Ginèvre scrive: Flaminia e Cesare: Baby sitter a tempo pieno. (parte1)
di
Ginèvre
genere
etero
Cesare, avvocato a tempo pieno, politico tre ore al giorno ed ex marito di Camilla.
Una fredda mattina di Novembre, Cesare ricevette la chiamata di Camilla, la quale lo informava che per due settimane avrebbe dovuto seguire un progetto in Qatar e di conseguenza era necessario che Filippo, il frutto del loro, oramai consumato amore, rimanesse con lui, e con la Tata, Flaminia: ragazza di ventidue anni, studentessa di Giurisprudenza, e tata di Filippo per puro hobby.
Era Sabato mattina, Cesare aveva la giornata libera e quindi preferiva prendersela con comodo, ma quella mattina, tutto andò differentemente, erano solo le 7:15 quando sentì suonare, scese ad aprire ed erano Flaminia e Filippo.
Camilla era già stata accompagnata in aeroporto dall'autista.
La giovane si presentò e si scusò per l'ora, spiegò inoltre che era stata una esplicita richiesta di Camilla, lui la rasserenò e la fece accomodare. Le fece vedere la sua stanza e quella del bimbo, in più le fece vedere la casa e le spiegò tutte le sue abitudini, o quasi..
La prima settimana passò velocemente, Filippo era un bambino adorabile, ascoltava tantissimo Flaminia, e sembrava avesse più feeling con lei che con la madre, più volte Cesare si era soffermato ad osservarla, lunghi capelli biondi, carnagione chiara, grandi occhi azzurri, morbide labbra ed un nasino delicatissimo. Un fisico ben sviluppato, morbide forme ed un seno decisamente invitante, per non parlare di quel profumo che riempiva casa, un profumo dolcissimo e dalle delicate note alla rosa nobile.
Una delle inconfessabili abitudini di Cesare, era che prima di andare a dormire, doveva coccolarsi un po, lo aiutava a rilassarsi, a dormire meglio e a partire più carico il mattino seguente, ed avendo un carattere ben definito ed un ego smisurato, per lui era davvero difficile soffocare le sue urla goduriose , ma ci provava, in quei giorni non era da solo in casa..
Flaminia però, era nella stanza accanto, e fantasticava perennemente su di lui, ogni sera prima di andare a dormire, si girava di lato ed immaginava di dormire abbracciata a lui, quella sera però, strani rumori provenivano dalla stanza di quell'uomo, alto 1.90, dalle spalle larghe, gli occhi castani, i capelli neri, e dalla dentatura perfetta.
Quella sera lo sentiva ansimare, quei suoni le diedero alla testa, il suo cuore iniziò a battere più forte, e le sue dita finirono sulla sua morbida lingerie con molta naturalezza.
Si addormentò con le mani nei suoi slip, stanca ma soddisfatta.
Il mattino seguente era davvero raggiante, indossava una canotta bianca che lasciava intravedere il pizzo del suo intimo, un jeans aderente a vita alta, e questa lunga chioma le incorniciava il viso.
Camminava rigorosamente scalza, non amava tenere le scarpe sul parquet, abitudine che piacque sin da subito a Cesare.
Mentre preparava la colazione al piccolo per poi accompagnarlo all'asilo, Cesare scese giù e la vide, quella mattina aveva una luce diversa, fu proprio la sua voce ad interrompere i suoi pensieri, quando gli chiese se potesse aiutarla a prendere il cacao dall'alto, così le si avvicinò, la prese in braccio e le fece prendere ciò che le serviva, Flaminia arrossì, e lui se ne accorse, nel metterla giù, la fece scivolare sul suo corpo, e per una frazione di secondo si ritrovò con il suo seno sul volto, la giovane scese giù, lo ringraziò e cercò di far finta di nulla, anche se il suo corpo parlava benissimo per lei, o anche meglio di lei..
con i suoi turgidi capezzoli aveva catturato lo sguardo affamato di Cesare, che cercò di distrarsi leggendo il giornale.
