Rimini
di
Anais
genere
orge
Siamo al mare in un bell’albergo, io e mio marito, che tradisco regolarmente. Proprio ieri, per esempio, intanto che la mia dolce metà schiacciava il solito pisolino pomeridiano, mi è capitato di avere un incontro infuocato con un ragazzo tedesco nella sua camera nello stesso albergo.
Il ragazzo tedesco è stato carino, ma, devo dire che l’avventura che senz’altro mi rimarrà in mente eccitandomi al ricordo per un bel po’, mi è capitata tre sere fa quando mio marito è rimasto in camera con una forte emicrania e io, dopo cena, sono uscita per una passeggiata.
In strada ho conosciuto un bellissimo giovane immigrato Senegalese che vendeva cinture e pelletteria varia sul marciapiede e dopo un po’ di trattative sui prezzi e qualche battuta scherzosa sulla qualità della merce esposta, mi ha detto che se ero interessata a qualcosa di prima qualità avrebbe potuto mostrarmela se l’avessi seguito nel suo magazzino. Il ragazzo mi intrigava moltissimo, e poi non avevo nulla da fare, ho accettato, siamo saliti sulla sua scassatissima macchina parcheggiata poco lontano e appena partiti ho iniziato a scherzare sul suo nome: Bamba, a stuzzicarlo con risatine ammiccanti, scoprendo le gambe fin quasi all’inguine, finalmente ha messo la sua manona sulla mia coscia sinistra e, visto che io, con indifferenza, continuavo sullo stesso tono facendo finta di nulla anzi allargando leggermente le cosce, la portava lentamente sempre più su fino a sfiorarmi la passerina che intanto produceva i suoi caldi umori. Ha iniziato ad accarezzarmi prima delicatamente sopra il perizoma, poi spostatolo ha infilato con facilità il dito medio nella vagina ormai allagata. Mh… Mi ha portata in una catapecchia fuori città, appena entrati mi è saltato addosso, mi ha infilato la sua enorme lingua in bocca, mi ha strizzato le tette, ha insinuato un dito nel mio culo, mi ha spogliata completamente, mi ha sbattuta su un grande materasso che era per terra, e, con mia grande goduria, ha iniziato a montarmi come fossi una cavalla, non la smetteva più. Mi ha scopato una volta impalandomi col suo cazzo enorme tenendo sollevate le mie cosce sulle sue spalle, poi, dopo avermi trombato con foga davanti, mi ha rivoltato e ha violato il mio culo. Mentre mi scopava come un forsennato mugolava parole incomprensibili che intuivo non fossero complimenti. Non capivo più niente, il suo modo di fottere mi aveva fatto perdere completamente la testa, mi sentivo e mi comportavo come una troia, mi davo completamente, concentrata solo a godere e a venire continuamente come un fiume in piena.
Dopo essere venuto nel mio culo mi ha infilato in bocca il suo grosso cazzo nero e ha continuato a scoparmi nella bocca finché non è venuto una seconda volta allagandomi la gola.
Ero esausta quando Bamba si è alzato, si è infilato i pantaloni ed è andato alla porta, l’ha aperta e guardandomi ha detto: “Chi viene con me deve andare anche con i miei fratelli”.
Così è entrato un altro negrone, che si chiamava Moussa: più vecchio di Bamba, ma anche lui grosso e massiccio.
Io non sapevo se reagire o accettare la cosa, la figa mi faceva ancora male il culo era in fiamme e mi sentivo distrutta. Ho provato a dire “No… io non”, ma Bamba non mi ha nemmeno sentita. Ha chiuso la porta e Moussa ha tirato fuori il suo bastone, mi ha allargato le cosce e ha cominciato a trombare senza tanti preamboli. Sentivo la sua verga dura che mi scavava nelle viscere quasi volesse bucarmi.
Il suo ritmo era forsennato e anche con lui, la troia che è in me si è scatenata e sono venuta abbondantemente, strillando, gemendo e ululando come una cagna in calore.
Quando ho sentito il fiotto del suo sperma inondarmi la vagina mi sono rilassata e ho sentito il suo cazzo scivolare via. Ero spossata, temevo che come Bamba avrebbe voluto prendermi ancora, invece si è alzato e se n’è andato.
Immediatamente entra nella stanza un altro: questi era Ousmane, un altro immigrato del gruppo senegalese. Stavo per svenire, abbozzai un “No… basta… non ce la faccio più”, ma lui sembrava che nemmeno capisse la mia lingua. Mi cacciò il cazzo in gola e mi afferrò per la testa dettando il ritmo di un pompino vertiginoso che quasi mi faceva soffocare. Lo succhiai con particolare passione perché, stanca com’ero, volevo solo che venisse in fretta e che quella storia finisse. E in breve lo sentii fremere, estrasse con la mano il cazzo dalla mia bocca e mi schizzò il suo sperma diritto in faccia per vedermelo colare sulle guance e sulle labbra.
