D’ altro canto avevo preso una bella considerazione della mia sessualità , avevo imparato molto in fatto di uomini ed ero anche molto più appagata sessualmente . Avevo infranto tabù mi sentivo più donna ero consapevole dell’effetto che potevo fare agli uomini ed ero diventata brava nel gestire il mio corpo , sapevo cosa volevo e sapevo goderne inoltre ero diventata brava anche a procurarmi piacere da sola . Per il resto ero e lo sono tuttora un’ottima mamma con tanta tanta voglia di lavorare . Passarono diversi anni prima che trovassi un uomo Tony iniziammo entrambi con un discorso chiaro su come doveva essere il nostro rapporto , non credevamo nella necessità di condividere il quotidiano ma solo i momenti spensierati . Lui senza figli reduce da una separazione con una attività sulle spalle non aveva ne il tempo ne la voglia di sentirsi preso in una nuova dimensione tanto più che le mie figlie crescevano ed inserirsi anche solo a cena era difatti un problema . Come spesso accade le cose non vanno sempre così e dopo anni di rapporto alle regole prefissate accadde quello che entrambi non avremmo mai pensato . Nemmeno io come donna essendo diciamo la parte più esposta avrei mai creduto nel suo anzi nostro bisogno di formare una famiglia per farla breve nel 2006 ci sposiamo e siamo tuttora sposati . le cose tra noi sono sempre andate bene tranne un periodo nel 2011 dove una storia inattesa mi ha regalato una delle più belle storie che possono capitare ad una donna sotto il profilo emozionale , ma ha anche devastato la mia anima rendendomi conscia di aver fatto un grosso errore al quale non si può porre rimedio tranne conservarlo celato nei ricordi . Proprio questi ricordi e la difficoltà oggettiva di condividerli mi hanno spinto ha raccontarlo ad un pubblico senza volto , sono una consumata lettrice di racconti erotici e solo in pochi leggo anche se leggermente romanzata una matrice reale . I più sono frutto d’ improbabili fantasie talvolta difficili da leggere, spero quindi che questa lunghissima introduzione vi abbia permesso di entrare per un’ istante nella mia vita ed identificarmi . Veniamo quindi al giugno del 2011 quella mattina ero in ufficio quando arriva il Signor Alan; il mio datore di lavoro aveva un appuntamento per un lavoro da fare in cooperazione . La ditta per la quale lavoro si occupa di trasporti come anche quella di Alan un cliente comune doveva commissionare un grosso trasporto che coinvolgeva entrambe le aziende con soddisfazioni economico professionali nette per entrambi . Fu quella mattina che vidi Alan la prima volta alto molto alto capelli neri ricci tagliati molto corti un viso asciutto dai contorni ben delineati e due profondi occhi scuri, fisicamente un corpo asciutto ma estremamente delineato un fascio di nervi che traspariva dagli avambracci e mani grosse e forti di chi nonostante la posizione lavora anche manualmente. Unico difetto se così si può dire la giovane età, scoprii successivamente che aveva 35 anni contro i 44 miei, un incontro breve dopo pochi minuti arrivò il mio titolare e si raccolsero in una saletta dedicata alle riunioni. La sua figura mi frullava in testa era quello che si può definire un figo con la f maiuscola dopo un ora abbondante e si era quasi fatta l’ora della pausa pranzo Alan ritorna nel mio ufficio chiedendomi dove poteva andare a fumare una sigaretta li per li non mi accorsi che era una scusa ma appena mi disse : vedo che fumi anche tu ( aveva visto le sigarette sulla scrivania ) vieni a fumarne una ….. capii istantaneamente che era una scusa. Accettai senza esitazione e gli dissi di seguirmi andammo nel cortile sul retro dove eravamo in ombra, presi in mano i telefoni e le sigarette lui mi aprì la porta e scesi gli scalini davanti a lui indossavo dei leggins bianchi con sopra una canotta bianca coperta da un cardigan di cotone blu su un paio di zatteroni beige dalla zeppa molto alta il cardigan mi copriva il sedere ma essendo non abbottonato davanti mi scopriva l’inguine decisi quindi di tenerlo chiuso con un braccio allacciarlo davanti a lui sarebbe stato come vergognarsi. Il suo sguardo fu appoggiato sulla mia figura per tutto il tempo della sigaretta e le parole dette furono inerenti al lavoro solo quando mi chiese se lavoravo per il Sig. P… da molto gli risposi 25 anni lui mi disse che mi aveva assunta da bambina un modo carino per dirmi che sembravo giovane , mi misi a ridere e gli dissi che no ero vecchia . Finita la sigaretta risalimmo i gradini quando giunti alla porta mi disse aspetta e nell’aprirmi la porta sentii la sua presenza sovrastarmi e guidandomi per un braccio mi accompagnò dentro l’ufficio , la sua presa forte e decisa mi era arrivata al cervello emozionandomi non poco , presi posto sulla mia poltroncina ma un attimo prima di sedermi lasciai aprire il cardigan per permettergli di vedere la dove il mio sesso si delineava formando pieghe sul tessuto elasticizzato dei leggins , allo stesso modo il push-up mostrava più profondo il solco tra i seni di quanto non fosse in realtà , penso che la vista gli sia stata gradita almeno non gli ho mai chiesto in merito. Passarono ancora pochi minuti e la nostra conversazione fu interrotta dall’ arrivo del mio titolare che sbrigate le sue faccende era pronto ad andare a pranzo in compagnia di Alan . Prima di uscire mi chiese gli indirizzi mail aziendali per inviare dei documenti gli consegnai un biglietto che riportava due indirizzi uno era del titolare mentre l’altro era il mio come anche i numeri di telefono dei due uffici . Essendo la ditta a conduzione familiare va da se che la forza lavoro in ufficio sia abbastanza scarsa praticamente io a tempo pieno ed il titolare e suo padre con presenze sempre meno costanti per via dell’età . Quest’ultimo uomo eccezionale per capacità imprenditoriale ed umana non solo è il miglior datore di lavoro che qualcheduno possa sperare di avere ma anche una figura simile ad un padre buono ma anche severo, mai senza trasmetterti qualcosa, anche quando ti sgrida e mi piace inserirlo in questo racconto .
Il mese di giugno passò senza aver nessuna notizia di Alan , potevo chiedere informarmi ma farlo mi sembrava di dimostrare interesse e siccome quella presenza mi aveva turbata avevo la sensazione che solo a nominarlo trasparisse il mio interesse nei suoi confronti . Un interesse ben celato nel mio quotidiano ma in almeno un paio d’occasioni era riemerso forte tanto da immaginarlo protagonista di fantasie dove io ero al centro delle sue attenzioni nel mentre mi regalavo orgasmi . L’autoerotismo mi è sempre piaciuto ma quando a provocarlo è uno stimolo concreto è tutto più bello , forse anche più forte, fatto sta che il mese successivo ebbi finalmente notizie di Alan tramite il mio titolare che annunciava che l’affare era andato in porto . Importante era non prendere impegni nei mesi di settembre ed ottobre dove praticamente autisti e mezzi erano tutti impegnati in questo grosso lavoro , solo due autisti restavano a disposizione per soddisfare almeno qualche richiesta . Il mio titolare ebbe inoltre cura di girarmi le mail che erano intercorse nei giorni precedenti in modo che potessi iniziare a fare una bozza di pianificazione, sorpresa tra le righe lessi che Alan era stato qui la settimana precedente purtroppo non ho avuto modo di vederlo e sarebbe ritornato prima delle ferie estive in una data non ancora stabilita . Leggere di lui anche se solo professionalmente mi aveva riportato alla mente la sua immagine, il suo odore e quella strana chimica che mi aveva scossa . Il tempo che passa affievolisce e cancella tutto ma quella mattina ero felice e fantasticavo sull’ incontrarlo ancora e confesso di essermi eccitata al pensiero, strano ma al tempo stesso bello come la mente umana sia in grado di elaborare la realtà trasformandola in una piacevole fantasia . Tra me e me se ritorna questa volta voglio almeno vederlo e cercare come l’altra volta un momento per scambiare quattro parole da soli. Passarono altri giorni ed arrivammo alla fine di luglio una sera prima di andare a casa il mio titolare mi comunica che l’ indomani alle 10 aveva appuntamento con Alan in ufficio per il contratto che lui stesso aveva redatto, documento che conoscevo bene perché avevo collaborato ma che data l’importanza economica aveva giustamente voluto gestire personalmente anche nella stesura . Esco elettrizzata col pensiero di cosa mi metterò domani per apparire più bella ma anche più giovane e sicuramente anche terribilmente sexy; mancavano ancora pochi giorni poi sarebbero incominciate le ferie, io e mio marito eravamo pronti per partire alla volta della toscana dove abbiamo un alloggio in una località di mare. Io adoro il mare ed avevamo già trascorso un paio di fine settimana, considerando la mia carnagione scura avevo già una bella abbronzatura rinforzata da bagni di sole in terrazza quindi pensai che un tubino bianco di Guess fosse perfetto, goffrato e preformato sul seno poteva essere indossato senza reggiseno e il collo all’americana contrastava la gravità lasciando scoperta la schiena. Indossato al lavoro è un po’ troppo ma castigato da una maglietta nera di cotone dava l’effetto gonna bianca e maglia nera con sotto una canotta bianca, erano giorni estremamente caldi ed afosi specialmente in una città della pianura padana ma i condizionatori dell’ufficio rendono la maglia obbligatoria se non si vuole prendere un’accidenti. Sandali neri col plateu di Guess erano perfetti, alti ma facili da portare con disinvoltura, trucco leggero labbra rosso mattone e smalto dello stesso colore sarebbe stato perfetto. Sono solita truccarmi e porto lo smalto sempre, cambiare colore come vestirmi ogni giorno in modo diverso non veniva visto dai miei colleghi come particolare; le scarpe non erano da ufficio ma per un giorno si poteva fare, il pensiero di Alan mi aveva come assorta ed apparire al massimo della mia femminilità era un bisogno più che un desiderio per tanto feci nel mio immaginario una foto di come volevo essere l’indomani e l’ho realizzata. Mio marito ed io usciamo molto presto di casa lui poco prima delle sette io subito dopo, per lui è obbligo visto il suo lavoro che lo porta sempre in posti diversi e quasi mai vicini. Io prima delle 7.30 devo essere in ufficio perché gli autisti escono a quell’ora e quelli che tornano tardi hanno sempre dettagli da gestire . Il mio orario è strano stacco alle 12.30 per il pranzo il più delle volte consumato in ufficio riattacco alle 14.00 per terminare alle 17.30 a volte anche le 18.00 . Tutte queste ore non sono di lavoro continuativo ma la mia presenza è obbligatoria essendo sola ed è sempre stata ben remunerata quindi posso dire che l’ufficio per me è una seconda casa a volte tranquilla a volte movimentata ma mai pesante ed ogni giorno sempre diverso quindi un lavoro che adoro. Ritornando a quella mattina mi sono svegliata ancora prima del solito e mi sono persa in bagno, mio marito mi ha visto col vestito ed ha espresso un complimento e una palpata al sedere mentre mi baciava il collo augurandomi buongiorno. La sera prima avevamo fatto del buon sesso non lunghissimo ma molto intenso, il pensiero dell’ incontro mi aveva fatto un effetto positivo eccitata ma soddisfatta tanto che poteva considerarsi un gioco che portava una scossa al rapporto di coppia. La voglia d’incontrare Alan, almeno vederlo ma specialmente farmi vedere da lui era diventato lo scopo di quella mattina indossato i tacchi ancora uno sguardo allo specchio e via veloce in ufficio . Alle 8.00 sono già sola ho un mucchio di conti spese da controllare e rimborsare che le continue interruzioni rendono ancora più lunghi per tanto approfitto per smaltirne almeno un paio prima che arrivino gli scocciatori. In un attimo sono le 9.30 nessuno mi aveva disturbato nemmeno il telefono solo l’impresa di pulizia che silenziosamente aveva terminato. Il titolare non si era ancora visto ma sarebbe arrivato a momenti decido di prendere un caffè sigaretta veloce e un salto in bagno ripasso le labbra mi controllo i capelli faccio giusto in tempo a sedermi e arriva il titolare saluta e corre in ufficio mi ricorda che aspetta Alan ( lo so’ bene ) e come arriva di chiamarlo che nel frattempo doveva fare delle telefonate. Passa una buona mezz’ora e con un po’ di ritardo entra Alan mi manca il fiato tanto è bello, lui esordisce buongiorno, ciao rispondo io, lui risponde ciao va bene ed io confermo, lui: sono in ritardo, Io : chiamo subito il Sig. P.
