La porcona della casa in collina
di
jo temerario
genere
tradimenti
Affitto appartamenti. Incontro una marea di persone ogni giorno. Ci sono i tipi insistenti, che rompono solo i coglioni e mi fanno perdere tempo perché non spenderanno mai i soldi per prendere casa. Ma io tratto tutti allo stesso modo: gentile, professionale, sempre attento ai dettagli. Ho 48 anni, ultimamente ho perso dei kg e frequento le palestre. Ho poco tempo a disposizione, ma cerco di curare il mio corpo per non sfigurare e per me stesso.
Mi è capitato, alla fine di una lunga giornata, di ricevere una telefonata di una donna. Aveva bisogno di una casa in collina, di quelle a metà tra mare e monti. Era tardi, il sole era tramontato, rinviai tutto all'indomani mattina.
Lei mi sembrò un po' scocciata, aveva fretta di visionare un paio di abitazioni. Alle 10 del giorno successivo non mi aspettavo neanche che arrivasse. Si presentò con una ventina di minuti di ritardo, scusandosi per vari inconvenienti. Era accompagnata dal marito che, per tutto il tempo della visita a due villette, mi sembrò assente e assorto nei suoi pensieri e nelle sue telefonate di lavoro.
Scelse lei, una villa in campagna. Capelli tra rosso e biondo, occhi azzurri come due lampadine: bellissimi, molto espressivi. Labbra nate per succhiare cazzi, ma anche per sorridere e metterti di ottimo umore. Tutto il contrario della telefonata del giorno prima.
Affare concluso in poco tempo, ottimo profitto. Ci scambiammo i numeri per eventuali successivi affari. Per una settimana non si fece sentire e dimenticai anche il suo volto.
Quella sera, ancora dopo il tramonto, ecco la telefonata. Chiedeva di salire a casa perché c'era un guasto. Le dissi che non ero un operaio specializzato, me lo chiese per favore e con una voce che mi fece trasalire. Mi fece eccitare e si mise in moto la parte della mia testa che fantastica e pensa le cose più porche di questo mondo.
Non avevo sbagliato. Arrivai a destinazione, la trovai in accappatoio e con i capelli appena lavati e umidi. Aveva fatto la doccia, mi pregò di controllare il gas... La manopola era chiusa... Riavviai e glielo feci notare... Ringraziò, quando ero un auto arrivò il messaggio: “Non lo avevi capito che era una scusa?”. Mi sentii un coglione. “Domani mio marito va al lavoro, io resto qui... fammi compagnia”. Mi presentai all'appuntamento in leggero ritardo spostando appuntamenti su appuntamenti. La trovi in jeans e maglia attillata. Un culo da favola, due seni gonfi, quelle labbra che non finivo mai di fissare. Prendemmo un caffè, poi lei mi fece entrare in cucina perché c'era il lavandino che gocciolava. Si mise carponi a cercare di aggiustare. Si voltò e gli occhi maliziosi, eccitati mi fecero scattare come un pazzo l'idea di fotterla sul posto.
Le toccai il culo. Era di marmo, si girò facendo cadere i suoi capelli a caschetto sul viso. Le ficcai la lingua in bocca, mugolò eccitata. “Avevo notato che eri interessato, sono stata una pazza ad accettare. Ma ho voglia di scopare, voglio godere come una cagna”.
Le tolsi jean e maglietta: “Toccati fino a venire”, ordinai. Lei obbedì. Cominciò a sfiorarsi il clitoride, a tormentarlo... Ansimava: “Ti piace? Sono una puttana lurida e vogliosa, voglio il tuo cazzo in culo”. Mi spogliai, la presi di forza, prima in fica, poi la girai e la scopai dietro. Il culo era già aperto e bagnato, il buco stretto si allargò pian pianino accogliendo la mia asta al massimo dell'erezione: “Sono bagnata, lavata. Sfondami il culo, fammi gridare di piacere. Fottimi come una troia, ho bisogno di venire come un'ossessa”. Gridava, si dimenava, si toccava la figa mentre la prendevo dietro.
Si mise il cazzo in bocca pieno dei suoi umori e lo leccò con eccezionale maestria. Venni copiosamente sulla sua lingua, lei inghiottì tutti i miei umori e, non paga, continuò a masturbarsi. Adesso con un cetriolo che accolse dentro la sua figa ancora vogliosa. Si penetrava e mi leccava il cazzo mugolando per l'eccitazione.
