Ginevra e Paride, l'amico di papà (PT2)

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Ginevra e Paride, l'amico di papà (PT2)

[..] e proprio mentre stava per prendere l'iniziativa e stava per tornare in sé scivolando con la sua bocca sul collo e sul suo décolleté, una voce dal piano di sotto chiamò Ginevra, i due balzarono in piedi e si ricomposero, Ginevra baciò a stampo Paride e corse giù per le scale, era solo un arrivederci, ma si sentivano entrambi due quindicenni alle prese con la loro prime volte. [..]

Dopo poco anche Paride scese giù, e con fare naturale salutò Ginevra con un bacio sulla fronte e le altre persone che erano nella stanza.
Verso le 2:00 di notte, Ginevra ricevette un messaggio che diceva:
" Abbiamo un discorso in sospeso ragazzina, Ti aspetto domani a casa mia, l'indirizzo lo conosci."
Ginevra non rispose sebbene la voglia di riprendere quel discorso era tanta, ma nel suo intimo si sentì quasi ferita da quella strana pretesa;
Intenta a riprendere sonno, il cellulare squillò un'altra volta, era sempre Paride, questa volta le chiedeva spiegazioni sulla mancata risposta, le disse che stava diventando matto, che mai nella vita aveva desiderato qualcosa così tanto, si era sempre preso tutto con molta facilità; l'idea che quell'uomo stesse impazzendo di desiderio per lei, la fece sorridere e al tempo stesso indispettire, non avrebbe risposto nemmeno a questo messaggio, ci avrebbe pensato il giorno dopo, poco prima di concludere questa sessione di pensieri ricevette un terzo messaggio che le diceva :" A domani.", ora si sentiva fortemente eccitata e divertita, così si lasciò cadere in un profondissimo sonno.
Il giorno dopo fu svegliata dalla voce di Paride che discuteva con suo padre mentre facevano colazione, lei scese giù, con l'aria di chi aveva riposato bene tutta la notte, il suo morbido e corto baby-doll di seta rosa, era così eccitata all'idea di vederlo che i suoi capezzoli erano turgidi e sporgevano dal morbido tessuto che faceva fatica a tenere dentro la sua quinta di seno, quando arrivò in cucina lo vide, bello come il sole, lui allontanò dalla sua bocca la fetta biscottata, Ginevra andò da suo padre e lo baciò accennando un frettoloso :"Buongiorno", poi salutò Paride e si sedette su di lui, come era solita fare sin da bambina, Paride era senza fiato, sentiva le sue morbide natiche premere sul suo membro e sentì le sue gambe scoperte (per via di un paio di shorts Sundek da mare) umide, Ginevra infatti non aveva indossato la biancheria, Paride stava impazzendo, anche perché mentre parlava con il suo papino, la giovane usava muoversi e articolare il suo discorso con una serie di gesti... Tutto ad un tratto lei si sollevò e andò a sedersi sulla sedia per mangiare la frutta che le era stata portata da Thina la loro domestica.
Paride fu spiazzato, con molta nonchalance si avvicinò al tavolo per coprire la sua folle erezione e subito dopo propose a Ginevra di andare in barca con lui, infondo perché avrebbe dovuto rifiutare davanti al padre? Si stavano facendo la guerra, ma si stavano amando con gli occhi.
Ginevra infatti non rifiutò, finì di mangiare e si andò a preparare, quando scese giù era davvero bellissima;
Paride la vide, indossava un pantaloncino a vita alta, un costumino nero con delle frange che risaltava il candore della sua delicata pelle, aveva messo su una camicia del padre che Paride riconobbe per via delle iniziali dello stesso ricamate sopra, i suoi lunghi capelli biondi scendevano in morbidi boccoli sui suoi seni, indossava degli occhiali ed un grande cappello abbinato alla grande pochette che portava tra le sue mani.
I due congedarono la famiglia e si avviarono verso il meraviglioso mare e la meravigliosa barca di Paride, il tragitto fu per certi versi imbarazzante, Paride era ancora un po rancoroso per via del silenzio stampa della sera prima e per via dello scarso controllo che riusciva ad esercitare su se stesso. Ginevra per rompere il silenzio, ed addolcirlo, ne prese la mano e la portò alle sue labbra, la baciò delicatamente e disse : "Ancora Buongiorno"..
Paride sorrise, e disse "Buongiorno a te bambina"..
I due arrivarono a destinazione, Paride la aiuto a salire in barca e la baciò sulla nuca, trascorsero la prima parte della mattinata a prendere il sole, spalmarsi la crema e a fare lunghi bagni, quando poi il cielo iniziò ad ingrigirsi, Paride e Ginevra scesero giù nella cabina e si rinfrescarono un po, Ginevra si sfilò il costume e si mise la camicia maschile che indossava prima, Paride le si avvicinò da dietro e le baciò i lobi per poi sussurrarle di indossare la sua di camicia, perché le sarebbe stata meglio, lei si voltò, appoggiò le sue labbra su quelle di Paride e gli sussurrò:
"E le mie labbra invece, come pensi che stiano sulle tue?"
Lui la prese in braccio, la travolse in un folle bacio di passione, la buttò sul letto e iniziò a baciarla ovunque, fronte, naso, labbra, collo, le aprì i bottoni della camicia e iniziò a sfiorare i suoi seni con il naso, ne odorava ogni singolo centimetro, un dolciastro odore di vaniglia e salsedine, era il paradiso. Proprio mentre Paride le stava sfilando con i denti il perizoma bianco che aveva indossato, lei lo spinse giù e gli salì sopra, iniziò a scivolare su di lui, a muovere il bacino sul suo membro che era durissimo e pulsava, strinse tra i denti il suo labbro inferiore e con la lingua leccò il suo mento, il suo pomo d'Adamo, il suo petto e diede un piccolo morso ai suoi capezzoli, lui sussultò, ma Ginevra non aveva voglia di fermarsi... Scese sempre più giù, leccò il suo ombelico e baciò il suo costume, lo fece scivolare giù e iniziò a riempire di baci il suo membro che balzò fuori dagli slip come una molla, così iniziò a succhiarlo come se fosse un lecca-lecca alla ciliegia, emetteva suoni che mandavano Paride in estasi, lui la guidava con le mani, il suo pancino pulsava, avvertiva i battiti nelle orecchie e Dio... Aveva troppa voglia di possederla, la staccò, la prese in braccio la buttò giù e le lecco una sola volta la vagina oramai grondante, con un colpo secco infilò il suo membro, e Ginevra emise un gridolino, iniziò a fotterla sempre più velocemente, emetteva grugniti che riempivano la barca, Ginevra ansimava, era un toro impazzito, la voltò e iniziò a darle delle sculacciate che le arrossarono la pelle ma che la fecero eccitare ancora di più, lui continuava a penetrarla, mentre lei si torturava il clitoride, dopo poco esplose in un orgasmo mistico, mai provato nulla di così forte, anche Paride c'era quasi, così la voltò, le fermò i polsi sul letto e le inondò viso e seno, per poi leccarla e sputare tutto il suo nettare nella sua bocca che ingoiò soddisfatta il tutto, dopo di ciò, la baciò sulle labbra, le baciò delicatamente il pancino e si lasciò cadere tra le sue gambe, addormentandosi con la faccia tra la sua vagina...
scritto il
2015-08-13
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