Cecità
di
Simone
genere
incesti
Il mito greco di Edipo fa intuire come sia la cecità, ovvero l’incapacità di vedere, l'origine e la conseguenza dell'incesto.
Edipo sposa Giocasta, perchè non sa che è sua madre. Quando scopre la verità si acceca per continuare a non vedere la propria colpa.
In una spirale implacabile, l’incesto produce cecità, la cecità produce incesto.
Nella famiglia e fuori dalla famiglia nessuno vede. La madre non vede, o non vuole vedere, l’incesto tra il padre e la figlia, il padre non vede l’incesto tra la madre e il figlio.
Chiara è in attesa di imbarcarsi sul volo per l’America, grazie a una importante borsa di studio. È la realizzazione di un sogno.
Il padre, Paolo, si dice contento, però da più giorni se ne sta stranamente triste. Dalla sera prima della partenza, non parla più. Mentre accompagna Chiara all’aeroporto, continua a tacere. E così, zitto, se ne sta fino all’ultima chiamata per il volo. Quando la chiamata arriva, Piero prende la mano di Chiara, il gesto è quello del saluto, l’atteggiamento è quello della supplica a restare. Piero con la mano pare incollato a Chiara, come se non riuscisse proprio a staccarsi da lei, piange silenziosamente. Intanto la madre, Francesca, leggiadra sta lì accanto, ma è come se fosse il personaggio di un’altra storia, che non c’entra nulla con quanto sta avvenendo sotto i suoi occhi. Non vede, non può vedere. Del resto come potrebbe vedere la tristezza e l’abbandono in un evento tanto bello, che, se fosse capitato a lei, chissà quanto l’avrebbe resa felice. In questo periodo, poi, per lei va tutto più che bene, ha finalmente trovato il lavoro che tanto desiderava e che la gratifica al massimo, che la fa sentire importante, bella, “realizzata” come non mai.
Francesca non vede e interpreta il silenzio e il pianto di Paolo solo come segni di una semplice e normalissima commozione. Non ne può intuire il dramma. Il rapporto di coppia con il marito non ha mai raggiunto grandi e profondi livelli di intimità. Pur volendosi bene, non si conoscono veramente, meno che mai si sono veramente affidati l’uno all’altra.
Lei non ha mai riconosciuto il bambino solitario e incompreso, che è rimasto dentro Paolo. Un bambino mai confermato dal padre e mai voluto fino in fondo dalla madre.
Solo Chiara ha inconsciamente percepito quel lato così fragile del genitore. Nelle lunghe ore in cui la madre restava al lavoro, c’era solo lei in casa con quel padre tanto complesso, con quel suo bambino ferito nascosto dentro. Come non essere affettivamente soggiogata, come non prenderlo emotivamente in sé quel bambino abbandonato, che nessuno, meno di tutti la madre, aveva mai davvero visto e amato.
Il sesso non è necessario, per dar vita ad una relazione di coppia.
Così, ancor prima della notte in cui fecero l’amore per la prima volta, Paolo e Chiara erano già una coppia incestuosa.
Bastarono dei semplici sguardi da cane abbandonato in cerca di aiuto, affinché la fragilità di Paolo prendesse possesso psicologicamente della figlia.
Quella fatidica sera, Francesca aveva avvertito che non poteva tornare a casa. Doveva rimanere in ufficio tutta la notte, a causa di una emergenza.
La notizia fu accolta senza molta sorpresa o scompiglio. Le assenze per lavoro di Francesca erano diventate la norma. Ormai alla casa pensava Chiara, che si divideva tra lo studio e le faccende domestiche.
Mentre lei preparava la cena, Paolo apparecchiava la tavola. Erano in perfetta sintonia, parlavano di ciò che era capitato loro durante la giornata: delle noie sul lavoro, una interrogazione andata meglio del previsto.
