Pesca Lacustre
di
Anais
genere
orge
Non avevo alcuna voglia di seguirlo, non mi è mai piaciuto il campeggio, e poi quella strampalata idea dettata dalla sua passione per la pesca lacustre, di trascorrere una giornata intera su non so quale collina in riva a non so quale lago stando in mezzo al nulla con la prospettiva di annoiarmi mentre lui si sarebbe dedicato al suo sport preferito, proprio non mi andava. Ma insisti e insisti, alla fine l’ho assecondato.
Partenza alle prime ore di un sabato mattina e in previsione della calda giornata ed essendo la nostra auto sprovvista di aria condizionata, indosso dei comodi sandali, una camicia annodata in vita, un paio di minuscoli shorts e niente intimo, poco prima di mezzogiorno arriviamo al luogo stabilito su un’alta collina dove scorre il fiume Velino vicino al Lago di Piediluco. Nei pressi di una casupola mio marito si ferma per chiedere ai due uomini occupati a trafficare su uno strano attrezzo di lavoro se ci possono indicare un posto dove accamparci, uno di loro si avvicina si china sul finestrino aperto a lato di mio marito e, dopo avermi scrutata con insistenza anche a causa dei pochi vestiti che indosso, ci indica una fresca radura in un’ansa in riva al fiume poco più a valle non molto distante da li, ci arriviamo e dopo aver piantato la tenda e aver consumato un pasto veloce, lo stronzo mi molla da sola e parte per una perlustrazione alla ricerca del posto migliore per la sua pesca. Sono pentita di averlo seguito, Sento che mi annoierò a morte, tiro fuori un materassino e mi sdraio al sole, chiudo gli occhi e penso a quanto mi sarei divertita con il mio splendido e fantasioso amante se fossi rimasta in città. Mi viene in mente l’ultima avventura di qualche giorno fa quando, approfittando di una delle tante assenze per lavoro di mio marito, si è presentato in casa accompagnato da un ragazzino forse ventenne, glabro e bello come il sole, con cui ci siamo divertiti per tutto il pomeriggio e che si è concluso con me sdraiata a gambe larghe sul tappeto in salotto, con nella vagina la lingua del ragazzo e in bocca il suo cazzo mentre lui ondeggiava leggermente il culo invitante. Il mio amante avvicinava la sua ragguardevole verga passando sopra al mio naso e si faceva strada in quella attraente rosa maschile. La scena si consumava sopra la mia testa, vedevo che lo penetrava con prepotente dolcezza, si fermava, affinchè lo sfintere si adattasse, per poi iniziare con un lento movimento di va e vieni che si faceva via via più forte e profondo. Il ragazzo mi succhiava con più intensità. Io, presa da quella visione che si consumava davanti ai miei occhi e dalla sollecitazione orale che ricevevo, riversavo fra le labbra del ragazzo i miei umori densi e pastosi. Il giovane allontanò da me la sua bocca per sentire meglio nelle sue viscere lo sperma del mio amante e solo allora sprigionò il suo seme nella mia gola.
Il ricordo mi eccita, porto la mano sul seno a stimolare da sotto la camicia il capezzolo e sto per portare l’altra fra le cosce quando sento di essere osservata da qualcuno nascosto dietro un cespuglio neanche tanto fitto, davanti a me. Penso a qualcuno degli operai della baracca e mi blocco, ma dopo meno di un attimo la mia indole esibizionista ha il sopravvento, ritorno ai miei stimolanti pensieri e lascio andare lentamente la mano alla sua destinazione ma senza farla entrare negli shorts dalla vita, la porto in giù sul pube, piego in alto le ginocchia, allargo un poco le gambe, sposto di lato quel minuscolo pezzo di stoffa che copre l’inguine, la poso sulle grandi labbra, le accarezzo un poco con le dita serrate, poi con l’indice e l’anulare le scosto e impongo al medio un armonico e lento movimento rotatorio a stimolare il clitoride. Penso all’eccitante esibizione che offro a chi mi guarda e un brivido mi percorre la schiena fino al cervello, accelero il movimento del medio e mi lascio venire in un silenzioso leggero ma piacevole orgasmo. Resto ferma in quella posizione con la mano chiusa a coppa sulla vulva fino a riprendere il controllo, poi la ritiro lasciando gli shorts nello stato in cui si trovano e aspetto che qualcosa accada. Infatti poco dopo sento un fruscìo del fogliame, dei passi e un vocione: “Buongiorno signora”, fingo di svegliarmi mi appoggio sui gomiti alzando il busto senza mutare la posizione delle gambe, che restano piegate e un po’ aperte, quanto basta per continuare ad esibire a colui che mi sta di fronte ciò che desidera vedere. “Buongiorno” rispondo con un sorriso, e lui “Mi scusi non pensavo dormisse, volevo solo chiedere se il posto è di vostro gradimento anche perché qui non si accampa mai nessuno e tantomeno belle signore come lei”. E’ uno dei due operai di prima, quello che ci ha dato le indicazioni, è un bel giovane di 30/35 anni, ha un bel sorriso, una stretta canottiera che mette in mostra i suoi muscoli e, sotto i larghi pantaloni, una evidente e promettente erezione.
