Un matrimonio perfetto
di
Alice 22
genere
dominazione
In questa storia la dominazione viene data da una sottomissione psicologica, dall'accettazione degli accadimenti. Voglio spiegarvi perchè a trentaquattro anni sono felice del mio matrimonio con Giulio. Giulio ha 78 anni ed è impotente.
Due anni fa mi presentai ad un colloquio di lavoro, in un'abitazione privata. Giulio stava cercando una governante e selezionava personale.
Ero disoccupata da diversi mesi e da tempo non avevo una relazione. Ho avuto diversi fidanzati, qualche storiella.
Ero nel periodo più triste della mia vita.
Giulio è un uomo non alto, grassoccio con pochi capelli. Forse uno dei pochi uomini che ancora fa uso di brillantina, con la pelle bianchiccia. Lo stereotipo del vecchio maiale.
Quando mi fece sedere nel salotto di casa sua ed iniziò a farmi domande, vidi i suoi occhi che mi stavano esplorando nel dettaglio, fino a fermarsi sul seno, insistentemente.
Feci finta di nulla, ma dopo diversi minuti ero davvero a disagio.
Offriva un ottimo stipendio, ed una stanza presso di lui.
Mi sembrava la risposta ai miei bisogni ed accettai. La mattina dopo mi presentai per il trasferimento ed iniziare a lavorare.
Mi lasciò un paio di ore per sistemare le mie cose, poi mi portò in cucina, stabilimmo i suoi gusti riguardo pranzi e cene, ci accordammo per gli orari e mi diede i soldi per andare a fare la spesa.
La giornata passo tranquilla, io facevo quello che serviva per tenere pulita e in ordine la casa, scrissi per lui un paio di lettere mentre lui rimase nel suo studio per quasi tutto il tempo.
Dopo cena mi invitò a sedermi vicino a lui in salotto, per vedere un programma tv.
Stavo iniziando a rilassarmi quando la sua mano si appoggiò sulla mia coscia, e iniziò a risalire verso il pube. Provai a scostarla, ma lui fece più pressione. Arrivò con le dita ad spingere contro il tessuto degli slip. Gli chiesi di fermarsi, che non era il caso.
Lui fece come se nemmeno avessi parlato e mi disse che voleva del latte.
Feci per alzarmi, ma mi trattenne. Chiarì che lui voleva solo latte appena munto. E mi chiese di scoprirmi il seno.
Avvampai di vergogna, credo di avere iniziato a balbettare. Mi disse di non fare tante storie che on due tette come avevo ero nata per fare la balia.
Mi afferrò entrambi i seni, con forza, stringendo da fare male, e mi fece scivolare in alto la maglia, scoprendoli. Con poco garbo ne tirò fuori uno dalla coppa del reggiseno e si attaccò al capezzolo.
Io non mi mossi, lo lasciai fare. E confesso che mentre sentivo la suzione della sua bocca, alternata a piccoli morsi, sentivo che mi stavo bagnando.
Quando realizzò che non mi sarei ribellata, con le mani sganciò il reggiseno, liberandomi dalla stretta dell'elastico.
Con la bocca succhiava e con una mano mungeva l'altro seno. Andò avanti parecchi minuto, poi si spostò per essere più comodo e succhiare dall'altra parte.
Mi trovai a gemere, lui era assolutamente concentrato a continuare.
Quando si decise a staccarsi avevo i capezzoli gonfi come non erano mai stati, rossi e doloranti.
"Ora raccolgo il frutto della mia mungitura, vedrai come ti piace" e si abbassò sul pube, scosto gli slip iniziando a leccare e bere i miei umori.
Gli venni in bocca dopo poche lappate. Lui continuò, ancora e ancora.
Venni tante volte da non contarle. Mi trovai sfinita, totalmente abbandonata alla sua lingua.
Quando si rialzò da me aveva il volto imbrattato dei miei umori, lo sguardo pieno di compiacimento "sei la troia che aspettavo. Domani parleremo"
Andò a letto lasciandomi scarmigliata sul divano. Persa a farmi domande a cui non trovavo risposta.
La mattina dopo, finita la colazione mi fece accomodare nel suo ufficio.
"Da oggi indosserai un top ed una gonna di maglia neri, tacco a spillo e nessuna biancheria. Non prenderai alcuna iniziativa, e sarai sempre pronta per le mie richieste. Sono impotente, ma sarai penetrata ogni volta che lo deciderò"
Non dissi nulla. Presi le vesti e le scarpe che mi porgeva e andai ad indossarle.
Le prime settimane passarono con lui che allungava le mani ogni volta che passavo vicino, spesso mi faceva sedere sul tavolo e lui mi leccava. Aveva sempre le mie tette in bocca. Erano diventate sensibilissime, sempre così sollecitate.
Mi piaceva quello che mi faceva. Mi piaceva molto.