Se ne andò e io mi asciugai con un lenzuolo. Non avevo nemmeno la forza di andarmene e mi accasciai sul materasso con gli occhi chiusi. Sentii la porta che si apriva. Un altro ancora: Cheikh. Mi venne vicino e con gentilezza mi fece girare, mi carezzò la schiena e mi mise un paio di cuscini sotto la pancia. Con calma mi allargò le cosce e spalmò con le sue dita un po’ di saliva che aveva sputato sul mio culo, poi appoggiò la cappella di quello che doveva essere un enorme e nodoso cazzone e mi inculò ferocemente lacerandomi nonostante Bamba avesse già allargato il mio buco, senza che io riuscissi ad abbozzare una minima reazione.
Ricordo solo che gridavo:
- Ahhh! Noooo!! Mi fai maleeee! , mentre delle grosse lacrime mi scendevano dagli occhi. Continuò ad incularmi selvaggiamente e a lungo e sembrava che non dovesse arrivare mai all’orgasmo.
Forse richiamati dai miei strilli entrarono anche Bamba, Moussa e Ousmane. Mi guardavano con un ghigno nel volto e sembrava che vedermi sbattere a quel modo non facesse che accrescere la loro libidine. Moussa mi si sedette davanti infilandomi il cazzo fra le labbra per farmi tacere e Bamba mi prese per una mano costringendomi ad afferrargli il cazzo e a masturbarlo, in questa scomodissima posizione in cui stavo mentre Cheikh mi inculava. Ousmane intanto con una mano mi palpava e con l’altra si sparava una sega. In perfetta sintonia i quattro vennero ancora, Cheikh allagandomi lo sfintere, Moussa la gola, Bamba la mano con cui lo masturbavo e Ousmane indirizzandomi addosso il cazzo mi schizzò collo e faccia.
Subito dopo se ne andarono. Bamba mi aiutò a rivestirmi e mi accompagnò di nuovo in città, e toccandomi per l'ultima volta la figa, mi invitò ad andarlo a cercare su quel marciapiede qualora mi fosse venuta la voglia di acquistare della pelletteria speciale. Sono ancora intontita ed eccitata scrivendo questa storia. Cazzo che avventura!!! Altro che il ragazzotto tedesco!
Sono rientrata in albergo e dopo una doccia mi sono infilata a letto dove mio marito se la russava della grossa senza accorgersi di nulla.
Il ragazzo tedesco è stato carino, ma, devo dire che l’avventura che senz’altro mi rimarrà in mente eccitandomi al ricordo per un bel po’, mi è capitata tre sere fa quando mio marito è rimasto in camera con una forte emicrania e io, dopo cena, sono uscita per una passeggiata.
In strada ho conosciuto un bellissimo giovane immigrato Senegalese che vendeva cinture e pelletteria varia sul marciapiede e dopo un po’ di trattative sui prezzi e qualche battuta scherzosa sulla qualità della merce esposta, mi ha detto che se ero interessata a qualcosa di prima qualità avrebbe potuto mostrarmela se l’avessi seguito nel suo magazzino. Il ragazzo mi intrigava moltissimo, e poi non avevo nulla da fare, ho accettato, siamo saliti sulla sua scassatissima macchina parcheggiata poco lontano e appena partiti ho iniziato a scherzare sul suo nome: Bamba, a stuzzicarlo con risatine ammiccanti, scoprendo le gambe fin quasi all’inguine, finalmente ha messo la sua manona sulla mia coscia sinistra e, visto che io, con indifferenza, continuavo sullo stesso tono facendo finta di nulla anzi allargando leggermente le cosce, la portava lentamente sempre più su fino a sfiorarmi la passerina che intanto produceva i suoi caldi umori. Ha iniziato ad accarezzarmi prima delicatamente sopra il perizoma, poi spostatolo ha infilato con facilità il dito medio nella vagina ormai allagata. Mh… Mi ha portata in una catapecchia fuori città, appena entrati mi è saltato addosso, mi ha infilato la sua enorme lingua in bocca, mi ha strizzato le tette, ha insinuato un dito nel mio culo, mi ha spogliata completamente, mi ha sbattuta su un grande materasso che era per terra, e, con mia grande goduria, ha iniziato a montarmi come fossi una cavalla, non la smetteva più. Mi ha scopato una volta impalandomi col suo cazzo enorme tenendo sollevate le mie cosce sulle sue spalle, poi, dopo avermi trombato con foga davanti, mi ha rivoltato e ha violato il mio culo. Mentre mi scopava come un forsennato mugolava parole incomprensibili che intuivo non fossero complimenti. Non capivo più niente, il suo modo di fottere mi aveva fatto perdere completamente la testa, mi sentivo e mi comportavo come una troia, mi davo completamente, concentrata solo a godere e a venire continuamente come un fiume in piena.