Il mio titolare viene da me si salutano e iniziano a parlare di lavoro in ufficio da me per poi muoversi lentamente verso l’altro ufficio, quando Alan dice: Posso avere un caffè….. Il Sig. P cortesemente chiede se porto di la due caffè mentre Alan ribatte poi però mi fai fumare una sigaretta prima di cominciare…. Lia mi fai compagnia ? Io rispondo certo mentre il titolare pone l’accento che tra fumatori c’intendiamo subito ma senza malizia.
Preparo i caffè e li porto mentre penso a cosa gli dirò dopo, dieci minuti dopo esce e mi dice andiamo a fumarci questa sigaretta. Ormai conosce la strada e in un attimo siamo fuori, Alan sa di avere pochi minuti e ha bruciapelo mi dice quando ho finito di la vieni a mangiare qualcosa con me ? Io rispondo: si ma ho poco tempo magari uno spuntino al bar …. Lui risponde ok a che ora stacchi alle 12.30 rispondo io, cerco di farcela risponde lui. Prima di andare mi dice, dove ci vediamo, io gli dico al distributore qui fuori ho una 207 nera quando esco vienimi dietro che andiamo al bar dove vado di solito . Mezzogiorno Alan e P. escono vanno fuori parlano ancora e poi Alan sale su una Jeep e parte. Il mio titolare mi dice che esce e ritorna per le 15.00 e mi chiede esci o mangi qui? Esco rispondo io lui risponde buon appetito e come sempre si raccomanda l’antifurto. Potrei uscire anche io ma non mi sembra corretto , approfitto per lo specchio e passo il gloss sulle labbra sarei pronta per una serata quel tocco lucido rende il rosso mattone da elegante ad aggressivo ; tolgo la maglietta di cotone ed il vestito cambia, la schiena si scopre e si vede che non indosso il reggiseno non saprei dire se il perizoma segnava ma la palpata di mio marito sul sedere non era stata casuale. Arrivo al distributore ed era in auto ad aspettarmi gli faccio segno di seguirmi e poche centinaia di metri dopo parcheggiamo fuori dal bar, dove vado di solito, lui scende veloce e viene verso di me, apro la portiera e nello scendere gli sorrido e gli chiedo se avesse fame scusandomi per il ritardo, mi guarda profondamente e sento i suoi occhi scendere su di me in modo diverso, la cosa mi da piacere, camminiamo senza parlare entriamo e ci sediamo all’esterno sotto un pergolato. La giornata è caldissima ma il posto in ombra senza l’oppressione dell’aria condizionata è veramente piacevole; ordiniamo due piatti freddi e acqua fresca l’ideale per uno spuntino veloce. Parliamo entrambi moltissimo e quando scopre che ho due figlie grandi quasi non ci crede devo mostrargli le foto sul cellulare, lui è sposato e mi mostra le foto della bambina avuta da pochi mesi. Indossa una maglietta stretta e nonostante sia seduto non ha un filo di pancia il petto scolpito mi fa venire voglia di accarezzarlo ma ovviamente e solo un rapido pensiero. Finito di mangiare ordiniamo due caffè insisto per pagare ma non esiste modo, lui dice la prossima volta paghi te, io rispondo quando ci sarà la prossima volta come dire che è difficile anzi impossibile che ci sia una prossima volta. Lui serio mi fissa e mi chiede il numero di cellulare così se non ci sarà occasione la creiamo, il messaggio mi arriva chiaro al cervello non ci sono dubbi che gli piaccio esito e non rispondo, lui aggiunge l’altra volta che sono venuto tu non eri in ufficio, credo uscita per lavoro, ho chiesto di te a P. e sono dovuto andare via senza vederti mi è dispiaciuto sai… Quelle parole mi arrivarono dolci e meno mirate delle prime come dire provo emozioni mi spiace se non ci sei, mentre le prive trasmettevano un messaggio diverso tipo la prossima volta organizziamo in modo diverso in modo che ci sia un seguito al pranzo. Sicura di cacciarmi in un pasticcio ma con il mio sesso bagnato gli ho dato il mio numero di telefono aggiungendo di non chiamarmi. Lui mi disse a che serve un numero di telefono, risi divertita, e lui serio mi rassicurò che mi avrebbe massaggiata e solo se io potevo avrebbe chiamato senza mettermi in situazioni spiacevoli . Parliamo di altro di noi delle nostre famiglie intanto il tempo trascorreva velocemente in un attimo era ora di andare, lui mi dice che deve solo rientrare quindi un’ora e mezza di strada ma di non avere niente per il pomeriggio a livello d’impegni, altro messaggio che colgo e traduco come una richiesta di liberarmi dal pomeriggio lavorativo, faccio finta di niente ed insisto per andare nel frattempo armeggio nella borsa e vedo un paio di chiamate di mio marito , avevo messo il silenzioso, prendo lo specchio mi guardo e ripasso il rossetto sbavato un gesto rapido ma sento i suoi occhi seguirlo avidamente terminato gli dico : ok possiamo andare, ci alziamo e cedendomi il passo sento la sua mano nella schiena che mi guida, sento i suoi occhi posarsi sul mio sedere e mi piace, vado verso la cassa e lui passa avanti per pagare, saluto il proprietario mentre Alan paga ed usciamo verso le nostre auto posteggiate . Apro la portiera col telecomando e saluto Alan ringraziandolo per il pranzo lui sorride minimizzando la cosa mi guarda e dice : allora vai…. Io rispondo si mentre cingendomi un fianco mi avvicina a se per baciarmi ci fissiamo un secondo negli occhi ed incerti ci baciamo sulle guancie . Veloce salgo in macchina e parto in direzione dell’ufficio , non seguo Alan dallo specchietto e volto subito per evitare di fare inversione , fosse stato in piedi immobile ad aspettarmi sarei scesa e l’avrei baciato con la passione che realmente sentivo . Rientrata in ufficio mi sentivo come inebetita frastornata non tanto dall’esperienza quanto per le viscerali emozioni che arrivavano al mio cervello , andai in bagno mi guardai allo specchio e mi vedevo riflessa come una che cerca un maschio e non una che dovrebbe lavorare già da dieci minuti rimisi la maglietta, legai i capelli andai alla scrivania e mi misi a lavorare a capofitto tanto che dimenticai anche di richiamare mio marito cosa che fece lui più tardi era giusto per salutarmi cosa che mi aiuto a rientrare nella normalità , poco dopo arrivò il mio titolare con mille pensieri confusi in testa a farmi perdere tempo ripetendo praticamente l’ovvio e mescolando le attività in modo che alla fine non concludevi niente . Solitamente mi da fastidio lavorare così ma in quel momento mi stava bene non pensare e quindi trovai che la confusione mentale di P. in fondo in fondo a qualcosa serviva.
Decisi di non restare fino a tardi aspettai il rientro di un autista al quale dovevo consegnare una fattura e andai a casa puntuale, preso il cellulare per sentire mia figlia più piccola e chiederle dove fosse e accordarsi per la cena vidi un messaggio lo apro senza pensare ed era Alan : sono stato benissimo con te , sei una donna bellissima peccato non averti baciata . Non so cosa rispondere: tu sei un uomo stupendo , mi piace tutto di te , ho già fatto pensieri erotici torturandomi alla ricerca del piacere oppure peccato che non mi hai presa con forza e decisione in modo di aiutarmi a superare la mia paura di tradire . Più che paura era un contrasto tra il bisogno emotivo di Alan e il rispetto che dovevo a mio marito, io non avevo mai tradito, però non avevo mai escluso che un altro uomo potesse portarmi a farlo. Avevo escluso di cercare la situazione, avevo escluso di farlo per provare a me stessa che posso ancora essere desiderata ma avevo sempre saputo che quando succedono cose dettate dalla chimica, attrazioni forti e incontrollabili io non sarei stata capace di sottrarmi forte di una convinzione che la vita è comunque una e va vissuta, inoltre il mio passato mi aveva resa abbastanza forte e sicura che nella vita si è sempre soli ed anche il rapporto di coppia è un continuo confronto tra due singoli che vivono sotto lo stesso tetto condividendo tutto. Più tardi fuori dal supermercato risposi ad Alan che anch’io avrei desiderato baciarlo e lasciarmi travolgere ma non ero nel posto e nel momento adatto per farlo. La settimana velocemente arrivò al termine presa dai preparativi per le ferie, il lavoro e rispondere agli sms di Alan. Ogni giorno erano sempre di più, alcuni entravano leggeri e soavi nella mia mente come quelli di due adolescenti altri più forti mi facevano sentire preda , desiderata e specialmente troia . Le due sensazioni si contrapponevano e mi facevano stare bene avevo una voglia pazzesca di Alan. Le ferie mi diedero meno modo di ricevere sms improvvisi e passammo a whatapp, stabilimmo regole su come contattarci ed in breve diventammo sincronizzati e potevamo fare brevi chattate nei posti e alle ore più strane ovviamente le notifiche erano silenziose e con una parola capivamo se eravamo liberi o no di continuare . Talvolta sentivamo il bisogno di sentirci a voce ed organizzavamo telefonate , iniziavamo sempre parlando del quotidiano e finivamo sempre ipotizzando il nostro incontro che ovviamente non poteva avvenire nel mese di agosto per ovvi motivi . Puntualmente al termine di ogni telefonata ero eccitata , il mio sesso fradicio di umori mi portava alla ricerca di un attimo di privacy dove portarmi all’orgasmo da sola , mi sarebbe piaciuto farlo con Alan all’altro capo del telefono a guidarmi o semplicemente a parlarmi come solo lui sapeva fare . I giorni in Versilia trascorsero bene le figlie ci avrebbero raggiunto dopo il ferragosto e avrebbero continuato fino alla fine del mese mentre noi saremmo rientrati all’ultima di agosto perché mio marito ed io riprendevamo il lavoro . Con Alan eravamo d’accordo che il periodo giusto per incontrarci sarebbe stato settembre non la prima settimana ma la seconda ; in quel periodo mio marito sarebbe stato via dal lunedì al venerdì per almeno due settimane ed io mi sentivo molto più tranquilla . Non volevo un incontro squallido di quelli che si esauriscono in un paio d’ore in una stanza di hotel ma qualcosa di più vero e naturale . Alan concordava ma giustamente la cosa andava pianificata, eravamo d’accordo che sarei andata io da lui circa 150km ci separavano ma tutta autostrada è per me non era un problema anzi mi rendeva ancora più tranquilla . Lui mi disse di avere un vecchio deposito che era la sede precedente della sua ditta quindi uno spazio