Il "buco" delle lettere.
di
Pisellino
genere
gay
In un commento mi è stato chiesto di raccontare dei reali momenti di goduria totale, ecco uno di questi.
Quel giorno mi ero recato alla posta, avevo dei bollettini in scadenza e qualche lettera da spedire. Il primo pomeriggio c’era pochissima gente. Avevo scelto quell’ufficio, anche se per me era fuori mano, proprio per questo motivo. Non ci andavo mai, sono i casi della vita.
Mentre aspetto il mio turno mi sento osservato, mi giro e noto un tipo sulla cinquantina in gran forma, vestito piuttosto trendy, che mi tiene gli occhi puntati addosso.
Subito dopo tocca a me e sbrigo le mie faccende, sempre sbirciandolo con la coda dell’occhio, esco mentre lui è ancora lì, ci guardiamo in faccia e mi sorride, lo faccio anch’io.
Ha puntato il culo giovane (lui ha ben più del doppio dei miei anni) e non lo molla.
Io ho già finito e non so bene cosa fare. Sono indeciso ma come sempre il culo affamato ha il sopravvento ed ho una strana sensazione allo stomaco.
Aspetto lì fuori (pensare che avevo fretta), vicino alla buca delle lettere.
Dopo qualche minuto esce anche lui, mi pare sorpreso di trovarmi lì ma anche lusingato.
Mi invita a salire sulla sua auto per un “giretto”. Accetto senza pensarci un attimo, che troia che sono!
Chiudo la bici con il lucchetto e vado con lui.
Ci dirigiamo fuori città. Nel frattempo mi domanda cosa mi piace fare, io rispondo “Tutto”. E’ vero, io faccio e mi faccio fare tutto.
In questa fase della mia vita, nella quale soddisferò in tutti modi possibili veramente un bel numero di membri, sono una troietta smaniosa come una cagna in calore. Vado in giro per farmi abbordare, nei posti frequentati da maschi in cerca di culi da sfondare. Siccome dimostro meno della mia età e sono veramente un bocconcino non ho molte difficoltà a farmi scopare, anzi, ai maiali che frequentano quei luoghi non gli pare vero. Questi si sono passati la voce e mi capita spesso di farmene più di uno, anche tutti assieme, davanti e dietro.
Non ne ho mai abbastanza, li voglio sempre più grossi. Del resto ho preso in culo e in bocca grossi calibri fin da ragazzino (sono stato sverginato molto giovane da un bel cazzone, poco dopo c’è stato un vicino di casa da 22 x 19, il primo da 26 è venuto di seguito e via via tutti gli altri, all’università arriverà il nero superdotato, ma in questo momento era ancora lontano) e quelli standard nel buco li sento appena. E’ una caccia continua, perché non sempre trovo quello che voglio, anche se i cazzi “normali” mi piacciono comunque (adoro il cazzo), vanno bene per bere la sborra o, raramente, farmi pisciare in faccia. E poi, come ho detto, spesso sono più di uno e tutti assieme fanno “volume”.
Mi domanda se ho un ragazzo fisso, gli rispondo che un vero e proprio fidanzato no, ma c'è più di un maschio col quale vado abbastanza regolarmente.
Ci infiliamo in una stradina appartata, dove si va a scopare. La conosco, guarda caso mi ci hanno già portato altre volte.
Finalmente, quando ritiene che il posto sia abbastanza sicuro, si ferma. Allunga una mano e reclina il sedile dalla mia parte, poi anche dalla sua, io sono la donna e mi denudo, lui si limita ad abbassare i pantaloni per fare uscire l’uccello. Mi dice che non bisogna sporcare la macchina perché la usa anche la moglie con i figli, gli rispondo che non c’è problema provvederò a “ripulire” tutto io, non sfuggirà neanche una goccia.
Glielo prendo in mano, ci prova anche lui ma non mi interessa che me lo tocchi, lo accarezzo, quindi mi abbasso per succhiarglielo.