Gli dico che non mi ha disturbata e che mi fa piacere che ci sia qualcuno con cui scambiare due parole, anche perché in questo momento sono sola, che mio marito non è con me e gli racconto della sua mania per la pesca e che in quel momento era in giro chi sa dove alla ricerca del posto migliore per sfogare la sua passione. Lui è sempre li in piedi di fronte a me, mi ascolta affascinato e mi guarda, soprattutto fra le gambe ferme sempre nella stessa posizione e con esposto quanto di più ho di prezioso, mi guarda, senza tentare di nascondere quale sia l’oggetto della sua attenzione, con il suo accattivante e largo sorriso e la sua evidentissima erezione. Stava per dire qualcosa quando l’ho anticipato invitandolo a sedersi sul materassino accanto a me e nel dire questo chiudo le gambe ripiegandole sul fianco destro mi scosto un poco indietro con i fianchi in modo che si possa sedere sul materassino stando di fronte al mio viso e al mio seno in mostra nella camicia semi aperta. Si avvicina e si siede su quel poco di spazio concessogli e nel fare questo movimento, per non cadermi addosso, appoggia la mano destra sul materassino proprio dietro al mio culo e sento il suo avambraccio che sfiora la nuda attaccatura delle natiche, quel leggero contatto lo sento e mi eccita. Mi dice di essere il capo di una squadra di operai, sei in tutto, addetti alla manutenzione degli argini; mi dice che sono li da oltre tre mesi e che per tutto quel tempo non hanno visto e parlato con nessuno e che era contento di poter parlare con una bella signora come me. Mentre parla quel leggero contatto sotto le natiche mi elettrizza e i miei fianchi non riescono a stare fermi, si avvicinano impercettibilmente ma sempre di più a quell’avambraccio che ora tocca palesemente l’attaccatura delle cosce. Gli chiedo con un ammiccante e malizioso sorriso se la sua donna non venisse a trovarlo qualche volta e assumo un’espressione mortificata alla sua risposta negativa, e lui schernendosi mi dice che a sesso deve fare da solo e io dispiaciutissima per questo, ridendo e compiangendolo scherzosamente spingo con evidenza e senza ritegno ancora di più il mio culo sul suo braccio. Incoraggiato dal mio atteggiamento, e ormai al limite dell’eccitazione, sposta la mano su cui era appoggiato la posa sul mio culo e mi stringe con veemenza le natiche, mi guarda negli occhi con un’espressione “se non ti dai ti prendo comunque”, avvicina le sua bocca alla mia e infila la sua lingua nella mia gola che la accoglie con passione, intanto con la mano da dietro mi accarezza il culo, sfiora l’ano fermandosi a stimolare con il dito il buchetto, poi lo sposta in giù e arriva alla vulva, la accarezza, la apre scende a stimolare il clitoride, mi bagno, infila prima un dito poi due, sono un lago, poi mi lascia e mi distende supina e mentre sugge con avidità un capezzolo tenta di liberarmi dagli shorts, lo fermo, gli dico che potrebbe arrivare mio marito, mi guarda con aria dispiaciuta, come un bimbo a cui è stato tolto un giocattolo, mi intenerisco, gli slaccio i pantaloni, tiro fuori il suo membro eretto, lo contemplo per un attimo e poi gli regalo un amorevole e appassionato pompino, senza sprecare una goccia del copioso nettare che, vista l’astinenza, non tarda ad emettere. Ci lasciamo poco prima dell’arrivo di mio marito con la promessa di rivederci nel pomeriggio.
Accolgo mio marito con un’espressione triste, lamentandomi di essere rimasta sola, dicendo che ho fatto male a seguirlo, lui dispiaciuto mi racconta che non è riuscito a trovare il posto che cercava e che se volevo dopo aver mangiato qualcosa potevamo anche tornare a casa. No! Cazzo, adesso no! Ho comunque finto di essere contenta della sua decisione e abbiamo iniziato ad occuparci dei preparativi per il pranzo, mentre eravamo impegnati ad apparecchiare si è avvicinato il mio amico capo operaio con un collega anche lui giovane ma meno bello, si sono presentati, hanno iniziato con le solite chiacchiere di rito, poi quando mio marito ha espresso la sua delusione per non essere riuscito ad individuare il luogo per la pesca e che avremmo lasciato il posto da li a poco, il capo operaio, dichiarandosi anche lui un appassionato pescatore e valido conoscitore del posto, si è detto disponibile ad indicargli il luogo migliore per pescare, mio marito esultante ha recuperato la sua cartina e l’altro gli ha indicato una località abbastanza lontana dal nostro campo assicurandogli una abbondante pesca, il cornuto pur lamentandosi della distanza e del fatto che avrebbe dovuto lasciarmi tutto il pomeriggio da sola, mi chiedeva con un’espressione idiota se fossi dispiaciuta, e io imbronciata, dopo una rapida e complice occhiata al capo operaio davo, anche se con finta controvoglia, la mia autorizzazione aggiungendo che avrei ammazzato il tempo facendo dei bagni al fiume e stiracchiandomi al sole.