chiuso dove saremmo potuti stare tranquilli in auto. L’idea di vederci in auto la preferivo notevolmente all’hotel e al tempo stesso mi dava un senso d’intimità maggiore ovviamente tutto era più scomodo ma sapevo come fare ed il pensiero mi stimolava molto. Settembre arrivò ma arrivarono anche problemi di salute che portarono mio padre in ospedale, la cosa per forza di cose andava posticipata. Io non avevo la serenità di prima vista la gravità delle condizioni di mio padre, ero super impegnata ad aiutare mia mamma, mio marito non poteva assolutamente spostare il lavoro e le mie figlie erano entrambe impegnate. Alan si sentì come preso in giro pensava fosse una scusa per temporeggiare, improvvisamente ero diventata meno calda e coinvolta nelle nostre comunicazioni. Io sono una donna che ha sempre organizzato e pianificato tutto e mai sarei riuscita a vivere un giorno di passione senza sentirmi completamente sicura. Alan probabilmente avrebbe voluto che mi lasciassi trasportare , penso che pretendesse che fossi sua come , dove e quando volesse lui , sulle prime due mi stava bene ma sul quando volevo essere io a decidere . Alla fine di settembre mio padre venne operato e riuscì a ritornare a casa i primi giorni di ottobre necessitava di una lunga convalescenza ma era fuori pericolo . Intanto i rapporti tra me ed Alan si erano notevolmente raffreddati , continuava ogni giorno a inviarmi messaggi ai quali prontamente rispondevo ma erano molto freddi non scriveva più di quanto mi desiderasse , di cosa avrebbe voluto farmi vivere , di come avrebbe voluto mi presentassi a lui e tanti altri dettagli a volte anche volgari e duri che però avevano il potere di farmi eccitare ed alimentavano in me il desiderio di lui ma anche il desiderio di sentirmi troia per lui . Desideravo una specie di competizione tra me e le sue donne e volevo essere io quella che non avrebbe mai dimenticato, in passato quando ero stata con uomini non liberi avevo sempre coltivato dentro di me questo genere di sensazioni , forse giudicabili ma terribilmente trasgressive ed ora che stavo rivivendo ciò da una prospettiva diversa essendo a mia volta impegnata mi sentivo due volte troia . A volte ero talmente eccitata da Alan e sicuramente anche dalla situazione da ritrovarmi nel bagno dell’ufficio a penetrarmi e godere immaginando di essere prima condotta e poi dominata da Alan , proprio quella decisione , quelle richieste d’incontrarlo e quella sensazione di dominio suo sulle mie emozioni e sul mio corpo erano venuti meno nelle nostre conversazioni . Quel pomeriggio decisi che avrei voluto sentirlo oltre che scrivergli messaggi , ormai erano diverse settimane che non ci sentivamo più , quindi gli scrissi che mi mancava la sua voce , rispose che mi avrebbe telefonato appena poteva dopo circa un’ora ed ero ancora in ufficio purtroppo non sola mi chiamò . Mi alzai è andai in cortile lasciando due autisti in ufficio con i quali stavo programmando il lavoro del giorno successivo con la scusa di fumare una sigaretta e ovviamente rispondere ad una telefonata che hanno immaginato provenire da miei familiari . Appena certa di essere lontana da orecchie indiscrete manifestai tutta la gioia e l’emozione di sentirlo . Alan dopo breve mi disse con tono imperativo che mi voleva , che dovevo muovermi e dirgli quando, io gli risposi la prossima settimana ti giuro che vengo , improvvisamente era ritornato quello di prima la sua voce era densa di passione mentre mi prometteva che mi avrebbe regalato una esperienza unica . Quel parlare di sesso ed il chiamarmi la sua troia mi aveva come trafitto il cervello il mio corpo reagì eccitandosi la mia voce rotta gli arrivò tanto che mi chiese di toccarmi gli spiegai la situazione ma non volle sentir ragioni , pochi secondi dopo mi penetravo a pochi metri da due che se solo fossero usciti a cercarmi mi avrebbero vista . Pochi istanti e la mia mano uscì fuori dai leggins , Alan insisteva ma mi fermai e spiegai di nuovo la situazione e finalmente capì il rischio che mi faceva correre . Io in pochi istanti ero arrivata vicino al punto di non ritorno e le mie dita erano fradice di umori terminai la telefonata anche perché lui fu disturbato , rientrata in ufficio liquidai i due autisti e corsi in bagno a terminare quanto iniziato prima fui travolta molto velocemente da un orgasmo che tenni con grande difficoltà silenzioso , pochi istanti dopo rientrai lentamente in me mi dovetti lavare talmente ero bagnata il perizoma era intriso ed anche i leggins avevano ombrature causate dalla telefonata ! Tolsi il perizoma indossai i leggins e ritornai al lavoro , preso il cellulare messaggiai Alan informandolo del dopo telefonata la cosa lo prese molto tanto che la sera ancora mi scriveva in merito . Quella sera inoltre mi scrisse curioso sui rapporti tra me e mio marito , volle sapere delle frequenza , chi incominciava per primo quanto duravano . Io ero sola a casa quindi potei rispondere e finimmo in una lunga chatt su whatsapp ad analizzare la mia sessualità mentre sulla sua rispondeva con meno certezza di quanto facessi io . Gli chiesi anche se fosse geloso ovviamente scherzavo mi rispose : certo che no , anche se mi arrivarono sensazioni diverse dal suo modo di scriverlo . Andai a dormire certa che dovevo l’indomani fissare una data per incontrarlo ed iniziai a pensare ed elaborare ogni dettaglio . Passavo dal giorno , all’ora per uscire di casa a cosa avrei indossato e dove mi sarei preparata dopo infiniti calcoli mi addormentai rimandando alla mattina seguente ; come sempre la notte porta consiglio e decisi che il mercoledì seguente sarebbe stato il giorno ideale . Oggi era mercoledì una settimana esatta , non poco per organizzarsi non molto da far allontanare Alan , presi il telefono e gli scrissi il messaggio senza lasciare la possibilità di mediare tipo io posso quel giorno e basta . Lui rispose entusiasta , scrisse che non sapeva se era libero ma che si sarebbe liberato da qualsiasi impegno . Conoscevo benissimo le giornate che poteva avere col lavoro che faceva e sentirlo così sicuro mi fece sentire tremendamente importante . Mi chiese a che ora e gli dissi che sarei partita alle 8.30 lui mi rispose allora alle 10 sei qui ma volli prendermi un ora extra conoscendomi quindi ci accordammo per le 11 fuori dall’autostrada . Io guido bene ed anche veloce ma tendo ad essere sempre in ritardo e non mi andava di farlo aspettare troppo anche se l’idea di arrivare prima di lui non mi piaceva molto , credo che farsi attendere da un uomo sia giusto specialmente al primo incontro . Più tardi mi scrisse di nuovo chiedendomi cosa avrei indossato per l’occasione , mi aspettavo la domanda e francamente non mi ero fatta un’idea precisa nonostante ci avessi pensato a lungo . Risposi con una domanda chiedendogli come mi avrebbe voluto e lui mi rispose da fargli girare la testa aggiunse che mi voleva sexy ma al tempo stesso che fossi con qualcosa di nuovo e costruito solo per lui . Posso capire che un uomo trovi poco carino che una si prepari e si vesta con qualcosa di già collaudato in precedenza col proprio marito ed in quello ero completamente d’accordo anche se non lo avesse sottolineato . Gli uomini sono tutti fondamentalmente gelosi quindi lessi con piacere quell’invito ad essere speciale per lui . Mentre lavoravo pensavo a come organizzarmi e per prima cosa pianificai nella mia mente il mercoledì successivo che sarebbe stato il 12 ottobre , prima cosa da fare chiedere un giorno di permesso al mio capo cosa che ottenni senza particolare difficoltà . Fatto questo pensai che dovevo dire a mio marito che quel giorno sarei stata impegnata col commercialista della ditta cosa che veramente accadeva almeno una volta al mese quindi credibilissima . Se mio marito mi avesse cercata per qualsiasi cosa era normale che non fossi in ufficio inoltre sapeva che quando ero dal commercialista non ricevevo telefonate personali quindi era normale se non rispondevo e richiamavo dopo. Non so il perché ma la cosa che più mi spaventava era ricevere una telefonata da mio marito o dalle figlie in un momento dove ero conscia di fare qualcosa di sbagliato ma estremamente desiderato . La sera uscita dal lavoro passai in galleria a vedere qualche vetrina alla ricerca di qualcosa di giusto ma andai a casa senza niente di fatto. Dopo cena mi venne in mente un abito elasticizzato nero che avevo preso in un mercato per pochi euro a Viareggio , terminava sul seno senza spalline ed era corto sopra il ginocchio , nella sua semplicità era estremamente sexy seguiva la figura del corpo segnando ogni dettaglio come una seconda pelle una cerniera sul retro ma data la sua elasticità potevi indossarlo come una maglia sollevarlo o abbassarlo senza che si stropicciasse ed era indicato in quelle serate al mare con sotto un costume e un paio di sandali col tacco alto . Difatti lo misi solo una sera e mi accorsi subito che l’acquisto non era adatto a me bensì più adatto a una ragazza che andava in discoteca in una serata calda. Cercando nell’armadio non lo trovai mi recai in camera di Veronica la mia figlia minore e lo trovai nel suo armadio insieme con altre cose mie. Martina la più grande viveva per studio in un’altra città e le cose che mi rubava erano di fatto perse mentre Veronica che stava con noi era si più ladra ma anche più generosa a condividere le sue cose con me . Preso il vestito, mi accorsi che era stato ritirato non lavato cosa che mi fa andare in bestia ma quella sera avevo altri pensieri , mi diressi in bagno e lo provai tolsi il reggiseno per vedere come stava ma mi schiacciava il seno verso il basso e mi segnava i capezzoli in maniera immettibile al tempo stesso lo slip sembrava voler uscire fuori dal tessuto . Pensai che debitamente coperto sarebbe stato il vestito giusto da mostrare ad Alan nel momento in cui avremmo trasformato l’auto in un’alcova. Pensai inoltre che potessi non toglierlo completamente e che con un rapido movimento mi sarei potuta ricoprire nel caso ci fosse stato bisogno , lo misi nel cesto della biancheria e lo avrei lavato e ritirato nel mio armadio .