Quando tutto fu pronto, Paolo andò a chiamare Celeste, la figlia più piccola, che nella sua cameretta stava finendo i compiti.
Paolo e Chiara si sedettero a capotavola e Celeste nel mezzo. L'assenza di Francesca non si avvertiva affatto. Mangiarono tranquillamente, come una bella famigliola, riunita intorno al desco.
Dopo cena si misero a vedere una classica commedia commovente “Autumn in New York”. Unico maschio in famiglia, Paolo ormai si era adattato a questo genere di film, che in fondo non gli dispiaceva affatto.
Mentre guardava lo spettacolo, gli venne naturale cingere con il braccio Chiara e tenerla stretta a sé, come fosse la sua fidanzatina. Ma se il padre sembrava mosso da impulsi, non coscienti, la figlia intuì il significato di quel comportamento e, non volendo respingere o ferire il padre, si abbandonò a quella stretta, poggiando la testa sul petto paterno.
Durante le scene più romantiche e commoventi, Paolo baciava teneramente la fronte della figlia, che rispondeva con un dolce sorriso. Celeste stava seduta in terra ai piedi del divano, di tanto in tanto rivolgeva una furtiva occhiata al padre e alla sorella, non poté fare a meno di paragonarli ai protagonisti del film. D’altronde la bambina non aveva mai visto il padre e la madre in atteggiamenti così intimi e teneri.
All’apparire dei titoli di coda, Paolo e Chiara sembrarono quasi destarsi da un sogno, ricordarono le loro incombenze e per prima cosa cominciarono a lottare con Celeste per farla andare a letto, visto l’ora ormai tarda.
Messa la piccola sotto le coperte, toccava fare i conti con i piatti sporchi, che giacevano nel lavello.
Dopo che l’ultimo piatto era stato pulito e messo a posto, Paolo fu preso da un improvviso impulso e baciò a fior di labbra Chiara. Ma già nell’istante in cui le sue labbra sfiorarono quelle della figlia il panico lo colse. Non era mai stato audace in questo genere di cose. Atterrito, guardò negli occhi la ragazza, per cercare di scorgere quanto l’avesse fatta grossa. Ma lei era impassibile, non lasciava trasparire nessuna indignazione. Rinfrancato da ciò, provò di nuovo a baciarla, ma più a lungo e con un po’ più di passione. Anche questa volta si fermò per vedere se la figlia mostrasse qualche accenno di collera.
Poiché Chiara non dava alcun segno di reazione, Paolo perse ogni timore e si fece guidare dal suo desiderio.
Lei si lasciava baciare e toccare, nel suo recondito era convita di essere la più forte e che fosse il padre la parte della coppia più debole e bisognosa di protezione. Se con il suo corpo poteva consolare e alleviare qualche pena, perchè negarlo alla persona che amava.. Non si sentiva in grado di opporre alcun rifiuto.
Il padre la condusse sul letto coniugale, a sancire oltre ogni evidenza la sostituzione della moglie, alla quale nulla più sembrava legarlo.
Spogliò la figlia, tutto tremante e in modo impacciato, sicché lei dovette persino aiutarlo.
Per non rendere la cosa ancor più imbarazzante, Chiara decise di essere più attiva, mostrando quella fermezza, che riteneva di avere.
Un solo attimo di esitazione ed impugnò il cazzo del padre. Inizialmente glielo menò con troppa forza, giusto il tempo per poter digerire la situazione. Quindi continuò a masturbarlo con più dolcezza ed abilità, i sospiri del padre evidenziarono questo cambiamento.
Sebbene la sega che stava ricevendo non fosse male, Paolo avrebbe voluto farselo succhiare, ma avendo sempre avuto paura di essere rifiutato non osava chiedere. Per fortuna sua, Chiara intuiva che doveva concedere tutto, senza che le fosse chiesto alcun che, per farlo finalmente sentire amato ed accettato.
