Il battesimo dello schiavo

di
genere
sadomaso

Come ogni mattina, alle 5 in punto, Padrona Anna apre con la chiave la porta del piccolo sgabuzzino e accende la luce; all'interno bruno è ancora assonnato completamente nudo, in ginocchio sul duro e freddo pavimento, le braccia in alto legate ad una catena che pende dal soffitto e che con un lucchetto si allaccia alle manette che ha ai polsi; è quella l'unica posizione in cui i Padroni permettono a bruno di riposare durante la notte nell'angusto e gelido ripostiglio che un tempo era destinato a contenere i secchi, le scope e gli stracci e che ora, da mesi, è divenuto la gelida cella dello schiavo.
Lì dentro ogni notte bruno soffre i rigori del freddo e il suo corpo nudo trema come una foglia mentre per terra le gambe e le ginocchia quasi gli congelano dolorosamente impedendogli di poter beneficiare appieno delle poche ore di "riposo" notturno, l'unico che i Padroni gli concedono... ma bruno, anche quando è tormentato dal freddo, sa che la consapevolezza della sua sofferenza non genera altro che Piacere ai Padroni e si rassegna ad accettare amorevolmente da Loro anche questo indiretto supplizio.... come tutto il resto...
Al suo collo, infatti, i Padroni hanno applicato un collare elettrico di quelli che si usano per gli animali e il cui telecomando è sempre alla portata dei Padroni che in qualunque ora del giorno o della notte, senza alcun preavviso, per punirlo, per chiamarlo o semplicemente per il Loro Piacere possono infliggergli dolorose scariche che esplodono direttamente detro il cervello dello schiavo spesso facendolo stramazzare a terra, a volte anche nel cuore della notte quando, malgrado la tortura del gelo, bruno era stato comunque vinto dal sonno...
Ai suoi capezzoli Padrona Anna in persona, forte delle Sue abilità mediche, aveva voluto applicare due anelli metallici il giorno della cerimonia del suo Battesimo presso di Loro, la cerimonia in cui bruno si era consacrato a Anna ed Gianni come Loro figlio e schiavo per servirLi per il resto della sua vita o fino a quando Loro avessero voluto.. Nella stessa cerimonia Madre Anna e Padrone Gianni avevano preteso che fossero applicati al figlio anche dei piercing ai suoi genitali: come il dio degli israeliti imponeva loro la circoncisione come segno di sottomissione, così ora Anna e Gianni che bruno accettava come Padroni, Genitori e unici suoi Dèi pretendevano come sacrificio di appartenenza che il sesso dello schiavo fosse trapassato dal Loro sacro metallo; legato e completamente offerto loro, bruno aveva visto tre grossi spuntoni d'acciao trapassare per tre volte da parte a parte la sua asta di carne e un grosso anello argenteo conficcato nel glande, il tutto senza anestesia, con un dolore terribile che aveva amorevolmente offerto a Coloro che accettava come Padroni, Genitori e Dèi...
La cerimonia del battesimo era stata più complessa di questo ultimo rituale.
Quando lo schiavo aveva accettato di offrirSi definitivamente a Loro, Anna ed Gianni gli avevano ordinato di lasciare per sempre la sua inutile "vita" e di presentarsi a casa Loro senza portare nulla con sè se non i pochi vestiti addosso; bruno si cancellava così dal mondo e rinunciava a qualsiasi altra forma di esistenza che non fosse amare e servire i suoi Padroni per il resto dei suoi giorni...
Arrivato a casa Loro, dopo un lungo viaggio, gli era stato aperto e non gli era stato detto altro se non di denudarsi e mettersi in ginocchio; era stato poi condotto, così, in quella sua buia cella e lì era stato incatenato, bendato e lasciato solo chissà per quante ore... finalmente aveva sentito il chiavistello della porta girare e i passi dei Padroni dentro lo stretto stanzino, poi, immediato, il primo sibilo nell'aria e un bruciore sul petto... altri colpi erano arrivati dopo sulle spalle e ancora sul petto, sulle cosce e le natiche offerte... una pioggia di frustate era il benvenuto con cui i Padroni lo accoglievano alla sua nuova vita. Quando furono soddisfatti o, forse, solo stanchi Madre Anna si chinò verso il corpo ormai zebrato di bruno, con una dolce carezza ne asciugò il sudore della fornte e presolo con una mano sotto il mento gli parlò dolcemente:
- Puoi andare via da qui quando vuoi: ci basta che tu ci dica di essere stanco o che questa vita non fa per te e Noi ti libereremo...