Il progetto andava piano piano prendendo forma e la cosa mi eccitava e mi rendeva euforica , mio marito si accorse della mia euforia e la credeva causata dal miglioramento delle condizioni di mio padre e dal ritorno alla normalità dopo un periodo veramente duro e stressante . Quella sera come le sere seguenti facemmo l’amore , la cosa non era da me ricercata ma mi riusciva meglio che nei mesi precedenti dove il pensiero di Alan più volte mi aveva distolta dalla realtà . Avevo diviso le due realtà nella mia mente , scopavo felice con mio marito e la sua soddisfazione mi rendeva più serena al tempo stesso sentivo che tra me e Alan era una cosa diversa , forse un gioco il bisogno di due persone di trovarsi al di fuori dei loro schemi per arricchirsi vicendevolmente forse esageravo ma sicuramente due persone estremamente attratte . Non sono e non ero sprovveduta sapevo di essere per lui solo sesso qualcosa da conquistare e probabilmente non ero nemmeno la prima data la sua avvenenza ma io per certe cose ho sempre ragionato in modo più simile ad un uomo e la cosa mi stava bene anzi la volevo per sentirmi bene con me stessa e di conseguenza far star bene chi mi vive . In altre parole era un qualcosa che aggiungeva e non un qualcosa che avrebbe tolto al mio rapporto matrimoniale, almeno credevo e le cose non andarono proprio così ma questa è un’altra storia . Sabato mattina mi alzai presto in modo da sbrigare il maggior numero di faccende domestiche , sono aiutata da una donna che tutte le mattine viene per qualche ora ma l’alloggio è molto grande e le lavatrici come anche gli armadi e quanto in esso contenuto è compito mio va da se che il sabato quando non lavoro va praticamente impegnato in casa . Appena terminato, uscii per fare la spesa e una visita da Yamamay ho sempre trovato intimo particolare a prezzi ragionevoli cercavo un completino particolare che già possedevo però volevo fosse diciamo mai usato . Cercavo un perizoma e un reggiseno carioca, quelli con solo la parte inferiore della coppa che lasciano il seno scoperto pur sostenendolo in maniera decisa. Il seno che cade è il mio punto debole impensabile andare con un uomo e non permettergli di toglierti il reggiseno, inoltre è un punto molto erogeno al centro della mia sessualità, poteva avere il mio seno senza bisogno di slacciare nulla e al tempo stesso era perfettamente sostenuto eliminando l’effetto gravità. Il mio seno mi piace molto ma non ho ancora trovato il coraggio di passare dal chirurgo e penso che mai lo farò. Cerco tra la lingerie esposta senza successo e sono quindi costretta a chiedere alla commessa che molto gentilmente mi mostra l’unico modello che hanno in diversi colori. Pizzo nero con bretelle in raso , essendo quest’ultime a vista ben si accostano con il lucido del vestito penso sia perfetto, mi viene proposto di provarlo ma sono certa della taglia e poi ero leggermente imbarazzata, si che avevo giustificato la mia ricerca per indossarlo sotto un abito dalla scollatura particolare, era però chiaro che quel genere di accessori sono più utili in un letto che nel quotidiano. Scopro che il reggiseno è un capo a se stante e non ha perizoma o slip coordinabile, chiedo quindi un perizoma il più invisibile possibile sempre perché l’abito era molto aderente e avrebbe segnato. La commessa mi mostra quindi dei graziosi quanto minuscoli string a taglia unica in pratica un filo con un piccolo triangolino in raso che avrebbe dovuto coprire la vagina, indecisa ne compro due visto il prezzo esiguo entrambi neri deciderò in seguito quale indossare. Chiedo inoltre delle autoreggenti effetto nudo, considerando l’abbronzatura e la stagione non era il caso di velare troppo le gambe inoltre dovendole indossare di giorno erano meno appariscenti anche li ne comprai due non si sa mai romperle indossandole non è così difficile. Prenotai il parrucchiere per martedì e la ceretta al salone di bellezza subito dopo i capelli, terminai le mie compere ed andai a casa nascosi l’intimo nell’armadio e pranzammo tutti assieme evento del sabato e della domenica quindi sempre molto gradito. Mio marito come spesso avviene di sabato va in ufficio ed io e le mie figlie usciamo per il famoso shopping, quando hanno ridotto i miei averi solo allora sono contente e si preparano per il sabato sera mentre io e mio marito siamo soliti uscire con amici per lo più a mangiare qualcosa in compagnia. Quel pomeriggio ero alla ricerca di cosa mettere sopra l’abito se così si poteva chiamare e volevo qualcosa di sportivo trovai finalmente un soprabito in panno grigio molto giovanile della Fornarina che indossato mi avrebbe coperta alla perfezione arrivando al ginocchio avrebbe sdrammatizzato il tacco alto e mi avrebbe reso di aspetto giovanile il taglio era da ragazze e su una donna della mia età ringiovaniva non poco il mio fisico lo permetteva e le mie figlie erano entusiaste tanto che la piccola , che ha la mia taglia , lo aveva già ipotecato. Scarpe e borsa grigie le avevo e non serviva spendere altri soldi per me, ero soddisfatta ma avevo bisogno di una prova generale per essere tranquilla. Il sabato casa mia è un campo di battaglia tutti i bagni impegnati e con mio marito in casa rimandai alla mattina successiva le prove, passai una bella serata ma i miei pensieri andavano sempre a finire su Alan era diventato una ossessione, contavo le ore che mancavano a mercoledì e al tempo stesso riuscivo ad essere me stessa con mio marito tanto che anche quella sera gli avevo fatto venir voglia di fare sesso incominciammo in garage mentre parcheggiavamo la macchina e finimmo dopo in camera da letto, sesso intenso e mi vennero bene anche i giochi orali tanto che mai poteva lontanamente immaginare che da li a poco sarei andata con un altro. L’incoscienza è un difetto ma talvolta si trasforma in virtù, nel frattempo Alan era diventato silenzioso i suoi messaggi ridotti al minimo come uno che sa che ormai è fatta, non serve più il corteggiamento virtuale ero pronta ad essere sua, speravo anche che quel distacco fosse anche un segnale che comunicava ci vediamo scopiamo e tutto finisce. Francamente mi stava bene non volevo coinvolgimenti o a dire il vero non volevo nemmeno il minimo rischio. Solo pensare che mio marito mi scoprisse mi veniva l’ansia, anche se ero sicura che non si sarebbe diviso da me per del sesso, ho sempre avuto questa convinzione anche se non mi sembrava il caso metterla alla prova. Altra strana convinzione che ho sempre avuto e che ho tuttora è che un uomo prima o poi ti tradisca anche solo per mezz’ora ma può succedere e nell’indole del maschio, quindi nemmeno io manderei in frantumi un matrimonio per una sua scappatella. Ovviamente erano e sono convinzioni di comodo, necessarie a giustificare qualcosa che si sa sbagliato ma che è necessario come bere l’acqua. Questa necessità era indotta dalla mente e da quella chimica che ho citato prima e credo solo chi ha vissuto qualcosa di analogo possa comprendere per i più resto una puttana che tradisce il marito e non mi sento di biasimarli. Sentirsi troia , come Alan aveva più volte sottolineato mi riusciva bene quella mattina dormivano tutti andai in bagno e feci la prima prova avevo radunato tutto in un paio di borse nascoste provato tutto decisi le correzioni necessarie e rimisi tutto nelle borse che nascosi nuovamente nell’armadio a muro dell’ingresso. Globalmente ero soddisfatta e non mi rimaneva che trascorrere la domenica serena e senza strani pensieri mi dedicai quindi alla casa e il pomeriggio visita genitori e suocera. La mattina seguente Alan si fece vivo con molti messaggi e chattammo, avevamo deciso di non sentirci a voce per aumentare l’intensità dell’incontro. Chiese mille dettagli su come mi stessi preparando che ovviamente non gli svelai, chiese di andare a pranzo ma gli dissi che non volevo fermarmi più di un paio d’ore e volevo tornare nella mia città il prima possibile per diminuire i rischi. Maliziosamente gli dissi che come sarò vestita non è compatibile con un ristorante e lui rilevò che due ore non erano sufficienti per mandarmi in paradiso. Speriamo non dica sul serio, pensai erano anni che non facevo maratone mio marito al massimo un’ora e tutto finito ma si sa gli uomini esagerano. Martedì fu una giornata intensa, Alan mi subissava di messaggi ai quali facevo fatica rispondere per via del lavoro. Li gradivo ed erano eccitanti però mi creavano una distrazione e non riuscivo a terminare un lavoro che per forze di cose andava finito; al tempo stesso ero come in trance e dedicai l’intera pausa pranzo a chattare su whatsapp. La sera terminato il lavoro corsi dal parrucchiere a farmi colore e piega, vado li da anni e non sono mai puntuali e quella sera non fecero eccezione. Essendo all’interno di un centro commerciale finiscono alle ventuno quindi non hanno fretta di chiudere, la fretta era tutta mia che dovevo ancora fare la ceretta per fortuna nello stesso centro quindi mi avrebbero aspettata. Avvisai Veronica di mangiare con Tony appena arriva a casa perché io non sapevo a che ora avrei terminato. In compenso i capelli riuscirono proprio bene e felice andai a farmi torturare dall’estetista, sono anni che la faccio, ma non mi sono mai abituata completamente. Arrivai a casa che erano le ventuno passate mio marito e mia figlia mi fecero i complimenti per i capelli, avevo fame in quanto a pranzo non avevo mangiato ma era tardi quindi decisi per un dolce e una frutta. Mio marito borbottò che faccio orari esagerati e non mi alimento regolarmente sorrisi e pensai che se alla mia età ho ancora il ventre piatto è solo perché mi muovo tanto e mangio poco. Logicamente anch’io ho fame e sento il bisogno ed il piacere di mangiare ma in modo diverso senza recuperare il cibo perso quel tanto che basta ha sentirmi meglio. Misi a posto in cucina e poi andai in bagno dovevo fare una doccia veloce senza bagnare i capelli e volevo sistemare le unghie. Sentii mio marito andare in stanza da letto nello stesso tempo terminavo le unghie con uno smalto rosso indossai il pigiama e andai da Veronica e parlammo un po’ come facevo ogni sera. Nonostante sia una donna ormai gradisce sempre le coccole e fargliele mentre ascolto i suoi problemi per me è una gioia. Entrata nel letto mi accorsi che mio marito non dormiva, speravo non volesse fare qualcosa anche con Veronica in casa a volte ha l’idea pur sapendo che a me non piace. Le camere sono distanti tra loro e la casa è fatta in modo da garantire una certa privacy ma la cosa non mi ha mai convinta. Tony mi rinnova i complimenti e nota lo smalto ti sta bene mi dice e in tanto mi bacia, è chiaro dalle sue mani sul mio seno che ha voglia lo convinco che sono stanca che non mi va perché Veronica è in casa ma gli pratico quello che chiamiamo l’alternativa. Mentre lo spompino cinicamente penso che così sarà soddisfatto e domani sarà meno attento a miei eventuali comportamenti strani o semplicemente alla tensione che già mi aveva lentamente avvolta. Continuo incessante per accelerare i tempi, del resto anche lui vuole l’orgasmo e non ha ragione di trattenerlo perchè non voglio essere penetrata. Pochi istanti e lo sento riversarsi nella mia bocca lui gode silenzioso ma copioso, il pompino l’ha svuotato completamente, mi alzo e vado in bagno mi lavo i denti e ritorno a letto lui pochi minuti si addormenta ed io sono colta da mille pensieri e trascorro la notte praticamente in bianco. Solo dopo le tre riesco finalmente a prendere sonno ma alle sei la sveglia suona, vorrei non alzarmi, ho aspettato questo giorno per mesi e ora lo vivo così…... Del resto non ho fretta e sono stanca, vado in cucina preparo la colazione per tutti che in momenti diversi la consumano io vado in veranda a fumare una sigaretta mentre tutti si vestono e si preparano. Solitamente