Flaminia andò a prendere Filippo dalla culla e lo mise nel seggiolone, il piccolo quel giorno era particolarmente capriccioso, e con un calcio versò tutta l'acqua del bicchiere sulla maglia della tata, la quale era bianca e soprattutto bagnata, lei lo prese e lo calmò, nel frattempo Cesare non riusciva a non guardarla, aveva il membro duro come il marmo, quella ragazzina era stata la rivelazione della mattinata.
Flaminia poi portò Filippo all'asilo, e quando tornò a casa si mise a studiare un po, nel frattempo Cesare era rientrato per prendere il materiale che aveva dimenticato, ed i due iniziarono a parlare un po, promettendo di rimandare la chiacchierata a qualche ora dopo, quando Cesare rincasò la trovò sul divano, con Filippo in braccio, dormivano entrambi beatamente, aveva acceso delle candele profumate ed aveva messo una melodia molto dolce. Era davvero bellissima anche quando dormiva.
Non poteva fare a meno di guardarla.
Con fare silenzioso decise di prendere in braccio il bambino e lo portò nella culla, nel frattempo si era svegliata anche lei, Cesare andò in cucina e le portò un bicchiere di vino rosso, dicendole che ogni tanto doveva concedersi anche un po di piaceri.
Si avvertiva una strana tensione, erano così vicini, c'erano delle candele accese, un'atmosfera molto romantica e calda e si avvertiva in lontananza il piacevole scoppiettio del fuoco acceso.
Ad un certo punto i due si osservarono e si avvicinarono sempre più, erano ammaliati l'uno dall'altra quando lui iniziò a baciarle gli zigomi, le labbra, il collo, tirò giù la zip della felpa e vide il suo intimo nero di pizzo francese, continuò a baciarle il décolleté, i grandi seni, il pancino, finché lei non lo fermò e gli disse :
"Mettimi le mani nelle mutande, ti prego"
Quella richiesta lo fece impazzire completamente, così la assecondò, con molta naturalezza le sfilò i pantaloni e le spostò gli slip con i denti, iniziò a leccarla e ad assaporarla come se fosse una pesca succosa, quando poi, proprio mentre Flaminia stava per raggiungere il piacere, suonarono alla porta!
"Cazzo, è Giulia, la mia collega!" esclamò Cesare.
Flaminia lo guardò, era davvero sconcertata, tirò su i vestiti e salì in camera.
Subito dopo compose un messaggio e scrisse:
"È stato un errore, per piacere, fate meno rumore di ieri. Buona serata"
Quel messaggio fece sorridere Cesare, che fu costretto a lavorare con la collega fino a tarda notte, Flaminia oramai dormiva, e lui.. Avrebbe dovuto aspettare il mattino seguente, che arrivò in un batter d'occhio, Flaminia era fredda e sulle sue, Cesare semplicemente orgoglioso...
La giornata iniziò così, a lavoro Cesare non riusciva a togliersela dalla testa, e la sera arrivato in casa, trovò Filippo a letto e la giovane intenta a studiare accanto la culla, così compose un messaggio e le scrisse:
"Giulia non è nessuno, l'altra sera ero solo con me stesso e te nel mio immaginario.
Mi sento solo, vieni qui bambina. "
Quel messaggio la fece rabbrividire, così si mise addosso il suo intimo preferito, la sua vestaglia di seta viola e lo raggiunse nel suo studio, nessuno dei due disse una parola, lei gli si avvicinò, spostò la sua sedia e si sedette su di lui, aveva il volto rivolto verso il suo, lui respirava l'odore del suo seno, lei prese il suo viso, e lo avvicinò a se, lo baciò ed iniziò a leccargli i lobi, il collo, sbottonò la sua camicia bianca e mordicchiò i suoi capezzoli, e tutto mentre si muoveva su di lui, strusciava il suo intimo di seta sulla sua protuberanza, era calda ed affamata e mentre si muoveva prese le mani di Cesare e le mise sul suo fondoschiena, lo invitò a guidarla nella danza mentre gli sbatteva il seno in faccia, ad un certo punto articolò il momento con una frase che gli sussurrò all'orecchio:
"sculacciami, fammi tua.."