- No Padrona, - rispose bruno ancora pesantemete dolorante e ansimante - Vi imploro: permettetemi di servirVi e appartenerVi...
Padrona Anna guardò radiosa in volto Padrone Gianni che aveva un sorriso di immensa soddisfazione; nella Sua Bontà avrebbe voluto baciare bruno sulla guancia ma Si trattenne; insieme con Gianni uscirono dallo stanzino e chiusero a chiave la porta; in corridoio Gianni l'abbracciò e i due Si baciarono dolcemente: erano immensamente Felici!
Passò un tempo indeterminabile per lo schiavo, forse ore forse una giornata chiuso al buio, incatenato, dolorante; poi la porta si aprì e si sentì il rumore dell'interruttore; lo schiavo fu tirato in alto per la catena e, sempre in ginocchio, sentì della carne turgida premere contro le sue labbra; capì ch'era il membro di Padrone Gianni e le sue labbra si fecero morbide e accoglienti...
- Così, bravo...
disse la voce della Padrona che lo schiavo non aveva sentito entrare e poi la Sua mano lo accarezzò dolcemente sulla nuca.
Lo schiavo accoglieva in bocca il memebro del Padrone come un dono divino... lo leccava e succhiava con tutta la dolcezza e passione di cui fosse capace mentre gli occhi di Padrone Gianni si socchiudevano rapiti dal Piacere...
Improvvisamente un sibilo e un bruciore terribile colpirono le natiche dello schiavo...
- Continua!
gli ordinò subito la Padrona mentre con uno staffile continuava ad assestare altri colpi alle terga dell'inginocchiato... ad ogni colpo bruno sussultava e doveva stare bene attento a non fare del male al delicanto membro di Padrone Gianni che diventava sempre più duro dentro la sua bocca...
In quegli attimi di sofferenza si ricordò di una frase che un giorno Padrona Anna gli aveva scritto mentre ancora chattavano:
-"Non è sufficiente per Noi che uno schiavo Ci dia Piacere: è necessario che egli soffra mentre lo fa perchè la consapevolezza della sua sofferenza centuplica il Nostro Piacere..."
D'un tratto i colpi dello staffile si spostarono sui fianchi e divennero più dolorosi che mai ma la bocca di bruno doveva stare ben attenta a non gridare per non nuocere al membr durissimo che ormai ospitava e che Padrone Gianni usava appieno come un antro femminile godendo di Piacere....
Poi i colpi cessarono e lo schiavo sentì come se la Padrona Si fosse inginocchiata alle sue spalle... un dolore improvviso lo fece sussultare e gridare mentre Gianni ritirò proprio in quell'istate fuori dalla sua bocca il Suo membro: Padrona Anna lo stava sodomizzando con un qualche fallo artificiale che doveva aver indossato e ora i Suoi moviventi in avanti e indietro lo scopavano pienamente.... Padrone Gianni, ancora più eccitato, reintrodusse nella bocca dello schiavo il Suo membro e bruno riprese ancora a succhiarlo... le mani della Padrona afferrarono da dietro i capezzoli dello schiavo tra le Loro dita e cominciarono a pizzicarli e rigirarli dolorosamente mentre la sodomizzazione non diminuiva il suo ritmo... Passarono molti minuti, forse più di un quarto d'ora mentre lo schiavo veniva penetrato nei suoi orifizi, graffiato e pizzicato sul petto e dei rivoli di saliva gli colavano fuori dalle labbra... Improvvisamente Padrone Gianni cominciò a gemere e urlare mentre veniva scosso dall'orgasmo.... bruno sentì il caldo getto dello sperma di Gianni riempirgli la bocca mentre il suo cuore batteva all'impazzata per la commozione e il suo cervello era avvolto in una sorta di rapimento mistico e passionale... La Padrona gli Si portò all'orecchio sussurrandogli:
- Bevi, bevi tutto il Sacro Sperma del tuo Padrone! Apprezzane il sapore e consideralo come un Dono immenso che ti facciamo....