io sono la prima a uscire verso le sette seguita a ruota da mio marito e Veronica un quarto d’ora dopo, mi chiudo in bagno e sento mio marito che mi saluta e mi chiede se sono in ritardo gli rispondo no ho finito esco subito in realtà è quello che voglio. Avevo organizzato per uscire e rientrare dopo a prepararmi con calma ma fa freddo e sono pigra, anche Veronica si accorge del mio ritardo ma le dico che devo andare dal commercialista e non ho fretta di passare in ditta e pochi minuti dopo esce anche lei. Finalmente sono sola, ho poco più di un’ora prima che arrivi Elena la signora che fa i lavori, il tempo a mia disposizione è più che sufficiente ma ciondolo ancora un po’ ritorno in veranda e fumo un’altra sigaretta, sono evidentemente nervosa e scarico la tensione fumando. Vado in camera e rifaccio il letto cosa che di solito fa Elena, penso sia un modo per perdere tempo poi prendo le borse dove ho nascosto le cose da mettermi e le appoggio sul letto. Vado in bagno inizio a lavarmi con cura ascelle, viso e bidet mentre lavo il mio sesso con più cura del solito, sento uno strano piacere invadermi non indugio ma era la sensazione che dovevo sentire per trovare l’entusiasmo di cominciare. Mi lavo con cura anche il lato B non si sa mai e la cosa non mi dispiacerebbe per nulla se capitasse, mi asciugo e mi spalmo una crema corpo profumata per sentirmi meglio, controllo tra le gambe e non c’è traccia di peli l’estetista ha fatto un lavoro perfetto, passo una mano e sono morbida e setosa sensazione che mi da sicurezza. Nuda vado in camera e inizio dalle autoreggenti unica cosa che non avevo provato, sono lunghe abbastanza da non farmi i salsicciotti, cosa che odio, e abbastanza aderenti da non scivolare. Per me come tutte quelle non alte non è facile trovare la calza giusta ma le promesse della commessa si sono rivelate vere. Indosso il perizoma e il reggiseno e mi guardo nell’insieme e mi piaccio, i capezzoli si sono inturgiditi e spiccano come due chiodi dal reggiseno che mi spinge le tette verso l’alto e il centro creando un profondo solco tra i seni che la natura altrimenti non mi avrebbe dato. Metto il vestito che mi strizza il corpo rendendolo ancora più sexy mi piace ma mi rendo conto che sarebbe impossibile indossarlo da solo in pubblico. La lunghezza copre appena le balze delle autoreggenti che però segnate dal tessuto dell’abito mostrano addirittura i ricami in rilievo; i capezzoli ancora duri sembrano volerlo bucare e il contatto con il tessuto provoca un piacevole sfregamento che non aiuta a migliorare la situazione. Prendo dall’armadio uno scalda cuore nero e mi copro le spalle nude e il seno rendendo il tutto più normale. Guardo l’ora e si sono fatte le otto è tardissimo, ho poco più di mezz’ora corro in bagno tolgo lo scalda cuore ed inizio a truccarmi. Voglio un trucco leggero, ho interesse a disegnare bene la bocca con la matita in modo da dare volume alle labbra e allungare il taglio degli occhi. In altre parole voglio solo ritoccare i punti che mi piacciono meno del mio volto, metto il mio rossetto rosso scuro e mi sento pronta. Una bella spruzzata del mio profumo preferito e sono pronta rimetto lo scalda cuore, e salgo sui tacchi mi sento una figa. Faccio due passi e provo a sedermi sul bordo del letto, le balze delle autoreggenti si scoprono di quel tanto che bastano da essere sexy senza apparire volgare ma comunque non indossabili nel quotidiano. Metto solo un punto luce al collo e i cerchi in oro bianco alle orecchie, indosso i miei anelli e i braccialetti che porto solitamente, non indosso orologio cosa che odio e il mio inseparabile diamante alla narice. Le scarpe sono bellissime col tacco e la zeppa nero lucido si sposano a meraviglia col vestito mentre il grigio armonizza con borsa e soprabito. Guidare con dodici centimetri di tacco non è facile oltre che pericoloso quindi metto in un sacchetto un paio di scarpe più basse che mi permetteranno di guidare. Inizio a buttare tutto nella borsa, se pur capiente in un momento si riempie di mille cose, prendo dal comodino un lubrificante della durex sempre per il famoso non si sa mai, insieme a salviette umidificate perizoma e calze di scorta, dentifricio, spazzolino, profumo e altre cose inutili. Fermo i capelli in modo da scoprire le orecchie, indosso il soprabito che rende il tutto sportivo occhiali da sole e cappellino da baseball grigio con gli strass come le scarpe. Scendo veloce per non incontrare Elena e salgo in macchina mando un messaggio ad Alan per dirgli che parto ma devo ancora fare gasolio. L’appuntamento è per le 11 spero di arrivare in tempo gli scrivo, lui mi risponde vedrai che arrivi prima erano solo le 8.45 fare gasolio non mi piace cerco quindi un distributore col servizio, accosto e mi faccio fare il pieno, quando scendo per pagare col bancomat il ragazzo mi osserva lusingato e la cosa mi fa molto piacere. Se ho colpito la sua attenzione, vuol dire che sono aggiustata a puntino e mi mancavano i tacchi che avevo nascosto sotto il sedile, nonostante quelle che indossassi non fossero niente male mancavano dell’audacia che volevo esprimere. Audacia e non volgarità, il confine tra le due cose è sottile ma ero certa di non averlo sconfinato. Presi l’autostrada e percorsi buona parte del tragitto guidando veloce, dopo circa un’ora ero a pochi chilometri dall’arrivo ma un urgente bisogno di fare pipi mi aveva colta, una sosta all’autogrill era quanto mai necessaria. Probabilmente la tensione aveva influito sulla mia vescica che se pur vuota reclama un bagno. Parcheggio e prima di scendere rispondo ai tanti messaggi di Alan che istantaneamente risponde, iniziamo una chat, lo informo di dove sono e gli spiego le ragioni della mia sosta, lui mi tranquillizza e mi dice di fare con calma, si sta muovendo verso il casello ad aspettarmi e arriverà con abbondante anticipo. Scendo dall’auto indosso il soprabito che avevo riposto e metto il cappellino, cambio scarpe e con passo lento mi avvio verso l’ingresso, vado diretta in direzione dei bagni, dove finalmente mi sollevo dal bisogno. Le autoreggenti si sono rivelate comode sedersi in certi bagni è impossibile, mancava il gancio da appendere la borsa ed è stata un’acrobazia farla in quelle condizioni. Meno male che dalla borsa come un mago dal cilindro estraggo le salviette umidificate e riesco a lavarmi sentendomi tutto sommato a posto. Esco mi avvio verso lo specchio e verifico il trucco ravvivo il rossetto e nello stesso tempo sento le occhiate critiche di due donne che stavano facendo la mia stessa cosa, visto che ci sono mi sistemo anche le calze che si erano girate dandole le spalle e me ne vado sorridendo. Strano come le donne siano invidiose e notino situazioni che in fondo non le interessano minimamente. D’altro canto nessun uomo mi è sembrato avermi osservato con particolare attenzione salvo un gentile signore anziano che mi ha ceduto il passo all’uscita. Risalgo in auto e decido di non cambiare le scarpe, guiderò con attenzione ma non posso cambiarle davanti ad Alan farei la figura della scema, effettivamente si guida male e non si cammina molto meglio, però quei dodici centimetri oltre a piacere tanto agli uomini mi permetteranno di non apparire nana al cospetto di Alan che è molto alto.
Percorro gli ultimi chilometri con la testa piena di pensieri, è come stessi dimenticando qualcosa, vedo una piazzola di sosta, ho capito cosa ho dimenticato: chiamare mio marito. Prendo il cellulare e lo sento, lui è indaffarato, io gli ricordo che sto andando dal commercialista e ci sentiremo solo nel tardo pomeriggio, mi ricorda quanto gli sia piaciuto il pompino della sera prima e sottolinea che stasera avrebbe pensato a me. Gli dissi che stasera non era il caso abbiamo tempo prima di sabato giorno che lui ben sapeva, mi sarebbe venuto il ciclo. Prendo la pillola per una serie di motivi da molti anni e uno dei vantaggi indiscussi sono cicli precisi, brevi e poco fastidiosi. Lo svantaggio che maggiormente preoccupa, il calo del desiderio su di me non aveva avuto effetti particolari, mentre la riduzione della lubrificazione era stata ben accetta visto che ho sempre avuto il problema contrario. Approfitto della sosta e chiamo anche mia madre, tanto Alan aspetta, mettendomi al riparo dalle telefonate inopportune alla situazione che andavo affrontando e per maggior sicurezza misi il cellulare in silenzioso. Riparto non so esattamente quanto ma sono certa che manca poco difatti il cartello indica la manciata di chilometri che mi separano dal casello. Vengo presa dall’ansia minuto dopo minuto mi sento tutte le sensazioni del mondo attraversarmi compresa la paura, rimetto gli occhiali da sole inutili per la giornata ma utilissimi per nascondere l’insicurezza che scaturiva dai miei occhi. Penso di rimettere il soprabito per scendere ma desidero farmi vedere in modo più sensuale e voglio anche giocare a provocarlo. Metto anche il cappellino che mi da un’aspetto giovane e sbarazzino in contrasto con il resto dell’abbigliamento, mi fermo al casello e pago col bancomat in attesa che l’operazione venga processata vedo la jeep di Alan parcheggiata in uno spiazzo. Come la sbarra si apre Alan mi fa un segno con le luci e mi dirigo dritto verso di lui parcheggiando l’auto muso contro muso, lui scende attende che spengo il motore e mi apre la portiera con un gesto cavalleresco che mi ha colpito. Scendo mentre la sua mano mi tiene per un braccio come per aiutarmi, sono incurante del vestito che mi copra o no le calze ma noto il suo sguardo fermarsi per un istante in quel punto. Era impossibile non si fosse scoperta la balza, gli sorrido e gli dico un semplice ciao mentre tiro il vestito verso il basso a coprire le calze, lui con voce ferma mi dice sei proprio bella e mi sento estremamente gratificata. Avvicina le sue labbra alle mie ma senza contatto io dischiudo le mie e le nostre lingue si assaporano regalandomi un’eccitazione forte, restiamo così per alcuni secondi poi mi ricorda che non è il posto adatto ha tutte le ragioni del mondo. Io avrei continuato all’infinito e lui si accorse del trasporto, raccolsi il soprabito e la borsa chiusi la macchina e salii sulla sua. Prima di avviare il motore si girò verso di me e mi accarezzò le gambe risalendo fino alla balza delle autoreggenti, io scivolai sul sedile e dischiusi le gambe lasciandogli intendere che poteva continuare lui disse maliziosamente: dai andiamo e partì. Indossava una camicia bianca e un paio di jeans, scarpe sportive ed un giubbotto in pelle era tremendamente sexy, un profumo di sandalo e patchouli che inebriava l’abitacolo era irresistibile lo sapeva e gli piaceva temporeggiare voleva vedere il desiderio dipinto sui miei occhi ma non mi ero ancora tolta gli occhiali. Mi propose un caffè prima di andare nel bel posto come lo chiamava lui, accettai mentre guidava gli chiesi se potevo togliere la cintura disse di farmela passare dietro e riagganciarla altrimenti suonava. Lo feci e mi avvicinai a lui volevo stargli vicino, gli slacciai due bottoni della camicia e gli accarezzai i pettorali gli passai le unghie come a graffiarlo molto delicatamente e gli toccai i capezzoli. Lui si limitò a un’attenta con quelle unghie gli risposi che sapevo che non dovevo lasciargli segni poi con la lingua mi avvicinai al suo orecchio e lo esplorai a fondo la cosa gli fu molto gradita tanto che mi disse che glielo facevo scoppiare, scesi con tono di sfida verso il suo pene e quando ero, lì per toccarlo gli passai una mano leggera come a sfiorarlo dicendogli dopo il caffè. Adesso eravamo pari nel gioco della seduzione, almeno sapeva che anch’io avevo lo spirito e gli strumenti per farlo impazzire lasciandolo nell’attesa, dove credo risieda il vero piacere. Poco dopo arriviamo al bar lungo una statale, lui lo