Lui non stava nella pelle, ha ringraziato il capo operaio e il suo collega per le indicazioni ricevute i quali hanno salutato e sono tornati alla loro baracca, ed ha iniziato a prepararsi l’occorrente per la pesca del pomeriggio. Anch’io non stavo nella pelle e immaginando quello che sarebbe accaduto dopo sentivo dei piacevoli fremiti salirmi dal basso ventre.
Dopo il leggero pranzo e poco dopo la partenza di mio marito, sono entrata in tenda, mi sono spogliata di quel poco che avevo indosso e così nuda mi sono tuffata nell’acqua del fiume, quando sono emersa non ero sola, sei teste di maschi arrapati erano intorno a me, ho cercato con gli occhi il mio amico e ci siamo scambiati uno sguardo e un complice sorriso, e piano, senza parlare, il cerchio ha incominciato a stringersi, un’infinità di mani hanno iniziato a toccarmi, i seni, le natiche, le cosce, la figa, mi sono lasciata prendere dal piacere che quelle mani e quella situazione mi procurava, poi qualcuno mi ha sollevata in modo da stare distesa sul pelo dell’acqua qualcun altro si è insinuato fra le mie cosce e ha iniziato a suggere con avidità la mia figa, con le labbra a ventosa si è riempito la bocca mentre con la lingua stimolava le piccole labbra, altri mi succhiavano i capezzoli, non so chi ha violato con un dito il mio culo, un altro ha spinto la sua lingua nella mia bocca incrociandola con la mia in un bacio lascivo. Non capisco più niente, mi lascio andare voglio solo godere, mi portano fuori dall’acqua, sento mani dappertutto, mi risalgono lungo le cosce, arrivano alla figa, entrano, rovistano, frugano, qualcuno mi gira su un fianco mi allarga le natiche e comincia a leccarmi freneticamente l’ano lo penetra con la lingua, vedo cazzi da tutte le parti, sono allo spasimo ho bisogno di sentirmi penetrata, quello che mi sta leccando da dietro intuisce avvicina il suo cazzo mi allarga le natiche e sono io stessa che gli vado incontro ma qualcuno lo ferma, è il capo, vuol far valere il suo diritto di supremazia, vuole essere il primo a penetrarmi, vuole che gli vado sopra ad impalarmi sul suo cazzo che già conosco, è sdraiato con l’asta bella ritta, mi ci siedo sopra e lo faccio entrare nella mia figa bagnata e vogliosa, è ben dotato, comincio a cavalcarlo mentre lui mi afferra le tette e comincia a massaggiarle, lo cavalco piano, ho voglia di sentirlo tutto, poi comincio ad aumentare il ritmo, sto per avere un orgasmo ma gli altri che mi sono intorno non me ne danno il tempo, qualcuno mi afferra per i fianchi, mi stende sopra il suo capo che sta sotto di me, sta per mettermelo in culo, mi sento allargare le natiche, ma cazzo che cazzo! ha una cappella enorme! Vorrei fermarlo, ma oramai è partito, mi tiene ferma con una mano, mentre con l’altra aiuta la sua cappella a entrare nel buco umidificato dalla saliva, lo sento premere sullo sfintere che all’improvviso cede lo sento scivolare nell’intestino, Dio quanto è grosso la penetrazione è dolorosissima, poi si ferma, dà tempo al mio intestino di abituarsi, una parte di me lo vorrebbe subito fino in fondo, un’altra gode del riempimento, comincia a muoversi piano, lo sento nelle mie viscere, è una sensazione indescrivibile, di puro piacere che arriva dritto al cervello, sto per avere un orgasmo anale, sento lo sfintere pulsare e rilasciare, sono partita, vorrei urlare il mio piacere, ma non faccio in tempo perché uno mi si è avvicinato alla bocca e me l’ha riempita con il suo pene, non ho un buco libero godo, godo e i miei pensieri sono tutti verso il piacere che sto provando, sento che sono piena, ma proprio piena, vorrei rimanere così, riempita completamente e mi sento una gran troia sto godendo tantissimo, sento le gambe molli impazzisco non capisco più niente, vorrei essere trattata da gran porca, ma allo stesso tempo voglio carezze, dolcezze, non so cosa fare, voglio solo godere, come sto facendo e voglio essere io a condurre per un po’ il gioco, mi sistemo le gambe e comincio a muovermi io, i due non se lo aspettavano, si fermano quasi stupiti dalla mia iniziativa, comincio a muovere la pancia con un ritmo lieve, do il tempo ai due cazzi di assestarsi per bene dentro di me, poi mi abbasso su quello che mi sta sotto e comincio a muovermi più velocemente, sto godendo come una pazza.