Quella frase risveglio tutta la passione e la ferocia di Cesare, che diede sfogo a tutta la sua eccitazione...
FINE PRIMA PARTE
Una fredda mattina di Novembre, Cesare ricevette la chiamata di Camilla, la quale lo informava che per due settimane avrebbe dovuto seguire un progetto in Qatar e di conseguenza era necessario che Filippo, il frutto del loro, oramai consumato amore, rimanesse con lui, e con la Tata, Flaminia: ragazza di ventidue anni, studentessa di Giurisprudenza, e tata di Filippo per puro hobby.
Era Sabato mattina, Cesare aveva la giornata libera e quindi preferiva prendersela con comodo, ma quella mattina, tutto andò differentemente, erano solo le 7:15 quando sentì suonare, scese ad aprire ed erano Flaminia e Filippo.
Camilla era già stata accompagnata in aeroporto dall'autista.
La giovane si presentò e si scusò per l'ora, spiegò inoltre che era stata una esplicita richiesta di Camilla, lui la rasserenò e la fece accomodare. Le fece vedere la sua stanza e quella del bimbo, in più le fece vedere la casa e le spiegò tutte le sue abitudini, o quasi..
La prima settimana passò velocemente, Filippo era un bambino adorabile, ascoltava tantissimo Flaminia, e sembrava avesse più feeling con lei che con la madre, più volte Cesare si era soffermato ad osservarla, lunghi capelli biondi, carnagione chiara, grandi occhi azzurri, morbide labbra ed un nasino delicatissimo. Un fisico ben sviluppato, morbide forme ed un seno decisamente invitante, per non parlare di quel profumo che riempiva casa, un profumo dolcissimo e dalle delicate note alla rosa nobile.
Una delle inconfessabili abitudini di Cesare, era che prima di andare a dormire, doveva coccolarsi un po, lo aiutava a rilassarsi, a dormire meglio e a partire più carico il mattino seguente, ed avendo un carattere ben definito ed un ego smisurato, per lui era davvero difficile soffocare le sue urla goduriose , ma ci provava, in quei giorni non era da solo in casa..
Flaminia però, era nella stanza accanto, e fantasticava perennemente su di lui, ogni sera prima di andare a dormire, si girava di lato ed immaginava di dormire abbracciata a lui, quella sera però, strani rumori provenivano dalla stanza di quell'uomo, alto 1.90, dalle spalle larghe, gli occhi castani, i capelli neri, e dalla dentatura perfetta.
Quella sera lo sentiva ansimare, quei suoni le diedero alla testa, il suo cuore iniziò a battere più forte, e le sue dita finirono sulla sua morbida lingerie con molta naturalezza.
Si addormentò con le mani nei suoi slip, stanca ma soddisfatta.
Il mattino seguente era davvero raggiante, indossava una canotta bianca che lasciava intravedere il pizzo del suo intimo, un jeans aderente a vita alta, e questa lunga chioma le incorniciava il viso.
Camminava rigorosamente scalza, non amava tenere le scarpe sul parquet, abitudine che piacque sin da subito a Cesare.
Mentre preparava la colazione al piccolo per poi accompagnarlo all'asilo, Cesare scese giù e la vide, quella mattina aveva una luce diversa, fu proprio la sua voce ad interrompere i suoi pensieri, quando gli chiese se potesse aiutarla a prendere il cacao dall'alto, così le si avvicinò, la prese in braccio e le fece prendere ciò che le serviva, Flaminia arrossì, e lui se ne accorse, nel metterla giù, la fece scivolare sul suo corpo, e per una frazione di secondo si ritrovò con il suo seno sul volto, la giovane scese giù, lo ringraziò e cercò di far finta di nulla, anche se il suo corpo parlava benissimo per lei, o anche meglio di lei..
con i suoi turgidi capezzoli aveva catturato lo sguardo affamato di Cesare, che cercò di distrarsi leggendo il giornale.
Flaminia andò a prendere Filippo dalla culla e lo mise nel seggiolone, il piccolo quel giorno era particolarmente capriccioso, e con un calcio versò tutta l'acqua del bicchiere sulla maglia della tata, la quale era bianca e soprattutto bagnata, lei lo prese e lo calmò, nel frattempo Cesare non riusciva a non guardarla, aveva il membro duro come il marmo, quella ragazzina era stata la rivelazione della mattinata.