conosceva poiché era in confidenza col titolare, gli dice ci sediamo e portaci due caffè mi chiese se volessi altro e rifiutai poi aggiunsi un bicchiere di acqua. Avevo messo il soprabito tolto il cappellino e gli occhiali che erano nella sua macchina, finalmente ci guardavamo negli occhi e parlammo dei mesi precedenti, delle sensazioni delle paure e del desiderio. Parlammo tanto e passò almeno un quarto d’ora poi una chiamata sul suo cellulare c’interruppe roba di lavoro ma taglio corto quando ebbe finito mi chiese andiamo nel bel posto….. Gli risposi si non vedo l’ora lui mi disse solo come lo dici me lo fai diventare duro io gli sorrisi e gli dissi speriamo non solo per quello. Ci alzammo e andammo fuori, lui mi chiese vuoi fumare? Gli risposi di si e ci accendemmo una sigaretta a ridosso della sua auto. Parlammo ancora e ogni imbarazzo era completamente svanito, sembrava ci conoscessimo da sempre e fu una sensazione bellissima. Poi salimmo in macchina e ci baciammo con passione, con una mano percorse il mio corpo mentre con l’altra mi accarezzava i capelli, io risposi alle sue carezze mettendogli una mano sopra la patta dei pantaloni e iniziando ad accarezzare il suo membro. Lui si staccò dalla mia bocca e avviò l’automobile io rimasi con la mano impegnata e iniziai ad armeggiare con la cintura per slacciarlo, passai ai bottoni e sorpresa non aveva gli slip. Il suo cazzo guizzò fuori e sorpresa delle sorprese era bellissimo, tremendamente scuro e lungo non esageratamente grosso ma veramente lungo con un colpo morbido ma deciso gli scoprii il prepuzio lasciando la sua cappella violacea esposta al mio sguardo. Mi chinai su di lui e lo feci entrare nella mia bocca, apprezzò molto tanto che emise un gemito di piacere, lo succhiai avida e a ritmo veloce per almeno un minuto poi mi staccai di colpo e mi misi seduta. Ridendo gli dissi continuo dopo lui rispose si tanto tra poco siamo arrivati, rimisi il suo cazzo nei jeans e gli allacciai il bottone della cinta, mentre guidava continuai ad accarezzare il suo corpo specialmente i tronco dove potevo gustarmi i suoi muscoli tesi. Pensavo preoccupata al suo cazzo, ma non volli dirgli nulla non ho mai avuto la sensazione che la misura conti sul piano fisico, ma sul piano visivo e mentale è stupendo. Mio marito stesso è ben messo ma non lungo così, Alan non parlava si godeva le mie carezze e si contorceva quando le mie unghie gli sfioravano il petto feci lo stesso sugli addominali provocandogli anche li una reazione. Arrivammo fuori da una ditta, col telecomando appeso a un grosso mazzo di chiavi, aprì il cancello ed entrammo all’interno. Non aveva un’aria abbandonata ma sicuramente si capiva che non vi lavorava nessuno, parcheggiammo di fronte al capannone quando Alan mi disse scendiamo. Ero tentata da fargli domande, il posto non mi sembrava sicuro, vi erano mezzi recenti parcheggiati nel capannone e varia attrezzature sembrava più un deposito che da un momento all’altro qualcuno poteva utilizzare. La cosa mi spaventava da un lato ma mi eccitava dall’altro, in fondo l’essere scoperti era un problema più suo che mio, seguii Alan attraverso un paio di porte chiuse a chiave salimmo dei gradini un ultima porta ed eravamo in quello che erano uffici richiuse ogni porta che varcammo fino ad arrivare all’ultima stanza in realtà un salone dove probabilmente avvenivano le riunioni. Entrando notai per prima cosa il caldo un condizionatore stava girando producendo calore, secondo notai l’assenza di polvere e tutto sommato un profumo di fresco non volli chiedere mentre mi guardavo attorno. Alan mi chiese ti piace risposi di si e fu lui a spiegarmi che nessuno sarebbe venuto, capitasse anche nessuno entrerebbe nei vecchi uffici. Il riscaldamento l’aveva acceso lui e la settimana precedente aveva mandato a farlo pulire. Andai verso il grande tavolo appoggiai la borsa, tolsi il soprabito, lo appesi all’appendiabiti e mi tolsi il copri spalle. Alan fece lo stesso e mi venne di fronte mi ammirò come un bambino guarda una caramella e mi disse solo che ero figa, nel mentre mi gira e abbassa la zip del vestito, contemporaneamente porto il bordo elasticizzato del vestito sotto la linea del seno per facilitarne lo scivolamento. Azione che Alan fa portandolo delicatamente ai miei piedi mentre mi sovrasta da dietro, sento le sue labbra baciarmi le spalle e poi spostando i capelli si appoggiano sul collo. Mi gira e nota stupito il mio seno parzialmente scoperto, ero imbarazzata per quel reggiseno così fuori dal comune, gli chiesi se le piaceva e lui mi confermò che lo faceva impazzire. Mi baciò la bocca mentre tra pollice e indice mi torturava i capezzoli, poi scese con la bocca sul seno e lo baciò e succhiò con grande maestria, le sue mani continuavano ad accarezzarmi il corpo senza però esplorare il mio sesso. Quella situazione mi aveva fortemente eccitata e desideravo essere scopata quanto prima, sentivo la mia figa bagnarsi e dischiudersi ed ero curiosa di sentirlo dentro di me per via delle dimensioni. Cercavo con le mani i suoi jeans e di liberarlo in modo che potessi avvicinarlo alla mia figa poi avrebbe fatto lui il resto. Aveva sicuramente capito le mie intenzioni per tanto mi disse: adesso riprendi da dove ti sei fermata, sorrise e si staccò da me mi condusse pochi passi di fronte al divanetto. Ora eravamo sopra un tappeto che secondo me non centrava nulla con il resto dell’ambiente, prese il cuscino lo buttò sul tappeto e mi fece inginocchiare. Lo assecondai non era la prima volta che facevo un pompino in ginocchio, lui si scalzo le scarpe e le calze a cui diede un calcio per allontanarle e si mise dritto davanti a me. Praticamente ero comoda e la cosa non mi dispiaceva affatto, avevo tanta voglia di scopare ma se quello era il gioco che voleva ero contenta di farlo. Con calma raduno i capelli in una coda morbida che si andava sciogliendo, sistemo il reggiseno perdendo secondi e aumentando la sua impazienza, poi con calma e guardandolo negli occhi gli faccio scendere i jeans mentre lui finisce di slacciarsi la camicia. Pochi istanti dopo è completamente nudo, un fisico scolpito e con pochi peli, i testicoli sono completamente depilati ed ha solo un ciuffo di peli all’estremità dell’inguine. Lo accarezzo e temporeggio per aumentargli la tensione, non di certo quella del cazzo che è duro come marmo, d’un tratto mi dice: fammi sentire quanto sei troia. Io gli rispondo solo si, in quella risposta c’è l’autorizzazione a chiamarmi come vuole io non disdegno parole forti o gesti decisi in quei frangenti. Mi ero rialzata, in piedi di fronte a lui iniziando a segarlo forte, mentre la mia mano scorre decisa mi passo la lingua sulle labbra, lascio trasparire le mie intenzioni di volerlo succhiare ma voglio che sia Alan a decidere il momento. Sento le sue mani sulle spalle che mi spingono verso il basso inducendomi a inginocchiarmi di nuovo, eseguo senza indugi assumendo quella posizione che so, essere molto gradita agli uomini. Il senso di dominazione che l’uomo esercita in quella posizione è da me molto gradito, anche se credo sia la donna che in quel momento esercita il potere. Io posso decidere il ritmo, la profondità e come stimolarlo alternando vari giochi con la lingua. Tutto questo non sembra essere molto gradito, sento continuamente la pressione della sua mano sulla mia testa che m’invita, ho meglio mi costringe a riceverlo in bocca profondamente. Cerco con le mani di frenare il suo impeto spingendo sul suo bacino, mentre lui affonda il suo cazzo il più profondamente possibile nella mia gola, mi provoca diversi conati e solo in quei momenti si ritrae leggermente. Non sono io a fargli un pompino ma è lui che in sostanza sta scopando la mia bocca, questa pratica non mi è nuova ma era sempre stata un momento della fellatio e mai un’azione continua. Mi sento usata, sono completamente alla sua mercé una sensazione forte che però mi piace. La mia figa è fradicia di umori, sento il ventre che pulsa e le grandi labbra gonfie, il perizoma sembra accarezzarmi e contribuire al mio eccitamento. Alan continua imperterrito, a volte lo sento pulsare, spero che venga ma niente cerco il suo sguardo che ricambia appagato ma è concentrato a resistere. Ormai sono diversi minuti che mi sta sconquassando la bocca, io non ne posso più e sono costretta a sottrarmi energicamente. La mia mandibola è dolente, la salivazione azzerata e perfino la lingua mi fa male. Non gli dico nulla ma il gesto è eloquente, probabilmente si era già reso conto da un pezzo che ero al limite, lui sorride soddisfatto nel mentre faccio una pausa. Lo masturbo con forza mentre con una mano gli sorreggo i testicoli, con le unghie esercito una leggera pressione come a conficcarle nella pelle ma stando molto attenta a non fargli male. Ora lui è remissivo e mi lascia fare, inizio a leccargli la cappella e lentamente lo accolgo nella mia bocca, la succhio comodamente mentre continuo con la mano a segarlo. Continuo per un tempo lunghissimo, ogni tanto lo faccio scendere in profondità ma mantengo io il controllo sento le sue pulsazioni e sono certa che l’orgasmo è imminente. Vedo la smorfia stampata sul suo viso e le sue labbra che pronunciano: vengo…. Finalmente sento il suo sperma fiottare nella mia bocca, lui trema e urla di piacere mentre con il suo seme in bocca continuo a succhiare. Non capisco quanto sia venuto ma ho come la sensazione che non sia molto, il suo sperma ha un buon sapore, ma la situazione necessita di uno gesto forte. Mi tiro su dal tappeto mi siedo sul divanetto ed inghiotto davanti al suo sguardo compiaciuto. Un gesto che ogni volta che ho eseguito mi ha sempre fatto sentire come se si stesse siglando un patto d’amore, questa volta non era così volevo solo porre l’accento su quanto fossi la sua troia. Ritornai sul suo cazzo e lo leccai per ripulirlo, speravo anche che la sua erezione non svanisse del tutto e che avesse l’energia per scoparmi a dovere. Alan mi sfilò il perizoma facendolo scendere fino alle caviglie, poi con dolcezza mi spinse a sedermi sul divano e s’inginocchiò, la mia figa era in balia del suo sguardo mentre faceva passare il perizoma attraverso le scarpe portandoselo al naso. Ero bagnata quindi il mio perizoma non poteva essere da meno, Alan mi disse che avevo un buon odore e scherzando sottolineò che era meglio stenderlo ad asciugare. Le sue mani risalirono le mie cosce mentre con la bocca mi baciava le gambe, scivolai sul divano in modo di andare in contro alla sua bocca fino a quando la sua lingua non incontrò il mio sesso. Mi baciava e leccava sempre più forte mentre con un dito cercava il mio clitoride, nonostante fosse gonfio dall’eccitazione trovò a fatica il punto migliore per strofinarlo tanto che l’aiutai nella ricerca. La sua lingua mi penetrava sempre più in profondità mentre il suo dito mi torturava in modo sublime. Alzai e divaricai le gambe formando una V, in certi momenti trovo eccitante soffermarmi sulla mia figura, non so dire il perché ma mi stimola di più ammirare me stessa che i suoi muscoli disegnati. Gli chiedo di scoparmi ho voglia di godere e sentirmi penetrata contemporaneamente. Allungo una mano cercando il suo cazzo che non trovo per via della distanza, penso che non sia ancora pronto e non insisto. Il mio respiro aumenta d’intensità e sono ormai sul punto di venire, ma ho bisogno che il suo dito aumenti la pressione, inarco il bacino come a spingere mentre gli chiedo di essere più forte. Il primo orgasmo non lo raggiungo mai con facilità, ho bisogno di arrivare vicino a quella linea sottile che separa il dolore dal piacere, poi i successivi arriveranno più facilmente quasi a comando e li gestirò in base al piacere che la penetrazione mi darà. Alan stacca la sua bocca dalla mia figa e con l’altra mano inizia a massaggiarmi