Prese in bocca quel cazzo, leccò e succhiò con tutta la passione che sentiva dentro di sé. Ma l’impresa non fu facile affatto, perché il padre , sebbene eccitato, non riusciva a rilassarsi del tutto e quindi quel maledetto pezzo di carne, gonfio di sangue, non riusciva a liberare il seme, che premeva da qualche parte tra le palle e i dotti spermatici.
Quando copioso uscì quel liquido tanto atteso, fu una vera liberazione per entrambi. Paolo non aveva più bisogno di essere rassicurato, comportandosi come l’uomo che non era mai stato, ordinò alla figlia di mettersi a quattro zampe e la penetrò energicamente. Le mani salde sulle chiappe della figlia, con forti e violente spinte, fotteva la figlia. Mai si era sentito così bene, mai era riuscito a riprendersi così velocemente dopo essere venuto.
La ritrovata sicurezza del padre e il conseguente vigore sessuale, cominciarono a far bagnare la fica di Chiara, che si vergognò di questa reazione involontaria del suo corpo. Far godere il padre non era immorale o osceno per lei, ma godere del cazzo del padre lo era. Per mantenere puro il suo gesto d’amore, non avrebbe voluto provare piacere. Ma il suo corpo la tradì.
I gemiti della figlia inebriarono ulteriormente Paolo, che si fermò un attimo e si allungò verso il comodino, per prendere la crema per il viso della moglie. Aveva sempre detestato il profumo dolciastro di quella crema, che ora non sembrava tanto male.
Unti per bene il cazzo e il buchetto del culo della figlia, procedette alla deflorazione anale lentamente ma senza indecisioni. Quando il suo membro entrò tutto, si fermò un attimo per permettere alla figlia di abituarsi un poco alla nuova sensazione.
Quindi prese a incularla in modo quasi animalesco, godendo soprattutto per il sentimento di possesso che la situazione gli infondeva.
Chiara era contenta di sottomettersi e lasciarsi dominare, perché finalmente percepiva il padre come un uomo sicuro e senza incertezze.
Non dormirono neppure un attimo durante la loro prima notte, il padre si mostrò instancabile e fiero di esserlo. Tra una scopata e l’altra si intrattenerono in chiacchiere e in giochi da amanti appena innamorati.
All’insaputa di Francesca, che continuava a non vedere niente, la loro relazione perseguì tra alti e bassi, come una qualsiasi coppia.
Ci fu il breve idillio dei primi tempi, a cui subentrò una tranquilla routine, che durò molto. Alla fine arrivò anche la crisi, quando Chiara era all’ultimo anno dell’università ed ormai era una giovane donna desiderosa di uscire dalla gabbia della famiglia ed avventurarsi nel mondo.
Paolo ovviamente tentò di ribellarsi a questo desiderio di autonomia, ma Chiara resistette e la spuntò.
Ora Chiara è scomparsa alla vista del padre, inghiottita dal tunnel che conduce dentro l’aereo. Ma lui rimane con il viso incollato al vetro, nella speranza di poterla intravedere un ultima volta. Per consolarlo della perdita, Celeste prova ad abbracciarlo. Il calore di quelle giovani braccia, improvvisamente calmano il dolore di Paolo, che con un sorriso ricambia il gesto di affetto della ragazza.
Per la prima volta, sembra accorgersi veramente della figlia più piccola, che ha sempre trascurato.Le accarezza il viso e la bacia castamente ma con grande trasporto.
Celeste è contenta, perché il padre sembra finalmente degnarla di attenzione.
Paolo ormai sembra dimentico della figlia maggiore, abbraccia forte Celeste e non resiste alla tentazione di far scivolare la mano sulla bella e invitante coscia, lasciata scoperta dalla minigonna da perfetta adolescente.
Ma nessuno vede, sono tutti indaffarati con i bagagli a cercare il proprio volo o l’uscita.
Neppure Francesca vede, è distratta dal blackberry aziendale, che lampeggia insistentemente, per segnalare l’arrivo di una e-mail, tanto attesa.