Lo schiavo deglutiva con passione ma l'eiaculazione era davvero copiosa e si doleva che parte dello Sperma di Gianni fuoriuscisse dalle sue labbra...
- Il tuo Padrone ti sta glorificando permettendoti di ricevere dentro di te la Sua parte più Nobile e sacra... il Suo Seme feconda il tuo spirito facendoti rinascere come una nuova creatura... facendoti rinascere come Nostro schiavo....
Mentre La Padrona gli sussurrava queste parole nell'orecchio e la sua gola accoglieva amorevolmente il caldo Seme Divino, qualcosa scoppiò dentro il cervello dello schiavo, dentro la sua anima forse... non era ormai da anni capace di avere orgasmi in quanto pressochè impotente ma, ora, la consapevolezza di quella situazione e le Parole magiche e ipnotiche della Padrona avevano fatto scoppiare dentro di lui una sensazione indescrivibile, qualcosa che non aveva mai provato prima.... non era un piacere fisico ma un'estasi spirituale, la consapevolezza di trovarsi finalmente al suo posto nell'universo, la consapevolezza di stare realizzando finalemnte ciò per cui era nato: offrirsi senza riserve, essere lo strumento della Gioia, del Piacere, della Felicità altrui.... Ecco: in quel momento preciso della sua vita percepì di essere per la prima volta davvero VIVO.
Quando Padrone Gianni Si ritirò dalla bocca dello schiavo questi sarebbe caduto a terra se le catene alle sue braccia non l'avessero trattenuto.... ci furono alcuni lunghi istanti di silenzio rotto solo dai loro ansimanti respiri... erano tutti e tre molto provati perchè ognuno di loro sentiva che quello che era successo non era sesso, erotismo o pura dominazione sadomasochistica ma era stao qualcosa di molto di più, qualcosa di spirituale in cui le loro Anime si erano incotrate, riconosciute e toccate su un piano superiore di quello dell'esistenza materiale....
Padrona Anna fu la prima a riprenderSi e dopo esserSi sfilata dall'ano dello schiavo iniziò all'improvviso a frustarlo di nuovo selvaggiamente... bruno era indifeso, offerto alla Sua completa mercè ancora intontito dall'estasi appea vissuta gridava meccanicamente ad ogni colpo che si abbatteva sulla sua schiena zebrata... Padrona Anna mentre lo colpiva gli diceva commossa:
-Si, sei il Nostro schiavo... perdutamente Nostro.... e ti vogliamo bene per questo!...
Era uno strano modo di volere bene, un modo testimoniato da fruste e catene e che solo loro potevano capire... Poi Gianni L'abbracciò e i due Si scambiarono un dolce appassionato bacio; accarezzarono i capelli in disordine dello schiavo, chiusero la porta e andarono via...

In tutto il tempo che seguì bruno non venne mai liberato; non sapeva quanto tempo fosse passato, forse giorni, forse settimane; nella sua cella esisteva solo l'oscurità e il silenzio che venGiannio interrotti solo quando uno dei Padroni, o entrambi, Si recavano da lui per abusarne a Loro piacimento oppure nelle rare volte in cui Padrona Anna gli portava un pò di fredda brodaglia che gli faceva mangiare Lei stessa nutrendolo con un cucchiaio come un bambino oppure le rare volte in cui lo slegavano per condurlo a quattro zampe nel vicino bagno dove a bruno venGiannio concessi pochi minuti per espletare i suoi bisogni fisiologici.
Gli fu imposto, ogni volta che sentiva aprirsi la porta, di chinarsi a terra e salutare i Padroni baciando i Loro Piedi.
La ritualità aveva un'importanza fondamentale nella dominazione che Anna e Gianni gli infliggevano e Padrona Anna gli aveva ripetuto spesso che uno schiavo testimonia la sua sottomissione anche attraverso l'accurata osservanza dei gesti rituali.