Dopo qualche settimana mi chiese di condividere il suo letto. E da quella volta iniziò a penetrarmi con le dita. Figa e culo, passava ore a sgrillettarmi e scoparmi con le dita.
Mi abbandonavo completamente a lui. In cambio voleva che lo tenessi in bocca, ma non diventava mai duro.
Un pomeriggio vennero a trovarlo due signori, forse un pò più giovani di lui.
Si accomodarono in ufficio, poi mi chiamarono per servire il te.
Quando arrivai i due ospiti erano nudi e si stavano menando il cazzo.
"ho detto loro quanto sei calda, e quanto ti piacerebbe prendere un pò di cazzo. Ti prego cara, inginocchiati ed onora i loro membri. Vedrai come ti compenseranno"
Il suo sguardo era gelido, quasi cattivo. Non osai dire nulla.
Mi fece segno di denudarmi. Obbedii e mi inginocchiai. Per la prima volta in vita mia iniziai a sbocchinare due uomini contemporaneamente.
Dentro la mia bocca li sentii inturgidirsi e crescere. Quando furono pronti, mentre continuavo a succhiarne uno, l'altro mi venne dietro e mi prese alla pecorina. Venni subito, squitando.
Io mi sentivo una gran troia, loro mi consideravano tale.
L'aria era piena dei nostri gemiti, anche Giulio gemeva eccitato, era rosso, e sudato. Quello che mi aveva preso per prima non venne, ma lasciò il posto all'amico, che mi penetrò con maggior vigore, e un cazzo più grosso.
Si alternarono diverse volte, poi uno si appoggiò allo sfintere e mi inculò_
Urlai, ero vergine, ma si eccitarono di più. Stavolta venne, riempendomi dentro, e anche questa volta l'altro subentrò, arrivando a schizzare.
Quando tutto fu finito venni invitata ad andare in bagno a ricompormi.
Giulio mi raggiunse in cucina per cena. Ero imbarazzata e sconcertata. Non avrei mai pensato di essere protagonista di episodi del genere.
Lui venne ad abbracciarmi. "sei stata brava, brava davvero. Vorrei tu mi sposassi, sei la donna che aspettavo"
Gli risposi di si, non so come o perchè ma gli risposi di si.
Da allora continuo ad allattarlo e a godere sotto le sua lappate.
Una o due volte la settimana soddisfo i suoi amici. Non vengono mai da soli. Spesso in due, ma sono stati anche cinque o sei.
Non mi vergogno più. Ho imparato a godere, sono soddisfatta. La parte che mi eccita di più è quando davanti a me si fa pagare per avermi goduta.
Dopo, quando mi lecca ho gli orgasmi più forti.
Siamo una coppia perfetta.
Due anni fa mi presentai ad un colloquio di lavoro, in un'abitazione privata. Giulio stava cercando una governante e selezionava personale.
Ero disoccupata da diversi mesi e da tempo non avevo una relazione. Ho avuto diversi fidanzati, qualche storiella.
Ero nel periodo più triste della mia vita.
Giulio è un uomo non alto, grassoccio con pochi capelli. Forse uno dei pochi uomini che ancora fa uso di brillantina, con la pelle bianchiccia. Lo stereotipo del vecchio maiale.
Quando mi fece sedere nel salotto di casa sua ed iniziò a farmi domande, vidi i suoi occhi che mi stavano esplorando nel dettaglio, fino a fermarsi sul seno, insistentemente.
Feci finta di nulla, ma dopo diversi minuti ero davvero a disagio.
Offriva un ottimo stipendio, ed una stanza presso di lui.
Mi sembrava la risposta ai miei bisogni ed accettai. La mattina dopo mi presentai per il trasferimento ed iniziare a lavorare.
Mi lasciò un paio di ore per sistemare le mie cose, poi mi portò in cucina, stabilimmo i suoi gusti riguardo pranzi e cene, ci accordammo per gli orari e mi diede i soldi per andare a fare la spesa.
La giornata passo tranquilla, io facevo quello che serviva per tenere pulita e in ordine la casa, scrissi per lui un paio di lettere mentre lui rimase nel suo studio per quasi tutto il tempo.
Dopo cena mi invitò a sedermi vicino a lui in salotto, per vedere un programma tv.
Stavo iniziando a rilassarmi quando la sua mano si appoggiò sulla mia coscia, e iniziò a risalire verso il pube. Provai a scostarla, ma lui fece più pressione. Arrivò con le dita ad spingere contro il tessuto degli slip. Gli chiesi di fermarsi, che non era il caso.
Lui fece come se nemmeno avessi parlato e mi disse che voleva del latte.
Feci per alzarmi, ma mi trattenne. Chiarì che lui voleva solo latte appena munto. E mi chiese di scoprirmi il seno.
Avvampai di vergogna, credo di avere iniziato a balbettare. Mi disse di non fare tante storie che on due tette come avevo ero nata per fare la balia.