Sono completamente passivo, non voglio che gli uomini facciano qualcosa a me, al mio cazzo. Anche se comincerò a scopare anche con le donne, più che altro per una questione “sociale”, con i maschi sarò sempre totalmente ed incondizionatamente femmina sottomessa, una vacca dedita esclusivamente al loro piacere.
Questa volta sono fortunato, non è un cazzo fra i più lunghi che ho gustato, sedici-diciassette centimetri, ma è tozzo, una bestia col diametro di un vaso di vetro, quelli per la marmellata.
Glielo lavoro di labbra e lingua come so fare io, lo lecco dappertutto, lo sfrego sulla faccia, gli bacio la cappella. A stento mi entra in bocca, al limite dello slogamento della mascella. Me lo spingo lo stesso fino in gola. Ma ho il culo che mi prude, pulsa come una lampadina di Natale.
Oggi l’ho trovato e lo voglio nelle budella, che mi schianti.
“Dai, mettimelo dentro, spaccami il culo. Spappolami l’ano”. Glielo dico allora lui tira fuori un vecchio asciugamani, mi fa spostare e lo stende sotto di me.
Sono consapevole che è grosso, che mi strapperà, come mi succede quando esagero, ma è quello che cerco sempre, non vedo l’ora.
Mi metto con la faccia appoggiata sul sedile disteso ed il culo per aria, all’altezza giusta. Mi sputa sull’orifizio fremente ce l’appoggia sopra e lentamente comincia a penetrarmi. Nonostante non sia una verginella e possieda una bella tana, mi fa male, è proprio “largo”, come pensavo strappa tutto. Inoltre sono un po’ fuori allenamento, è’ passata più di una settimana dall’ultima volta che sono stato sbattuto ed era pure piccolo. Ma è un dolore che mi manda di fuori, bellissimo, lo sento così tanto, mi riempie tutto, come piace a me, è quello che cerco sempre, cazzi che mi aprono. Poi non è rude, violento e stronzo come certi con cui vado e si che si divertono a farmi male.
E’ grosso, grosso, grosso!
I muscoli anali sono sbrindellati come un moccio vileda.
Mi schiaccia la ghiandolina, mi sconquassa tutto quanto l’apparato, godo come un maiale, comincio a gocciolare, poi vengo di culo.
Quando io godo così non è come in maniera normale, è una cosa difficile da spiegare, un orgasmo cerebrale, intenso ma ovattato, più lungo, quasi doloroso, la sborra esce piano piano, non a schizzi.
Guaisco come un cagnolino.
E’ un fatto raro, non succede ogni volta che mi inculano ma solamente in casi speciali, come questa volta. Per fortuna c’è l’asciugamani, altrimenti avrei fatto un casino.
Questo mio modo di godere ed i miei lamenti lo eccitano ancora di più mi dice che sono una “puttanella sborrona senza fondo”, io gli rispondo “si, amore, fammi sborrare ancora, spaccami, trovalo tu il fondo”.
Mi prende in parola ed aumenta il ritmo, scava come un bulldozer, io urlo come una sirena.
E’ uno stallone e pompa come un forsennato. Si vede che ha esperienza, aumenta e diminuisce il ritmo, al momento giusto, per durare più a lungo e godersi il momento il più possibile.
Lo tira fuori e poi lo rimette tutto dentro, perdo il conto di quante volte lo fa, all’infinito.
Tanto per gradire mi lascia andare qualche sonora pacca sul culo, non chiedo di meglio.
Mentre continuo a gocciolare dal cazzo, ogni volta che esce mi sgorga da culo un rivolo di liquido anale, è una goduria continua, ad un certo punto penso che mi scoppierà il cervello.
L’asciugamani sotto di me è fradicio, uno straccio, quasi come me.
Finalmente viene, un torrente, mi riempie le budella con la sua crema.