Dall'arrivo di bruno la vita di Anna ed Gianni era cambiata; Si volevano già prima immensamente bene ma, ora, la consapevolezza di avere in casa presso di Loro alla Loro più assoluta mercè uno schiavo incredibilmente sottomesso che Li amava e offriva il suo amore attraverso testimonianze estreme di schiavitù Li elettrizzava entrambi; mentre Si amavano nel Loro letto sussurravano di lui, Si dicevano quanto fosse meraviglioso saperSi amati a quel modo e Si suggerGiannio vicendevolmente nuove prove, nuovi tormenti a cui sottoporlo; dovevano fare sforzi per limitare i Loro istinti di sopraffazione e lasciare un pò di tregua allo schiavo durante il giorno oppure per rimandare ad un futuro prossimo esperienze veramente estreme che Li eccitavano ma che per il momento non ritenevano opportuno infliggere...
Tuttavia il Loro Istinto Sadico era ben difficile dal poter essere controllato ed era giusto che fosse così; come quando Padrona Anna godette nel farSi leccare per ore ed ore di fila, senza sosta o tregua per lo schiavo oppure quando gli applicò per ore dei pesi ai coglioni o quella volta in cui Si divertì a farlo stendere a terra e a salirvi sopra calpestandolo a lungo con tutto il Suo peso e i Suoi tacchi appuntiti o quell'altra in cui Le piacque strazialo con calci nei coglioni per poi calpestarglieli selvaggiamente o quell'altra ancora in cui lo infilzò con decine di aghi da insulina su tutto il corpo e disegnando con essi una grande "M" sul petto dello schiavo e lasciandoglieli fino a quando non fu stanca di essere stata a lungo leccata... nè fu di meno Padron Gianni che volle provare ad impiccarlo per alcuni secondi nel mentre lo schiavo lo succhiava oppure volle sodomizzarlo con dei falli enormi e dalle forme bizzarre lasciandoglieli dentro per tutta la durata dei pompini o quella volta in cui gli inchiodò dolorosissimamente i capezzoli a una tavoletta di legno che poi strattonò selvaggiamente mentre bruno lo succhiava, in ricordo di ciò che aveva fatto in passato ad una sua schiava...
L'idea di uno schiavo così follemente offerto a Loro accresceva ogni giorno di più l'Amore che i Padroni provavano per bruno ma, allo stesso tempo, anche il loro sadismo... Non mancavano mai di chiedergli quotidianamente se non fosse stanco, se non volesse farla finita con quel calvario e andare via: bastava una sua parola e lo avrebbero liberato subito, nutrito rifocillato e fatto andare via... glielo ripetevano perchè bruno si sentisse libero nella sua totale schiavitù, affinchè rinnovasse quotidianamente la sua libera ed autonoma offerta a Loro... ma bruno seppur ogni volta sfiancato, distrutto, annientato trovava il coraggio e la forza per ripetere
-no Padroni, Vi prego non mi abbandonate...
Una volta che Anna ed Gianni erano stati particolarmente pesanti ed avevano arrossato con un paddle di legno le natiche dello schiavo fino a farlo piangere come un bambino, dopo l'ennesima richiesta, alla fine, se non volesse andar via, bruno cercò a tentoni nel buio della cecità che gli era imposta, le caviglie della Padrona e afferratele delicatamente si portò sui Suoi Piedi baciandoGlieli tra i singhiozzi e dicendo:
- Ho solo Voi, miei Padroni! Ho solo Voi miei Padroni! Vivo solo per Voi e per essere Vostro.....!
Padrona Anna fu visibilmente commossa da quell'inaspettata dichiarazione dello schiavo e Gianni la prese tra le Sue braccia e La strinse a Sè con amore...
- lo so figlio Mio, ora ne sono sicura...
Dopo che lo rinchiusero e andarono nella Loro camera lo sentirono ancora singhiozzare dietro la porta e anche loro, fortemente commossi, quella notte Si amarono con una passione indescrivibile...

- Oggi è il mio compleanno!
disse un giorno la Padrona dopo che bruno l'ebbe salutata baciandoLe i Piedi
- e Gianni mi ha regalato questo!