Nessuno vede e vedrà mai.
Edipo sposa Giocasta, perchè non sa che è sua madre. Quando scopre la verità si acceca per continuare a non vedere la propria colpa.
In una spirale implacabile, l’incesto produce cecità, la cecità produce incesto.
Nella famiglia e fuori dalla famiglia nessuno vede. La madre non vede, o non vuole vedere, l’incesto tra il padre e la figlia, il padre non vede l’incesto tra la madre e il figlio.
Chiara è in attesa di imbarcarsi sul volo per l’America, grazie a una importante borsa di studio. È la realizzazione di un sogno.
Il padre, Paolo, si dice contento, però da più giorni se ne sta stranamente triste. Dalla sera prima della partenza, non parla più. Mentre accompagna Chiara all’aeroporto, continua a tacere. E così, zitto, se ne sta fino all’ultima chiamata per il volo. Quando la chiamata arriva, Piero prende la mano di Chiara, il gesto è quello del saluto, l’atteggiamento è quello della supplica a restare. Piero con la mano pare incollato a Chiara, come se non riuscisse proprio a staccarsi da lei, piange silenziosamente. Intanto la madre, Francesca, leggiadra sta lì accanto, ma è come se fosse il personaggio di un’altra storia, che non c’entra nulla con quanto sta avvenendo sotto i suoi occhi. Non vede, non può vedere. Del resto come potrebbe vedere la tristezza e l’abbandono in un evento tanto bello, che, se fosse capitato a lei, chissà quanto l’avrebbe resa felice. In questo periodo, poi, per lei va tutto più che bene, ha finalmente trovato il lavoro che tanto desiderava e che la gratifica al massimo, che la fa sentire importante, bella, “realizzata” come non mai.
Francesca non vede e interpreta il silenzio e il pianto di Paolo solo come segni di una semplice e normalissima commozione. Non ne può intuire il dramma. Il rapporto di coppia con il marito non ha mai raggiunto grandi e profondi livelli di intimità. Pur volendosi bene, non si conoscono veramente, meno che mai si sono veramente affidati l’uno all’altra.
Lei non ha mai riconosciuto il bambino solitario e incompreso, che è rimasto dentro Paolo. Un bambino mai confermato dal padre e mai voluto fino in fondo dalla madre.
Solo Chiara ha inconsciamente percepito quel lato così fragile del genitore. Nelle lunghe ore in cui la madre restava al lavoro, c’era solo lei in casa con quel padre tanto complesso, con quel suo bambino ferito nascosto dentro. Come non essere affettivamente soggiogata, come non prenderlo emotivamente in sé quel bambino abbandonato, che nessuno, meno di tutti la madre, aveva mai davvero visto e amato.
Il sesso non è necessario, per dar vita ad una relazione di coppia.
Così, ancor prima della notte in cui fecero l’amore per la prima volta, Paolo e Chiara erano già una coppia incestuosa.
Bastarono dei semplici sguardi da cane abbandonato in cerca di aiuto, affinché la fragilità di Paolo prendesse possesso psicologicamente della figlia.
Quella fatidica sera, Francesca aveva avvertito che non poteva tornare a casa. Doveva rimanere in ufficio tutta la notte, a causa di una emergenza.
La notizia fu accolta senza molta sorpresa o scompiglio. Le assenze per lavoro di Francesca erano diventate la norma. Ormai alla casa pensava Chiara, che si divideva tra lo studio e le faccende domestiche.
Mentre lei preparava la cena, Paolo apparecchiava la tavola. Erano in perfetta sintonia, parlavano di ciò che era capitato loro durante la giornata: delle noie sul lavoro, una interrogazione andata meglio del previsto.
Quando tutto fu pronto, Paolo andò a chiamare Celeste, la figlia più piccola, che nella sua cameretta stava finendo i compiti.