Mi afferrò entrambi i seni, con forza, stringendo da fare male, e mi fece scivolare in alto la maglia, scoprendoli. Con poco garbo ne tirò fuori uno dalla coppa del reggiseno e si attaccò al capezzolo.
Io non mi mossi, lo lasciai fare. E confesso che mentre sentivo la suzione della sua bocca, alternata a piccoli morsi, sentivo che mi stavo bagnando.
Quando realizzò che non mi sarei ribellata, con le mani sganciò il reggiseno, liberandomi dalla stretta dell'elastico.
Con la bocca succhiava e con una mano mungeva l'altro seno. Andò avanti parecchi minuto, poi si spostò per essere più comodo e succhiare dall'altra parte.
Mi trovai a gemere, lui era assolutamente concentrato a continuare.
Quando si decise a staccarsi avevo i capezzoli gonfi come non erano mai stati, rossi e doloranti.
"Ora raccolgo il frutto della mia mungitura, vedrai come ti piace" e si abbassò sul pube, scosto gli slip iniziando a leccare e bere i miei umori.
Gli venni in bocca dopo poche lappate. Lui continuò, ancora e ancora.
Venni tante volte da non contarle. Mi trovai sfinita, totalmente abbandonata alla sua lingua.
Quando si rialzò da me aveva il volto imbrattato dei miei umori, lo sguardo pieno di compiacimento "sei la troia che aspettavo. Domani parleremo"
Andò a letto lasciandomi scarmigliata sul divano. Persa a farmi domande a cui non trovavo risposta.
La mattina dopo, finita la colazione mi fece accomodare nel suo ufficio.
"Da oggi indosserai un top ed una gonna di maglia neri, tacco a spillo e nessuna biancheria. Non prenderai alcuna iniziativa, e sarai sempre pronta per le mie richieste. Sono impotente, ma sarai penetrata ogni volta che lo deciderò"
Non dissi nulla. Presi le vesti e le scarpe che mi porgeva e andai ad indossarle.
Le prime settimane passarono con lui che allungava le mani ogni volta che passavo vicino, spesso mi faceva sedere sul tavolo e lui mi leccava. Aveva sempre le mie tette in bocca. Erano diventate sensibilissime, sempre così sollecitate.
Mi piaceva quello che mi faceva. Mi piaceva molto.
Dopo qualche settimana mi chiese di condividere il suo letto. E da quella volta iniziò a penetrarmi con le dita. Figa e culo, passava ore a sgrillettarmi e scoparmi con le dita.
Mi abbandonavo completamente a lui. In cambio voleva che lo tenessi in bocca, ma non diventava mai duro.
Un pomeriggio vennero a trovarlo due signori, forse un pò più giovani di lui.
Si accomodarono in ufficio, poi mi chiamarono per servire il te.
Quando arrivai i due ospiti erano nudi e si stavano menando il cazzo.
"ho detto loro quanto sei calda, e quanto ti piacerebbe prendere un pò di cazzo. Ti prego cara, inginocchiati ed onora i loro membri. Vedrai come ti compenseranno"
Il suo sguardo era gelido, quasi cattivo. Non osai dire nulla.
Mi fece segno di denudarmi. Obbedii e mi inginocchiai. Per la prima volta in vita mia iniziai a sbocchinare due uomini contemporaneamente.
Dentro la mia bocca li sentii inturgidirsi e crescere. Quando furono pronti, mentre continuavo a succhiarne uno, l'altro mi venne dietro e mi prese alla pecorina. Venni subito, squitando.
Io mi sentivo una gran troia, loro mi consideravano tale.
L'aria era piena dei nostri gemiti, anche Giulio gemeva eccitato, era rosso, e sudato. Quello che mi aveva preso per prima non venne, ma lasciò il posto all'amico, che mi penetrò con maggior vigore, e un cazzo più grosso.
Si alternarono diverse volte, poi uno si appoggiò allo sfintere e mi inculò_
Urlai, ero vergine, ma si eccitarono di più. Stavolta venne, riempendomi dentro, e anche questa volta l'altro subentrò, arrivando a schizzare.
Quando tutto fu finito venni invitata ad andare in bagno a ricompormi.
Giulio mi raggiunse in cucina per cena. Ero imbarazzata e sconcertata. Non avrei mai pensato di essere protagonista di episodi del genere.
Lui venne ad abbracciarmi. "sei stata brava, brava davvero. Vorrei tu mi sposassi, sei la donna che aspettavo"
Gli risposi di si, non so come o perchè ma gli risposi di si.
Da allora continuo ad allattarlo e a godere sotto le sua lappate.
Una o due volte la settimana soddisfo i suoi amici. Non vengono mai da soli. Spesso in due, ma sono stati anche cinque o sei.
Non mi vergogno più. Ho imparato a godere, sono soddisfatta. La parte che mi eccita di più è quando davanti a me si fa pagare per avermi goduta.
Dopo, quando mi lecca ho gli orgasmi più forti.
Siamo una coppia perfetta.
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