Lo schiavo, da settimane bendato, non poteva vedere cosa fosse ma ben presto sentì qualcosa di plastico serrargli il collo e chiudersi con uno scatto...
- Gianni, amore, come si usa?
- E' semplice cara, devi solo premere il telecomando!
Improvvisamente un dolore atroce si diffuse dal collo per tutti i muscoli dello schiavo, fin dentro le sue stesse ossa e gli scoppiò dentro il cervello..
- Prima regola l'intensità Amore!
- Dici che è troppo per lui?
- Quello strumento è nato per animali di grossa taglia; ora dobbiamo capire il limite che possiamo usare con lui...
molte scariche di intensità diverse furono inferte allo schiavo che ora si contorceva e gridava ansimante ora ancora più forte...
Dopo oltre una buona mezzora di quelle prove i Padroni convennero di applicargli scariche di forte intensità per periodi brevi ma scariche di breve intensità anche per molti secondi... era un nuovo infernale giocattolo nelle mani di due amorevoli sadici. Entrambi ne erano entusiati e comunicarono allo schiavo che da quel momento in poi non glielo avrebbero più tolto e l'avrebbero usato costantemente.
Quella notte Padrona Anna volle che bruno fosse condotto nella Loro camera da letto e legato con la catena in alto ad un gancio nel muro; poi regolò il telecomando al minimo e mise una statuina sopra il pulsante che l'azionava: i Padroni Si amarono con una foga incredibile malgrado non staccavano gli occhi dallo schiavo che si contorceva e gridava per tutto il tempo...

Uno dei giorni seguenti, un paio di auricolari furono applicati alle orecchie dello schiavo e un piccolo walkman applicato al suo collo.
- bruno,
gli disse Anna dopo che fu entrata,
- si avvicina il giorno del tuo Battesimo ed io ed Gianni abbiamo preparato il tuo "contratto di schiavitù" ovvero tutte le norme che regoleranno la tua nuova vita in Nostra schiavitù. Intanto dovrai impararle a memoria e poi, il giorno del Battesimo, le accetterai o meno... Non mi aspetto che le impari approssimativamente, voglio che si scolpiscano nel tuo cervello parola per parola come le Sacre Leggi che i tuoi Dèi ti impongono; ti consentiamo quindi di impararle e dopo ti interrogheremo ma ti avviso che ti puniremo severamente se solo salterai una virgola di quanto abbiamo stabilito...
la Padrona accese quindi il walkman che così parlò nelle orecchie dello schiavo:
-"questo è il sacro contratto di schiavitù che Padrona Anna e Padrone Gianni impongono al Loro schiavo bruno. Articolo 1: futura vita dello schiavo.... "
Il contratto si componeva di 32 articoli: precisi, chiari e inequivocabili disponevano in merito ad ogni aspetto della futura vita dello schiavo, persino del suo cibo e del suo sonno oltre che di tutti i suoi infiniti doveri di schiavitù e dei tormenti a cui sarebbe stato sottoposto... Era un contratto duro e pesante e chiunque l'avesse sentito l'avrebbe giudicato folle e disumano secondo i normali criteri di valutazione.... ma per Loro era quello che i Padroni Si aspettavano da lui ed era quello che bruno aveva sperato da una vita di saper poter donare...
Impararlo a memoria non fu facile: il walkman aveva un congegno di autoreverse e il contratto girò nelle orecchie dello schiavo centinaia di volte.... un'altra sadica tortura dei Padroni come se volessero farlo impazzire ripetendogli nelle orecchie fino all'ossessione quelle norme di ferro... Per più di 24 ore non lo cercarono nè lo nutrirono lasciandolo al buio con la voce tormentante nelle orecchie che ripeteva senza sosta le dure norme...
Finalmente la porta si aprì esattamente poco tempo dopo che i Padroni avevano calcolato fossero finite le pile del congegno: lo schiavo venne quindi interrogato senza pietà su ogni norma del contratto, su ogni punto... innumerevoli furono le frustate o le elettrificazioni del collare in seguito ai suoi errori, più di forma che di contenuto per la verità, e dopo un interrogatorio fitto e snervante di alcune ore i Padroni Si ritennero finalmente soddisfatti dell'apprendimento dello schiavo.