Adesso ho voglia di essere riempita di sentire i cazzi che si svuotano dentro di me, aumento il ritmo, ma qualcuno mi ferma, è quello che mi sta nel culo, si toglie da dentro, mi giro e lo guardo, ma capisco, si è avvicinato un altro che vuole godere del mio sfintere, entra senza sforzo alcuno, non ho nemmeno bisogno di assecondarlo, anche questo è bello dotato, lo sento arrivare anche lui fino in fondo, poi comincia a dare lui il ritmo, è uno in gamba , ci sa fare, colpi lenti e lunghi nel mio culo, molto lenti e molto lunghi, vorrei gridare il mio godimento, ma ho la bocca occupata, sono sfatta, ma anche i maschi non ne possono più, il primo mi viene in bocca, sento lo schizzo arrivarmi in gola, ingoio tutto, mi piace il sapore dello sperma, poi sento arrivare anche il capo nella mia fighetta, mi tiene fermi i fianchi, e viene, viene, sento che mi sta venendo anche quello nel culo, dà uno, due, tre colpi violenti nel mio ano e si piazza tutto dentro, lo sento venire a fiotti caldi, non esce dal mio culo, si svuota tutto dentro, io sono spossata dai cazzi e dal godimento, mi lascio andare sul petto del capo che mi sta sotto, e che ha il cazzo moscio ormai fuori dalla mia figa, anche quello che mi stava dietro si toglie, cerco di sollevarmi ma altre mani mi afferrano, mi mettono in piedi e altri cazzi cercano di penetrarmi, e lo fanno, un maschio possente con un bellissimo e grossissimo cazzo mi solleva in alto e mi lascia cadere impalandomi, lo sento fino alla gola, mi attacco al suo collo e lo avvolgo con le gambe intorno alla vita sono io che faccio il movimento di sali-scendi su quell’enorme palo, ricomincio a godere sembro assatanata scuoto la testa come un’ossessa, due mani si posano sui miei fianchi e mi fermano così impalata, un altro cazzo si fa strada nel mio ano ormai dilatato e quando sento che è arrivato in fondo ricomincio con violenza il movimento che avevo interrotto. Godo, godo, Dio mio come si può godere in questo modo, ho il sangue agli occhi, alla testa. Voglio gridare selvaggiamente, grida inarticolate, prive di senso, dal fondo più primitivo del mio essere, che sgorgano dal mio ventre come il miele. Una gioia lacerante, che mi lascia svuotata, senza parole, conquistata, zittita.
Poi mi fermo esausta, ma loro non hanno finito, sono ancora duri e possenti dentro di me, il gagliardo che mi tiene in braccio mi blocca in alto la gamba sinistra e spinge in giù la mia gamba destra e appena il piede tocca terra ricominciano, uno entra l’altro esce, uno esce l’altro entra, con un preciso sincronismo quasi meccanico che mi sazia e mi soddisfa, poi anche loro quasi contemporaneamente mi gratificano del loro sperma. Mi lascio cadere sfinita e pienamente soddisfatta, ma non è finita, altri vogliono godere del mio corpo e non voglio deluderli, mi lascio riempire ancora, la bocca il culo la figa, cerco di assecondarli come meglio posso fino a quando anche gli ultimi, uno alla volta, mi omaggiano dei loro umori.
Sento lo sperma uscirmi dalle chiappe e dalla figa, lo sento in gola e nel naso, sono praticamente uno sperma ambulante e sorridendo, sculettando e colando, vado a tuffarmi nel fiume, anche i maschi seguono il mio esempio.
Il basso sole del tardo pomeriggio ci ha trovati tutti contenti felici e soddisfatti, loro si rivestono, anch’io entro in tenda per prendere qualcosa da mettere addosso, frugo tra i vestiti e mi capita in mano una cortissima e ampia gonna a pieghe, cerco ancora e trovo una canotta che mi arriva appena sotto i seni, non indosso altro ed esco, appena fuori dalla tenda sono accolta da un coro di apprezzamenti, fischi e applausi che mi lusingano e sono in pochi coloro che resistono alla tentazione di infilare una mano sotto la corta gonna a toccarmi le nude natiche, oppure a cingermi la vita facendo scivolare la mano sotto la canotta e carezzarmi i seni, cerco di sottrarmi alle loro mani, fingo di allontanarli, scherziamo e ridiamo contenti e quando sentiamo il rumore dell’auto avvicinarsi, ci salutiamo e ritornano alle loro occupazioni.
Mio marito è soddisfatto della sua pesca mi mostra orgoglioso il carniere da pesca colmo di pesciolini chiedendomi se mi sono annoiata, mi dico felice per lui e che nell’attesa ho fatto dei bagni e non mi sono annoiata molto, che anzi il campeggio iniziava a piacermi, il posto e l’acqua del fiume erano meravigliosi e che se sarebbe ritornato in quel luogo lo avrei accompagnato volentieri, ero contenta e sazia e pensavo che quanto da me pescato non poteva essere contenuto in quella cesta.