Come promesso non ne faccio uscire nemmeno una goccia, trattengo tutto dentro. Faccio fatica perché il buco è rimasto aperto, una caverna, ma la sborra è schizzata in profondità ed in qualche modo ci riesco.
Mi guarda con fare sornione e mi dice che è tutto sporco. Infatti al suo pilone è appiccicato di tutto.
Sangue e merda.
Non mi importa, chiudo gli occhi e comincio a lapparlo come una gattina.
Lo faccio lucido come uno specchio e ci prendo gusto.
Non smetto, torna duro e gli tiro un pompino memorabile, lo succhio in punta, poi lo mando giù, in gola. Così mille volte.
Non contento gli lecco le palle ed il solco del culo.
Quando si avvicina all’orgasmo va anche lui fuori di testa, è talmente forte che prende a pugni il sedile e mi schiaccia la testa giù, verso il cazzo.
Mando giù tutto ma prima la tengo qualche istante in bocca, per assaporarla.
Tutto bello pulito, lindo, tranne l’asciugamani che finisce fuori dal finestrino.
Mentre torniamo mi dice che sono una porca e che mi vuole rivedere.
Lo abbiamo fatto altre sei volte ma, purtroppo, sempre in macchina. Quattro volte trattamento completo le altre solo pompino.
Ci vedevamo sempre nei pressi delle poste, vicino alla buca delle lettere.
Mi sarebbe piaciuto un letto o qualcosa di simile ma lui aveva troppa paura che ci vedessero e non se ne è fatto nulla. Anche se io ritenevo fosse più facile essere beccati in macchina ma lui la pensava diversamente.
Comunque ce la siamo goduta lo stesso.
Mentre vado a casa in bici riesco a stento a pedalare, sono distrutto. Avverto la sborra che esce e mi sporca tutto, le mutande, i pantaloni, il sedile.
Riesco ad andare in bagno senza farmi vedere. Poi mi lavo il culo, è aperto come una finestra d’estate, ci entrano quattro dita senza alcuna difficoltà.
Un bel buco delle lettere.
Quel giorno mi ero recato alla posta, avevo dei bollettini in scadenza e qualche lettera da spedire. Il primo pomeriggio c’era pochissima gente. Avevo scelto quell’ufficio, anche se per me era fuori mano, proprio per questo motivo. Non ci andavo mai, sono i casi della vita.
Mentre aspetto il mio turno mi sento osservato, mi giro e noto un tipo sulla cinquantina in gran forma, vestito piuttosto trendy, che mi tiene gli occhi puntati addosso.
Subito dopo tocca a me e sbrigo le mie faccende, sempre sbirciandolo con la coda dell’occhio, esco mentre lui è ancora lì, ci guardiamo in faccia e mi sorride, lo faccio anch’io.
Ha puntato il culo giovane (lui ha ben più del doppio dei miei anni) e non lo molla.
Io ho già finito e non so bene cosa fare. Sono indeciso ma come sempre il culo affamato ha il sopravvento ed ho una strana sensazione allo stomaco.
Aspetto lì fuori (pensare che avevo fretta), vicino alla buca delle lettere.
Dopo qualche minuto esce anche lui, mi pare sorpreso di trovarmi lì ma anche lusingato.
Mi invita a salire sulla sua auto per un “giretto”. Accetto senza pensarci un attimo, che troia che sono!
Chiudo la bici con il lucchetto e vado con lui.
Ci dirigiamo fuori città. Nel frattempo mi domanda cosa mi piace fare, io rispondo “Tutto”. E’ vero, io faccio e mi faccio fare tutto.
In questa fase della mia vita, nella quale soddisferò in tutti modi possibili veramente un bel numero di membri, sono una troietta smaniosa come una cagna in calore. Vado in giro per farmi abbordare, nei posti frequentati da maschi in cerca di culi da sfondare. Siccome dimostro meno della mia età e sono veramente un bocconcino non ho molte difficoltà a farmi scopare, anzi, ai maiali che frequentano quei luoghi non gli pare vero. Questi si sono passati la voce e mi capita spesso di farmene più di uno, anche tutti assieme, davanti e dietro.