- bene,
disse Padrona Anna
- ora che conosci le Nostre Leggi ti lasciamo un pò di tempo per riflettere se accettarle o meno: domani saranno passati esattamente due mesi da quando sei entrato in casa Nostra e ti abbiamo fatto Nostro prigioniero recludendoti in questa cella; domani sarà il giorno delle scelte: o accetti di subire il Nostro Battesimo e di divenire Nostro figlio oppure potrai lasciare questa casa per sempre e non dovrai cercarCi mai più: ma, bada bene, che se accetterai non ti sarà mai più data possibilità di andare via e la tua vita dipenderà completamente da Noi secondo le Leggi che hai appreso e che non modificheremo.
Detto questo lo schiavo fu lasciato solo coi suoi pensieri.

L'indomani la porta si aprì come al solito prestissimo ed entrò Padrone Gianni che lo liberò dalle catene e finalmente tolse dagli occhi di bruno la benda che gli aveva negato la vista per così tanto tempo; il Padrone non disse altro e Si allontanò lasciando la porta aperta forse per fare entrare un pò di luce nello stanzino affinchè bruno si riabituasse a poco a poco alla luce. Dopo un pò di tempo si sentì una voce che proveniva dal lontano salone, alla fine del lungo corridoio:
- schiavo! Vieni da Noi! Vogliamo che strisci sul pavimento fino a Noi! Sbrigati!
Con un pò di sorpresa bruno prese a distendersi sul pavimento e cominciò a strisciare come come ordinatogli spingendosi avanti coi gomiti. Arrivato dopo qualche minuto sullo stipite d'ingresso del salone vide che i Padroni Si erano seduti seminudi su due grandi troni luccicanti posti su una pedana con tre scalini su cui era stato posto un tappeto rosso; gli sembrarono due Sovrani medievali o due Dèi dell'Olimpo perchè erano entrambi avvolti in un mantello bianco simile a quello degli antichi monarchi.
- adesso entra e continua a strisciare fino a Noi ma stavolta leccando con la lingua il pavimento perchè è il sacro suolo che i tuoi Padroni hanno calpestato!
Lo schiavo obbedì e lentamente e penosamente la sua umile lingua lambiva con deferenza il pavimento mentre si muoveva verso i Padroni. Superò il lungo tavolo di marmo al centro della sala che gli ricordava una sorta di altare pagano e quando fu in prossimità degli scalini si alzò sui gomiti sul più basso di essi e baciò con devozione i Piedi dei Padroni; notò che alla base della pendana, vicino a dov'era lui, erano stati stranamente posti dei gusci di mandorla triturati di cui non capiva il senso:
- Inginocchiati lì sopra
gli ordinò la Padrona
Fu dolorosissimo per le già provate ginocchia dello schiavo.
- che cosa vuoi da Noi, schiavo? perchè sei al Nostro cospetto?
- voglio pregarVi di accettarmi come Vostro umile schiavo per il resto dei miei giorni...
- Taci, stupido! Non sai cosa chiedi!
- lo so e vi supplico....
- Taci! Cosa credi che sarà facile per te essere nostro schiavo? Pensi che sia una passeggiata come in questi giorni che ti abbiamo permesso di vivere presso di Noi? Quello che ti abbiamo fatto finora è un'inezia, nulla rispetto a tutto quello che esigeremo da te e ti faremo in futuro! Non conosci forse già le Nostre dure Leggi? Non sai forse già a tutto quello a cui stai andando incontro?
Lo schiavo era sorpreso e stordito dalla durezza e fermezza delle parole dei Padroni... i Loro sguardi erano duri e spietati come mai Li aveva visti prima... era sconfortato e forse si sarebbe messo a piangere.... Tutto quello che aveva sopportato e fatto per Amor Loro non era allora niente? Non avevano ancora capito che desiderava più di ogni altra cosa amarLi attraverso la sua più incondizionata schiavitù? Cosa doveva fare per testimoniare ancora il suo Amore, strapparsi di petto il cuore e metterlo lì ai Loro Piedi?