Flaminia poi portò Filippo all'asilo, e quando tornò a casa si mise a studiare un po, nel frattempo Cesare era rientrato per prendere il materiale che aveva dimenticato, ed i due iniziarono a parlare un po, promettendo di rimandare la chiacchierata a qualche ora dopo, quando Cesare rincasò la trovò sul divano, con Filippo in braccio, dormivano entrambi beatamente, aveva acceso delle candele profumate ed aveva messo una melodia molto dolce. Era davvero bellissima anche quando dormiva.
Non poteva fare a meno di guardarla.
Con fare silenzioso decise di prendere in braccio il bambino e lo portò nella culla, nel frattempo si era svegliata anche lei, Cesare andò in cucina e le portò un bicchiere di vino rosso, dicendole che ogni tanto doveva concedersi anche un po di piaceri.
Si avvertiva una strana tensione, erano così vicini, c'erano delle candele accese, un'atmosfera molto romantica e calda e si avvertiva in lontananza il piacevole scoppiettio del fuoco acceso.
Ad un certo punto i due si osservarono e si avvicinarono sempre più, erano ammaliati l'uno dall'altra quando lui iniziò a baciarle gli zigomi, le labbra, il collo, tirò giù la zip della felpa e vide il suo intimo nero di pizzo francese, continuò a baciarle il décolleté, i grandi seni, il pancino, finché lei non lo fermò e gli disse :
"Mettimi le mani nelle mutande, ti prego"
Quella richiesta lo fece impazzire completamente, così la assecondò, con molta naturalezza le sfilò i pantaloni e le spostò gli slip con i denti, iniziò a leccarla e ad assaporarla come se fosse una pesca succosa, quando poi, proprio mentre Flaminia stava per raggiungere il piacere, suonarono alla porta!
"Cazzo, è Giulia, la mia collega!" esclamò Cesare.
Flaminia lo guardò, era davvero sconcertata, tirò su i vestiti e salì in camera.
Subito dopo compose un messaggio e scrisse:
"È stato un errore, per piacere, fate meno rumore di ieri. Buona serata"
Quel messaggio fece sorridere Cesare, che fu costretto a lavorare con la collega fino a tarda notte, Flaminia oramai dormiva, e lui.. Avrebbe dovuto aspettare il mattino seguente, che arrivò in un batter d'occhio, Flaminia era fredda e sulle sue, Cesare semplicemente orgoglioso...
La giornata iniziò così, a lavoro Cesare non riusciva a togliersela dalla testa, e la sera arrivato in casa, trovò Filippo a letto e la giovane intenta a studiare accanto la culla, così compose un messaggio e le scrisse:
"Giulia non è nessuno, l'altra sera ero solo con me stesso e te nel mio immaginario.
Mi sento solo, vieni qui bambina. "
Quel messaggio la fece rabbrividire, così si mise addosso il suo intimo preferito, la sua vestaglia di seta viola e lo raggiunse nel suo studio, nessuno dei due disse una parola, lei gli si avvicinò, spostò la sua sedia e si sedette su di lui, aveva il volto rivolto verso il suo, lui respirava l'odore del suo seno, lei prese il suo viso, e lo avvicinò a se, lo baciò ed iniziò a leccargli i lobi, il collo, sbottonò la sua camicia bianca e mordicchiò i suoi capezzoli, e tutto mentre si muoveva su di lui, strusciava il suo intimo di seta sulla sua protuberanza, era calda ed affamata e mentre si muoveva prese le mani di Cesare e le mise sul suo fondoschiena, lo invitò a guidarla nella danza mentre gli sbatteva il seno in faccia, ad un certo punto articolò il momento con una frase che gli sussurrò all'orecchio:
"sculacciami, fammi tua.."
Quella frase risveglio tutta la passione e la ferocia di Cesare, che diede sfogo a tutta la sua eccitazione...
FINE PRIMA PARTE
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