Non ne ho mai abbastanza, li voglio sempre più grossi. Del resto ho preso in culo e in bocca grossi calibri fin da ragazzino (sono stato sverginato molto giovane da un bel cazzone, poco dopo c’è stato un vicino di casa da 22 x 19, il primo da 26 è venuto di seguito e via via tutti gli altri, all’università arriverà il nero superdotato, ma in questo momento era ancora lontano) e quelli standard nel buco li sento appena. E’ una caccia continua, perché non sempre trovo quello che voglio, anche se i cazzi “normali” mi piacciono comunque (adoro il cazzo), vanno bene per bere la sborra o, raramente, farmi pisciare in faccia. E poi, come ho detto, spesso sono più di uno e tutti assieme fanno “volume”.
Mi domanda se ho un ragazzo fisso, gli rispondo che un vero e proprio fidanzato no, ma c'è più di un maschio col quale vado abbastanza regolarmente.
Ci infiliamo in una stradina appartata, dove si va a scopare. La conosco, guarda caso mi ci hanno già portato altre volte.
Finalmente, quando ritiene che il posto sia abbastanza sicuro, si ferma. Allunga una mano e reclina il sedile dalla mia parte, poi anche dalla sua, io sono la donna e mi denudo, lui si limita ad abbassare i pantaloni per fare uscire l’uccello. Mi dice che non bisogna sporcare la macchina perché la usa anche la moglie con i figli, gli rispondo che non c’è problema provvederò a “ripulire” tutto io, non sfuggirà neanche una goccia.
Glielo prendo in mano, ci prova anche lui ma non mi interessa che me lo tocchi, lo accarezzo, quindi mi abbasso per succhiarglielo.
Sono completamente passivo, non voglio che gli uomini facciano qualcosa a me, al mio cazzo. Anche se comincerò a scopare anche con le donne, più che altro per una questione “sociale”, con i maschi sarò sempre totalmente ed incondizionatamente femmina sottomessa, una vacca dedita esclusivamente al loro piacere.
Questa volta sono fortunato, non è un cazzo fra i più lunghi che ho gustato, sedici-diciassette centimetri, ma è tozzo, una bestia col diametro di un vaso di vetro, quelli per la marmellata.
Glielo lavoro di labbra e lingua come so fare io, lo lecco dappertutto, lo sfrego sulla faccia, gli bacio la cappella. A stento mi entra in bocca, al limite dello slogamento della mascella. Me lo spingo lo stesso fino in gola. Ma ho il culo che mi prude, pulsa come una lampadina di Natale.
Oggi l’ho trovato e lo voglio nelle budella, che mi schianti.
“Dai, mettimelo dentro, spaccami il culo. Spappolami l’ano”. Glielo dico allora lui tira fuori un vecchio asciugamani, mi fa spostare e lo stende sotto di me.
Sono consapevole che è grosso, che mi strapperà, come mi succede quando esagero, ma è quello che cerco sempre, non vedo l’ora.
Mi metto con la faccia appoggiata sul sedile disteso ed il culo per aria, all’altezza giusta. Mi sputa sull’orifizio fremente ce l’appoggia sopra e lentamente comincia a penetrarmi. Nonostante non sia una verginella e possieda una bella tana, mi fa male, è proprio “largo”, come pensavo strappa tutto. Inoltre sono un po’ fuori allenamento, è’ passata più di una settimana dall’ultima volta che sono stato sbattuto ed era pure piccolo. Ma è un dolore che mi manda di fuori, bellissimo, lo sento così tanto, mi riempie tutto, come piace a me, è quello che cerco sempre, cazzi che mi aprono. Poi non è rude, violento e stronzo come certi con cui vado e si che si divertono a farmi male.
