Gabriella 2, (continuazione de 'Il pianerottolo')

di
genere
etero

"Lo rifacciamo stasera?". Questo sms mi arrivò nel tardo pomeriggio.
"Certo, ma dove?".
"Io direi sempre lì, da me sulle scale".
"Ma come? Non hai detto che avevi paura ci sentissero?"
"Sì... Ma mi è piaciuto moltissimo".
"Ho visto... Sono andato a casa zuppo dei tuoi umori". Questa frase causò una pausa abbastanza lunga nel nostro dialogo via sms.
"Tutto bene?" Dovetti scriverle. Dopo un po' mi rispose.
"Scusami... La tua frase sui miei umori mi ha scioccata".
"Se ti ho offeso ti chiedo scusa: non era mia intenzione".
"No, non mi hai offesa. Mi è venuta voglia di fare pipì e sono scappata in bagno". Osai.
"Sei andata a farti un ditalino?". Pausa.
"Tu mi spaventi. Come fai a capirmi così? Mi entri nella testa. Sì, mi sono toccata".
"Hai goduto bene?".
"Sì, ma ti desidero, ti voglio come ieri sera".
"Anch'io... Hai scopato benissimo, sei molto brava, molto carnale. Sei una pompinara deliziosa, dolce e golosa. Ti ho adorato quando hai mandato giù la mia goduta. Doveva essere molto lo sperma". Scomparve di nuovo.
"Pronto???". Dopo un 10 minuti...
"Ti prego basta! Non scrivermi queste cose. Mi sembra di impazzire, sono nervosissima".
"Sei andata ancora in bagno?"
"Sìììì... Non resisto fino a stasera".
"Va bene, ti do un po' di tregua... Sei in calore come una giumenta, pronta da montare. Ed è proprio quello che intendo fare stasera: montarti". Altra pausa...
Le citofonai e andai ad aspettarla sul pianerottolo. Lei arrivò dopo poco. Stavolta era in vestaglia e si era portata una piccola coperta. Era molto sexy: indossava degli alti zatteroni di corda, ed era ben truccata e ingioiellata. Non persi tempo in convenevoli: mi abbassai i pantaloni della tuta: ero senza slip. La spinsi giù a prendermelo in bocca. Lei pompò subito avidamente, ma poi si staccò e si mise a pecorina.
"Avevi detto che mi avresti montato. Fallo ti prego non resisto più".
Le entrai in figa subito, tutto, fino in fondo. Lei si aprì come un fiore che sboccia. Si mise una mano sulla bocca per non gridare, la sentivo respirare affannosamente dal naso. Le diedi dei bei colpi lunghi, quasi uscendo e rientrando poi tutto.
"Dimmelo quando vieni". Lei fece di sì con la testa e poi:
"Sto già venendo, è un orgasmo continuo". Questo mi piacque moltissimo perché adoro far godere le donne, tanto. Sentii che anch'io sarei venuto se non mi fossi fermato. Glielo tirai fuori e lei ne fu scossa, girandosi a guardarmi come una cagna farebbe col suo padrone che non la coccola più.
"Stai tranquilla". La rassicurai. Sfruttai le mie grosse dita e le infilai il pollice della mia mano in figa e con l'indice e il medio andai a sgrillettarla.
"Oddio... O dio... Mi fai godere ancora! Ma come stai facendo?". Le tirai fuori e glielo mostrai.
"Bellissimo... Che piacere che mi stai facendo provare". Approfittai di quelle parole.
"Toccati tu adesso".
"Ma come?".
"Sgrillettati tu".
"Ma...?".
"Ti prego, fidati". Le presi la mano e gliela misi sulla sua figa grossa e bagnatissima, da femmina in calore. Aveva due labbra gonfissime. Come iniziò a toccarsi le infilai l'indice e il medio nella figa, facendola sussultare, e poi, appena sentii che stava godendo ancora, le infilai il medio sempre in figa, ma l'indice glielo spinsi tutto nel culo. Le mie dita sono parecchio grosse e lunghe. Lei sussultò e emise un urletto strozzato, girandosi a guardare con gli occhi di fuori.
"Ma cosa fai???". Non le risposi e continuai a scovolarle con buona energia i suoi due bei buchi.
"Tu continua a sgrilletarti, e lasciami fare". Il suo sgomento fu assolutamente momentaneo, e così aumentai la forza e la velocità. Venne con un 'Aaaaaaahhhhh' lunghissimo e singhiozzante.
"Non ci credo... Mi hai fatto venire anche nel sedere".
"Sei bravissima Gary... una scopatrice fantastica, calda e carnale".
"Non credevo di esserlo... E mai avrei pensato di fare le cose che mi stai facendo tu". Lei era sempre a pecorina. La feci distendere a pancia sotto e andai a baciarle le spalle e il collo, e poi le leccai le orecchi, dentro. Fu scossa da violentissimi brividi.
