Eva e Joshua
di
Finn&Jake
genere
etero
Ci tengo a dire che questa è la mia prima volta alle prese con un racconto erotico, ma cercherò comunque di fare del mio meglio, e ovviamente sarò contenta di leggere cosa ne pensate.
Ad Eva non era sembrata proprio un'idea entusiasmante quando una sua amica le aveva proposto una specie di appuntamento con l'amico di un loro collega. Il tipo si chiamava Joshua, aveva 23 anni e lavorava in uno studio di ingegneri. Carnagione mulatta, essendo nato da madre africana, occhi di un verde scuro penetrante e delle meravigliose labbra piene e carnose come la maggior parte degli altri ragazzi di colore. Un bel tipo insomma; Eva lo aveva già visto diverse volte durante qualche uscita con amici di amici.
Gli scrisse qualche giorno dopo che la sua amica gli diede il numero, e iniziarono a parlare del più e del meno prima di organizzare un incontro. Alla fine decisero per una cena a casa di lui.
Quella sera lei indossò un paio di jeans aderenti e delle scarpe nere col tacco, con un maglione sexy nero, corto sulla pancia e con una modesta scollatura. Il suo culo da urlo era avvolto in un paio di jeans stretti, la maglia regalava un assaggio di una deliziosa terza piena, per non parlare poi dell'eleganza delle scarpe... Si poteva dire che era uno schianto insomma.
Si salutarono con un po' di imbarazzo, poi Joshua la fece accomodare e le mostrò quella che sembrava essere una bellissima casa.
Parlarono delle solite cose di circostanza in salotto, continuando anche a tavola quando fu pronto il mangiare.
Aveva cucinato lui, e se l'era cavata piuttosto bene.
Eva lo aiutò a sparecchiare tra una risata e l'altra, pensando che si stava divertendo effettivamente. Si spostarono sul divano a metà serata, dopo il caffè e una sigaretta fumata sul balcone. Si era creata una certa alchimia fra loro, tanto che si trovarono diverse a guardarsi negli occhi senza parlare. Una di queste volte, Joshua abbozzò anche un mezzo sorriso prima di baciarla. Un bacio così sensuale che Eva sentiva già l'eccitazione salire. Si toccarono a vicenda con crescente trasporto, mentre poco alla volta Eva era finita a pancia in sotto con lui che le baciava lentamente il lobo di un orecchio, disteso praticamente sulla sua schiena. Fece passare una sua mano sotto la pancia di lei, arrivando al cavallo dei suo jeans aderenti. Sorrise sopra al suo orecchio, poi fece un po' di pressione per arrivare a quella zona di piacere. Eva spostò quel suo sedere tondissimo verso l'alto, cercando Joshua. Lui strofinò leggermente la prova della sua eccitazione fra il solco delle natiche di lei, emettendo un sospiro. Si mosse in quel modo un'altra volta con più decisione però, facendole sentire chiaramente la sua mazza fra le gambe. Eva gemette, assecondandolo. Cominciarono così a strusciarsi sopra i vestiti con sempre più insistenza, mimando quasi la scopata in quel modo così sensuale. Lui rimaneva con la bocca vicinissima all'orecchio di lei, mentre spingeva sui loro pantaloni e sospirava. Sembrava godere già solo così, e quella presenza sempre più grande sopra la vagina di Eva ne era la prova.
"Lo senti, piccola" disse Joshua ad un certo punto, quasi a voce bassa, roca.
"Si, cazzo"
La voltò tirandola a sé, guardandola poi fissa negli occhi mentre le spingeva con delicatezza le spalle verso il basso per farla chinare. Liberò il suo membro dalla prigione dei jeans stretti e dei boxer; era talmente duro che quasi gli faceva male. Eva lo aveva di fronte, e rimase a guardarlo affascinata prima di iniziare.
Ad Eva non era sembrata proprio un'idea entusiasmante quando una sua amica le aveva proposto una specie di appuntamento con l'amico di un loro collega. Il tipo si chiamava Joshua, aveva 23 anni e lavorava in uno studio di ingegneri. Carnagione mulatta, essendo nato da madre africana, occhi di un verde scuro penetrante e delle meravigliose labbra piene e carnose come la maggior parte degli altri ragazzi di colore. Un bel tipo insomma; Eva lo aveva già visto diverse volte durante qualche uscita con amici di amici.
Gli scrisse qualche giorno dopo che la sua amica gli diede il numero, e iniziarono a parlare del più e del meno prima di organizzare un incontro. Alla fine decisero per una cena a casa di lui.
Quella sera lei indossò un paio di jeans aderenti e delle scarpe nere col tacco, con un maglione sexy nero, corto sulla pancia e con una modesta scollatura. Il suo culo da urlo era avvolto in un paio di jeans stretti, la maglia regalava un assaggio di una deliziosa terza piena, per non parlare poi dell'eleganza delle scarpe... Si poteva dire che era uno schianto insomma.
Si salutarono con un po' di imbarazzo, poi Joshua la fece accomodare e le mostrò quella che sembrava essere una bellissima casa.
Parlarono delle solite cose di circostanza in salotto, continuando anche a tavola quando fu pronto il mangiare.
Aveva cucinato lui, e se l'era cavata piuttosto bene.
Eva lo aiutò a sparecchiare tra una risata e l'altra, pensando che si stava divertendo effettivamente. Si spostarono sul divano a metà serata, dopo il caffè e una sigaretta fumata sul balcone. Si era creata una certa alchimia fra loro, tanto che si trovarono diverse a guardarsi negli occhi senza parlare. Una di queste volte, Joshua abbozzò anche un mezzo sorriso prima di baciarla. Un bacio così sensuale che Eva sentiva già l'eccitazione salire. Si toccarono a vicenda con crescente trasporto, mentre poco alla volta Eva era finita a pancia in sotto con lui che le baciava lentamente il lobo di un orecchio, disteso praticamente sulla sua schiena. Fece passare una sua mano sotto la pancia di lei, arrivando al cavallo dei suo jeans aderenti. Sorrise sopra al suo orecchio, poi fece un po' di pressione per arrivare a quella zona di piacere. Eva spostò quel suo sedere tondissimo verso l'alto, cercando Joshua. Lui strofinò leggermente la prova della sua eccitazione fra il solco delle natiche di lei, emettendo un sospiro. Si mosse in quel modo un'altra volta con più decisione però, facendole sentire chiaramente la sua mazza fra le gambe. Eva gemette, assecondandolo. Cominciarono così a strusciarsi sopra i vestiti con sempre più insistenza, mimando quasi la scopata in quel modo così sensuale. Lui rimaneva con la bocca vicinissima all'orecchio di lei, mentre spingeva sui loro pantaloni e sospirava. Sembrava godere già solo così, e quella presenza sempre più grande sopra la vagina di Eva ne era la prova.
"Lo senti, piccola" disse Joshua ad un certo punto, quasi a voce bassa, roca.
"Si, cazzo"
La voltò tirandola a sé, guardandola poi fissa negli occhi mentre le spingeva con delicatezza le spalle verso il basso per farla chinare. Liberò il suo membro dalla prigione dei jeans stretti e dei boxer; era talmente duro che quasi gli faceva male. Eva lo aveva di fronte, e rimase a guardarlo affascinata prima di iniziare.
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