Dopo essere venuto nel mio culo mi ha infilato in bocca il suo grosso cazzo nero e ha continuato a scoparmi nella bocca finché non è venuto una seconda volta allagandomi la gola.
Ero esausta quando Bamba si è alzato, si è infilato i pantaloni ed è andato alla porta, l’ha aperta e guardandomi ha detto: “Chi viene con me deve andare anche con i miei fratelli”.
Così è entrato un altro negrone, che si chiamava Moussa: più vecchio di Bamba, ma anche lui grosso e massiccio.
Io non sapevo se reagire o accettare la cosa, la figa mi faceva ancora male il culo era in fiamme e mi sentivo distrutta. Ho provato a dire “No… io non”, ma Bamba non mi ha nemmeno sentita. Ha chiuso la porta e Moussa ha tirato fuori il suo bastone, mi ha allargato le cosce e ha cominciato a trombare senza tanti preamboli. Sentivo la sua verga dura che mi scavava nelle viscere quasi volesse bucarmi.
Il suo ritmo era forsennato e anche con lui, la troia che è in me si è scatenata e sono venuta abbondantemente, strillando, gemendo e ululando come una cagna in calore.
Quando ho sentito il fiotto del suo sperma inondarmi la vagina mi sono rilassata e ho sentito il suo cazzo scivolare via. Ero spossata, temevo che come Bamba avrebbe voluto prendermi ancora, invece si è alzato e se n’è andato.
Immediatamente entra nella stanza un altro: questi era Ousmane, un altro immigrato del gruppo senegalese. Stavo per svenire, abbozzai un “No… basta… non ce la faccio più”, ma lui sembrava che nemmeno capisse la mia lingua. Mi cacciò il cazzo in gola e mi afferrò per la testa dettando il ritmo di un pompino vertiginoso che quasi mi faceva soffocare. Lo succhiai con particolare passione perché, stanca com’ero, volevo solo che venisse in fretta e che quella storia finisse. E in breve lo sentii fremere, estrasse con la mano il cazzo dalla mia bocca e mi schizzò il suo sperma diritto in faccia per vedermelo colare sulle guance e sulle labbra.
Se ne andò e io mi asciugai con un lenzuolo. Non avevo nemmeno la forza di andarmene e mi accasciai sul materasso con gli occhi chiusi. Sentii la porta che si apriva. Un altro ancora: Cheikh. Mi venne vicino e con gentilezza mi fece girare, mi carezzò la schiena e mi mise un paio di cuscini sotto la pancia. Con calma mi allargò le cosce e spalmò con le sue dita un po’ di saliva che aveva sputato sul mio culo, poi appoggiò la cappella di quello che doveva essere un enorme e nodoso cazzone e mi inculò ferocemente lacerandomi nonostante Bamba avesse già allargato il mio buco, senza che io riuscissi ad abbozzare una minima reazione.
Ricordo solo che gridavo:
- Ahhh! Noooo!! Mi fai maleeee! , mentre delle grosse lacrime mi scendevano dagli occhi. Continuò ad incularmi selvaggiamente e a lungo e sembrava che non dovesse arrivare mai all’orgasmo.
Forse richiamati dai miei strilli entrarono anche Bamba, Moussa e Ousmane. Mi guardavano con un ghigno nel volto e sembrava che vedermi sbattere a quel modo non facesse che accrescere la loro libidine. Moussa mi si sedette davanti infilandomi il cazzo fra le labbra per farmi tacere e Bamba mi prese per una mano costringendomi ad afferrargli il cazzo e a masturbarlo, in questa scomodissima posizione in cui stavo mentre Cheikh mi inculava. Ousmane intanto con una mano mi palpava e con l’altra si sparava una sega. In perfetta sintonia i quattro vennero ancora, Cheikh allagandomi lo sfintere, Moussa la gola, Bamba la mano con cui lo masturbavo e Ousmane indirizzandomi addosso il cazzo mi schizzò collo e faccia.
Subito dopo se ne andarono. Bamba mi aiutò a rivestirmi e mi accompagnò di nuovo in città, e toccandomi per l'ultima volta la figa, mi invitò ad andarlo a cercare su quel marciapiede qualora mi fosse venuta la voglia di acquistare della pelletteria speciale. Sono ancora intontita ed eccitata scrivendo questa storia. Cazzo che avventura!!! Altro che il ragazzotto tedesco!
Sono rientrata in albergo e dopo una doccia mi sono infilata a letto dove mio marito se la russava della grossa senza accorgersi di nulla.
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