Padrona Anna Si sporse in avanti sul Suo trono e con tono duro disse:
-vai via schiavo! non sarai mai capace di servirCi come vorremo! Noi siamo due Padroni crudeli e spietati, saremo per te come due lupi affamati, come due belve feroci... Tormenteremo e dilanieremo il tuo corpo come meglio ci piacerà, senza limiti... saremo due Demoni infernali che annienteranno ogni tua forma di amor proprio, ogni tua volontà cancellandoti per sempre come persona e facendoti rinascere a qualunque cosa vorremo... lastricheremo la tua strada di sofferenze e degradazioni di ogni tipo spremendo da te fino all'ultima goccia di energia per il Nostro piacere, per la Nostra esclusiva Felicità... sarai per sempre schiacciato sotto i Nostri Piedi per il Nostro Capriccio e la tua vita diventerà un inferno quotidiano da cui non potrai più tirarti fuori... per sempre...!!!!
Dopo le violente parole la Padrona Si riassestò sul Suo trono e i Suoi occhi gelidi, come quelli di Padron Gianni, erano fissi sullo schiavo... Il silenzio era totale.... lo schiavo era trafitto, paralizzato da quel discorso durissimo.. il suo animo dolce e sensibile era incapace di controbattere o rispondere alcunchè così trovò naturale chinare il capo e singhiozzare come una verginella....
- Vattene, prendi i tuoi stracci, vestiti e vai via
gli disse anche Padron Gianni....
bruno si sentiva caduto in un baratro senza fondo, tutte le certezze che in quei duri giorni di prigionia erano nate nel suo cuore ora erano svanite di colpo... con la poca forza d'animo che ancora gli restava trovò il coraggio di prostrarsi ai loro Piedi e tra i singhiozzi disse:
- se Voi sarete per me come due belve feroci, allora io mi offro a Voi come un agnello mansueto.... perchè IO VI AMO!
Dilaniate pure le mie carni, tormentate il mio corpo... perchè IO VI AMO!
Fate pure della mia vita un inferno per il Vostro Piacere... perchè IO VI AMO!
Schiacciatemi sotto il peso dei Vostri Piedi e io li bacerò con gioia... perchè IO VI AMO!
Siete le uniche persone a questo mondo che mi vogliono bene, che Si sono sempre interessate e preoccupate per me, che mi sono state vicine nei momenti di sconforto e per Le quali io valgo qualcosa.... Ho imparato ad amarVi e non conosco altro modo di offrire il mio Amore se non attraverso la mia schiavitù.... così come Voi amate essere glorificati dalle mie sofferenze e dalla mia obbedienza.... Ho conosciuto ciò che significa essere realizzato e sentirmi vivo solo ai Vostri Piedi e ormai non desidero altro in vita mia che amarVi e adorarVi in tutti i modi che Voi mi indicherete... Vi Imploro permettetemi di farlo... Mi appello alla Vostra Pietà... se no datemi una pugnalata al cuore e gettatemi in un burrone, perchè la mia vita lontano da Voi non merita di essere vissuta!....
Così singhiozzava ai Loro piedi mentre Anna e Gianni Si guardavano in volto commossi e raggianti di Felicità! Poi Si presero per mano e Si alzarono in piedi per poi chinarSi amorevoli verso lo schiavo:
- Figlio Nostro adorato,
cominciarono
- da ora e per il resto della tua esistenza ci accetti come tuoi Genitori, Padroni e Dèi assoluti ?
- Sì! con tutto il mio cuore!
- Accetti le Nostre leggi che ti abbiamo imposto come tua unica regola di Vita?
- Non chiedo altro per la mia inutile vita!
- Ecco: allora ti Battezziamo solennemente come Nostro figlio e schiavo: da oggi siamo una Famiglia!
e lo baciarono entrambi dolcemente sulla fronte, come si farebbe con un neonato...
Poi Madre Anna prese gli anelli di metallo e i piercing per i genitali e gli mostrò gli strumenti chirurgici che aveva preparato per la loro applicazione
- saranno il segno della tua appartenenza...
scritto il
2015-04-12
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