Partenza alle prime ore di un sabato mattina e in previsione della calda giornata ed essendo la nostra auto sprovvista di aria condizionata, indosso dei comodi sandali, una camicia annodata in vita, un paio di minuscoli shorts e niente intimo, poco prima di mezzogiorno arriviamo al luogo stabilito su un’alta collina dove scorre il fiume Velino vicino al Lago di Piediluco. Nei pressi di una casupola mio marito si ferma per chiedere ai due uomini occupati a trafficare su uno strano attrezzo di lavoro se ci possono indicare un posto dove accamparci, uno di loro si avvicina si china sul finestrino aperto a lato di mio marito e, dopo avermi scrutata con insistenza anche a causa dei pochi vestiti che indosso, ci indica una fresca radura in un’ansa in riva al fiume poco più a valle non molto distante da li, ci arriviamo e dopo aver piantato la tenda e aver consumato un pasto veloce, lo stronzo mi molla da sola e parte per una perlustrazione alla ricerca del posto migliore per la sua pesca. Sono pentita di averlo seguito, Sento che mi annoierò a morte, tiro fuori un materassino e mi sdraio al sole, chiudo gli occhi e penso a quanto mi sarei divertita con il mio splendido e fantasioso amante se fossi rimasta in città. Mi viene in mente l’ultima avventura di qualche giorno fa quando, approfittando di una delle tante assenze per lavoro di mio marito, si è presentato in casa accompagnato da un ragazzino forse ventenne, glabro e bello come il sole, con cui ci siamo divertiti per tutto il pomeriggio e che si è concluso con me sdraiata a gambe larghe sul tappeto in salotto, con nella vagina la lingua del ragazzo e in bocca il suo cazzo mentre lui ondeggiava leggermente il culo invitante. Il mio amante avvicinava la sua ragguardevole verga passando sopra al mio naso e si faceva strada in quella attraente rosa maschile. La scena si consumava sopra la mia testa, vedevo che lo penetrava con prepotente dolcezza, si fermava, affinchè lo sfintere si adattasse, per poi iniziare con un lento movimento di va e vieni che si faceva via via più forte e profondo. Il ragazzo mi succhiava con più intensità. Io, presa da quella visione che si consumava davanti ai miei occhi e dalla sollecitazione orale che ricevevo, riversavo fra le labbra del ragazzo i miei umori densi e pastosi. Il giovane allontanò da me la sua bocca per sentire meglio nelle sue viscere lo sperma del mio amante e solo allora sprigionò il suo seme nella mia gola.
Il ricordo mi eccita, porto la mano sul seno a stimolare da sotto la camicia il capezzolo e sto per portare l’altra fra le cosce quando sento di essere osservata da qualcuno nascosto dietro un cespuglio neanche tanto fitto, davanti a me. Penso a qualcuno degli operai della baracca e mi blocco, ma dopo meno di un attimo la mia indole esibizionista ha il sopravvento, ritorno ai miei stimolanti pensieri e lascio andare lentamente la mano alla sua destinazione ma senza farla entrare negli shorts dalla vita, la porto in giù sul pube, piego in alto le ginocchia, allargo un poco le gambe, sposto di lato quel minuscolo pezzo di stoffa che copre l’inguine, la poso sulle grandi labbra, le accarezzo un poco con le dita serrate, poi con l’indice e l’anulare le scosto e impongo al medio un armonico e lento movimento rotatorio a stimolare il clitoride. Penso all’eccitante esibizione che offro a chi mi guarda e un brivido mi percorre la schiena fino al cervello, accelero il movimento del medio e mi lascio venire in un silenzioso leggero ma piacevole orgasmo. Resto ferma in quella posizione con la mano chiusa a coppa sulla vulva fino a riprendere il controllo, poi la ritiro lasciando gli shorts nello stato in cui si trovano e aspetto che qualcosa accada. Infatti poco dopo sento un fruscìo del fogliame, dei passi e un vocione: “Buongiorno signora”, fingo di svegliarmi mi appoggio sui gomiti alzando il busto senza mutare la posizione delle gambe, che restano piegate e un po’ aperte, quanto basta per continuare ad esibire a colui che mi sta di fronte ciò che desidera vedere. “Buongiorno” rispondo con un sorriso, e lui “Mi scusi non pensavo dormisse, volevo solo chiedere se il posto è di vostro gradimento anche perché qui non si accampa mai nessuno e tantomeno belle signore come lei”. E’ uno dei due operai di prima, quello che ci ha dato le indicazioni, è un bel giovane di 30/35 anni, ha un bel sorriso, una stretta canottiera che mette in mostra i suoi muscoli e, sotto i larghi pantaloni, una evidente e promettente erezione.