il sedere, sento un dito insinuarsi verso il mio ano descrivendo cerchi per terminare con una pressione che si concentra sull’orifizio. Il suo sguardo nei miei occhi a cercare un consenso che gli concedo con un mugolio sincronizzato alla pressione che esercita. Sposto la sua mano dal mio clitoride sostituendola con la mia e inizio a masturbarlo con un vigore che sicuramente Alan non avrebbe mai osato. Il suo dito è impegnato attraverso un andirivieni nel mio ano regalandomi una sensazione di possedimento che m’inebria. Alan risale con un ginocchio i divano e avvicina la sua cappella alla mia bocca, lui non lo sa ma adoro godere così, mi piace immaginare diversi cazzi che mi possiedono in quel momento. In pochi istanti sento salire un piacere devastante e mi abbandono urlando al piacere. Vengo travolta da un piacere intenso che soffoco affondando il suo cazzo nella mia gola, mi abbandono e piano piano ritorno alla normalità. Alan abbandona il mio ano e sfila il suo cazzo dalla mia bocca, avvicina la sua bocca alla mia e baciandomi mi chiede di farlo scopare. Il divano è troppo piccolo per farlo e penso voglia farmi ricadere sul tappeto, non voglio prendere iniziative voglio sia lui a condurmi e prendermi. Mi fa alzare, barcollo sui tacchi non ho un muscolo che non sia stato logorato dal piacere, prende il mio posto sedendosi sul divano e m’ invita a salire sopra di lui con le ginocchia sulla seduta. Erano mesi che aspettavo il momento e di sicuro non mi aspettavo un cazzo così gli raccomando di fare piano e lui ridendo mi dice: sei sopra decidi tu quanto prenderne, penso che ha ragione e tra poco lo saprò. Con una mano lo guido fino alle grandi labbra e poi lo faccio scivolare dentro, risistemo le labbra per non farmele pizzicare e sprofondo completamente. Non pensavo che sarebbe stato così facile anche se in realtà ho avuto uomini dotati forse un po’ meno anzi sicuramente meno ma non molto. Mio marito stesso non è male ed il paragone è fuori luogo ma ogni uomo è diverso non tanto per le misure tanto per come si muove ed Alan è bravissimo forse il più bravo con il quale abbia mai scopato. Mi chiede se deve usare attenzioni e gli rispondo che può stare tranquillo, continua a scoparmi senza sosta e nonostante io sia sopra è lui che fa buona parte della fatica, La sua bocca sui miei seni mi fa impazzire e il suo pollice premuto sul mio clitoride mi libera un secondo orgasmo lui osserva fiero e pochi minuti ho il terzo. Lui non conosce questa mia caratteristica e pensa sicuramente che sia merito solo suo di questo susseguirsi ravvicinato di orgasmi. Io posso godere ancora, anche se mi sento completamente soddisfatta e penso sia il caso di concentrarmi su di lui e farlo venire. Cambiamo posizione, ora sono a pecorina sul divano e lui da dietro mi scopa senza incertezze, le sue spinte per via della posizione sono meno profonde ma le sento stupendamente anzi sono più sicura e partecipo con maggior energia. Abbiamo una sintonia insolita per essere la prima volta, forse è quella strana reazione chimica che ho avuto la prima volta che l’ho visto ma fatto sta che è bellissimo. La mia lubrificazione avrebbe dovuto venir meno ma la tremenda eccitazione che sto ancora provando mi fa ancora bagnare in modo insperato. Sento le contrazioni che precedono l’orgasmo senza toccarmi il clitoride, sarebbe la prima volta che vengo vaginalmente, purtroppo non accade, credo però che mai sono andata così vicino. Aspetto per toccarmi i segnali della sua venuta in modo di provare a godere insieme, Alan non da segni di cedimento e riprende a giocare col mio ano, il dito entra senza problemi facendomi sentire ancora più piena. Alan mi chiede se mi piace alludendo al sedere e gli rispondo di si, ribatte che dopo mi prenderà anche li, più che la sua intenzione mi stupisce il dopo e dove trovi tanta energia. In passato ho avuto uomini che venivano più volte nell’arco di una notte o di un giorno passato assieme, mai nessuno di fila come sembra voler fare. Il dopo che aveva pronunciato riferendosi all’anale lo intendeva dopo essermi venuto dentro tanto che l’aveva addirittura sottolineato. Penso che non riuscirà ma poco importa, l’anale per me non è così importante. Mi piace perché piace a lui, ma non ricevo particolari sensazioni anzi se non presto la dovuta attenzione finisco anche per soffrirne. Questo è uno dei principali motivi per cui tra me e mio marito questo genere di rapporto, è poco praticato. Meglio dire non lo ricerca più come ai primi tempi della nostra relazione, dove era un passaggio quasi obbligato. Passò un tempo lunghissimo ed ero ancora a pecorina quando Alan mi chiese di cambiare posizione per la terza volta. Si sfilò da me e mi aiutò a tirarmi su ero distrutta, mi fece sedere sul tavolo e rientrò dentro di me con un sol colpo. I pochi istanti di pausa e la stanchezza avevano rilassato le mie pareti interne chiudendomi a lui, la cosa non fu per niente piacevole e mi provocò un’intenso dolore. Alan continuava a scopare, mentre io ero stanca e non partecipavo più alle sue spinte, ero certa che era al limite i suoi occhi non mentivano, presi tutte le mie forze e tornai sul clitoride. I miei occhi erano fissi dentro i suoi mentre con movimenti energici mi strofinavo sentendo crescere in me il piacere. Le sue mani mi tenevano ferma, mentre diminuendo il ritmo mi dava spinte profondissime arrivando a farsi sentire dolorosamente. Le nostre lingue s’incontravano mentre le nostre labbra non si toccavano, questa sensazione stupenda contrastava col dolore che iniziavo a provare e mi faceva sentire troia come non mi ero mai sentita. Alan m’incita nuovamente a godere chiamandomi per l’ennesima volta: “la sua troia” e finalmente godo per la quinta volta. Godo di un’orgasmo intenso come il primo, un’altra cosa insolita di quella stupenda giornata, probabilmente sono venuta in anticipo rispetto a quanto lui desiderava e mentre il mio orgasmo va sciamando Alan mi viene dentro. Pochi istanti e saremmo stati sincronizzati perfettamente ma non è così importante. Io sono super appagata ed accolgo felice il seme di Alan che dovrebbe decretare la fine della maratona al quale la mia figa è stata sottoposta. Alan è ancora dentro di me che con colpi leggeri cerca di fare uscire le ultime gocce di sperma, sento il suo corpo rilassarsi e lo bacio con tenerezza. Lui mi dice di volermi bene, io non sono stupita perché sento qualcosa di simile, ok non è amore ma qualcosa di più che due che si divertono attratti dai propri corpi. Troppa passione ci ha colti entrambi ed ora ci godiamo questo momento magico. Lui esce da me e va verso il bagno, io distrutta nel vero senso della parola mi alzo dal tavolo e vado verso il divano, dimentico di essere piena del suo seme che mi cola lungo le gambe sporcandomi le calze. Prendo la borsa e mi lascio andare sul divano, non riesco a chiudere le gambe per la prolungata posizione, per prima cosa prendo il cellulare e verifico che non ci sono chiamate. La cosa mi rilassa moltissimo, guardo l’ora e sono le 14 due ore che facciamo sesso sembra volato il tempo. Prendo delle salviette e dei fazzoletti e senza nemmeno la forza di guardare incomincio a pulirmi meccanicamente, continua a uscirmi sperma decido di mettere un fazzolettino di carta piegato tra le labbra a mo di tampone e voglio lasciarmi andare a un minuto di pace e sentirmi il battito dl cuore pulsare. Alan è ancora in bagno e non accenna a ritornare, quando verrà da me sarà il mio turno per andarmi a lavare. Dopo alcuni minuti ritorna, cammina scalzo e indossa solo la camicia, è bellissimo, il suo cazzo ciondola ed è lungo anche senza erezione. Il salone è surriscaldato e ho sete, ad essere sincere anche fame vista l’ora, chiedo ad Alan se esiste qualcosa da bere e va nell’altra stanza a prendere una bottiglia d’acqua, beviamo assieme e ridiamo della situazione. Mi chiede se voglio andare a mangiare qualcosa ma gli dico che ritorno a casa, lui mi dice che è presto e vuole stare ancora con me, prendo la borsa raccolgo i vestiti e mi avvio verso il bagno. Alan mi segue e mi mostra il bagno, appena apro la porta sento la differenza di temperatura e ho un brivido, ridendo mi dice non abbiamo acqua calda però c’è il bidet è un asciugamano. Mi rimetto il copri spalle ma sono praticamente nuda, non fa freddissimo ma stavo meglio nell’altra stanza, mi siedo sul water e faccio pipi vedo le ultime gocce di Alan abbandonare il mio corpo. Lui continua a osservarmi, non sento alcun imbarazzo, mentre penso che a lui piaccia guardarmi. Passo sul bidet e lavarsi con l’acqua fredda non è piacevole, la mia figa è gonfia e arrossata per lo sfregamento, il freddo dell’acqua ha il potere di decongestionare ma mi vengono i brividi. Mi asciugo e noto Alan avere un’accenno di erezione, sorridendo per la situazione gli chiedo che intenzioni avesse, lui mi risponde andiamo di la poi vediamo….. Ripeto che sono a pezzi e che non ho molto tempo considerando il viaggio per rientrare, lui insiste e io non sono di certo in grado di dirgli di no. Nonostante sia esausta mi piace un mondo anche solo stargli vicina, parlargli e giocare come stiamo facendo adesso. Insisto perché mi faccia sistemare prima, mi guardo lo specchio e sono un disastro. I capelli sono disordinati e la piega della sera prima è andata a farsi benedire, il trucco è sbavato e ho macchie sul viso e gli occhi, le labbra sono prive di rossetto mentre il contorno disegnato con la matita si è salvato a tratti lasciando un tratteggio indefinito che mi rende inguardabile. Cerco il fermacapelli ma non lo trovo, mando Alan a cercarlo di la mentre cerco di risistemare un po’ il trucco. Ritorna l’ha trovato era sul divano, posso pettinarmi e fermare i capelli, non mi sento a posto ma decisamente meglio di prima. Alan mi prende da dietro nel mentre cercavo il perizoma nella borsa, vuole impedirmi di vestirmi e mi vuole riportare al caldo come dice lui. Ho ben chiaro cosa voglia da me, prima era stato chiaro in merito al mio culo, la cosa in se e per se non mi entusiasma ma penso che sottraendomi rovinerei la poesia che c’è stata tra noi. A scanso di equivoci prendo il lubrificante dalla borsa e glielo mostro, lui resta per un’istante basito e poi entusiasta mi dice che era sicuro che lo desideravo. Vorrei spiegargli che non è proprio così, semplicemente che l’anale lo gradisco a patto che non sia doloroso, e come i pompini li faccio per il piacere dell’uomo e non per il mio. Al massimo ricevo un piacere psicologico a farlo, proprio per quello ho anticipato le sue intenzioni mettendolo di fronte alla situazione. Come dirgli io sono pronta, anzi l’avevo considerato a priori vediamo ora cosa sei capace di fare. Penso che per l’uomo sia un’ottimo stimolo trovarsi di fronte una donna preparata, non bisogna solo esagerare per non ferire l’ego maschile. Lui cambia discorso per rendere tutto più naturale ed ironizza sul mio rossetto, l’hai messo di nuovo mi dice mentre mi accompagna nella stanza. Sentirsi belle e attraenti ti da sicurezza, ovvio che Alan non lo conosco come si deve e questo spiega la mia ricerca di perfezione però gli rispondo: “ mi sembra che la mia bocca ti sia piaciuta “. Mentre lo dico scendo piegando la schiena a cercare il suo cazzo, senza indugiare lo succhio cercando di farlo entrare il più possibile. Ormai ho capito come gli piace e a essere sincere è anche più semplice che inventarsi mille giochi con le labbra e la lingua. Lo sento duro e la cosa mi rende orgogliosa, mi stacco e ci baciamo ma non smetto di menarglielo per mantenerlo eretto. Prendo il gel della durex e lo spremo direttamente sul suo cazzo, poi lo spremo abbondante sulle mie dita e lo spalmo sul mio clitoride scendendo poi sulle labbra, ne spremo altro e mi umetto per bene l’ano. E’ la prima volta che faccio