Paolo e Chiara si sedettero a capotavola e Celeste nel mezzo. L'assenza di Francesca non si avvertiva affatto. Mangiarono tranquillamente, come una bella famigliola, riunita intorno al desco.
Dopo cena si misero a vedere una classica commedia commovente “Autumn in New York”. Unico maschio in famiglia, Paolo ormai si era adattato a questo genere di film, che in fondo non gli dispiaceva affatto.
Mentre guardava lo spettacolo, gli venne naturale cingere con il braccio Chiara e tenerla stretta a sé, come fosse la sua fidanzatina. Ma se il padre sembrava mosso da impulsi, non coscienti, la figlia intuì il significato di quel comportamento e, non volendo respingere o ferire il padre, si abbandonò a quella stretta, poggiando la testa sul petto paterno.
Durante le scene più romantiche e commoventi, Paolo baciava teneramente la fronte della figlia, che rispondeva con un dolce sorriso. Celeste stava seduta in terra ai piedi del divano, di tanto in tanto rivolgeva una furtiva occhiata al padre e alla sorella, non poté fare a meno di paragonarli ai protagonisti del film. D’altronde la bambina non aveva mai visto il padre e la madre in atteggiamenti così intimi e teneri.
All’apparire dei titoli di coda, Paolo e Chiara sembrarono quasi destarsi da un sogno, ricordarono le loro incombenze e per prima cosa cominciarono a lottare con Celeste per farla andare a letto, visto l’ora ormai tarda.
Messa la piccola sotto le coperte, toccava fare i conti con i piatti sporchi, che giacevano nel lavello.
Dopo che l’ultimo piatto era stato pulito e messo a posto, Paolo fu preso da un improvviso impulso e baciò a fior di labbra Chiara. Ma già nell’istante in cui le sue labbra sfiorarono quelle della figlia il panico lo colse. Non era mai stato audace in questo genere di cose. Atterrito, guardò negli occhi la ragazza, per cercare di scorgere quanto l’avesse fatta grossa. Ma lei era impassibile, non lasciava trasparire nessuna indignazione. Rinfrancato da ciò, provò di nuovo a baciarla, ma più a lungo e con un po’ più di passione. Anche questa volta si fermò per vedere se la figlia mostrasse qualche accenno di collera.
Poiché Chiara non dava alcun segno di reazione, Paolo perse ogni timore e si fece guidare dal suo desiderio.
Lei si lasciava baciare e toccare, nel suo recondito era convita di essere la più forte e che fosse il padre la parte della coppia più debole e bisognosa di protezione. Se con il suo corpo poteva consolare e alleviare qualche pena, perchè negarlo alla persona che amava.. Non si sentiva in grado di opporre alcun rifiuto.
Il padre la condusse sul letto coniugale, a sancire oltre ogni evidenza la sostituzione della moglie, alla quale nulla più sembrava legarlo.
Spogliò la figlia, tutto tremante e in modo impacciato, sicché lei dovette persino aiutarlo.
Per non rendere la cosa ancor più imbarazzante, Chiara decise di essere più attiva, mostrando quella fermezza, che riteneva di avere.
Un solo attimo di esitazione ed impugnò il cazzo del padre. Inizialmente glielo menò con troppa forza, giusto il tempo per poter digerire la situazione. Quindi continuò a masturbarlo con più dolcezza ed abilità, i sospiri del padre evidenziarono questo cambiamento.
Sebbene la sega che stava ricevendo non fosse male, Paolo avrebbe voluto farselo succhiare, ma avendo sempre avuto paura di essere rifiutato non osava chiedere. Per fortuna sua, Chiara intuiva che doveva concedere tutto, senza che le fosse chiesto alcun che, per farlo finalmente sentire amato ed accettato.