Gli dico che non mi ha disturbata e che mi fa piacere che ci sia qualcuno con cui scambiare due parole, anche perché in questo momento sono sola, che mio marito non è con me e gli racconto della sua mania per la pesca e che in quel momento era in giro chi sa dove alla ricerca del posto migliore per sfogare la sua passione. Lui è sempre li in piedi di fronte a me, mi ascolta affascinato e mi guarda, soprattutto fra le gambe ferme sempre nella stessa posizione e con esposto quanto di più ho di prezioso, mi guarda, senza tentare di nascondere quale sia l’oggetto della sua attenzione, con il suo accattivante e largo sorriso e la sua evidentissima erezione. Stava per dire qualcosa quando l’ho anticipato invitandolo a sedersi sul materassino accanto a me e nel dire questo chiudo le gambe ripiegandole sul fianco destro mi scosto un poco indietro con i fianchi in modo che si possa sedere sul materassino stando di fronte al mio viso e al mio seno in mostra nella camicia semi aperta. Si avvicina e si siede su quel poco di spazio concessogli e nel fare questo movimento, per non cadermi addosso, appoggia la mano destra sul materassino proprio dietro al mio culo e sento il suo avambraccio che sfiora la nuda attaccatura delle natiche, quel leggero contatto lo sento e mi eccita. Mi dice di essere il capo di una squadra di operai, sei in tutto, addetti alla manutenzione degli argini; mi dice che sono li da oltre tre mesi e che per tutto quel tempo non hanno visto e parlato con nessuno e che era contento di poter parlare con una bella signora come me. Mentre parla quel leggero contatto sotto le natiche mi elettrizza e i miei fianchi non riescono a stare fermi, si avvicinano impercettibilmente ma sempre di più a quell’avambraccio che ora tocca palesemente l’attaccatura delle cosce. Gli chiedo con un ammiccante e malizioso sorriso se la sua donna non venisse a trovarlo qualche volta e assumo un’espressione mortificata alla sua risposta negativa, e lui schernendosi mi dice che a sesso deve fare da solo e io dispiaciutissima per questo, ridendo e compiangendolo scherzosamente spingo con evidenza e senza ritegno ancora di più il mio culo sul suo braccio. Incoraggiato dal mio atteggiamento, e ormai al limite dell’eccitazione, sposta la mano su cui era appoggiato la posa sul mio culo e mi stringe con veemenza le natiche, mi guarda negli occhi con un’espressione “se non ti dai ti prendo comunque”, avvicina le sua bocca alla mia e infila la sua lingua nella mia gola che la accoglie con passione, intanto con la mano da dietro mi accarezza il culo, sfiora l’ano fermandosi a stimolare con il dito il buchetto, poi lo sposta in giù e arriva alla vulva, la accarezza, la apre scende a stimolare il clitoride, mi bagno, infila prima un dito poi due, sono un lago, poi mi lascia e mi distende supina e mentre sugge con avidità un capezzolo tenta di liberarmi dagli shorts, lo fermo, gli dico che potrebbe arrivare mio marito, mi guarda con aria dispiaciuta, come un bimbo a cui è stato tolto un giocattolo, mi intenerisco, gli slaccio i pantaloni, tiro fuori il suo membro eretto, lo contemplo per un attimo e poi gli regalo un amorevole e appassionato pompino, senza sprecare una goccia del copioso nettare che, vista l’astinenza, non tarda ad emettere. Ci lasciamo poco prima dell’arrivo di mio marito con la promessa di rivederci nel pomeriggio.
Accolgo mio marito con un’espressione triste, lamentandomi di essere rimasta sola, dicendo che ho fatto male a seguirlo, lui dispiaciuto mi racconta che non è riuscito a trovare il posto che cercava e che se volevo dopo aver mangiato qualcosa potevamo anche tornare a casa. No! Cazzo, adesso no! Ho comunque finto di essere contenta della sua decisione e abbiamo iniziato ad occuparci dei preparativi per il pranzo, mentre eravamo impegnati ad apparecchiare si è avvicinato il mio amico capo operaio con un collega anche lui giovane ma meno bello, si sono presentati, hanno iniziato con le solite chiacchiere di rito, poi quando mio marito ha espresso la sua delusione per non essere riuscito ad individuare il luogo per la pesca e che avremmo lasciato il posto da li a poco, il capo operaio, dichiarandosi anche lui un appassionato pescatore e valido conoscitore del posto, si è detto disponibile ad indicargli il luogo migliore per pescare, mio marito esultante ha recuperato la sua cartina e l’altro gli ha indicato una località abbastanza lontana dal nostro campo assicurandogli una abbondante pesca, il cornuto pur lamentandosi della distanza e del fatto che avrebbe dovuto lasciarmi tutto il pomeriggio da sola, mi chiedeva con un’espressione idiota se fossi dispiaciuta, e io imbronciata, dopo una rapida e complice occhiata al capo operaio davo, anche se con finta controvoglia, la mia autorizzazione aggiungendo che avrei ammazzato il tempo facendo dei bagni al fiume e stiracchiandomi al sole.