una scena così di fronte un’uomo che non sia mio marito. Mi sento che la mia determinazione lo stupisce, anche se gestisce il tutto come il più consumato degli amanti. Come ho scritto prima ho avuto diversi uomini tra i due matrimoni ma mai nessuno come Alan, sicuramente il più figo della mia vita ma soprattutto il più tosto. Nonostante sia molto più giovane, in assoluto il più giovane rispetto alla mia età con cui sia mai stata, è anche il più forte dal punto di vista caratteriale. Mi ha portata in una dimensione speciale fatta di sensazioni che si sommano tra loro che posso sintetizzare semplicemente con donna, mi sta facendo sentire donna come mai nessuno sia riuscito. Alan mi sospinge di nuovo sul divano per l’ennesima volta, ricado e riassumo la posizione precedente come conoscessi a memoria il divano. Sento il suo cazzo strofinare le mie natiche e insinuarsi, il gel lo fa scivolare senza alcun attrito in un attimo è nella figa che l’accoglie senza difficoltà. Mi piace ancora, in altre condizioni avrei già spento i sensi e l’avrei lasciato scorrere meccanicamente, cerco di assaporare ogni spinta e mi ritrovo eccitata come prima. Il suo ritmo aumenta e stiamo scopando con la stessa intensità di prima, una cosa talmente bella che ritorno a cercare il mio clitoride. Sento fastidio, quasi dolore nel toccarlo ma la voglia ha come preso il sopravvento su tutto. Alan si accorge e mi sprona a godere, trascorre un tempo indeterminato dove voglia e dolore lasciano il posto a dolore e piacere per poi sfociare in un altro orgasmo, non trattengo le urla ma le rafforzo godendo fortissimo. Talmente sono presa e quasi non mi accorgo che Alan è uscito da me e sta gia premendo la sua cappella contro il mio ano. Sento la mia figa quasi insensibile tanto è stata tormentata, l’unica cosa ancora viva è il mio clitoride e ripunto su di lui, voglio godere ancora e ancora. Sento la cappella spingere ritrarsi e subito un dito penetrarmi ritrarsi e lasciare il posto alla cappella, questo avviene più volte fino a quando la cappella inizia a entrare. Io non mi lamento e lo lascio armeggiare, è sicuramente bravo, le sue penetrazioni sono costanti e mai brusche, mi sento sicura di lui e la cosa mi permette di rilassarmi completamente. In passato non avevo mai provato una sensazione di fiducia tale, nemmeno mio marito che ho sempre considerato il migliore a letto degli uomini che avevo avuto era ben lontano da Alan. Sento il suo cazzo farsi strada nel mio retto sempre più profondamente, scivola senza particolare difficoltà fino alla curva del mio intestino. Sento la pressione cieca e gli dico di non andare oltre, lui mi tranquillizza dicendomi che è tutto dentro, non pensavo di riuscire a prenderlo tutto e non mi dispiace scoprirmi così capace. Sentirsi così posseduta è bellissimo, sono costretta a non muovermi sento tutti i muscoli del corpo tesi nel tentativo di tenere quella posizione che permette ad Alan di scoparmi senza grosso fastidio per me. Sento crescere in me la voglia di godere, non ho smesso per un istante di torturarmi il clitoride e ho l’ennesimo orgasmo. Alan è stupito mi dice che sono incredibile ma non rispondo, non ragiono e sono in un’altra dimensione. Non ho mai parlato con nessuno del mio essere multi orgasmica ma ho letto in merito e mi sono informata, non è poi una cosa così inusuale. Ho letto di donne che hanno decine di orgasmi in rapida successione, non è il mio caso anche se fino a quel momento avevo goduto un numero di volte superiore al mio solito. Del resto non avevo mai fatto sesso per un periodo così lungo praticamente senza soste, quindi nemmeno io sapevo fino a quanto avrei goduto. Penso sia meglio non toccarsi più per evitare di rovinarmi, ho già superato da un pezzo quella che si potrebbe definire infiammazione, ero già entrata nella fase bruciore. Allungo la mia mano e parto alla ricerca dei suoi testicoli, mi piace graffiarli, strizzarli e accarezzarli con decisione ovviamente senza arrecare dolore. Sono conscia di quanto siano delicati e sensibili, lui apprezza queste coccole particolari, io spero l’aiuti a venire. Non so da quanto sia in me ma di sicuro troppo per il mio standard, la sua presenza inizia a essere fastidiosa e io voglio essere liberata da quella posizione. Solo il suo orgasmo gli farà porre fine alla sua azione, gli chiedo esplicitamente di sborrare, agli uomini piace sentirselo chiedere mentre con la mano accompagno i suoi testicoli. Lui mi garantisce che sta per venire ma sono già diversi minuti che lo ripete, non insisto per non creargli ansia ma sono al limite della sopportazione. Passano altri minuti prima che finalmente viene, accompagna l’orgasmo con un lamento penso si sia sforzato troppo. Si ritrae immediatamente dal mio ano accasciandosi sul tappeto mentre mi dice che l’ho ammazzato, cosa dovrei dire io ribatto, e sfociamo in una risata dolce. Sento il mio culo aperto e sono senza controllo del muscolo, vorrei contrarre ma non riesco mi tiro su e mi avvio in bagno tenendo un fazzoletto di carta premuto. Resto seduta diversi minuti sul water prima di espellere quel mix di sperma e gel, sento il mio ano chiudersi e lentamente riprendo sensibilità. Ho lasciato Alan senza dirgli nulla e senza scambiare nessuna effusione ma credo di essere ampiamente giustificata, non mi lavo e ritorno da Alan che seduto sul divano ha gli occhi chiusi, prendo tutte le mie cose lo bacio e gli dico che vado a rivestirmi lui pronuncia un va bene è tardi. Ritorno in bagno mi lavo, mi rivesto e mi metto a posto il trucco alla velocità della luce, guardo il cellulare sono quasi le quattro quindi quasi quattro ore che facciamo sesso. Mai nessun uomo mi aveva posseduta così a lungo e così bene, esco e lascio il bagno libero. Alan molto velocemente si lava e si cambia la camicia indossando una maglia di cotone a maniche lunghe nera. Chissà dove era penso io mentre gli faccio notare che la sua camicia bianca aveva segni del mio trucco quindi doveva andare in lavanderia e non a casa. Lui dice di averlo visto e che era attento a quei dettagli. Io non gli chiesi niente ma avevo la netta sensazione che non ero la prima che portava li. Alan guarda il cellulare e dice sono rovinato ho un mucchio di chiamate non risposte, penso l’avesse messo in modalità offline o silenzioso mentre a me nessuno mi aveva cercata, la cosa mi diede infinità tranquillità. Ora era semplicemente questione di andare, appena sarei salita sulla mia auto tutto era a posto, sono quei pensieri che si fanno quando non si è al proprio posto e si pensa che basta arrivare a essere sola perché tutto sia come non accaduto. Alan mi accompagna giù dalle scale dopo aver spento tutto e rimesso a posto se così si può dire quel poco che c’era, salgo veloce sulla sua auto come per non essere vista ma nessuno potrebbe vederci. Abbiamo entrambi fretta di andare e non sentiamo il bisogno di perderci in chiacchiere, parliamo di come siamo stati ma sembriamo due che parlano del più e del meno. In una decina di minuti arriviamo dove avevo parcheggiato, vicino al casello, Alan spegne il motore ma io apro la portiera, mi chiede di aspettare sembra che scappi mi dice… In realtà non so il perché volevo andare, Alan mi dice che mi vuole rivedere io resto vaga, gli rispondo che ci teniamo in contatto e poi si vedrà. Io posso solo dirgli che sono stata benissimo, lui non insiste probabilmente sente quello che sento io. Scende e mi viene in contro dall’altro lato della macchina, fumiamoci una sigaretta mi dice effettivamente non abbiamo nemmeno fumato presi dalla fretta di andare. Accetto volentieri e dopo la prima boccata mi sento come calmata da un qualcosa che mi stava prendendo senza un perché. Alan mi bacia e io ricambio mi sussurra quanto sono stata brava e mi accarezza il sedere, finiamo di fumare gli do l’ultimo bacio e salgo in auto. Rientro in autostrada, guardo l’ora e se tutto va bene alle 18 sarò a casa, non mi sono cambiata le scarpe ma fa niente non ho intenzione di guidare veloce. Sento il bisogno di sentire mio marito, impossibile non avere sensi di colpa anche se quello che sento è diverso. Penso che il termine giusto sia paura, lo chiamo senza esitazione mettendo il vivavoce. Lui risponde dopo un po’ mi chiede dove sono e gli dico che sto rientrando dal commercialista, gli dico che ho intenzione di andare a casa presto e che sono stanchissima. Tony mi dice che non pensa di arrivare presto ha un’ appuntamento con un cliente alle 19 dalla parte opposta della città. Mi dice di non aspettarlo prima delle 20.30 e di mangiare. Gli rispondo di no che mangiamo tutti assieme e lo sento tranquillo. Del resto non avrebbe nessun motivo per non esserlo, sono contenta che arrivi tardi avrò tempo per mettermi a posto e cucinare. Ho sete e sono affamata, non considero l’ipotesi di fermarmi per mandare giù qualcosa la mia priorità è arrivare almeno nella mia città senza problemi. Strano penso questa mattina ero euforica, non mi ponevo questi problemi e ora penso addirittura cosa succederebbe se si fermasse la macchina, che spiegazioni darei per giustificare dove sono. Mi sento vestita in modo inadeguato, sento l’odore di Alan mescolarsi al mio, il mio corpo stanco, spossato, sento di non essermi lavata bene, come se lo sperma di Alan fosse ancora all’interno dei miei orifizi. Anche in bocca ho la sensazione di essere ancora pervasa di lui, sento il sapore del suo alito il profumo del suo sesso da un lato vorrei restare così e da un altro sprofondare in una vasca calda e immergermi a lungo. La seconda ipotesi si fa largo mentre metto la macchina in garage, tolgo le scarpe e le nascondo nel baule, scendo di alcuni centimetri indossando le altre, penso a quanto mi sono sentita femmina e se Alan avrà apprezzato la mia sensualità. Sistemo le autoreggenti il più su possibile e tiro il vestito nel senso opposto prima di allacciare completamente il soprabito mentre l’ascensore mi porta al piano. Entro in casa e il ciao mamma di Veronica mi trafigge, la saluto e le dico che corro a cambiarmi e lavarmi poi cuciniamo insieme. Lei mi ricorda che esce e quindi non mangia a casa, come sempre capisco male. Finalmente in bagno, fa caldo abbiamo già acceso il riscaldamento, posso spogliarmi e mentre lo faccio mi rivedo Alan, sento ancora le sue mani mentre ricerco allo specchio eventuali segni sul mio corpo. Fortunatamente non ne ho controllo con uno specchio il mio sesso, a parte il clitoride ancora infiammato sembra tutto a posto. Dopo il bagno mi sento tranquilla, posso preparare la cena e aspettare mio marito, scrivo ad a Alan che sono arrivata e lui risponde sinteticamente, anche io non ho voglia di scrivere e lascio cadere la cosa. Il suo non interesse può avere mille perché, sarebbe toccato a lui sentirmi, la cosa non mi ferisce anzi mi fa sentire meno coinvolta e gli sono addirittura grata. Mio marito arriva, lo accolgo naturalmente, pensavo che il senso di colpa mi creasse qualche effetto alla sua presenza invece no e sono serena. Mangiamo e mentre riordino la cucina va a farsi una doccia, sono certa che da li a poco vorrà farlo, troppo interesse su Veronica e a che ora torna, e le varie carezze ricevute. Penso che dopo starò meglio e rientrerò nella normalità, mi preoccupa solo il mio clitoride che per forza dovrò preservare. Tony ritorna e come avevo previsto mi cerca, mi abbandono a lui e mentre mi scopa penso solo e unicamente a me stessa. Mi sento bella e desiderata e quando penso che solo poche ore prima un altro cazzo mi trafiggeva mi sento incredibilmente eccitata e ritorno a torturare il clitoride fino a godere con Tony. Alan lo sento ancora e ci siamo incontrati diverse volte, sono altre storie che forse un giorno racconterò….






scritto il
2015-03-20
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