E’ grosso, grosso, grosso!
I muscoli anali sono sbrindellati come un moccio vileda.
Mi schiaccia la ghiandolina, mi sconquassa tutto quanto l’apparato, godo come un maiale, comincio a gocciolare, poi vengo di culo.
Quando io godo così non è come in maniera normale, è una cosa difficile da spiegare, un orgasmo cerebrale, intenso ma ovattato, più lungo, quasi doloroso, la sborra esce piano piano, non a schizzi.
Guaisco come un cagnolino.
E’ un fatto raro, non succede ogni volta che mi inculano ma solamente in casi speciali, come questa volta. Per fortuna c’è l’asciugamani, altrimenti avrei fatto un casino.
Questo mio modo di godere ed i miei lamenti lo eccitano ancora di più mi dice che sono una “puttanella sborrona senza fondo”, io gli rispondo “si, amore, fammi sborrare ancora, spaccami, trovalo tu il fondo”.
Mi prende in parola ed aumenta il ritmo, scava come un bulldozer, io urlo come una sirena.
E’ uno stallone e pompa come un forsennato. Si vede che ha esperienza, aumenta e diminuisce il ritmo, al momento giusto, per durare più a lungo e godersi il momento il più possibile.
Lo tira fuori e poi lo rimette tutto dentro, perdo il conto di quante volte lo fa, all’infinito.
Tanto per gradire mi lascia andare qualche sonora pacca sul culo, non chiedo di meglio.
Mentre continuo a gocciolare dal cazzo, ogni volta che esce mi sgorga da culo un rivolo di liquido anale, è una goduria continua, ad un certo punto penso che mi scoppierà il cervello.
L’asciugamani sotto di me è fradicio, uno straccio, quasi come me.
Finalmente viene, un torrente, mi riempie le budella con la sua crema.
Come promesso non ne faccio uscire nemmeno una goccia, trattengo tutto dentro. Faccio fatica perché il buco è rimasto aperto, una caverna, ma la sborra è schizzata in profondità ed in qualche modo ci riesco.
Mi guarda con fare sornione e mi dice che è tutto sporco. Infatti al suo pilone è appiccicato di tutto.
Sangue e merda.
Non mi importa, chiudo gli occhi e comincio a lapparlo come una gattina.
Lo faccio lucido come uno specchio e ci prendo gusto.
Non smetto, torna duro e gli tiro un pompino memorabile, lo succhio in punta, poi lo mando giù, in gola. Così mille volte.
Non contento gli lecco le palle ed il solco del culo.
Quando si avvicina all’orgasmo va anche lui fuori di testa, è talmente forte che prende a pugni il sedile e mi schiaccia la testa giù, verso il cazzo.
Mando giù tutto ma prima la tengo qualche istante in bocca, per assaporarla.
Tutto bello pulito, lindo, tranne l’asciugamani che finisce fuori dal finestrino.
Mentre torniamo mi dice che sono una porca e che mi vuole rivedere.
Lo abbiamo fatto altre sei volte ma, purtroppo, sempre in macchina. Quattro volte trattamento completo le altre solo pompino.
Ci vedevamo sempre nei pressi delle poste, vicino alla buca delle lettere.
Mi sarebbe piaciuto un letto o qualcosa di simile ma lui aveva troppa paura che ci vedessero e non se ne è fatto nulla. Anche se io ritenevo fosse più facile essere beccati in macchina ma lui la pensava diversamente.
Comunque ce la siamo goduta lo stesso.
Mentre vado a casa in bici riesco a stento a pedalare, sono distrutto. Avverto la sborra che esce e mi sporca tutto, le mutande, i pantaloni, il sedile.
Riesco ad andare in bagno senza farmi vedere. Poi mi lavo il culo, è aperto come una finestra d’estate, ci entrano quattro dita senza alcuna difficoltà.
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