Lui non stava nella pelle, ha ringraziato il capo operaio e il suo collega per le indicazioni ricevute i quali hanno salutato e sono tornati alla loro baracca, ed ha iniziato a prepararsi l’occorrente per la pesca del pomeriggio. Anch’io non stavo nella pelle e immaginando quello che sarebbe accaduto dopo sentivo dei piacevoli fremiti salirmi dal basso ventre.
Dopo il leggero pranzo e poco dopo la partenza di mio marito, sono entrata in tenda, mi sono spogliata di quel poco che avevo indosso e così nuda mi sono tuffata nell’acqua del fiume, quando sono emersa non ero sola, sei teste di maschi arrapati erano intorno a me, ho cercato con gli occhi il mio amico e ci siamo scambiati uno sguardo e un complice sorriso, e piano, senza parlare, il cerchio ha incominciato a stringersi, un’infinità di mani hanno iniziato a toccarmi, i seni, le natiche, le cosce, la figa, mi sono lasciata prendere dal piacere che quelle mani e quella situazione mi procurava, poi qualcuno mi ha sollevata in modo da stare distesa sul pelo dell’acqua qualcun altro si è insinuato fra le mie cosce e ha iniziato a suggere con avidità la mia figa, con le labbra a ventosa si è riempito la bocca mentre con la lingua stimolava le piccole labbra, altri mi succhiavano i capezzoli, non so chi ha violato con un dito il mio culo, un altro ha spinto la sua lingua nella mia bocca incrociandola con la mia in un bacio lascivo. Non capisco più niente, mi lascio andare voglio solo godere, mi portano fuori dall’acqua, sento mani dappertutto, mi risalgono lungo le cosce, arrivano alla figa, entrano, rovistano, frugano, qualcuno mi gira su un fianco mi allarga le natiche e comincia a leccarmi freneticamente l’ano lo penetra con la lingua, vedo cazzi da tutte le parti, sono allo spasimo ho bisogno di sentirmi penetrata, quello che mi sta leccando da dietro intuisce avvicina il suo cazzo mi allarga le natiche e sono io stessa che gli vado incontro ma qualcuno lo ferma, è il capo, vuol far valere il suo diritto di supremazia, vuole essere il primo a penetrarmi, vuole che gli vado sopra ad impalarmi sul suo cazzo che già conosco, è sdraiato con l’asta bella ritta, mi ci siedo sopra e lo faccio entrare nella mia figa bagnata e vogliosa, è ben dotato, comincio a cavalcarlo mentre lui mi afferra le tette e comincia a massaggiarle, lo cavalco piano, ho voglia di sentirlo tutto, poi comincio ad aumentare il ritmo, sto per avere un orgasmo ma gli altri che mi sono intorno non me ne danno il tempo, qualcuno mi afferra per i fianchi, mi stende sopra il suo capo che sta sotto di me, sta per mettermelo in culo, mi sento allargare le natiche, ma cazzo che cazzo! ha una cappella enorme! Vorrei fermarlo, ma oramai è partito, mi tiene ferma con una mano, mentre con l’altra aiuta la sua cappella a entrare nel buco umidificato dalla saliva, lo sento premere sullo sfintere che all’improvviso cede lo sento scivolare nell’intestino, Dio quanto è grosso la penetrazione è dolorosissima, poi si ferma, dà tempo al mio intestino di abituarsi, una parte di me lo vorrebbe subito fino in fondo, un’altra gode del riempimento, comincia a muoversi piano, lo sento nelle mie viscere, è una sensazione indescrivibile, di puro piacere che arriva dritto al cervello, sto per avere un orgasmo anale, sento lo sfintere pulsare e rilasciare, sono partita, vorrei urlare il mio piacere, ma non faccio in tempo perché uno mi si è avvicinato alla bocca e me l’ha riempita con il suo pene, non ho un buco libero godo, godo e i miei pensieri sono tutti verso il piacere che sto provando, sento che sono piena, ma proprio piena, vorrei rimanere così, riempita completamente e mi sento una gran troia sto godendo tantissimo, sento le gambe molli impazzisco non capisco più niente, vorrei essere trattata da gran porca, ma allo stesso tempo voglio carezze, dolcezze, non so cosa fare, voglio solo godere, come sto facendo e voglio essere io a condurre per un po’ il gioco, mi sistemo le gambe e comincio a muovermi io, i due non se lo aspettavano, si fermano quasi stupiti dalla mia iniziativa, comincio a muovere la pancia con un ritmo lieve, do il tempo ai due cazzi di assestarsi per bene dentro di me, poi mi abbasso su quello che mi sta sotto e comincio a muovermi più velocemente, sto godendo come una pazza.