Alla fine si fece filmare mentre la scopavo ancora. Fissava la telecamera leccandosi le labbra, provocante e sazia per il sesso che riceveva ora in culo, ora tutto in fica. Venni dentro il buco del suo ano. Con una mano si penetrò per raccogliere la sborra e se la portò in bocca. “Mi hai fatto godere come un troione, sono contenta per questo affare”. Mi pagò la commissione per l'affitto della casa e nel salutarmi mi baciò con passione
jo temerario
Mi è capitato, alla fine di una lunga giornata, di ricevere una telefonata di una donna. Aveva bisogno di una casa in collina, di quelle a metà tra mare e monti. Era tardi, il sole era tramontato, rinviai tutto all'indomani mattina.
Lei mi sembrò un po' scocciata, aveva fretta di visionare un paio di abitazioni. Alle 10 del giorno successivo non mi aspettavo neanche che arrivasse. Si presentò con una ventina di minuti di ritardo, scusandosi per vari inconvenienti. Era accompagnata dal marito che, per tutto il tempo della visita a due villette, mi sembrò assente e assorto nei suoi pensieri e nelle sue telefonate di lavoro.
Scelse lei, una villa in campagna. Capelli tra rosso e biondo, occhi azzurri come due lampadine: bellissimi, molto espressivi. Labbra nate per succhiare cazzi, ma anche per sorridere e metterti di ottimo umore. Tutto il contrario della telefonata del giorno prima.
Affare concluso in poco tempo, ottimo profitto. Ci scambiammo i numeri per eventuali successivi affari. Per una settimana non si fece sentire e dimenticai anche il suo volto.
Quella sera, ancora dopo il tramonto, ecco la telefonata. Chiedeva di salire a casa perché c'era un guasto. Le dissi che non ero un operaio specializzato, me lo chiese per favore e con una voce che mi fece trasalire. Mi fece eccitare e si mise in moto la parte della mia testa che fantastica e pensa le cose più porche di questo mondo.
Non avevo sbagliato. Arrivai a destinazione, la trovai in accappatoio e con i capelli appena lavati e umidi. Aveva fatto la doccia, mi pregò di controllare il gas... La manopola era chiusa... Riavviai e glielo feci notare... Ringraziò, quando ero un auto arrivò il messaggio: “Non lo avevi capito che era una scusa?”. Mi sentii un coglione. “Domani mio marito va al lavoro, io resto qui... fammi compagnia”. Mi presentai all'appuntamento in leggero ritardo spostando appuntamenti su appuntamenti. La trovi in jeans e maglia attillata. Un culo da favola, due seni gonfi, quelle labbra che non finivo mai di fissare. Prendemmo un caffè, poi lei mi fece entrare in cucina perché c'era il lavandino che gocciolava. Si mise carponi a cercare di aggiustare. Si voltò e gli occhi maliziosi, eccitati mi fecero scattare come un pazzo l'idea di fotterla sul posto.
Le toccai il culo. Era di marmo, si girò facendo cadere i suoi capelli a caschetto sul viso. Le ficcai la lingua in bocca, mugolò eccitata. “Avevo notato che eri interessato, sono stata una pazza ad accettare. Ma ho voglia di scopare, voglio godere come una cagna”.
Le tolsi jean e maglietta: “Toccati fino a venire”, ordinai. Lei obbedì. Cominciò a sfiorarsi il clitoride, a tormentarlo... Ansimava: “Ti piace? Sono una puttana lurida e vogliosa, voglio il tuo cazzo in culo”. Mi spogliai, la presi di forza, prima in fica, poi la girai e la scopai dietro. Il culo era già aperto e bagnato, il buco stretto si allargò pian pianino accogliendo la mia asta al massimo dell'erezione: “Sono bagnata, lavata. Sfondami il culo, fammi gridare di piacere. Fottimi come una troia, ho bisogno di venire come un'ossessa”. Gridava, si dimenava, si toccava la figa mentre la prendevo dietro.
Si mise il cazzo in bocca pieno dei suoi umori e lo leccò con eccezionale maestria. Venni copiosamente sulla sua lingua, lei inghiottì tutti i miei umori e, non paga, continuò a masturbarsi. Adesso con un cetriolo che accolse dentro la sua figa ancora vogliosa. Si penetrava e mi leccava il cazzo mugolando per l'eccitazione.
Alla fine si fece filmare mentre la scopavo ancora. Fissava la telecamera leccandosi le labbra, provocante e sazia per il sesso che riceveva ora in culo, ora tutto in fica. Venni dentro il buco del suo ano. Con una mano si penetrò per raccogliere la sborra e se la portò in bocca. “Mi hai fatto godere come un troione, sono contenta per questo affare”. Mi pagò la commissione per l'affitto della casa e nel salutarmi mi baciò con passione
jo temerario
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