"Mi fai godere solo se mi baci, se mi sfiori con le dita... Oggi mi hai fatto venire con un sms!". Capii che si stava innamorando. Non era solo questione di provare piacere: era andata oltre la soglia che spesso le donne attraversano, e iniziano a innamorarsi di un uomo, di un maschio. E' una cosa naturale, non ci si può fare niente. Decisi di approfittarne.
"Mi lasci fare ancora?". Lei capii subito quello che volevo.
"Sì, lo voglio anch'io... solo che ho un po' paura". Non dissi niente, sarebbe stato inutile. Le avrebbe fatto male e dirle di no non sarebbe servito. Le feci mettere le gambe sfalsate, una su un gradino e una sul gradino sopra, in modo che il suo buco del culo mi si presentasse perfettamente all'altezza e con le chiappe belle aperte. Lei si appiattì con la faccia sul pavimento, con un dito in bocca, ad occhi chiusi. Le bagnai l'ano con la lingua, mi bagnai la cappella, gliela puntai e spinsi. Il suo sfintere resistette un po' e poi cedette, lacerandosi, e io entrai con il mio glande nel suo retto. Gabriella emise un urlo acuto e forte, che uscì dalla sua bocca nonostante la mano gliela tappasse. Uscii subito e andai a baciarla e accarezzarla.
"Scusami". Lei scosse la teste come a dire 'Non fa niente'. Riprovai. Sentii subito che il suo ano si era dilatato sta volta. Lei si prese una natica e la allargo tirandola di lato.
"Non troppo". Il cazzo entrò. Lei emise un lungo sbuffo dal naso. Lo lasciai lì un po', poi presi a stantuffarla, dapprima piano poi sempre più forte e in lunghezza, ancora quasi uscendo e poi rispingendoglielo in culo tutto, fino ai coglioni, che sbattevano sulle sue belle chiappe sode e tonde. Lei si tirò su sulle braccia e venne a cercare la mia bocca, girandosi. Glielo spinsi dentro fino in pancia e andai a baciarla. Era perfetta, una femmina perfetta, e una perfetta troia.
"Mi fai godere, mi stai facendo godere... Non so dove ma sto godendo". Chinò la teste ed emise un lunghissimo 'Uuuuuhhhhh'.
"Che forte! Mi sta arrivando in testa!". Le diedi due, tre bei colpi, le affondai dentro più che potei e le sborrai in pancia. Mi fermai, pompandole dentro tutto lo sperma che avevo, contraendo l'inguine. Lei non si seppe trattenere e urlò di piacere. Io mi ripresi e le tappai la bocca con la mano. Pianse dal piacere, di piacere.
"Io non credevo... non credevo fosse così". Piangeva di lussuria e di sgomento, di rimpianto. Le uscii dal culo. Emise una scoreggia clamorosa: tutta l'aria che le avevo pompato dentro uscì di colpo. Io scoppiai a ridere nel vederla sconvolta dalla vergogna. Andai a tranquillizzarla dicendole che era normale.
"L'hai fatto tante volte tu?". Era un'altra domanda da donna innamorata.
"Sì". Era inutile negare.
"Con tutte le donne che hai avuto?".
"Quasi tutte". Sapevo già quale sarebbe stata la prossima domanda.
"Hai avuto tante donne?".
"Dipende cosa intendi per 'tante'".
"Più di dieci, meno di venti... Non so".
"Francamente non mi ricordo". Lei sorrise malinconica.
"Allora devono proprio essere state tante...". Non dissi niente: mi limitai a sorriderle. Lei si avvicinò a me mi baciò.
"Non mi interessa... Se ti hanno reso l'uomo che sei adesso io non posso che ringraziarle". Se la stava suonando e cantando da sola. Usai le salviette da pulizia infantile che mi ero portato e mi sciacquai con un po' d'acqua.
"Spompinami bene". Le ordinai. Volevo ristabilire le distanze: tu sei quella che prende il cazzo, io quello che te lo da. Al momento fermiamoci qui. Mi leccò e succhiò la verga per un buon quarto d'ora, instancabile e bravissima, prendendomi in bocca i coglioni. Le sborrai in gola. Lei si bevve tutto e poi mi strizzò il canale spermatico e si succhiò via anche il gocciolone di sborra che spuntò dal taglio sulla cappella. Soddisfatta lei, e soddisfatto io. L salutai e me ne andai a dormire.


scritto il
2015-09-19
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