Adesso ho voglia di essere riempita di sentire i cazzi che si svuotano dentro di me, aumento il ritmo, ma qualcuno mi ferma, è quello che mi sta nel culo, si toglie da dentro, mi giro e lo guardo, ma capisco, si è avvicinato un altro che vuole godere del mio sfintere, entra senza sforzo alcuno, non ho nemmeno bisogno di assecondarlo, anche questo è bello dotato, lo sento arrivare anche lui fino in fondo, poi comincia a dare lui il ritmo, è uno in gamba , ci sa fare, colpi lenti e lunghi nel mio culo, molto lenti e molto lunghi, vorrei gridare il mio godimento, ma ho la bocca occupata, sono sfatta, ma anche i maschi non ne possono più, il primo mi viene in bocca, sento lo schizzo arrivarmi in gola, ingoio tutto, mi piace il sapore dello sperma, poi sento arrivare anche il capo nella mia fighetta, mi tiene fermi i fianchi, e viene, viene, sento che mi sta venendo anche quello nel culo, dà uno, due, tre colpi violenti nel mio ano e si piazza tutto dentro, lo sento venire a fiotti caldi, non esce dal mio culo, si svuota tutto dentro, io sono spossata dai cazzi e dal godimento, mi lascio andare sul petto del capo che mi sta sotto, e che ha il cazzo moscio ormai fuori dalla mia figa, anche quello che mi stava dietro si toglie, cerco di sollevarmi ma altre mani mi afferrano, mi mettono in piedi e altri cazzi cercano di penetrarmi, e lo fanno, un maschio possente con un bellissimo e grossissimo cazzo mi solleva in alto e mi lascia cadere impalandomi, lo sento fino alla gola, mi attacco al suo collo e lo avvolgo con le gambe intorno alla vita sono io che faccio il movimento di sali-scendi su quell’enorme palo, ricomincio a godere sembro assatanata scuoto la testa come un’ossessa, due mani si posano sui miei fianchi e mi fermano così impalata, un altro cazzo si fa strada nel mio ano ormai dilatato e quando sento che è arrivato in fondo ricomincio con violenza il movimento che avevo interrotto. Godo, godo, Dio mio come si può godere in questo modo, ho il sangue agli occhi, alla testa. Voglio gridare selvaggiamente, grida inarticolate, prive di senso, dal fondo più primitivo del mio essere, che sgorgano dal mio ventre come il miele. Una gioia lacerante, che mi lascia svuotata, senza parole, conquistata, zittita.
Poi mi fermo esausta, ma loro non hanno finito, sono ancora duri e possenti dentro di me, il gagliardo che mi tiene in braccio mi blocca in alto la gamba sinistra e spinge in giù la mia gamba destra e appena il piede tocca terra ricominciano, uno entra l’altro esce, uno esce l’altro entra, con un preciso sincronismo quasi meccanico che mi sazia e mi soddisfa, poi anche loro quasi contemporaneamente mi gratificano del loro sperma. Mi lascio cadere sfinita e pienamente soddisfatta, ma non è finita, altri vogliono godere del mio corpo e non voglio deluderli, mi lascio riempire ancora, la bocca il culo la figa, cerco di assecondarli come meglio posso fino a quando anche gli ultimi, uno alla volta, mi omaggiano dei loro umori.
Sento lo sperma uscirmi dalle chiappe e dalla figa, lo sento in gola e nel naso, sono praticamente uno sperma ambulante e sorridendo, sculettando e colando, vado a tuffarmi nel fiume, anche i maschi seguono il mio esempio.
Il basso sole del tardo pomeriggio ci ha trovati tutti contenti felici e soddisfatti, loro si rivestono, anch’io entro in tenda per prendere qualcosa da mettere addosso, frugo tra i vestiti e mi capita in mano una cortissima e ampia gonna a pieghe, cerco ancora e trovo una canotta che mi arriva appena sotto i seni, non indosso altro ed esco, appena fuori dalla tenda sono accolta da un coro di apprezzamenti, fischi e applausi che mi lusingano e sono in pochi coloro che resistono alla tentazione di infilare una mano sotto la corta gonna a toccarmi le nude natiche, oppure a cingermi la vita facendo scivolare la mano sotto la canotta e carezzarmi i seni, cerco di sottrarmi alle loro mani, fingo di allontanarli, scherziamo e ridiamo contenti e quando sentiamo il rumore dell’auto avvicinarsi, ci salutiamo e ritornano alle loro occupazioni.
Mio marito è soddisfatto della sua pesca mi mostra orgoglioso il carniere da pesca colmo di pesciolini chiedendomi se mi sono annoiata, mi dico felice per lui e che nell’attesa ho fatto dei bagni e non mi sono annoiata molto, che anzi il campeggio iniziava a piacermi, il posto e l’acqua del fiume erano meravigliosi e che se sarebbe ritornato in quel luogo lo avrei accompagnato volentieri, ero contenta e sazia e pensavo che quanto da me pescato non poteva essere contenuto in quella cesta.
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