Prese in bocca quel cazzo, leccò e succhiò con tutta la passione che sentiva dentro di sé. Ma l’impresa non fu facile affatto, perché il padre , sebbene eccitato, non riusciva a rilassarsi del tutto e quindi quel maledetto pezzo di carne, gonfio di sangue, non riusciva a liberare il seme, che premeva da qualche parte tra le palle e i dotti spermatici.
Quando copioso uscì quel liquido tanto atteso, fu una vera liberazione per entrambi. Paolo non aveva più bisogno di essere rassicurato, comportandosi come l’uomo che non era mai stato, ordinò alla figlia di mettersi a quattro zampe e la penetrò energicamente. Le mani salde sulle chiappe della figlia, con forti e violente spinte, fotteva la figlia. Mai si era sentito così bene, mai era riuscito a riprendersi così velocemente dopo essere venuto.
La ritrovata sicurezza del padre e il conseguente vigore sessuale, cominciarono a far bagnare la fica di Chiara, che si vergognò di questa reazione involontaria del suo corpo. Far godere il padre non era immorale o osceno per lei, ma godere del cazzo del padre lo era. Per mantenere puro il suo gesto d’amore, non avrebbe voluto provare piacere. Ma il suo corpo la tradì.
I gemiti della figlia inebriarono ulteriormente Paolo, che si fermò un attimo e si allungò verso il comodino, per prendere la crema per il viso della moglie. Aveva sempre detestato il profumo dolciastro di quella crema, che ora non sembrava tanto male.
Unti per bene il cazzo e il buchetto del culo della figlia, procedette alla deflorazione anale lentamente ma senza indecisioni. Quando il suo membro entrò tutto, si fermò un attimo per permettere alla figlia di abituarsi un poco alla nuova sensazione.
Quindi prese a incularla in modo quasi animalesco, godendo soprattutto per il sentimento di possesso che la situazione gli infondeva.
Chiara era contenta di sottomettersi e lasciarsi dominare, perché finalmente percepiva il padre come un uomo sicuro e senza incertezze.
Non dormirono neppure un attimo durante la loro prima notte, il padre si mostrò instancabile e fiero di esserlo. Tra una scopata e l’altra si intrattenerono in chiacchiere e in giochi da amanti appena innamorati.
All’insaputa di Francesca, che continuava a non vedere niente, la loro relazione perseguì tra alti e bassi, come una qualsiasi coppia.
Ci fu il breve idillio dei primi tempi, a cui subentrò una tranquilla routine, che durò molto. Alla fine arrivò anche la crisi, quando Chiara era all’ultimo anno dell’università ed ormai era una giovane donna desiderosa di uscire dalla gabbia della famiglia ed avventurarsi nel mondo.
Paolo ovviamente tentò di ribellarsi a questo desiderio di autonomia, ma Chiara resistette e la spuntò.
Ora Chiara è scomparsa alla vista del padre, inghiottita dal tunnel che conduce dentro l’aereo. Ma lui rimane con il viso incollato al vetro, nella speranza di poterla intravedere un ultima volta. Per consolarlo della perdita, Celeste prova ad abbracciarlo. Il calore di quelle giovani braccia, improvvisamente calmano il dolore di Paolo, che con un sorriso ricambia il gesto di affetto della ragazza.
Per la prima volta, sembra accorgersi veramente della figlia più piccola, che ha sempre trascurato.Le accarezza il viso e la bacia castamente ma con grande trasporto.
Celeste è contenta, perché il padre sembra finalmente degnarla di attenzione.
Paolo ormai sembra dimentico della figlia maggiore, abbraccia forte Celeste e non resiste alla tentazione di far scivolare la mano sulla bella e invitante coscia, lasciata scoperta dalla minigonna da perfetta adolescente.
Ma nessuno vede, sono tutti indaffarati con i bagagli a cercare il proprio volo o l’uscita.
Neppure Francesca vede, è distratta dal blackberry aziendale, che lampeggia insistentemente, per segnalare l’arrivo di una e-mail, tanto attesa.
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